Mulino_Borgo_Ampiano

Mulino di Borgo Ampiano

L’antichissimo mulino – se ne ha notizia fin dal 1320 – è situato sulla sponda sinistra del Torrente Cosa per sfruttare la corrente della Roggia di Spilimbergo.

Al pianoterra si trovano la fucina, la falegnameria e il movimento della struttura con le macine. Al piano superiore si possono osservare i macchinari per la lavorazione dei cereali e la torretta, in cui erano separate le farine di orzo, granoturco, frumento, castagne e carrube che venivano macinate. Nel 1930 fu introdotto l’uso dei mulini a rullo e venne installata la turbina che forniva energia elettrica alla sega da legnami, al molino da grano e che illuminava l’intero borgo.

Recuperato e ristrutturato, il mulino è utilizzato, insieme all’ampio spazio verde adiacente, per iniziative culturali, teatrali, concerti e laboratori.

Il Mulino di Borgo Ampiano fa parte dell’Ecomuseo Regionale delle Dolomiti Friulane Lis Aganis.

Informazioni


Indirizzo: Borgo Ampiano, Pinzano al Tagliamento

Servizi: visite guidate, fototeca, noleggio audioguide, archivio documentale, accessibile ai disabili

Informazioni: Ecomuseo Lis Aganis – www.ecomuseolisaganis.it; e-mail: info@ecomuseolisaganis.it oppure Comune di Pinzano – www.comune.pinzanoaltagliamento.pn.it; tel.: +39 0432 950005; fax: +39 0432 950129; e-mail: segreteria@com-pinzano-al-tagliamento.regione.fvg.it

Orari di apertura: su richiesta previo appuntamento contattando il Comune di Pinzano al Tagliamento via mail o fax; aperto in occasione di mostre o attività didattiche organizzate

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Loggia_del_Lionello_Udine

Loggia del Lionello

Nel 1448, a seguito della richiesta avanzata dal luogotenente Nicolò Savorgnano, venne iniziata la costruzione del Palazzo pubblico di Udine in cui sarebbe stato riunito il Consiglio della città. L’edifico fu realizzato in stile gotico veneziano su disegno del capodistriano Bartolomeo delle Cisterne e di Nicolò Lionello, architetto e orafo locale. Nel 1456 fu ultimato l’edificio, ma la facciata a fasce di marmo bianche e rosa fu terminata soltanto nel 1548.

Al loggiato ad archi ogivali recante la scritta “Utinum”, cinto da balaustra, si accede da tre scalinate. Il palazzo al piano superiore si apre su una finestra balconata a cinque luci trilobate intramezzate da colonnine bicolori e da due trifore.

Nella Loggia, distrutta da un incendio nel 1876 e ricostruita dall’architetto Andrea Scala, si conservano la Madonna col Bambino e il Castello di Udine, di Bartolomeo Bon, coevi al palazzo; la statua raffigurante la Patria del Friuli di Andrea Flaibani, realizzata durante la ricostruzione; i busti del luogotenente veneto Mocenigo e dei generali friulani Carlo Caneva e Antonio Baldissera, una decorazione monocroma di Enrico Miani e una Madonna col Bambino e tre angeli musicanti, affresco di Giuseppe Ghedina ispirato a quello di Giovanni Antonio da Pordenone del 1516, in parte salvato dall’incendio, ora visibile al Castello. Appeso al soffitto si trova il termometro a spire bimetalliche del Malignani e, in una teca, gli strumenti meteorologici in ferro battuto di Alberto Calligaris.

Nel piano superiore, cui si accede passando per il portale disegnato da Palladio, c’è la sala del Consiglio Comunale con le tele del sanvitese Pomponio Amalteo e dell’udinese Francesco Floreani.

 

Informazioni


Indirizzo: Piazza della Libertà, Udine

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Castello_Caneva

Castello di Caneva

Il castello sorse probabilmente presso una torre d’avvistamento romana e, dopo essere stato concesso nel 1034 dall’imperatore Corrado II al Patriarca di Aquileia, fu luogo di violenti combattimenti tra le truppe patriarcali e quelle dei Signori di Treviso, nonché residenza dell’aristocrazia friulana (Spilimbergo, Savorgnano e di Toppo).

Nel 1385 il maniero fu occupato dalle truppe dei Signori di Padova e nel 1419 dai veneziani. A partire dal 1449 fu retto da un Podestà e resistette alle invasioni turche; a partire dal Seicento il castello ormai diroccato fu definitivamente abbandonato. Ancora arroccati sulla cima ci sono alcuni resti di muraglioni e qualche torre. All’interno della cinta castellana si trova la chiesetta di Santa Lucia costruita alla fine del XVI secolo e il campanile edificato su un’antica torre.

 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Roma 60, Caneva

Informazioni: Associazione Pro Castello – Tel.: 0434 79510; 0434 70305; cell.: 347 8959539; fax: 0434 79519

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Castello_Albana_Prepotto

Castello di Albana

Il castello, posto a difesa della valle dello Judrio, risale al XII secolo, feudo dei d’Albana e successivamente dei Traburgo, nobili carinziani ministeriali del conte di Gorizia e, quindi, dei nobili cividalesi de’ Portis che nel 1483 lo portarono in dote ai visconti di Mels.

Nel 1509 il castello, ereditato dagli Asburgo, fu attaccato dalle truppe della Serenissima. Nello stesso periodo il territorio fu colpito anche da una violenta epidemia di peste e, nel 1511, dal terremoto. Eventi, questi, che furono la probabile causa della sua rovina.

Nel secolo successivo il castello venne ricostruito e adibito a moderna residenza di campagna. Durante la prima guerra mondiale l’edificio fu usato come ospedale militare e restaurato alla fine del confiltto. Requisito nella seconda guerra mondiale divenne un ricovero per gli sfollati. Passato in eredità ai Gabrici di Cividale, dopo un lungo priodo di degrado nel 2000 è stato sottoposto a un radicale restauro.

Il mastio è serrato da quattro torri angolari e un muro di cinta in cui si apre un portale ad arco centinato, su cui campeggiano lo stemma dei Mels e un leone di San Marco. Secondo antichi detti popolari dalla torre di sud-est si accedeva ad un naturale cunicolo sotterraneo – poi franato – che avrebbe condotto fino al torrente Judrio. Il castello poggia su uno zoccolo di roccia calcarea, che è notoriamente soggetta ai fenomeni erosivi caratteristici del Carso.

 

Informazioni


Indirizzo: Prepotto – Udine

Stato di conservazione: in fase di restauro

Visite: solo esterni

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Lignano_Sabbiadoro

Lignano Sabbiadoro

Lignano Sabbiadoro è il nucleo storico della città. L’ampia spiaggia sabbiosa digradante verso il mare, che non è immediatamente profondo, è particolarmente adatta ai bambini. Gli uffici spiaggia noleggiano tutte le attrezzature balneari, e appositi percorsi facilitati li collegano al bagnasciuga per l’accesso dei disabili e dei passeggini. A disposizione degli ospiti naturalmente servizi igienici e docce (a gettone anche di acqua calda).

Molte le attività di animazione che vengono organizzate quotidianamente, sia per i bambini che per gli adulti: di giorno non c’è che l’imbarazzo della scelta fra le proposte del Beach Village Day e le attività sportive della Beach Arena Day, mentre di sera la Beach Arena Night offre spettacoli e concerti.

Dopo la spiaggia a Lignano Sabbiadoro si può passeggiare lungo il viale centrale, dove si trovano bei negozi, bar, ristoranti, gelaterie, boutique, sale giochi e locali notturni.

Tutta la spiaggia di Lignano Sabbiadoro è coperta dalla rete wi-fi.

Gli stabilimenti balneari sono aperti dal 24 aprile al 19 settembre.

 

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Polcenigo

Polcenigo – dal toponimo latino Paucinius – è raccolto intorno ai resti del castello, su un’altura dominante l’intera vallata, in un territorio ricco di sorgenti e corsi d’acqua. Tradizione vuole che sia stato assegnato nell’875 da Carlo il Calvo a un suo luogotenente francese, il conte di Blois. L’antico maniero fu distrutto da un incendio e la residenza nobiliare fu ricostruita tra il 1738 e il 1770 nelle forme di una villa veneta dall’architetto veneziano Matteo Lucchesi con una scalinata monumentale di 365 gradini in pietra che la raccordava al borgo di sotto. Qui è possibile ammirare le dimore storiche, come palazzo Fullini Zaia, che sfoggia un porticato con cinque archi bugnati, teorie di trifore, balaustre modanate e mascheroni, nonché saloni con stucchi e affreschi, raffiguranti scene bucoliche.

Tra gli edifici di culto ricordiamo la chiesa di San Giacomo, situata tra il borgo e il castello e già esistente nel 1262 che conserva una Natività della Vergine del veneto Egidio Dall’Oglio e un organo settecentesco del veneziano Giacinto Pescetti.

Sulla sommità del colle si trova, invece, la pieve dedicata a San Floriano, attestata fino dal 743 e costruita con materiali di risulta di epoca romana, che conserva lacerti di affreschi assimilabili alla scuola di Vitale da Bologna o di Tommaso da Modena. La Chiesa della Santissima, edificata presso le sorgenti del Livenza, ospita un maestoso altare ligneo con una edicola di Domenico da Tolmezzo, un pregevole coro ligneo e numerosi affreschi.

Polcenigo è circondato da uno splendido patrimonio naturale: la Foresta del Cansiglio, le sorgenti del Gorgazzo, torrente che scaturisce da una scenografica cavità carsica prima di immettersi nel Livenza, nonché il Parco rurale di San Floriano.

Tra Polcenigo e Caneva, inoltre, si può ammirare Palù di Livenza, un sito paleolitico che è stato inserito nella lista dei patrimoni archeologici dell’umanità.

La prima domenica di settembre nel borgo si tiene la trecentenaria Sagra dei sést, la tradizionale produzione di cesti e manufatti di vimine, giunco e rafia.

 

Informazioni


Dove: Polcenigo, provincia di Pordenone

 

Informazioni: Comune di Polcenigo-www.comune.polcenigo.pn.it

Pro Loco Polcenigo, Piazza Plebiscito 3 – www.prolocopolcenigo.com – tel.: +39 328 7560465; e-mail: info@prolocopolcenigo.com

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Sentiero-pal

Sentieri sul Pal Piccolo e Pal Grande

Il Pal Piccolo deve la sua importanza ai combattimenti qui avvenuti nella prima guerra mondiale. Oggi sulla cima del monte è allestito un museo all’aperto, dove è possibile visitare i resti delle trincee e dei baraccamenti usati da alpini durante il conflitto.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Traversata carnica
Dislivello in metri: 500
Difficoltà: E
Tempi di percorrenza in ore: 4.30

INFO: Iat Paluzza
Tel. +39 0433 775344
Email info.paluzza@turismo.fvg.it

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1

Partenza dal Passo Monte Croce Carnico (mt. 1.360)

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Imboccate il sentiero Cai nr. 401 mantenendo sulla sinistra la palestra di roccia

3

Proseguite sullo stesso sentiero fino alle trincee di vetta del Pal Piccolo (mt. 1.866)

4

Scendete brevemente lungo il sentiero di salita e imboccate un sentiero militare che, passando attraverso trincee e strutture militari in disuso, riconduce ai piedi della palestra di roccia e quindi al Passo di Monte Croce

VARIANTE

Una volta raggiunta la vetta del Pal Piccolo (mt. 1.866), una serie di sentieri militari in disuso consentono di raggiungere la cima del Friekofel e del Pal Grande dove è in allestimento il museo all’aperto con numerosi recuperi di gallerie

    Museo all’aperto del Pal Piccolo     Museo all’aperto del Freikofel
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