ValAlba

Riserva Naturale della Val Alba

Nella propaggine orientale delle Alpi Carniche, la riserva si trova alla confluenza con le Alpi e Prealpi Giulie, nel territorio solcato dal rio Alba e dal rio Simon. La Val Alba si colloca in un territorio integro e selvaggio, di grande interesse ecologico, dove gli aspri rilievi e le profonde valli creano un mosaico di ambienti differenziati, ricco di torrenti cristallini, salti d’acqua, creste rocciose e fitti boschi attraversati da numerosi sentieri. Tra la flora rara si può scoprire il ranuncolo bianco, il papavero delle Giulie e il giglio della Carniola.

Numerose le testimonianze della presenza militare durante il primo conflitto mondiale. Infatti, i crinali ospitarono la seconda linea del fronte, di cui sono ancora visibili i ricoveri in quota e le postazioni in galleria. Di grande interesse le escursioni al Rifugio del Vuâlt, all’ex ospedale militare, al Bivacco Bianchi e alle sorgenti del Rio Alba.

Al territorio alpino pressoché incontaminato della valle si può accedere da tre frazioni abbarbicate alla montagna: Dordolla, Pradis e Ovedasso.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Ubicazione: Comune di Moggio Udinese

Estensione: 3.000 ettari

Informazioni: www.parcoprealpigiulie.org – Ente parco naturale Prealpi Giulie, Piazza del Tiglio 3, Prato di Resia – Tel.: 0433 53534; E-mail: info@parcoprealpigiulie.it

Servizi: esposizione Riserva della Val Alba a Dordolla; ricoveri e bivacchi a Vuâlt e Cjasut dal Scîor; accessibile ai disabili

Attività: visite ed escursioni guidate, attività didattiche per scolaresche; alpinismo classico e sportivo, canyoning

Come arrivare: attraversato l’abitato di Moggio Udinese continuare sulla strada provinciale 112 per la Val Aupa fino ad incontrare l’indicazione per la Riserva della Val Alba

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ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

Museo_aperto_Pal_Piccolo

Museo all’aperto del Pal Piccolo

L’Alta Valle del But, come le Alpi Giulie, svolse un ruolo strategico durante il primo conflitto mondiale: qui, infatti, nell’estate del 1915 gli eserciti italiano ed austro-ungarico si affrontarono in aspre battaglie per il controllo delle cime del Pal Grande, del Freikofel e del Pal Piccolo. Sulla vetta di quest’ultimo è stato allestito un museo all’aperto, curato dall’Associazione Amici delle Dolomiti, che consente di esplorare le postazioni austriache.

Il sentiero che porta sulla cima (1866 m) inizia presso il Passo di Monte Croce Carnico (1360 m), segnalato dall’indicazione “Kleiner Pal – MG Nase”. Lungo il percorso si incontrano alcune caverne adibite ad uso militare, delle casermette, una trincea coperta, fregi ed iscrizioni scolpiti nella roccia e, infine, l’appostamento chiamato Naso delle mitragliatrici. Nei pressi della vetta i volontari hanno ricostruito la cosiddetta Villa Tropfstein, una baracca nella roccia, mentre nella stazione a monte della teleferica si trova la cupola corazzata della prima linea austriaca. Sul piccolo altopiano irregolare si possono percorrere i camminamenti e le trincee austro-ungarici, scavati nella viva roccia, che distavano dal Trincerone italiano sull’altro versante (1860 m) solo poche decine di meri.

La discesa al Passo può essere effettuata percorrendo il sentiero a ritroso oppure, una volta superato l’ultimo avamposto austriaco e raggiunte le postazioni italiane, con una struttura massiccia in cemento armato seguendo il sentiero CAI 401, che ripercorre la mulattiera di approvvigionamento delle truppe italiane, tra ruderi di ricoveri e di camminamenti. Da qui, si può visitare il Castello Rosso (percorso fuori traccia su terreno sconnesso) dove sono conservate diverse testimonianze degli alpini e dei fanti italiani.

 

Informazioni


Informazioni: Associazione Amici Alpi Carniche presso il Museo Storico. La Zona Carnia nella Grande Guerra, via Nazionale 90, Timau – Tel.-Fax: 0433 779168; www.museograndeguerratimau.it – e-mail: museotimau@alice.it

 

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    Sentieri sul Pal Piccolo e Pal Grande ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

Museo_Arte_Fabbrile_Coltellerie_Maniago

Museo dell’arte fabbrile e delle coltellerie

Il museo – ospitato al Coricama, la prima e più grande fabbrica di coltelli della storia della città – documenta la lavorazione dell’acciaio negli opifici del territorio e le innovazioni tecnologiche della moderna industria. Il percorso ripercorre l’evoluzione storica del mestiere nei vari contesti lavorativi tra macchine, utensili, gesti e saperi dei coltellinai: dalla produzione fabbrile del battiferro e la bottega artigiana fino all’insediamento delle prime officine agli inizi del Novecento.

Sezioni specifiche sono dedicate all’iconografia di coltelli e lame nella storia locale e nella mitologia, ai cicli di lavorazione dei principali materiali usati per realizzare coltelli, alla produzione e al design dei vari strumenti da taglio realizzati a Maniago, da quelli tradizionali alle ultime produzioni.

L’ultima sala ospita il Museo provinciale della vita contadina Diogene Penzi dedicata ai mestieri del fabbro e del falegname e agli utensili come fucine mobili, tenaglie, martelli, pinze, seghe, pialle, compassi e prodotti lavorati in ferro (chiodi, grappe, aratri, falci).

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Maestri del Lavoro 1, Maniago

Servizi: visite guidate su prenotazione; accessibile ai disabili

Informazioni: www.comune.maniago.pn.it

Orari di apertura: lunedì, giovedì,venerdì, sabato e domenica 9.30-12.30 e 15.30-18.30

Ingresso: intero € 4,00; ridotto € 2,00 (fino ai 25 e oltre i 60 anni e comitive di più di 10 persone); gratuito fino ai 12 anni, con FVGcard, disabili, scolaresche; non è prevista maggiorazione per le visite guidate

Tel.: 0427 709063

Fax: 0427 707202

E-mail: coricama@maniago.it

 

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Museo_Archeologico_Nazionale_Aquileia

Museo Archeologico Nazionale

Istituito nel 1882 con il patrocinio dell’imperatore Francesco Giuseppe nella Villa Cassis Faraone, il museo presenta le collezioni storiche risalenti all’epoca romana delle più illustri famiglie aquileiesi – il nucleo originario proviene dalla settecentesca raccolta del canonico e archeologo Gian Domenico Bertoli – integrate dai risultati delle ricerche condotte fra Otto e Novecento.

La sezione dedicata alla statuaria esibisce una galleria di teste-ritratto ad uso funerario provenienti da edicole e sacorfagi ritrovati nel suburbio, che documentano il variare delle tendenze stilistiche (con esiti che spaziano dal realismo alla tendenza ellenistica, fino alla cosiddetta “tensione interiore” del III secolo). La scultura onoraria è esemplificata dal cosiddetto Navarca del tardo periodo repubblicano e dal ciclo di età claudia raffigurante la famiglia imperiale collocata originariamente nelle vicinanze del Foro.

Nel primo piano sono raccolte le manifatture delle arti applicate e dell’artigianato, con un’ampia sezione dedicata alla glittica: oggetti ornamentali di pietra dura, cristallo di rocca, ambra e avorio finemente lavorati.

L’arte dell’intaglio su pietre dure, infatti, costituisce una delle classi maggiormente rappresentative del patrimonio archeologico aquileiese (oltre 10. 000 pezzi) ed è tale da individuare nella città il centro di produzione più importante dell’Italia centro- settentrionale. La sala dei culti tardo-imperiali propone la ricostruzione di un larario, il sacello domestico in cui venivano venerati gli spiriti degli antenati, manufatti votivi connessi ai riti misterici e un pregevole lampadario paleocristiano proveniente dall’Episcopio di Piazza Capitolo.

Nel settore della ceramica e della terracotta sono esposti esemplari di vasellame rosso prodotto della fornace di Carlino a poca distanza da Aquileia (fine IV-inizi V). Anche la cospicua quantità di vetri fa supporre l’esistenza nella città di officine attive a partire dal I secolo d. C.: contenitori per profumi (balsamari) e vasellame da mensa (olle, coppe e piatti) nonchè preziosi oggetti in in vetro murrino, millefiori e vetro-mosaico. I manufatti bronzei spaziano dall’abbigliamento (fibule e fibbie) alle sculture devozionali e alle suppellettili (specchi e strigili).

Nel secondo piano del Museo si conservano gli armamenti (come l’elmo in ferro con parti ornamentali in argento, bronzo e rame) e i gioielli, tra cui le duecento piccole appliques a forma di mosca, in oro, destinate ad essere cucite sulla veste. La raccolta numismatica vanta oltre 40.000 esemplari, tra cui le emissioni della zecca di Aquileia e le monete auree.

Le gallerie lapidarie ospitano preziosi mosaici ellenistici, due pavimenti raffiguranti il Ratto d’Europa e un Asaraton, ovvero la rara rappresentazione di un pavimento non spazzato e i mosaici provenienti dal vasto complesso delle Grandi terme, con il Trionfo di Nettuno.

Nei magazzini si trovano le sale dedicate alla Via Annia e l’imbarcazione rinvenuta a Monfalcone presso le risorgive del Timavo. Il giardino accoglie il lapidario con resti architettonici, epigrafi, stele, monumenti funerari e i contenitori lapidei disposti in piramidi.

 

 

Informazioni


Indirizzo: Via Roma 1, Aquileia

Servizi: noleggio audioguide presso Infopoint Turismo FVG; archivio documentale; accessibile ai disabili

Informazioni: www.museoarcheologicoaquileia.beniculturali.it; www.provincia.udine.it/musei

Orari di apertura: domeniche e festivi 13.45-19.30; da martedì a sabato 8.30-19.30; chiuso il lunedì, il 25 dicembre e l’1 gennaio

Ingresso: intero € 4,00; ridotto € 2,00 (cittadini tra i 18 ed i 25 anni e docenti); gratuito per i cittadini della comunità europea che non abbiano compiuto 18 anni; ingresso gratuito la prima domenica di ogni mese

Tel.: 0431 91016 / 0431 91035

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Palazzo del Governo

Il palazzo, già sede della Luogotenenza austriaca e oggi della Prefettura, fu progettato dall’architetto viennese Emil Artman tra il 1901 e il 1905 fondendo gusto neorinascimentale e art nouveau. Il monumentale doppio loggiato in pietra bianca è stretto tra due ali rivestite da mosaici dorati in vetro di Murano del viennese Giuseppe Straka con teste allegoriche, festoni e medaglioni con la croce dei Savoia, che sostituirono gli originali con le aquile imperiali.

Nei primi anni Sessanta l’arredamento degli interni fu curato dagli architetti Umberto Nordio e Aldo Cervi. Lungo lo scalone d’onore, nei mezzanini, nicchie decorative ospitano vasi in porcellana con lampadari che imitano mazzi floreali. Al secondo piano, si trovano i saloni di rappresentanza con pavimenti in legno di rovere, decorazioni a motivi floreali in stucco, lampadari in cristallo e grandi specchi entro cornici dorate e il dipinto di Cesare Sofianopulo che rappresenta san Giusto, patrono della città.

Nel salone rosso vi sono alcuni vasi con scenette galanti di ispirazione rococò e dipinti. Nella grande sala da ballo, paraste dal capitello corinzio supportano la galleria dei musicisti, decorata da elementi geometrici in stile secessionista. Nella sala da pranzo una serie di dipinti sopraporta monocromi rappresentano luoghi ed edifici di Trieste ai primi del Novecento. Nel cosiddetto Appartamento del Presidente si conservano opere di Natale Schiavoni, Giovanni Zangrando e Carlo Sbisà.

 

Informazioni


Dove: Piazza dell’Unità d’Italia, Trieste

Visite: la visita all’interno è consentita solo in particolari occasioni

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Palazzo_delle_Poste_Gorizia

Palazzo delle Poste

L’imponente edificio in bugnato e laterizio si articola attorno alla torre dell’orologio. Fu realizzato nei primi anni Trenta su progetto di Angiolo Mazzoni, che si ispirò allo stile imperiale austriaco. Il porticato accoglie tre Vittorie, monumento ai caduti postelegrafonici realizzato da Domenico Ponzi. Al piano terra si trovano i mosaici di san Cristoforo opera di Matilde Festa Piacentini e quello di Pericle Gentili raffigurante i santi Ilario e Taziano, protettori della città di Gorizia. Al primo piano c’è l’affresco Danae fecondata da Giove realizzato su disegno del pittore Edoardo Del Neri mentre all’interno della torre la scalea è decorata con il ciclo pittorico di Guido Cadorin dal titolo Le guerre producono vittime. Infine, è qui conservato il Treno in corsa (1933) del futurista Tato (Guglielmo Sansoni).

 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Corso Giuseppe Verdi 33, Gorizia

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Borgo del Castello

Questo bellissimo borgo fortificato del Friuli occidentale, le cui origini sono anteriori all’anno Mille, si trova in prossimità del guado su un ramo del fiume Tagliamento (da cui il toponimo derivato dall’unione di “curtis” e “vadum”). Annoverato tra i Borghi più belli d’Italia, è racchiuso entro un circuito murato quadrilatero con due torri portaie scudate: la meridionale conserva la pusterla, mentre la settentrionale venne adattata a torre dell’orologio. All’interno delle mura sorgono palazzi di epoca medievale e rinascimentale, tra cui il monumentale palatium di gusto rinascimentale dei Freschi Piccolomini, sorto sulle fondamenta dell’antico mastio e circondato da un parco ottocentesco. Della struttura originaria del vecchio maniero, distrutto dal terremoto del 1511, rimangono le due torri e parte delle mura di cinta.

La Cordovado medievale si concentra nell’area castellana, dove trovano spazio Palazzo Ridolfi, Palazzo Bozza Marrubini (l’antica casa del capitano, affrescata da Giovan Francesco Zamolo nel Settecento con vedute urbanistiche del castello e del centro storico) nonché l’elegante Palazzo Agricola dalle forme rinascimentali con ampie arcate e trifore.

Nel Borgo Nuovo, sorto a partire dal Cinquecento, spiccano i signorili palazzi Beccaris Nonis, Mainardi e Marzin. Palazzo Cecchini fu ristrutturato secondo il gusto neogotico e affrescato nell’Ottocento con scene allegoriche e patriottiche, decorazioni a grottesche e vedute.

L’abside dell’antica Pieve di Sant’Andrea fu affrescata da Gianfrancesco da Tolmezzo agli inizi del Cinquecento. Il Santuario della Madonna delle Grazie è un gioiello d’arte barocca con un soffitto splendidamente intagliato e dorato contenente ovali dipinti da Antonio Carneo. La Nuova Parrocchiale conserva la pala della Madonna del Rosario di Giuseppe Moretto e Il Nome di Gesù di Nicola Grassi.

Nel mese di settembre a Cordovado si svolge la suggestiva rievocazione storica delle nozze svoltesi nel 1571 tra Riccarda d’Arcano e Francesco Ridolfi di Cordovado.

Il territorio circostante offre, inoltre, ambiti naturalistici di grande fascino; la zona rurale è, infatti, contraddistinta dalla presenza del complesso dei mulini di Stalis, che ispirarono Ippolito Nievo, cui è dedicato un parco letterario, e Pier Paolo Pasolini.

 

Informazioni


Dove: Cordovado, provincia di Pordenone

 

Informazioni: Comune di Cordovado, Piazza Cecchini 24 – www.comune.cordovado.pn.it -accoglienza turistica presso la Biblioteca Civica Palazzo Cecchini, tel.: +39 0434 690265

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