Palazzo_Comunale_Cervignano

Palazzo municipale di Cervignano

Il Palazzo municipale di Cervignano, che si trova in piazza Unità, fu inaugurato nel 1927, quando il regime fascista ripristinò la figura del podestà. In effetti il progetto dell’architetto goriziano Silvano Baresi ne fa un tipico palazzo del podestà, con tutte le caratteristiche ad esso connesse: la loggia, gli archi, il poggiolo della sala consiliare e la classica torre campanaria, simbolo del palazzo comunale.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Museo_Ciasa_dai_Fornes

Museo Ciasa dai Fornes

La secentesca casa rurale della “Busa” ospita l’esposizione “Il filo dei ricordi” dedicata alla secolare tradizione carnica della filatura e della tessitura.

Fino allo scoppio della Grande Guerra, infatti, ogni inverno i “Cràmars”, originari dei Canali di Gorto e San Pietro e i “Tesseri” o “Tisidous”, provenienti dai canali di Socchieve e del Tagliamento, emigravano in cerca di lavoro verso i territori soggetti alla Serenissima e all’Impero asburgico. Questi artigiani lavoravano in casa le materie prime: la lana, la canapa ed il lino e le tinte gialle, verdi e rosse ricavate dalle piante.

Sono esposti abiti e strumenti di lavoro (fusi, arcolai, telai), coperte con i motivi tradizionali, tessuti colorati, ricami ad ago e uncinetto, nonchè i caratteristici “scarpéts”, la tipica calzatura carnica di velluto su cui le donne ancora oggi ricamano i fiori delle Dolomiti: la stella alpina, l’orchidea o “scarpa della Madonna” e la genziana.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Nazionale, frazione Cella, Forni di Sopra

Orari di apertura: luglio e agosto 17.00-19.00; durante il periodo natalizio tutti i giorni 16.00-18.00; aperture straordinarie su prenotazione presso la sede Turismo FVG di Forni di Sopra – Tel.: 0433 886767

Informazioni: www.fornidisopra.orgwww.comune.fornidisopra.ud.it

Ingresso: gratuito

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Lago_Volaia

Lago di Volaia

Quello di Volaia (Wolayersee) è uno splendido laghetto alpino raccolto nella conca glaciale del versante austriaco dell’omonimo passo, immerso in un paesaggio montano incontaminato di straordinaria bellezza. Il lago Volaia è al centro di una riserva naturale che corre lungo lo spartiacque delle Alpi Carniche, a occidente del passo di Monte Croce Carnico.

Per più di metà dell’anno il lago è ghiacciato e lo spessore del ghiaccio può raggiungere i due metri. Gli emissari sotterranei del lago alimentano due fontane: una in territorio austriaco, l’altra a valle del rifugio Lambertenghi-Romanin.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Dove: Passo del Volaia

Informazioni: www.comune.forni-avoltri.ud.it o presso l’Ufficio turistico di Forni Avoltri, Corso Italia 24 – tel: 0433 72202; e-mail: info.forniavoltri@turismo.fvg.it

Come arrivare: da Forni Avoltri si sale in direzione Collina fino al rifugio Tolazzi, da qui è possibile proseguire solo a piedi seguendo l’itinerario per il rifugio Lambertenghi-Romanin;

Attività: il sentiero Spinotti è attrezzato per l’arrampicata

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Giardino_Parco_Rocca_Bernarda_Premariacco1

Giardino e Parco di Rocca Bernarda

Il complesso di Rocca Bernarda sorge sul colle Azzano, circondato dal parco segnato dall’alternarsi di boschetti e prati: vi trovano spazio bicentenari cedri del Libano, olivi, carpini e tuje che fanno da sfondo a statue settecentesche; il grande cipresso di oltre quattrocento anni a guardia dell’ingresso dell’edificio è stato dichiarato monumento storico.

Nel XV secolo il colle ed i territori circostanti furono donati dal Patriarcato al Comune di Cividale che, a sua volta, li cedette ai Capiferro, nobile famiglia di origine romana. L’ultima Capiferro portò in dote la rocca al marito Giacomo Antonio di Valvason Maniago. Al 1567 risale invece la costruzione delle fabbriche di villa, l’allestimento delle vigne e di spazi per la caccia volute da Giacomo e Bernardo Valvason Maniago. I progetti forse coinvolsero anche Giovanni da Udine e intesero adibire l’edificio ad “ornamento di que nostri colli, et per diletto et per commodo mio et de gli amici”.

L’edificio, perdendo la sua primitiva funzione di fortilizio difensivo, veniva usato dai fratelli Valvason Maniago per ospitare eventi mondani e convegni letterari.

I vini di Rocca Bernarda, quali il picolit e la ribolla, furono donati in più occasioni ai luogotenenti veneti e persino all’imperatore Carlo V.

Estinti i Valvasone, nel 1762 la proprietà passò ai Riccardi, che riformarono le strutture e gli impianti agrari, realizzarono migliorie nella rete viaria e, forse, l’impianto del parco all’inglese, con prevalente inserimento di conifere all’esterno alla rocca.

Successivamente il complesso cambiò più volte proprietà: prima gli Antonini, poi i Belgrado e infine Leonardo Mareschi che nel 1873 abbellì l’interno della dimora e migliorò il verde nelle sue adiacenze.

Nel 1914 il complesso fu acquistato dall’agronomo Giacomo Perusini che mise in atto nuove opere di bonifica e diede avvio al rilancio produttivo ed estetico poi promosso anche dal figlio Gaetano, agronomo ed antropologo. Alla sua morte, avvenuta nel 1977, il complesso fu ereditato dal Sovrano Militare Ordine di Malta.

 

Informazioni


Indirizzo: Via Rocca Bernarda 27, Premariacco (Ipplis)

Superficie totale: 4,50 ha

Impianto planimetrico: all’italiana (giardino) e all’inglese (parco)

Condizione giuridica: proprietà privata

Peculiarità scenografiche e compositive: aiuole, siepi, viali

Specie botaniche di rilievo: bosso, carpino, cipresso, glicine, pino nero, tasso, Thuja plicata

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Ponte_del_Diavolo_Cividale_del_Friuli

Ponte del Diavolo

Attorno all’ardita costruzione che si protende sopra la gola del Natisone sono fiorite numerose leggende. Le due sponde erano unite, almeno fin dal Duecento, da una passerella in legno, che, dopo diverse imprese fallimentari, è stata sostituita dalla struttura in pietra progettata da lacopo Dugaro da Bissone, che ne iniziò la costruzione nel 1442. Alla direzione dei lavori si successero vari capomastri, finché, Bartolomeo delle Cisterne riuscì a ultimarne la costruzione al principio del Cinquecento. Le sue estremità erano difese da torri, poi abbattute verso la seconda metà del secolo scorso.

Il 27 ottobre 1917, durante la disfatta di Caporetto, il ponte fu fatto saltare nel tentativo di rallentare l’avanzata del nemico. La fantasia popolare ha legato l’ardua opera costruttiva alla potenza del soprannaturale, immaginando che il diavolo avrebbe eretto il ponte in una sola notte in cambio dell’anima del primo sfortunato che lo avrebbe attraversato e che sia stata la madre dell’oscuro tentatore a far dono del grande scoglio al centro dell’alveo su cui poggia il pilone centrale. I cividalesi però, compiuta l’opera, beffarono il diavolo, facendo percorrere il nuovo passaggio a un animale.

Alcuni ritengono che da questa tradizione forse prese spunto James Joyce per la fiaba Il gatto e il diavolo. Il luogo ebbe gran suggestione anche su D’Annunzio: «La malinconia mi porta al ponte di Cividale e m’inchina verso le acque del Natisone, simili alla turchesa di color cilesto che pende nel verde ramingo».

Un belvedere è stato realizzato dietro la vicina chiesa di San Martino, da cui la vista spazia fino al Monte Matajur e al Monte Nero.

 

 

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itinerFusine

Il giro dei laghi di Fusine

Dai laghi di Fusine si possono intraprendere diverse escursioni di diversa lunghezza. Oltre al classico giro dei due laghi collegati da comodi sentieri, circa 3 ore, si e’ possibile raggiungere anche il rifugio Zacchi (mt. 1.380), con un percorso ad anello verso il lago superiore.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni

Dislivello in metri: 440
Difficoltà: E
Tempi di percorrenza in ore: 3

INFO: Turismo FVG Tarvisio
Tel. + 39 0428 2135
Email info.tarvisio@turismo.fvg.it

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Dal lago superiore di Fusine, raggiungibile in auto da Tarvisio, imboccate il sentiero Cai nr. 512 fino a raggiungere il rinnovato rifugio Zacchi

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Scendete per strada forestale passando per la capanna Ghezzi

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Museo_civico_Gemona1

Museo civico

Il museo è sito nel complesso di Palazzo Elti nel centro storico di Gemona. Alla fine dell’Ottocento il sacerdote Valentino Baldissera, erudito e amante delle arti collezionò un primo nucleo di reperti archeologici e curiosità. In seguito il bibliotecario Antonio Tessitori e altri appassionati locali si dedicarono al recupero e alla raccolta delle testimonianze storiche del territorio, che andarono ad arricchire la collezione comunale.

L’esposizione accoglie, inoltre, opere rinascimentali e barocche recuperate dalle Chiese di Santa Maria delle Grazie e di San Giovanni, andate distrutte nel sisma del 1976. Il soffitto di quest’ultima è stato ricomposto fotograficamente e sono visibili 7 delle 36 tavole recuperate eseguite nel 1533 da Pomponio Amalteo e Gaspare Negro.

Il percorso espositivo offre opere di Cima da Conegliano e di Pellegrino da San Daniele e, inoltre, dipinti di soggetto sacro eseguiti dai Secante, pittori udinesi del XVI secolo; una Crocifissione, attribuita al veneziano Palma il Giovane e una serie di opere di produzione oltralpina.

Nel 1906 il Comune di Gemona acquisì la collezione di dipinti provenienti dalla Carinzia del pittore Luigi Fantoni (1844-1903) fra cui tele e bozzetti attribuiti ad artisti tedeschi del XVIII secolo (Kremserschmidt, Troger, Spiegler).

Ci sono, inoltre, le opere dei maestri gemonesi dell’Otto e Novecento, quali Giacomo e Antonio Brollo, Raimondo D’Aronco e Giuseppe Barazzutti.

 

Informazioni


Indirizzo: Palazzo Elti, Via Bini 9, Gemona del Friuli

Servizi: visite guidate, audioguida, biblioteca; accessibile ai disabili

Informazioni: www.provincia.udine.it/musei; presso l’Ufficio di Informazione e Accoglienza Turistica – Tel.: 0432 981441; E-mail: ufficioiat@gemonaweb.it; e il Comune di Gemona – Tel.: 0432 973211; www.comune.gemona-del-friuli.ud.it;

Orari di apertura: da giugno a settembre tutti i giorni 10.00-13.00 e 15.00-19.00; da ottobre a maggio 10.00-12.30 e 15.00-18.00; chiuso il lunedì

Ingresso: gratuito

Tel.: 0432 971399

Fax: 0432 971090

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