Parco_Ungaretti_Sagrado

Parco Ungaretti

Sorge nei luoghi che furono teatro delle prime battaglie sull’Isonzo ed è dedicato al poeta Giuseppe Ungaretti che, nelle trincee del Carso di Sagrado, scrisse Il porto sepolto. Alla fine dell’agosto 1916 il poeta, temendo di morire in guerra, consegnò al giovane tenente Ettore Serra il suo «tascapane spirituale», una raccolta di poesie scritte al fronte tra il San Michele e San Martino del Carso o nei brevi momenti di riposo nei vicini paesi di Versa e Mariano, su foglietti, cartoline, margini di vecchi giornali e lettere. Ettore Serra, anch’egli poeta, colpito dalla forza di quei versi scritti «come su foglie di Sibilla», decise di pubblicarli a proprie spese: la prima raccolta di Ungaretti, Il porto sepolto, uscì in 80 copie nel dicembre del 1916.

Il territorio che circonda la storica Villa di Castelnuovo e la tenuta di Castelvecchio recano ancora vivi i segni di quegli eventi e, all’interno della villa, che fu sede del comando militare italiano, sono stati rinvenuti i graffiti tracciati dai soldati al fronte.

Lungo il percorso si incontrano i primi celebri versi del poeta, scritti nel corso di un anno su lembi di fogli accartocciati e ora incisi nella pietra del Carso, attraverso i luoghi che furono devastati dal conflitto e ora restituiti a un contesto paesaggistico di rara bellezza. Il sentiero si snoda lungo il giardino della villa tra gli ulivi fino alle rovine del presidio militare ricordato dal poeta.

All’entrata del parco accoglie il visitatore la statua in bronzo a grandezza naturale del giovane poeta-soldato, opera dello scultore Paolo Annibali. Il tracciato prosegue fino alla Torre, situata a ridosso dell’antico muro di contenimento del giardino, a margine del campo militare, in posizione dominante sulla valle dell’Isonzo.

La struttura portante in tronchi di legno grezzo alta 10 metri sorregge una struttura cubica in acciaio con due lati in vetro su cui sono state incise le poesie di Ungaretti. Quindi, arrivati al Recinto Sacro, si può proseguire la lettura dei versi sulle lapidi di pietra poste su una piccola collina che racchiudono una stele incisa di acciaio arrugginito. Infine, il Sacrario, una sorta di labirinto di pali in legno grezzo, al centro del quale si trova una lastra di ottone con il ritratto del poeta realizzato da Franco Dugo e altre poesie tratte dalla Vita di un uomo di Giuseppe Ungaretti.

 

Informazioni


Indirizzo: Azienda agricola Castelvecchio, via Venezian, Sagrado

 

Informazioni: Associazione Amici di Castelnuovo, via Castelnuovo 2, Sagrado – Tel.: +39 0481 99742; www.amicidicastelnuovo.it; E-mail: info@amicidicastelnuovo.it

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Museo_Civico_Arte_Pordenone

Museo Civico d’Arte

Nel medievale palazzo Ricchieri – donato alla città nel 1949 da Lucio Ernesto Ricchieri – sono conservate le raccolte d’arte e la pinacoteca costituitasi con il lascito del pittore di origine pordenonese Michelangelo Grigoletti.

Lo scalone monumentale della fine del Seicento è sovrastato da un soffitto ligneo a cassettoni con decorazioni e cartigli policromi con effetti illusionistici. A parete

è collocata la galleria dei ritratti dei membri illustri del casato dei Ricchieri.

Il palazzo conserva lacerti di affreschi tardogotici raffiguranti scene tratte dalle Storie di Tristano ed Isotta e dal ciclo cavalleresco carolingio.

Di particolare rilievo la sezione di scultura lignea, comprendente opere del Triveneto che vanno dal XII al XVII secolo. Altre peculiarità del museo sono rappresentate dalla raccolta di 200 cantinelle dipinte, tavolette ornamentali da soffitto degli inizi del XV secolo e dal Tesoro del Duomo, una cospicua serie di reliquiari, capolavori d’oreficeria gotica e rinascimentale.

Immancabile protagonista della pittura del Cinquecento è Giovanni Antonio de Sacchis detto il Pordenone, documentato con opere su tela, tavola e ad affresco, tra cui la pala di San Gottardo tra i santi Rocco e Sebastiano, del 1525, proveniente dalla chiesa dell’ex Convento dei Cappuccini.

Gianfrancesco da Tolmezzo(1450 circa-1510), maestro del Pordenone, èrappresentato dalla Pala di santa Giuliana.

L’Annunciazione di Gerolamo Savoldo (1480 circa-1548) invece fu ritrovata fortunosamente nella parrocchiale di Ghirano di Prata a seguito delle soppressioni napoleoniche degli ordini religiosi.

 

Informazioni


Indirizzo: Palazzo Ricchieri, Corso Vittorio Emanuele II 51, Pordenone

Servizi: visite guidate, bookshop, laboratori didattici, fototeca; accessibile ai disabili

Informazioni: www.comune.pordenone.it/museoarte

Orari di apertura: da martedì a sabato 15.30-19.30; domenica 10.00- 13.00 e 15.30-19.30; chiuso il lunedì

Ingresso: intero € 3,00; ridotto € 1,00; il costo del biglietto varia in caso di mostre temporanee

Tel.: 0434 392935

Fax: 0434.522507

E-mail: museo.arte@comune.pordenone.it

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ALTRO IN ZONA
Sutrio

Sutrio

Sutrio sorge nella valle del Bût a pochi chilometri dall’Austria. Oltre al capoluogo, il comune conta le frazioni di Nojaris, Priola e la località Zoncolan. Questo suggestivo paese di montagna, adagiato in una splendida vallata delle dolomiti carniche, è un antico borgo di alta tradizione di artigianato del legno.

Sul colle di Ognissanti si trova l’omonima Pieve, edificata all’inizio dell’Ottocento dall’architetto Francesco Schiavi di Tolmezzo. Tra le strette vie lastricate del borgo si ammirano le antiche case del tipo carnico con loggiati, portoni e balconate in pietra e legno. Le case dei Cramârs, i venditori ambulanti che valicavano le Alpi esportando e importando spezie e mercanzie, si distinguono grazie all’incisione della Croce di Mercurio sui portali.

Ovunque sono visibili le statue di legno dei maestri falegnami, i “marangones”, esperti nell’intaglio e nella scultura del legno, che si possono veder lavorare nelle botteghe, mentre realizzano mobili intagliati con i decori tradizionali, oggetti in legno per la casa, statue e bassorilievi.

La prima domenica di settembre la manifestazione “Magia del legno” è dedicata all’artigianato locale. Durante il periodo natalizio si svolge la rassegna “Borghi e Presepi”, dove sono visibili numerosi presepi allestiti nei cortili e sotto i loggiati delle più antiche case del paese come il Presepe di Teno, frutto di un lavoro trentennale.

Nei pressi di Sutrio sono da ricordare il comprensorio sciistico dello Zoncolan e le terme di Arta.

 

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Museo_Archeologico_Nazionale_Cividale

Museo archeologico nazionale

Il Museo, fondato nel 1817, è ospitato nel cinquecentesco Palazzo dei Provveditori Veneti. La collezione spazia dalle origini della città fino al periodo della dominazione veneziana. Il nucleo originario della raccolta si deve alle ricerche antiquarie di Michele della Torre nei primi decenni del XIX secolo.

Nei locali del piano interrato si conserva una vasta area archeologica, mentre al pian terreno è ospitato il lapidario, dove sono esposti i raffinati mosaici provenienti dalle domus cividalesi e le epigrafi della Forun Iulii romana, nonchè una serie di bronzetti e un thesauros attribuibili al culto di Ercole che veniva venerato in un santuario posto su di un altura a sud della città.

La seconda sezione, esposta nel cortile, raccoglie le decorazioni architettoniche e sculture delle chiese e dei palazzi medievali attraverso l’età longobarda, carolingia e patriarcale. Al basso medioevo, epoca in cui Cividale (Civitas Austriae) fu residenza stabile del Patriarca (fino al 1238 ), risalgono una serie di pàtere e formelle zoomorfe usate nella decorazione dei palazzi, insieme a pilastrini “a colonnine”, mensolette ad arco, cornici e fregi policromi. I rilievi “veneto-bizantini” (XI-inizio del XIV secolo d.C.) sono probabilmente appartenuti alla decorazione del Palazzo Patriarcale e di altre costruzioni del complesso episcopale. Di seguito è esposta la raccolta di Pietro Cernazai (1804-1858), raffinato collezionista attivo nella Udine della prima metà del XIX secolo. Si tratta di materiali provenienti da Roma e dalla Dalmazia (Issa, Salona e Iader).

Le sale del piano superiore sono dedicate alla cultura longobarda, attraverso i manufatti provenienti dalle necropoli cividalesi (Cella-San Giovanni, Gallo, Santo Stefano in Pertica) e friulane (Romans d’Isonzo, San Salvatore di Maiano): armi, fibbie, gioielli, monete e amuleti lasciati in dono ai defunti. L’esposizione è preceduta da pannelli che illustrano il percorso dalla Scandinavia all’Italia del popolo nordico dopo la fine dell’Impero romano di occidente. I reperti illustrano l’artigianato artistico del Ducato longobardo del Friuli per quasi due secoli: dall’arrivo nel 568 d. C. fino all’età carolingia. Esposto anche il sontuoso corredo sepolcrale del duca Gisulfo (metà del VII secolo) il cui sarcofago fu rinvenuto nel 1874 in piazza Paolo Diacono.

Il museo ospita la rara collezione privata di monete auree longobarde acquistata sul mercato antiquario dalla Cassa di Risparmio delle Provincie di Udine e Pordenone. Nelle ultime sale sono esposti manufatti di età carolingia (Pace del Duca Orso, due reliquiari argentei del tesoro del Duomo e la croce astile di Invillino) e alcuni elementi dell’apparato decorativo bronzeo appartenuti al foro di Iulium Carnicum (Zuglio in Carnia) che costituiscono un unicum del patrimonio artistico dell’Italia romana.

 

Informazioni


Indirizzo: Piazza Duomo 13, Cividale del Friuli

Servizi: laboratori didattici, fototeca, archivio documentale; bar; accessibile ai disabili

Orari di apertura: lunedì 9.00-14.00; da martedì a domenica e festivi 8.30-19.30; chiuso 1° gennaio, 1° maggio, 25 dicembre

Ingresso: intero € 4,00; ridotto € 2,00 (per cittadini della comunità europea tra i 18 e i 25 anni e insegnanti statali di ruolo); gratuito per i disabili accompagnati, studenti della comunità europea con insegnante, cittadini fino ai 18 e oltre i 65 anni; biglietto cumulativo Monastero di Santa Maria in Valle e Tempietto Longobardo, Museo Cristiano e Museo Archeologico € 9,00

Tel.: 0432 700700

Fax: 0432 700751

E-mail: museoarcheocividale@arti.beniculturali.it

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Castello_Gramogliano_Corno_Rosazzo

Castello di Gramogliano

Il castello, risalente al XIII secolo, appartenne ai signori di Gramogliano e quindi agli Herbenstein. Distrutto nel 1353 dal Patriarca, venne ricostruito dai conti di Gorizia nel 1424 e dopo essere stato occupato dalla Repubblica veneziana venne infeudato ai Conti Zucco-Cuccagna, originari di Faedis. Questo casato creò nuove opre munite e il castello resistette all’invasione degli Uscocchi tra il 1615 e il 1616.

Nell’Ottocento gli Zucco si trasferirono a Crauglio e Gramogliano andò progressivamente in rovina. Nel 1884 il castello fu acquistato dalla famiglia Visintini che ne fece una rinomata azienda vitivinicola.

Delle originarie cinque torri ne resta una soltanto, alta dodici metri e composta da ciottoli di fiume.

 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Gramogliano 27, Corno di Rosazzo

 

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Centro Didattico Montano Pianpinedo

Questo parco incontaminato ospita numerose specie di animali selvatici delle Dolomiti come cervi, stambecchi, caprioli e camosci. Attraverso il sentiero botanico si possono osservare numerose specie floristiche alcune delle quali molto rare.

Nel Centro Didattico di Pianpinedo è stato realizzato un percorso artificiale che stimola la percezione sensoriale del mondo naturale: percorrendo un bosco e una grotta virtuali, nei quali i suoni e gli odori sono stati amplificati, è possibile scoprire le tracce e riconoscere i versi degli animali. Le postazioni multimediali consentono di percorrere virtualmente le aree faunistiche e di approfondire le proprie conoscenze.

Numerosi i laboratori didattici, come quello che illustra l’antica arte della distilleria del pino mugo e delle altre piante officinali della montagna pordenonese; e, presso borgo Palin, il laboratorio per la lavorazione del latte e quello sulle fonti energetiche alternative.

Il Centro Didattico Montano Pianpinedo di Cimolais fa parte dell’Ecomuseo Regionale delle Dolomiti Friulane Lis Aganis.

 

Informazioni


Indirizzo: Via Vittorio Emanuele II, Cimolais

Servizi: visite guidate, laboratori didattici, noleggio audioguide

Informazioni: www.pianpinedo.it o presso il Comune di Cimolais – Tel.: 0427 87019; Fax: 0427 87020

Visite: per prenotazione visite e laboratori – Via Venezia 18/A, Maniago; Tel.: 0427 71775; Fax: 0427 71754; www.montagnaleader.org; E-mail: gal@montagnaleader.org

Orari di apertura: da maggio a ottobre la domenica e i festivi 9.00-18.00; in agosto tutti i giorni 9.00-18.00 (chiuso il lunedì); aperto su prenotazione per visite guidate a gruppi o scolaresche

Ingresso: al Parco Faunistico intero € 3,00; ridotto € 2,00 (studenti, bambini fino ai 12 anni, over 65); servizio guida € 2,00 a persona; al Laboratorio degli Antichi Mestieri € 6,00 a persona (minimo 15 persone)

E-mail: info@pianpinedo.it

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Museo civico archeologico Iulium Carnicum

Ospitato nel secentesco Palazzo Tommasi Leschiutta, a pochi passi dai resti del Foro romano, il Museo archeologico di Zuglio eredita le raccolte di un antiquarium locale che esisteva già agli inizi dell’Ottocento.

I reperti, attraverso un arco di tempo che va dalla preistoria all’epoca rinascimentale, testimoniano le varie fasi insediative del territorio.

Il piano terra è dedicato ai siti archeologici emersi in diverse località della Carnia dai quali provengono gli esemplari confluiti nella raccolta civica frutto di ritrovamenti occasionali e di scavi sistematici. Ai primitivi popoli che abitarono la regione nel paleolitico risalgono alcuni manufatti in selce, oggetti in rame e bronzo, soprattutto armi da taglio rinvenute tra Ovaro, Arta, Bordano e Paularo e frammenti ceramici provenienti da Invillino. All’età del ferro sono databili i reperti emersi a Zuglio-Cianas, Misincinis di Paularo e Verzegnis.

Il percorso espositivo prosegue con la ricostruzione della necropoli di Misincinis di Paularo (VIII-IV secolo a. C.) con manufatti in bronzo, ferro, vetro e ambra facenti parte di corredi funerari, nonchè varie attestazioni della civiltà paleoveneta (come l’iscrizione in alfabeto venetico di Agrons di Ovaro ) e celtica (tra cui le armi di Lauco del II secolo a. C.).

Al primo piano sono esposti i reperti dell’area del Foro dell’antica Iulium Carnicum, la città più settentrionale dell’Italia romana, sulla via che da Aquileia e Concordia conduceva al Norico.

Tra il 1807 e il 1808 fu esplorata la basilica forense, dove si rinvennero due grandi clipei in bronzo oggi conservati nel Museo archeologico nazionale di Cividale. L’intero complesso monumentale del foro, con gli edifici pubblici e sacri è tuttora l’unica testimonianza visibile della città romana. Dalle terme romane provengono decorazioni a stucco e affresco, mentre da alcune domus private sono giunti fino a noi reperti tra cui una statuetta in bronzo raffigurante Dioniso infante.

 

 

Informazioni


Indirizzo: Via Giulio Cesare 19, Zuglio

Informazioni: www.comune.zuglio.ud.itwww.carniamusei.org – www.provincia.udine.it/musei

Orari di apertura: da giugno a settembre mercoledì e giovedì 9.00-12.00, venerdì, sabato e domenica 9.00-12.00 e 15.00-18.00;

da ottobre a febbraio, venerdì 9.00-12.00, domenica dalle 9.00-12.00 e 15.00-18.00;

da marzo a maggio, venerdì e sabato 9.00-12.00 e 15.00-18.00; su richiesta in altri giorni e orari

Ingresso: intero € 3,00; ridotto € 2,00 (da 6 a 12 anni, oltre i 60 anni, diversamente abili, scolaresche, gruppi di almeno 10 persone); gratuito fino a 5 anni

visite guidate al Museo e al Foro romano € 31,00; per scolaresche fino a 10 alunni € 16,00

Tel.-Fax: 0433 92562

E-mail: museo.zuglio@libero.it – carnia.musei@cmcarnia.regione.fvg.it

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