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Ponte del Diavolo

Attorno all’ardita costruzione che si protende sopra la gola del Natisone sono fiorite numerose leggende. Le due sponde erano unite, almeno fin dal Duecento, da una passerella in legno, che, dopo diverse imprese fallimentari, è stata sostituita dalla struttura in pietra progettata da lacopo Dugaro da Bissone, che ne iniziò la costruzione nel 1442. Alla direzione dei lavori si successero vari capomastri, finché, Bartolomeo delle Cisterne riuscì a ultimarne la costruzione al principio del Cinquecento. Le sue estremità erano difese da torri, poi abbattute verso la seconda metà del secolo scorso.

Il 27 ottobre 1917, durante la disfatta di Caporetto, il ponte fu fatto saltare nel tentativo di rallentare l’avanzata del nemico. La fantasia popolare ha legato l’ardua opera costruttiva alla potenza del soprannaturale, immaginando che il diavolo avrebbe eretto il ponte in una sola notte in cambio dell’anima del primo sfortunato che lo avrebbe attraversato e che sia stata la madre dell’oscuro tentatore a far dono del grande scoglio al centro dell’alveo su cui poggia il pilone centrale. I cividalesi però, compiuta l’opera, beffarono il diavolo, facendo percorrere il nuovo passaggio a un animale.

Alcuni ritengono che da questa tradizione forse prese spunto James Joyce per la fiaba Il gatto e il diavolo. Il luogo ebbe gran suggestione anche su D’Annunzio: «La malinconia mi porta al ponte di Cividale e m’inchina verso le acque del Natisone, simili alla turchesa di color cilesto che pende nel verde ramingo».

Un belvedere è stato realizzato dietro la vicina chiesa di San Martino, da cui la vista spazia fino al Monte Matajur e al Monte Nero.

 

 

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Diga del Vajont

La Diga del Vajont fu teatro della tragica frana del monte Toc, che la notte del 9 ottobre 1963 spazzò via la vallata sottostante: le vittime furono circa duemila. Un’enorme massa di roccia si staccò dal fianco della montagna riversandosi nel lago artificiale, già oltre i margini di sicurezza, creando un’ondata che tracimò dalla diga costruita da pochi anni e che, secondo le perizie, fu costruita in una zona geologicamente inadatta. La frana provocò un terremoto, quindi l’acqua fu violentemente spinta verso il passo Sant’Osvaldo cancellando le piccole borgate attorno al lago, appena sotto Erto e le case più basse di Casso. L’onda, alta un centinaio di metri, si sfogò sulla vallata del Piave, dove le popolazioni non erano state evacuate, né fu dato l’allarme. In pochi attimi furono cancellati Longarone e le frazioni di Rivalta, Pirago, Faè, Villanova e Codissago di Castellavazzo.

Il museo del Vajont è visitabile presso il Centro visite del Parco naturale delle Dolomiti friulane di Erto e Casso, è percorribile, inoltre, parte del coronamento della diga.
 
 
 
 
 
 

Informazioni

Informazioni: www.parcodolomitifriulane.it
Parco naturale delle Dolomiti friulane, via Roma 4, Cimolais
tel.: +39 0427 87333; fax +39 0427 877900
e-mail: info@parcodolomitifriulane.it
www.prolocoertoecasso.it
Pro Loco Erto e Casso tel.: +39 340 3898661

 

Visite: al Punto informativo Diga del Vajont di Erto e Casso è attivo un servizio di visite guidate al percorso del coronamento della diga effettuabili dalle 10.00 alle 17.00 nelle giornate di domenica 5 aprile, lunedì 6 aprile, sabato 25 aprile, domenica 26 aprile; tutte le domeniche di maggio, venerdì 1° maggio, sabato 2 maggio; ogni sabato e domenica di giugno, lunedì 1° giugno, martedì 2 giugno; ogni sabato e domenica di luglio; tutti i giorni da sabato 25 luglio a domenica 30 agosto; ogni domenica di settembre e ottobre; domenica 1° novembre al costo di € 5,00 a persona (40 minuti circa)

 

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Museo di Mineralogia e Petrografia

Il museo del Dipartimento di Geoscienze dell’Università degli Studi di Trieste (Palazzina O del Comprensorio di San Giovanni), espone circa millecinquecento campioni di minerali, pietre preziose, geminati, forme cristalline e silicati. Si possono ammirare anche noduli di mantello e megacristalli di alta pressione, nonché alcuni minerali tipici delle Tre Venezie. Oltre alle sale espositive e didattiche ci sono due laboratori per la catalogazione e lo studio di minerali e rocce.

I percorsi didattici sviluppano il tema delle rocce magmatiche sedimentarie e metamorfiche e l’esame dei minerali al microscopio.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Comprensorio di San Giovanni, Palazzina O, Via E. Weiss 6, Trieste

Servizi: visite guidate, laboratori didattici; accessibile ai disabili

Informazioni: www.geoscienze.units.it/sedi-museali/museo-mineralogia

Orario di apertura: su richiesta previo appuntamento

Ingresso: gratuito

Tel.: 040 5582264 (Segreteria presso la Palazzina C)

Fax: 040 5582156

E-mail: princiva@units.it

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Centro_Didattico_Montano_Pianpinedo

Centro Didattico Montano Pianpinedo

Questo parco incontaminato ospita numerose specie di animali selvatici delle Dolomiti come cervi, stambecchi, caprioli e camosci. Attraverso il sentiero botanico si possono osservare numerose specie floristiche alcune delle quali molto rare.

Nel Centro Didattico di Pianpinedo è stato realizzato un percorso artificiale che stimola la percezione sensoriale del mondo naturale: percorrendo un bosco e una grotta virtuali, nei quali i suoni e gli odori sono stati amplificati, è possibile scoprire le tracce e riconoscere i versi degli animali. Le postazioni multimediali consentono di percorrere virtualmente le aree faunistiche e di approfondire le proprie conoscenze.

Numerosi i laboratori didattici, come quello che illustra l’antica arte della distilleria del pino mugo e delle altre piante officinali della montagna pordenonese; e, presso borgo Palin, il laboratorio per la lavorazione del latte e quello sulle fonti energetiche alternative.

Il Centro Didattico Montano Pianpinedo di Cimolais fa parte dell’Ecomuseo Regionale delle Dolomiti Friulane Lis Aganis.

 

Informazioni


Indirizzo: Via Vittorio Emanuele II, Cimolais

Servizi: visite guidate, laboratori didattici, noleggio audioguide

Informazioni: www.pianpinedo.it o presso il Comune di Cimolais – Tel.: 0427 87019; Fax: 0427 87020

Visite: per prenotazione visite e laboratori – Via Venezia 18/A, Maniago; Tel.: 0427 71775; Fax: 0427 71754; www.montagnaleader.org; E-mail: gal@montagnaleader.org

Orari di apertura: da maggio a ottobre la domenica e i festivi 9.00-18.00; in agosto tutti i giorni 9.00-18.00 (chiuso il lunedì); aperto su prenotazione per visite guidate a gruppi o scolaresche

Ingresso: al Parco Faunistico intero € 3,00; ridotto € 2,00 (studenti, bambini fino ai 12 anni, over 65); servizio guida € 2,00 a persona; al Laboratorio degli Antichi Mestieri € 6,00 a persona (minimo 15 persone)

E-mail: info@pianpinedo.it

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Area archeologica Iulium Carnicum

Iulium Camicum, la più settentrionale delle città dell’Italia romana, rivestì sempre un’importanza strategica per la sua posizione, anche prima dei romani, che la posero a guardia della via consolare che collegava l’Impero Romano con il Nord Europa. Nata probabilmente come insediamento militare, fu sempre ricostruita dopo ogni devastazione barbarica.

I resti archeologici oggi visibili sono di età augustea, anche se probabilmente molto è ancora sepolto. Il Foro venne ampliato con una Basilica civile costruita sul lato Sud: di tutto ciò restano la base del portico, coperto da un colonnato a capitelli tuscanici, una parte della platea lastricata con le basi di alcune statue, il podio del tempio e un vano seminterrato della Basilica (il criptoportico) con scalone di accesso al primo piano. Inoltre, in un angolo del Foro, protetto da una copertura, si può ammirare un pavimento a mosaico geometrico di una casa romana del I secolo a. C.

 
 
 
 
 
 

Informazioni


Civico Museo Archeologico Iulium Carnicum

Via Giulio Cesare, 19 – 33020 Zuglio (UD)

Tel.-fax: + 39 0433 92562

e-mail: museo.zuglio@libero.it

Sito: www.comune.zuglio.ud.it

 

Orario di apertura: l’area archeologica del Foro romano viene aperta su prenotazione per gruppi e scolaresche contattando il Civico Museo Archeologico Iulium Carnicum.

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Zona monumentale del Monte San Michele

La sommità del monte, che fu il principale bastione difensivo austro-ungarico sul Carso isontino, ferocemente conteso tra gli eserciti fin dal primo anno di guerra, è stata riconosciuta Zona monumentale. Numerosi sono i reperti che si incontrano percorrendo il cosiddetto sentiero dei cippi che si snoda lungo il crinale, tra cui trincee e ricoveri come la Caverna del Generale Lukachich, lo Schönburg Tunnel e la Galleria Cannoniera della Terza Armata.

Il Museo storico del Monte San Michele, che contiene cimeli bellici e una ricca documentazione foto-cartografica, ripercorre le vicende delle sei battaglie combattute su questa vetta.

Nelle vicinanze sono visitabili, inoltre, la Cannoniera del Monte Brestovec e una grande caverna che fu usata a scopi bellici, l’Antro dei Casali Neri, nei pressi di San Martino. Questo paese, che si trovò sulla linea di fuoco nei primi due anni della guerra, dovette essere abbandonato dagli abitanti, che partirono profughi in Austria, e fu raso al suolo. A memoria di ciò al centro dell’abitato si trovano una lapide riportante i versi della poesia San Martino del Carso di Giuseppe Ungaretti e un museo privato della Grande Guerra.

 

Informazioni


Indirizzo: Salita San Michele 22, Sagrado

Informazioni: Museo del Monte San Michele, via Zona Sacra – tel.: +39 0481 92002 o all’Ufficio di informazione e accoglienza turistica di Fogliano Redipuglia, via III Armata 54 – tel./fax: +39 0481 489139; www.prolocofoglianoredipuglia.it; e-mail: plfogliano@tiscali.it

Orari di apertura: la Zona Monumentale è sempre visitabile; Il Museo è aperto da martedì a sabato 9.00-12.00 e 14.00-17.00; domenica 9.00-12.30

Ingresso: gratuito

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Ex Caravella

La spiaggia denominata ex Caravella si trova nella zona della vecchia cava di Sistiana, sul lato destro della bellissima baia scendendo al porticciolo di Sistiana mare. Vi si accede dal parcheggio a pagamento. La spiaggia di piccoli ciottoli è adatta anche ai bambini: a loro disposizione c’è il Baby Park con i giochi e le piscine gonfiabili, animazione e giochi sulla sabbia, mentre per i ragazzi ci sono il calcio saponato, il beach volley, il beach soccer, tavoli da ping pong e giochi da tavolo. Per tutti gli ospiti il Parco della Caravella mette a disposizione cabine, lettini, sdraio e ombrelloni. Sono disponibili pure un centro diving, un bar/stuzzicheria e l’animazione, pomeridiana e notturna.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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