Lago_Volaia

Lago di Volaia

Quello di Volaia (Wolayersee) è uno splendido laghetto alpino raccolto nella conca glaciale del versante austriaco dell’omonimo passo, immerso in un paesaggio montano incontaminato di straordinaria bellezza. Il lago Volaia è al centro di una riserva naturale che corre lungo lo spartiacque delle Alpi Carniche, a occidente del passo di Monte Croce Carnico.

Per più di metà dell’anno il lago è ghiacciato e lo spessore del ghiaccio può raggiungere i due metri. Gli emissari sotterranei del lago alimentano due fontane: una in territorio austriaco, l’altra a valle del rifugio Lambertenghi-Romanin.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Dove: Passo del Volaia

Informazioni: www.comune.forni-avoltri.ud.it o presso l’Ufficio turistico di Forni Avoltri, Corso Italia 24 – tel: 0433 72202; e-mail: info.forniavoltri@turismo.fvg.it

Come arrivare: da Forni Avoltri si sale in direzione Collina fino al rifugio Tolazzi, da qui è possibile proseguire solo a piedi seguendo l’itinerario per il rifugio Lambertenghi-Romanin;

Attività: il sentiero Spinotti è attrezzato per l’arrampicata

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    Sentiero dei Crâmars ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

Palma il Giovane, Dedizione di Udine a Venezia, inv. 91, dia 35566

Galleria d’Arte Antica

La Galleria d’arte antica, che ha sede al piano nobile del castello di Udine dal 1866, raccoglie materiale in larga parte proveniente dalle confische agli enti religiosi e successivamente arricchita con donazioni e acquisti che sono andati a comporre un articolato panorama della pittura friulano-veneta fra il XIV e il XIX secolo.

Nel percorso museale si inserisce anche il Salone del Parlamento, ove, nel Medioevo, si ritrovavano i rappresentanti della Patria del Friuli. Alle pareti, dipinte nella seconda metà del Cinquecento, sono raffigurati episodi di lotta contro i turchi, evocanti la coeva battaglia di Lepanto e scene della storia antica di Roma e di Aquileia.

L’itinerario espositivo propone in apertura la sezione di pittura friulana medievale: alcuni lacerti di affreschi risalenti alla metà del Trecento raffiguranti episodi della guerra di Troia e frammenti di decorazione murale con scene di caccia e di vita contadina provenienti da palazzo Antonini-Perusini.

Il Quattrocento è rappresentato da opere del Bellunello, di Domenico da Tolmezzo e di Vittore Carpaccio.

L’esposizione prosegue con i cinquecenteschi Pellegrino da San Daniele, Giovanni Antonio Pordenone e il suo allievo Pomponio Amalteo.

Nella sezione dedicata al Seicento si ammirano il telero di Palma il Giovane La dedizione di Udine a Venezia e un’Estasi di san Francesco attribuita al Caravaggio. Anche i due maestri friulani Antonio Carneo e Sebastiano Bombelli sono ampiamente rappresentati: del primo vanno ricordati Il giramondo, l’Autunno e l’Inverno, mentre del secondo sono esposti tre splendidi autoritratti. Il dipinto raffigurante la città di Udine verso la metà del Seicento è stato recentemente attribuito a Joseph Heinz il Giovane.

Il Settecento presenta opere di Giambattista Tiepolo e del figlio Giandomenico, come il Consilium in arena. In chiusura la sala dedicata al pittore carnico Nicola Grassi, attivo a Venezia e in Friuli, e quella dedicata all’Accademia in cui insegnò l’udinese Odorico Politi. Per quanto riguarda l’Ottocento, si ricordano la Scena stregonesca e un paesaggio di Giuseppe Bernardino Bison.

Informazioni

Indirizzo: Castello di Udine, via Lionello1, Udine

Servizi: visite guidate, laboratori didattici, bookshop, biblioteca d’arte, archivio fotografico; accessibile ai disabili

Informazioni: www.udinecultura.it – www.provincia.udine.it/musei

Orari di aperutra: dal 1 maggio al 30 settembre, da martedì a domenica 10.30-19.00; dal 1 ottobre al 30 aprile, da martedì a domenica 10.30-17.00

Ingresso: con biglietto unico per i Civici Musei e Castello di Udine € 5,00; ridotto   2,50 €; gruppi scolastici scuola primaria e secondaria inferiore € 1,00; gratuito con FVG Card

Tel.: 0432 271591

Fax: 0432 271982

E-mail: civici.musei@comune.udine.it

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ALTRO IN ZONA
Filtri

Filtri

La spiaggia libera dei Filtri si raggiunge dalla Strada Costiera, imboccando la via Piccard che porta alla Trattoria Bellariva e al Laboratorio di Biologia Marina (OGS). Alla fine della strada, 64 gradini conducono alla spiaggia adiacente all’omonimo porticciolo.

Caratteristica particolare di questa spiaggia di ciottoli sono le sorgenti di acque dolci che sgorgano nel mare, con l’effetto di un idromassaggio assolutamente naturale. Di fronte alla spiaggia, nel mare pulito e trasparente, sono visibili le numerose “pedocere“ (allevamenti di cozze).

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Castello_Fagagna

Castello di Fagagna

Il castello è menzionato nel 983 nelle donazioni dell’imperatore Ottone II al Patriarca Rodoaldo e fino alla dominazione veneta fu amministrato da nobili famiglie con il controllo patriarcale.

Il fortilizio fu spesso coinvolto in lotte feudali: nel 1250 fu assediato da Ezzelino da Romano, nel 1361 fu attaccato dai duchi d’Austria Rodolfo e Federico e nel 1411 fu saccheggiato da Sigismondo d’Ungheria.

Nel Cinquecento il complesso era già in rovina. Sono però ancora visibili alcuni tratti delle mura, le rovine di un torrione, la chiesetta castellana, la torre dell’orologio riadattata a campanile e un piccolo fabbricato con parti medievali adibito a ristorante.

Il borgo era cinto da una seconda cerchia muraria con tre porte fortificate a guisa di torri: la porta di Carnia che immetteva a settentrione nell’abitato di Paludo, quella di Riu rivolta a levante – entrambe dotate di ponte levatoio – e la porta di Sinagoga, l’unica ancora esistente, per la quale si scendeva all’abitato di Sacavan.

 

Informazioni


Indirizzo: Via del Castello, Fagagna

Stato di conservazione: ruderi

Visite: solo esterni

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CULTURA
BORGHI TIPICI CASTELLI EVENTI
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    Parco della Rimembranza

    Il parco è inserito in una zona residenziale edificata tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Il suo impianto simmetrico, delimitato dai filari di pini, converge scenograficamente sul Monumento ai Caduti.

    Il fondo era adibito, tra il 1827 e il 1880, a cimitero comunale con una cappella, (ornata da una pala di Giuseppe Tominz) in cui erano sepolti alcuni arcivescovi goriziani.

    All’inizio del Novecento si iniziò ad adibire l’area a spazio di verde ricreativo e, nel 1925 si avviarono i lavori per creare un parco dedicato alla memoria dei caduti goriziani. Quattro anni dopo fu inaugurato il Monumento ai Caduti progettato dall’architetto Enrico Del Debbio, un tempietto monoptero di dimensioni monumentali ispirato al mausoleo di Teodorico che ricordasse i volontari goriziani che disertarono l’esercito asburgico per arruolarsi in quello italiano; distrutto nel 1944 da un attentato, una sola delle otto colonne rimase indenne e così fu conservata con il cumulo di blocchi lapidei ai suoi piedi.

    Nel parco, ora dedicato alle vittime di tutte le guerre, furono collocati altri monumenti commemorativi, tra cui quelli intitolati ai Lupi di Toscana, ai caduti della Divisione Julia e dei busti dedicati a Vittorio Locchi e agli irredentisti Giovanni Maniaco ed Emilio Cravos.

     

    Informazioni


    Indirizzo: Corso Italia, Gorizia

    Superficie totale: 2,46 ha

    Impianto planimetrico: all’italiana, schema geo-simmetrico con percorsi rettilinei di forma rettangolare

    Condizione giuridica: proprietà pubblica, Comune di Gorizia

    Peculiarità scenografiche e compositive: colonna e resti monumentali di un tempietto monoptero, fontana rettangolare, lapidi commemorative

    Specie botaniche di rilievo: abete di Douglas, bosso delle Baleari, corbezzolo, magnolia soulangeana, magnolia stellata, nespolo, pino domestico, sophora, tiglio

    Orari di apertura: sempre aperto

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    Spilimbergo

    Spilimbergo

    La città prende il nome dai conti carinziani Spengenberg che vi si stabilirono nell’XI secolo. Il borgo conserva l’impianto urbano dell’epoca, con il nucleo trecentesco stretto intorno al castello, le tre cinte murarie, strade porticate, vicoli e piazzette.

    Dalla Torre Orientale si accede, attraverso la prima cerchia, al Borgo di Mezzo e al Borgo Nuovo, tagliati trasversalmente dal Corso Roma che si apre su una scenografia di palazzi, portici e caratteristici vicoli disposti a pettine fino alla Torre Occidentale che segnava la terza cerchia di mura. Lungo questa via si affacciano le dimore signorili, edificate tra Cinque e Settecento, come il Palazzo Monaco dalla splendida facciata affrescata in cui si aprono le trifore gotiche, Palazzo Cisternini, di cui rimangono solo le colonne con fregi e decorazioni, il settecentesco Palazzo Marsoni Asquini e la Casa Dipinta, affrescata nel XVI secolo con scene della vita di Ercole.

    Nei pressi di Piazza Garibaldi si trovano la Chiesa di San Giuseppe e Pantaleone, al cui interno è conservato il prezioso coro ligneo, e la Chiesa di San Giovanni. In piazza Duomo – dove tenevano banco i mercanti che arrivavano dalle città vicine risalendo il guado del Tagliamento – ci sono il duecentesco Palazzo del Daziaro e la Loggia della Macia, nonché il Duomo romanico di Santa Maria Maggiore risalente al XIII secolo.

    Dalla piazza, attraverso un ponte sull’antico fossato, si entra nel Castello, costruito a ridosso del Tagliamento. Esistente fin dal XII secolo, fu distrutto da un incendio nel 1511 e ricostruito secondo l’antica struttura medioevale. Al suo interno si trovano il Palazzo Dipinto e il Palazzo Tadea. A nord del castello c’è il Palazzo di Sopra, attuale sede del Municipio, dal cui cortile si gode della vista sulla valle del Tagliamento.

    Premiata come “Gioiello d’Italia”, Spilimbergo è anche conosciuta come “città del mosaico”, grazie alla Scuola Mosaicisti del Friuli, realtà di fama internazionale nel campo dell’arte musiva.

    Ogni anno, in luglio, si svolgono le tre giornate di Folkest, il più grande festival folk del Sud Europa.

     

    Informazioni


    Dove: Spilimbergo sorge sulla riva destra del Tagliamento alla confluenza del torrente Cosa, in provincia di Pordenone

     

    Informazioni:

    Comune di Spilimbergo, Piazzetta Tiepolo 1 – www.comune.spilimbergo.pn.it – Tel.: +39 0427 591111; Fax: +39 0427 591112; E-mail: protocollo@comune.spilimbergo.pn.it

    Pro Spilimbergo, Palazzo La Loggia, Piazza Duomo 1 – www.prospilimbergo.org – Tel.: +39 0427 2274; E-mail: info@prospilimbergo.org

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    Palazzo della Borsa Vecchia

    L’edificio fu costruito tra il 1802 e il 1806 su progetto dell’arch. Antonio Mollari. Fu edificato per ospitare la Borsa, che nel 1844 fu trasferita al palazzo del Tergesteo; ora è sede della Camera di Commercio.

    Il palazzo è uno degli esempi più importanti del neoclassico a Trieste: richiama un tempio greco in stile dorico, con quattro colonne alte 8 metri, un ampio portico coronato dal classico timpano con uno splendido orologio.

    La facciata è decorata da imponenti statue allegoriche, opera di tre artisti appartenenti all’Accademia di Belle Arti di Venezia: Domenico Banti, Bartolomeo Ferrari e Antonio Bosa, allievo del Canova molto attivo a Trieste.

    Al pianterreno sono collocate Europa e Africa (di Ferrari), Asia (di Banti) e America (di Bosa); al piano nobile Vulcano (Banti) e Mercurio (Ferrari); sulla balaustra, Danubio, il Genio di Trieste, Minerva, Nettuno (Bosa). Del Bosa sono pure le due figure alate sul timpano, Fama e Fortuna, del 1820, e i pregevoli altorilievi rappresentanti le allegorie del Commercio, della Navigazione, dell’Industria e dell’Abbondanza.

    Sul pavimento del pianterreno, nella bella loggia con colonne doriche binate, si trova una splendida meridiana, creata nel 1820 dal friulano Antonio Sebastianutti, lunga 12 metri. Ora purtroppo l’assestamento dell’edificio ne ha alterato la precisione, ma all’epoca attraverso un foro il sole illuminava per dieci minuti il Mezzogiorno locale, ora di chiusura delle contrattazioni di Borsa.

    Al primo piano del palazzo si aprono delle sale arredate in stile neoclassico, la più notevole delle quali è la Sala Maggiore, il cui soffitto a cupola è decorato da un magnifico affresco di Giuseppe Bernardino Bison che rappresenta la proclamazione del Porto Franco di Trieste da parte dell’imperatore Carlo VI, nel 1719.
     

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