Castello_San_Giusto_Trieste

Castello di San Giusto

Il castello di San Giusto si erge sul colle che domina il golfo e l’entroterra di Trieste. Fin dalla prima metà del I millennio a. C., il sito ospitò un castelliere e un primitivo centro abitato il cui nome “Tergeste” era formato dall’unione di un vocabolo di radice indoeuropea che significa mercato e del suffisso veneto este, ovvero città. In età romana vennero innalzati sul sito il tempio dedicato alla triade capitolina, i cui resti dei monumentali propilei sono visibili sotto il campanile della cattedrale di San Giusto.

La rocca, sorta in epoca medievale ad opera dei veneziani, fu abbattuta nel XIV secolo per volere del Patriarca di Aquileia e riedificata da Federico II d’Asburgo nel 1470 come residenza del Capitano imperiale. Il castello fu ulteriormente fortificato durante la dominazione veneziana, agli inizi del Cinquecento e, nel 1630, dopo essere tornato in possesso della Casa d’Austria. Si aggiunsero così progressivamente i corpi di fabbrica che gli conferirono la caratteristica forma triangolare: il Bastione Rotondo o Veneto del 1508-1509; il Bastione Lalio o Hoyos, dalla forma poligonale, del 1553-1557; il triangolare Bastione Fiorito o Pomis, completato nel 1636.

I Capitani imperiali austriaci risiedettero nel Castello fino al 1750, quando vi vennero insediate una guarnigione militare ed una prigione. Il Castello non fu mai al centro rilevanti episodi bellici, garantendone così conservazione.

Nel 1930 l’intero comprensorio divenne proprietà del Comune e fu sottoposto ad un integrale intervento di restauro. I lavori, diretti dall’architetto Ferdinando Forlati, tesero a liberare l’intero complesso dalle sovrastrutture sette-ottocentesche e a recuperare l’originario aspetto medievale. L’intento fu quello di trasformare l’edificio in un centro di attività artistico-culturali e garantire una sede adeguata a due importanti sezioni dei Civici Musei di Storia ed Arte: il Civico Museo del Castello di San Giusto-Armeria, che fu installato nella Casa del Capitano ed il Lapidario Tergestino entro il Bastione Lalio. Il Piazzale delle Milizie venne trasformato in un vasto teatro all’aperto per la realizzazione di grandi eventi durante l’estate.

Superando il ponte levatoio ci si trova nell’ampio vestibolo d’ingresso, voltato a crociera, dove un’apertura ad arco acuto si apre sulla Casa del Capitano, nei cui ambienti trova posto la cappella tardogotica di San Giorgio, mentre la torre federiciana a forma di L, attorniata dal Bastione Rotondo, sovrasta l’edificio. In fondo al vestibolo si trovano due grandi automi batti-ore ottocenteschi, noti in città come Michez e Jachez, provenienti dall’orologio del palazzo municipale di piazza Unità.

Oltrepassando l’atrio della Casa del Capitano, si accede al vasto Cortile delle Milizie. Lungo il muraglione di fondo, coperto da volte che sostengono il camminamento di ronda, sono disposte alcune vere di pozzo e lapidi triestine databili tra il XVI e il XIX secolo. Sono qui ubicati l’ingresso al Lapidario Tergestino, l’adiacente Bottega del vino e il profondo pozzo-cisterna, nonchè quattro pezzi di artiglieria in ferro del secolo XVI che, secondo la tradizione, proverrebbero dal distrutto Castello di Moccò in Val Rosandra.

Dal piazzale si accede ai camminamenti di ronda allo scoperto, che corrono lungo il perimetro delle mura del Castello, dai cui spalti si può ammirare uno splendido panorama sulla città.

 

Informazioni


Indirizzo: Piazza della Cattedrale 3, Trieste

Tel.: 040 309362

Fax.: 040 6754065

E-mail: cmsa@comune.trieste.it

Orari di apertura: lunedì aperti solo gli spazi esterni 9.00-18.00; da martedì a domenica aperto il Museo e gli spazi esterni 10.00-18.00

Ingresso: 1 € solo Castello; 6 € ingresso intero al Castello, Lapidario Tergestino e Museo del Castello; 4 € ingresso ridotto

Visite guidate: rivolgersi al Servizio Didattico

Come arrivare: in autobus linea 24

Attività: il percorso lungo le mura di cinta offre una delle più belle viste panoramiche sulla città e sul golfo di Trieste.

Informazioni: www.triestecultura.it

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