Galleria_Regionale_arte_contemporanea_Luigi_Spazzapan

Galleria Regionale d’arte contemporanea Luigi Spazzapan

La galleria intitolata al pittore gradiscano, costituita nel 1977, espone la collezione permanente delle opere di Luigi Spazzapan (Gradisca d’Isonzo 1889 – Torino 1958) donate dal collezionista torinese Eugenio Giletti alla Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia. È una raccolta di 87 opere tra chine, tempere ed oli che ricoprono l’intera produzione dell’artista, mentre l’archivio conserva fotografie, manoscritti, lettere, cataloghi e una ricchissima rassegna stampa su Luigi Spazzapan.

Nella galleria vengono inoltre allestite mostre temporanee di artisti regionali e dei territori limitrofi transfrontalieri: dalle mostre antologiche dedicate a Luigi Spazzapan alla mostra su Espressionismo e Nuova Oggettività in Slovenia, a quella dei disegni di Pier Paolo Pasolini a Translimina, che ha riunito artisti della regione, dell’Austria e della Slovenia, nonchè rassegne dedicate alle arti visive e alle attuali tendenze artistiche del Friuli Venezia Giulia.

La Galleria è gestita dalla Provincia di Gorizia, dal Comune di Gradisca d’Isonzo e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni

Indirizzo: Via Battisti, Gradisca d’Isonzo

Servizi:bookshop, laboratori didattici, fototeca, archivio documentale, visita guidata ogni domenica alle 16.00

Informazioni: www.galleriaspazzapan.it

Orari di apertura: martedì, sabato e domenica 10.00-19.00; mercoledì, giovedì e venerdì 15.00-19.00; chiuso il lunedì, 1 gennaio, 1 maggio, Pasqua, 25 e 31 dicembre

Tel./Fax: 0481 960816

E-mail: galleriaspazzapan@libero.it

Ingresso: intero € 3,00; ridotto € 2,00

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI GORIZIA

Forte_Hensel_Malborghetto

Forte Hensel

Posto su un picco roccioso a controllo della via che conduceva a Tarvisio, fu una delle piazzeforti più importanti del sistema difensivo austro-ungarico. Nel 1808, durante le guerre napoleoniche, per impedire l’accesso in Carinzia attraverso le Valli del Fella e dell’Isonzo, l’arciduca Giovanni fece costruire delle fortificazioni militari: a presidio della Valcanale, presso Malborghetto, venne costruito il cosiddetto forte Hensel (è coeava la fortificazione realizzata presso il Passo del Predil tra le località di Cave e Bretto di Sopra).

Nel 1809 l’opera ancora incompiuta venne assaltata dalle truppe francesi e il capitano Friedrich Hensel vi morì con le sue truppe. Inutili furono i tentativi di riconquista fatti dall’esercito austriaco; i francesi lasciarono il forte solo nel 1811 e, persa ogni importanza strategica durante la prima guerra mondiale, venne abbandonato dagli austriaci e lasciato in declino. Nel 1847, per volere dell’imperatore Ferdinando I, fu eretto un monumento a memoria del Capitano Hensel.

Oggi, tra la fitta vegetazione, sono ancora visibili i resti. Sulla parete rocciosa del promontorio c’è il monumento del “Leone di Hensel” in ricordo del capitano austriaco morto in battaglia contro l’esercito napoleonico. Dall’altro lato della statale un sentiero che costeggia il fiume Fella permette di superare la galleria che attraversa il promontorio dello Tschalawài. Il primo edificio che si incontra lungo la salita porta la targa con il nome del forte, visibile l’imbocco a un tunnel dotato di feritoie, ma l’accesso all’opera è vietato per il pericolo di crolli. Di fronte si trova un secondo tunnel e il tracciato che sale verso l’edificio più in alto. Infine, in cima al promontorio si trovano le piazzole dei cannoni da dove si gode della vista che si apre sulla Val Canale.

 

Informazioni


Indirizzo: Località Ugovizza, Malborghetto-Valbruna

Come arrivare: superato l’abitato di Malborghetto (strada statale SS13), lasciare l’automobile nell’area di sosta poco prima della galleria “Forte”; il percorso escursionistico prosegue su una carrareccia non segnalata (90 minuti circa)

Informazioni: Comune di Malborghetto Valbruna, Piazza Palazzo Venezian 1 – Tel.: 0428 60023

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

Giardino_Parco_Villa_de_Claricini_Dornpacher_Moimacco1

Giardino del Parco di Villa de Claricini Dornpacher

Il complesso si trova ai margini dell’aggregato rurale di Bottenicco. Il nucleo più antico risale al secolo XVII ad opera della famiglia de Claricini. Alla medesima fase costruttiva potrebbe risalire anche l’impianto formale del giardino ripartito in quadranti con vialetti perpendicolari. Anche le dimensioni delle alberature del parco sembrerebbero attestare una sua origine tardo-settecentesca.

La realizzazione della corte d’onore con pozzo centrale dovrebbe, invece, risalire alla seconda metà dell’Ottocento o all’inizio del Novecento.

Tra il 1908 ed il 1909, durante i lavori di restauro della villa, il giardino fu ridefinito all’italiana con fontane e statue, scandito ai margini da vasi di limoni; e si realizzò, inoltre, la serra. Una balaustra separa il giardino dal parco formato formato da gruppi di essenze secolari come faggi, abeti, cedri e lecci. Gli elementi scultorei decorativi, prevalentemente in pietra artificiale, confermano la datazione. Ai rifacimenti in chiave eclettico-storicista non dovette essere estranea la cultura filologico-umanistica di Nicolò de Claricini Dornpacher, dantista ed erudito.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Boiani 4, Moimacco (Bottenicco)

Superficie totale: 0,90 ha

Impianto planimetrico: all’italiana (giardino, corte d’onore) e all’inglese (parco)

Condizione giuridica proprietà: privata, Fondazione de Claricini Dornpacher

Peculiarità scenografiche e compositive: fontana, serra, vasche circolari con grotaille, vialetti

Specie botaniche di rilievo: abete caucasico, bosso, faggio, leccio, tasso

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

Museo_Grande_Guerra_Ragogna

Museo della Grande Guerra

Il Museo è ospitato nella sede del Centro culturale del Gruppo Storico Friuli Collinare, impegnato nella divulgazione e valorizzazione degli eventi del primo conflitto mondiale nel territorio, nonchè nel lavoro di catalogazione e tutela dei graffiti, delle fortificazioni e dei campi di battaglia della Grande Guerra.

Il percorso museale si avvale di fonti archivistiche, fotografiche e memorialistiche, per ricostruire le vicende belliche nel settore del Medio Tagliamento, a partire dal sistema di fortificazioni dell’anteguerra nella regione –i Forti del Friuli e la Testa di ponte di Ragogna – e le battaglie più significative: la ritirata di Caporetto, la battaglia del Tagliamento, la battaglia del Monte di Ragogna e lo Sfondamento di Cornino. Sono accuratamente ricostruite le fasi cruciali dei combattimenti di San Daniele-Ragogna e Cornino-Forgaria e la situazione dell’ex fronte tra il Monte Peralba e il Mar Adriatico. Inoltre, sono proposti materiali inediti, una selezione fotografica di graffiti di guerra rilevati sul territorio regionale, carinziano e sloveno; riproduzioni di telegrammi e carteggi, sia italiani che austroungarici, una raccolta di fonogrammi, tra cui l’ordine di resistenza a oltranza ricevuti dal Comando della Brigata Bologna alla fine dell’ottobre 1917; nonchè una collezione d’oggettistica d’epoca, raccolta sugli ex campi di battaglia o donata dai discendenti dei militari combattenti.

L’ultima sezione, è dedicata ai temi del Risorgimento, delle guerre coloniali, della seconda guerra mondiale e della Guerra Civile del 1943-1945.

Il museo ospita, inoltre, mostre temporanee, eventi e convegni a tema curati dal Gruppo Storico Friuli Collinare.

Il territorio circostante è ricco di testimonianze della guerra, visibili lungo i sentieri segnalati e integrati da pannelli illustrativi. Cinque sono i sentieri storici, per un totale di una ventina di chilometri, che consentono di accedere agevolmente a fortificazioni, monumenti, ossari, trincee e ai campi di battaglia sul monte di Ragogna, sulle rive del Tagliamento, presso la stretta e i colli di Pinzano al Tagliamento, sul colle di San Daniele del Friuli, lungo le vie dell’invasione tra il ponte di Cornino, l’isolotto del Clapàt e le alture di Forgaria.

 

Informazioni


Indirizzo: Via Roma 23, Ragogna

Servizi: visite guidate, bookshop, biblioteca, fototeca; accessibile ai disabili

Informazioni: www.grandeguerra-ragogna.it

Orari di apertura: martedì, giovedì e sabato 15.30-18:00; aperture straordinarie domenicali e nelle festività nazionali; visite guidate per gruppi e scolaresche su prenotazione anche in altri giorni e orari

Ingresso: gratuito

Visite: per gruppi e scolaresche visite guidate al Museo della Grande Guerra, ai sentieri del Museo all’aperto nel Friuli Collinare e ai Luoghi della Grande Guerra lungo l’ex fronte giulio-carnico

Tel: 0432 954078 – 348 0134637

E-mail: info@grandeguerra-ragogna.it – marco_pascoli@alice.it

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

Parco_Faunistico_Pianpinedo

Parco faunistico della Vacellina Pianpinedo

In località Piana di Pinedo, tra i comuni di Cimolais e Claut, il parco è incastonato fra le più belle cime dolomitiche del Friuli Occidentale. La fauna selvatica e la peculiarità della flora sono le eccellenze naturalistiche di questo gioiello di biodiversità.

Realizzato nel rispetto e nella tutela di ogni specie animale e del loro ambiente naturale, salvaguardando uno stile di vita il più possibile simile alla condizione selvatica, il Parco offre la possibilità di entrare in contatto diretto con la natura. Passeggiando nei boschi sarà possibile osservare qualche cervo, dei caprioli, una colonia di stambecchi o qualche solitario camoscio, scorgere le marmotte o la volpe e incrociare uno scoiattolo. Percorrendo il sentiero botanico è, inoltre, possibile osservare numerose specie rare nella quiete rotta solo dal cinguettio dei numerosi uccelli che sorvolano questa vallata.

Al Centro visite è attivo un percorso che guida alla sperimentazione dell’ambiente montano e una Fattoria didattica.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Ubicazione: Pianpinedo, Cimolais

Estensione: 35 ettari

Informazioni: www.pianpinedo.it – www.comune.cimolais.pn.it – Comune di Cimolais, via Vittorio Emanuele II 27 – tel.: 0427 87019; fax: 0427 87020; e-mail: anagrafe@com-cimolais.regione.fvg.it

Servizi: centro visite

Attività: percorsi didattici per scoprire la natura attraverso i sensi, laboratori di antichi mestieri nella fattoria didattica

Visite: per prenotazione visite e laboratori – via Venezia 18/A, Maniago; tel.: 0427 71775; fax: 0427 71754; www.montagnaleader.org; e-mail: gal@montagnaleader.org

Orari di apertura: da maggio a ottobre la domenica e i festivi 9.00-18.00; in agosto tutti i giorni 9.00-18.00 (chiuso il lunedì); aperto su prenotazione per visite guidate a gruppi o scolaresche

Ingresso: al Parco faunistico intero € 3,00; ridotto € 2,00 (studenti, bambini fino ai 12 anni, over 65); servizio guida € 2,00 a persona

E-mail: info@pianpinedo.it

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI PORDENONE

Laguna_Grado

Laguna di Grado

La laguna di Grado è un luogo senza tempo, un ecosistema unico al mondo, un intrico di canali e valli fra le mote, come i gradesi chiamano le piccole isole lagunari, ricoperte di canne e di cespugli, regno dell’acqua, del vento e del silenzio.

Si estende per oltre 12 mila ettari fra Fossalon di Grado e la foce dei fiumi Ausa e Corno, dove sorge l’isola di Anfora, al confine con la laguna di Marano. L’idrovia Litoranea Veneta, una via d’acqua che collega Venezia con la foce dell’Isonzo e Trieste, l’attraversa in senso longitudinale.

Grado è un’isola collegata alla terraferma da una strada che viene presa come riferimento per dividere la laguna in due settori, l’orientale, chiamato palù de sora, e l’occidentale, palù de soto. La parte più ampia è la laguna occidentale, che è anche la più ricca di isole, fra cui la piccola isola di San Pietro d’Orio, che era sede di un monastero, Ravaiarina, dove si trovano valli da pesca e strutture ricettive, e l’isola di Gorgo, dove sorgeva una chiesa e, durante la prima guerra mondiale, una base area italiana. In direzione della laguna di Marano troviamo l’isola di Anfora, che nel 1866 divenne il confine tra Regno d’Italia e Impero Austro-Ungarico, che vi costruì una caserma. Oggi vi sorge il piccolo abitato di Porto Buso.

La laguna orientale, palù de sora, si è ridotta di superficie in conseguenza dei lavori di bonifica realizzati a partire dal 1928 nella zona di Fossalon. L’isola più importante è Barbana, dove sorge da circa 1500 anni un santuario mariano condotto da una comunità di frati francescani. Ogni anno nella prima domenica di luglio si svolge il Perdòn di Barbana, una suggestiva processione di barche imbandierate e infiorate che partono in pellegrinaggio da Grado e attraversano la laguna fino a Barbana.

Il simbolo della laguna di Grado sono i casoni, le antiche case dei pescatori, capanne fatte di canne, paglia e vimini. Sono a pianta rettangolare, composti da un’unica stanza con il focolare, la porta rivolta a occidente per riparare dal freddo vento dell’est, il tetto di canne a forma di piramide che spunta fra gli isolotti lagunari. Vengono ancora utilizzati dai pescatori gradesi come base d’appoggio per la pesca, pochissimi ci vivono ancora, magari solo nella bella stagione, quando talvolta vengono trasformati in trattorie.

La batèla è la barca tipica della laguna: lunga fra i 5 e i 10 metri, a fondo piatto, è condotta da un rematore in piedi a poppa e può essere dotata di un albero.

In laguna sono presenti numerose valli da pesca dove si pratica l’itticoltura.

Dal punto di vista naturalistico, la laguna è ricca di essenze arboree, e in particolare di tamerici, olmi, pioppi, ginepri e pini. I banchi sabbiosi che emergono nelle lagune di Grado e Marano, chiamati barene, hanno la maggior varietà di specie vegetali lagunari. La pianta più diffusa è la graminacea sparto delle barene, che con le sue radici difende le barene dall’erosione marina. La pianta simbolo della laguna è il limonio dai fiori violetti, chiamato in dialetto fiuri de tapo. Con il giunco una volta si fabbricavano cordami per l’armatura delle reti da pesca.

La fauna è rappresentata da una grande varietà di volatili. Una delle aree indubbiamente più importanti sotto il profilo biologico è il Banco d’Orio, che delimita il confine meridionale della laguna, dove sono visibili molte migliaia di uccelli, più frequenti nei mesi di migrazione. I più numerosi in assoluto sono i piovanelli pancianera, assieme ai gabbiani, alle sterne, ai cormorani, agli aironi, ma si possono osservare anche specie rare come i fenicotteri. Per proteggere questo ambiente così incantevole ma delicato, habitat ideale per decine di specie di uccelli acquatici che vi nidificano o che vi fanno tappa nel periodo delle migrazioni, sono state create due grandi riserve naturali, la Riserva naturale della Foce dell’Isonzo e la Riserva Naturale Valle Cavanata.

 

 

Informazioni


Info Point Grado – TurismoFVG

Viale Dante, 72

34073 Grado (GO)

Tel.: +39 0431 877111

Fax: +39 0431 83509

info.grado@turismo.fvg.it

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI GORIZIA

Parco_Villa_Sartorio_Trieste

Parco Villa Sartorio

Il parco è situato nell’area suburbana del colle di Montebello che, a partire dalla seconda metà del XVIII secolo, era una delle aree più ricercate dalla emergente borghesia cittadina per le sue residenze di campagna.

Pietro Sartorio, commerciante di origine ligure, nel 1775, acquistò il podere Montebello e promosse interventi volti a farne assumere l’aspetto di un giardino veneto con un portale, una scala monumentale, statue e un padiglione per la musica.

Il figlio Giovanni Guglielmo Sartorio durante la prima metà dell’Ottocento ampliò l’estensione del giardino secondo il gusto romantico all’inglese inserendo molte specie provenienti dall’estero. La villa e il giardino ospitarono numerose feste e incontri mondani, frequentati dalle personalità politiche e culturali più in vista del tempo.

Nella seconda metà del secolo la proprietà fu ereditata da Pietro Sartorio che la cedette al Comune di Trieste all’inizio del Novecento.

Gli arredi scultorei del complesso furono collocati nella villa di città, oggi Civico Museo Sartorio ad eccezione dell’apparato legato al padiglione e alla gradinata.

Tra il 1924 e il 1935 la villa fu ampliata su progetto dell’architetto Lodovico Braidotti e convertita a dispensario antitubercolare per bambini.

Nella seconda metà del Novecento il parco, recintato su tutti i lati, è stato diviso in due aree: il pendio nord, con il padiglione, è rimasto legato alla struttura sanitaria, mentre il pendio sud – coperto da una macchia di sempreverdi – è stato invece utilizzato dalla municipalità come vivaio.

Recentemente ristrutturata, una parte del parco è stata riaperta al pubblico e dotata di zone di sosta e di un’area giochi.

La naturalistica alternanza tra spazi prativi e alberati, e i percorsi curvilinei creano dei piacevoli scorci prospettici sulle ben quaranta specie arboree di pregio che vi prosperano, tra cui querce e pini d’Aleppo. La serra storica può essere visitata su richiesta al personale.

 

Informazioni


Indirizzo: Strada di Fiume 225, Trieste

Superficie totale: 4,50 ha

Impianto planimetrico: all’inglese

Condizione giuridica: proprietà pubblica, Comune di Trieste

Peculiarità scenografiche e compositive: busto scultoreo di Pietro Sartorio, padiglione con gradinata, pozzo, serre, stagno naturale, statue

Specie botaniche di rilievo: bagolaro, borsolo, pino d’Aleppo, pino marittimo, pino nero, pioppo bianco, platano, quercia

×

 

ALTRO IN ZONA