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Giardino del Civico Museo Sartorio

Il giardino, situato nel centro storico di Trieste, è una pertinenza del Civico Museo Sartorio, ospitato nella settecentesca villa affacciata su Largo Papa Giovanni XXIII e appartenuta all’omonima famiglia sanremese che nel 1775 si trasferì a Trieste.

Nel 1838 Giuseppina Fontana ed il marito Pietro Sartorio affidarono all’architetto triestino Matteo Pertsch il rinnovamento dell’edificio che ne ridefinì lo stile secondo il gusto neoclassico. Nel 1946 la baronessa Anna Segrè Sartorio, ultima esponente della famiglia, donò il palazzo con le sue collezioni di opere d’arte ed il giardino al Comune di Trieste, con il vincolo di adibire l’edificio a museo, come avvenne, nel 1954.

Nel corso degli interventi di restauro che hanno recentemente consentito di aprire il museo al pubblico sono stati rinvenuti sotto il pavimento del sotterraneo alcuni lacerti di superfici musive di una domus romana risalente al I secolo d.C.

La sistemazione del parco è stata affidata all’architetto paesaggista Vladimir Vremec. Il riassetto del piccolo giardino all’inglese ha ricostruito la flora originaria, tra cui il cedro del Libano, il nespolo del Giappone, la paulonia, l’alloro, il leccio.

Nella varietà di rose esotiche del nuovo giardino, possiamo rivedere, fedelmente rispecchiata, la complessa e intraprendente borghesia che l’ha voluto. Viaggiatori per affari e per diletto, i Sartorio raccordano la città ai luoghi del loro vissuto, da Odessa alle Antille, con specie rare come le rose Ville de Londres, Le Vesuve, Rival de de Paestum, Comte de Chambord, Duchesse de Montebello, l’ibrido della Rosa Damascena Botzatis.

 

Informazioni


Indirizzo: Largo Papa Giovanni XXIII 1, Trieste

Superficie totale: 0,34 ha

Impianto planimetrico: informale

Condizione giuridica: proprietà pubblica, Comune di Trieste

Peculiarità scenografiche e compositive: berceau con glicine, pozzo, reperti, statue

Specie botaniche di rilievo: cedro del Libano, ippocastano, platano, tiglio

Orari di apertura: estivo 8.45-19.30; invernale: 8.45-18.00

Servizi: accesso ai disabili, giochi multifunzionali

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Rive d’Arcano

I borghi di Rive d’Arcano (dal latino ripe, ovvero declivi) sono legati al casato dei signori di Tricano fin dall’XI secolo. Lo stemma con lo scudo a scacchiera bianca e rossa con i tre cani (dai cui il nome con cui questi signori furono conosciuti, poi variato in Arcano) simboleggiava la fedeltà all’Imperatore e al Patriarca di Aquileia che valse ai nobili la carica ereditaria di marescialli e gonfalonieri della Chiesa di Aquileia.

Sulla strada panoramica che collega San Daniele a Fagagna, due obelischi segnano il limite dell’antico feudo. Il Castello d’Arcano, situato su un’altura del Col del Tiglio, sopra l’ampia braida castellana e la valle del Corno, è un autentico maniero del XII secolo con bifore tardoromaniche, torri e mura merlate cui si accede tramite un ponte e una chiesa castellana del Seicento. All’esterno della cinta muraria si sviluppa l’antichissimo borgo colonico di Arcano Superiore, che mantiene inalterato il tessuto urbano attraverso i secoli. A meridione, tra il Ledra e la Valle del Corno, si estende il borgo di Arcano Inferiore, dove si conservano i vecchi rustici in pietra e un edificio con archi in mattoni a sesto acuto e archetti pensili sotto le travature.

Quattro sono le antiche chiese del paese, la Pieve di San Martino, attestata sin dal 1077; San Mauro, dove sono sepolti gli Arcano; la cappella castellana, dedicata alla Madonna della Neve e, infine, la chiesetta di San Giorgio di Arcano Inferiore.

In località Zucule, fra i torrenti Patoc e Corno, sono stati rinvenuti i resti di un castelliere preistorico; tra Giavons e San Daniele la necropoli della Cava dove sono state scoperte una dozzina di tombe romane del II e III secolo d. C.; e in località Fornace, a Rodeano Basso, una tomba longobarda che conteneva una croce d’oro.

In questa frazione si producono vino e olio biologici.

Informazioni


 

Dove: Borgo Arcano, Rive d’Arcano, provincia di Udine

 

Informazioni: Comune di Rive d’Arcano,Piazza I Maggio 1 – www.comune.rivedarcano.ud.it

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Foiba di Basovizza

La Foiba di Basovizza, dichiarata Monumento nazionale, è uno degli abissi naturali che disseminano i territori carsici, dove, all’inizio del Novecento, fu scavato un pozzo minerario in cui vennero gettati i corpi delle persone dopo le stragi avvenute nella Venezia Giulia, nell’Istria, a Fiume e in Dalmazia nell’autunno del 1943 e nella primavera del 1945. Si ricordano qui tutte le vittime che hanno trovato la morte nelle voragini del Carso, militari e civili, sommariamente processati e giustiziati, e i deportati deceduti nei campi di concentramento in Jugoslavia.

Al pozzo di Basovizza, chiuso da una lastra di pietra, fu data sistemazione monumentale con gli interventi dell’architetto Ennio Cervi e dell’artista Livio Schiozzi.

 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Strada Statale 14, Località Basovizza, Trieste

Servizi: visite guidate, bookshop, archivio documentale

Informazioni: www.triestecultura.it

Orari di apertura: sempre visitabile; centro di documentazione da marzo a giugno tutti i giorni 10.00-18.00; da luglio a febbraio 10.00-14.00; chiuso il mercoledì, 25 dicembre e 1° gennaio.

Ingresso: gratuito

Visite: prenotazioni presso il Servizio Didattico – tel.: +39 040 6754480; Fax: +39 040 6754727; e-mail: serviziodidattico@comune.trieste.it; www.serviziodidattico.it

Come arrivare: in autobus con la linea 39

E-mail: sacrariofoibadibasovizza@comune.trieste.it

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Grignano

Grignano

Grignano è una località balneare con un piccolo porto situata nei pressi di Trieste in una piccola baia circondata dal verde. La spiaggia è suddivisa in due stabilimenti balneari, comunemente chiamati Grignano uno (Bagno Sirena) e Grignano due (Stabilimento Riviera).

Il Bagno Sirena, raggiungibile con i mezzi pubblici da Trieste (linea 6), si trova sulla Riva Massimiliano e Carlotta, sulla destra del porticciolo e adiacente a un ampio parcheggio. Lo stabilimento, il cui ingresso è a pagamento, è accessibile ai disabili e offre due piscine (una dedicata ai bambini piccoli), un bar-grill, spogliatoi, cabine spiaggia prenotabili e una zona giochi per bambini e ragazzi. È molto frequentato dalle famiglie e dai giovanissimi.

Lo Stabilimento Riviera è raggiungibile sia dal porticciolo di Grignano, percorrendo a piedi il sentiero che aggira il Bagno Sirena, sia dalla Strada Costiera, entrando nel parcheggio dell’hotel Riviera e ristorante Le Terrazze e scendendo o a piedi per un sentiero immerso nel bosco o con un ascensore che conduce direttamente alla spiaggia. L’ingresso è a pagamento; a disposizione degli ospiti ci sono spogliatoi, cabine e il bar. La clientela di questo bagno è molto varia, ma tutta amante della pace. L’accesso al mare è sicuro e protetto, e l’ombra e la frescura è assicurata dai pini marittimi.

 

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Civico Museo della Guerra per la Pace Diego de Henriquez

La collezione dello studioso triestino Diego de Henriquez (1909-1974) ­– un patrimonio documentale e materiale composto da circa 15.000 oggetti – è stato acquisito dal Comune di Trieste nel 1983 e dal 1999 ha trovato sede nella Caserma Duca delle Puglie. Raccoglie: 2800 armi, 24.000 fotografie, 287 diari, 12.000 libri, 2600 tra manifesti e volantini, 500 stampe, 470 carte geografiche e topografiche, 30 fondi archivistici, 290 documenti musicali, 150 quadri e un fondo di pellicole, 250 documenti cinematografici conservati all’Istituto Luce di Roma.

Due degli edifici della Caserma, recentemente restaurati, accolgono il percorso museale, la biblioteca, la fototeca e l’archivio; restaurati, inoltre, i mezzi e i pezzi di artiglieria: cannoni, veicoli, strumenti esposti nella sezione centrale dell’hangar.

L’attuale allestimento è incentrato sulla Grande Guerra nella ricorrenza del centenario. Le crude fotografie d’epoca si alternano ai testi esplicativi e alle tavole grafiche che riassumono “i numeri della guerra”. Oltre ai numerosi contributi filmati forniti dalla Cineteca del Friuli e dall’Istituto Luce, vi sono quelli del regista Alessandro Scillitani: Funerale della pace, Guerra di trincea e Caporetto.

Secondo il desiderio del suo ideatore, non vuole essere un museo della guerra tradizionalmente inteso, ma un museo della società del Novecento dove le guerre con i loro orrori siano bandite per sempre.

Nel primo hangar trova posto l’esposizione permanente dedicata alla storia della prima guerra mondiale, che si apre con il corteo funebre dell’erede al trono d’Austria-Ungheria Francesco Ferdinando, assassinato con la moglie a Sarajevo il 28 giugno 1914. Al piano superiore una sintetica cronologia racconta i cento anni di guerre del Novecento; quindi l’allestimento si focalizzata sulla storia di Trieste dal primo conflitto mondiale agli anni del fascismo fino al ritorno dell’Italia nel 1954. Nella sede di Via Revoltella altre sezioni presentano gli armamenti leggeri, le telecomunicazioni, le uniformi militari, stampe, dipinti e medaglie.

 

Informazioni


Indirizzo: Via Cumano 22, Trieste

Servizi: visite guidate, bookshop, fototeca, archivio documentale, biblioteca

Informazioni: www.museodiegodehenriquez.it

Orari di apertura: da metà ottobre a fine marzo da mercoledì a lunedì 10.00-17.00; da aprile a metà ottobre 10.00-19.00; chiuso il martedì tranne nei mesi di luglio e agosto; chiuso 25 dicembre, 1° gennaio, Pasqua, 25 aprile e 1° maggio

Ingresso: intero 6,00 €; ridotto 4,00 €

Visite: prenotazioni presso il Servizio Didattico – Tel.: 040 6754480; Fax: 040 6754727; E-mail: serviziodidattico@comune.trieste.it; www.serviziodidattico.it

Come arrivare: in autobus con la linea 18 (nei festivi sostituita dalla linea 5)

Tel.: 040 675 4699; 040 675 8377

E-mail: museodehenriquez@comune.trieste.it

 

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Giardino Ricasoli

Il giardino Ricasoli, delimitato dalla Roggia di Palma, sorge tra le architetture sei-settecentesche del centro storico: il Seminario patriarcale, la chiesa di Sant’Antonio, il palazzo Arcivescovile e il palazzo Antonini Belgrado.

In epoca medievale il terreno era caratterizzato da una spianata coltivata a orti di pertinenza del vicino convento dei Filippini e, con la soppressione napoleonica dell’Ordine passò al Demanio, quindi nel 1866, a seguito dell’annessione del Friuli al Regno d’Italia, l’area retrostante il palazzo venne trasformata in giardino pubblico.

Il progetto fu affidato a Giuseppe Balzaretti, esponente dell’eclettismo storicista, già noto per le sue realizzazioni nel milanese, mentre in seguito Giuseppe Uberto Valentinis, esperto d’arte e restauratore, fu incaricato di ampliare il giardino sul piazzale dell’Arcivescovado che venne, infine, inaugurato nel 1872, e intitolato a Bettino Ricasoli.

Sono visibili interessanti parterre di bosso recentemente restaurati, eleganti fioriture e fontane, oltrechè diversi esemplari arborei autoctoni ed esotici di notevoli dimensioni quali una rovere, un calocedro, una sequoia, diversi cedri, faggi penduli e un enorme gelso in piazza Patriarcato, presso l’ansa della roggia.

 

Informazioni


Indirizzo: Piazza Patriarcato, Udine

Superficie totale: 1,00 ha

Impianto planimetrico: romantico

Condizione giuridica: proprietà pubblica, Comune di Udine

Peculiarità scenografiche e compositive: aiuole, fontana, pescheria, statue, vialetti

Specie botaniche di rilievo: amolo, cedro dell’Himalaya, cipresso di Lawson, faggio, gelso, ligustro lucido, magnolia, pino nero, sequoia, tasso, rovere, thuia gigante

Orari di apertura: dal 1° al 30 aprile 8.00-19.00; dal 1° maggio al 30 settembre 7.00-21.00; dal 1° al 31 ottobre 8.00-19.00; dal 1° novembre al 31 marzo 8.00-18.00

Servizi: parcheggio auto nei pressi; percorribile in bici

Come arrivare: in autobus con le linee 1 e 3 fermata Via Vittorio Veneto 24; linee 7, 8, 9 e 10 fermata Piazza Patriarcato

Segnalazioni: Ufficio verde pubblico, Via Nodari 37 – Tel. +39 0432 520651

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Parco Villa Revoltella

Il parco si sviluppa tra il crinale e il pendio che digrada verso il mare della collina ‘del Cacciatore’ confinante con alcuni edifici residenziali della seconda metà del XX secolo, orti e piccoli giardini e il bosco del Parco Farneto che occupa il versante opposto del colle.

Tra il 1856 e il 1869 il barone Pasquale Revoltella, imprenditore e finanziere di origine veneziana, acquistò diversi lotti di terreni in questa località. Fu creato un sistema di irrigazione che rendesse fertile il terreno brullo dei fondi e si rese necessario trovare una sorgente che andò poi a rifornire anche il laghetto popolato da pesci rossi e tartarughe. Fu conservata una preesistente suddivisione a ‘pastini’ e piantato un orto sperimentale. Vennero tracciati sentieri tortuosi attraverso il pendio in modo da creare degli scorci pittoreschi.

Nel 1860 furono costruiti lo chalet (su progetto dell’architetto berlinese Hitzig), la chiesa in pietra del Carso (dell’architetto praghese Kranner), le scuderie e gli edifici di servizio, le serre in vetro e ghisa affacciate sul giardino all’italiana e la casa parrocchiale che venne in seguito adibita a scuola. Le zone centrali del parco furono infoltite con piante esotiche, alcune conifere isolate, arbusti sempreverdi ornamentali, mentre a est fu mantenuto il vecchio querceto.

Il barone Revoltella lasciò l’intero patrimonio al Comune di Trieste, disponendo che il parco rimanesse aperto al pubblico e non subisse alterazioni. Nel 1871 la cura del parco venne affidata all’Ispettorato alle Pubbliche Piantagioni e la chiesa – odierna parrocchia di San Pasquale Baylon – al cappellano.

Dall’ingresso con la splendida cancellata in ferro partono una serie di vialetti pavimentati con un triturato di coccio rosso, intervallati da curate aiuole verdi con specie tappezzanti e fiorifere, una collezione di rose antiche e grandi alberi secolari. Negli anni Cinquanta del XX secolo venne realizzata una scalinata – incorniciata da lavande e camelie – per collegare i piani terrazzati, in parte coperti da pergolati, che ospita, inoltre, la Fontana del Pinocchio dello scultore Nino Spagnoli; inoltre è stata ricavata un’area giochi con un campo di basket, una pista di pattinaggio e numerose attrezzature ludiche.

A Villa Revoltella è stato assegnato titolo di parco più bello d’Italia dal Concorso Nazionale di Parchi e Giardini patrocinato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dal FAI e dall’Associazione Italiana Architettura del Paesaggio.

Informazioni


Indirizzo: Via Carlo de Marchesetti, Trieste

Superficie totale: 3,99 ha

Impianto planimetrico: all’inglese con schema naturalistico-informale (area centrale e orientale), a piani terrazzati (area occidentale) e all’italiana (parterre della serra) con schema simmetrico

Condizione giuridica: proprietà pubblica, Comune di Trieste

Peculiarità scenografiche e compositive: aiuole, fontane, gradinata centrale, grotta, ninfeo, parterre su due piani, ‘pastini’ con pergolati, percorsi,

piazzale panoramico, sculture, sentieri, serre

Specie botaniche di rilievo: bosso, cedro, cedro dell’Himalaya, cipresso dell’Arizona, leccio, pino, pino nero, rovere, roverella, tasso

Orari di apertura: invernale 7.00- 19.00; estivo 7.00-20.00

Ingresso gratuito

Informazioni: www.ilparcopiubello.it

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