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Casa Fortificata La Brunelde

Il fortilizio della Brunelde è citato già nel 1208 in un elenco di beni feudali dei conti d’Arcano, marescalchi e confalonieri del Patriarca d’Aquileia, fino al XV secolo denominati “de Tricano” per i tre cani neri presenti nello stemma. L’antica torre longobarda – già sorta su un’opera di epoca romana che presidiava la Via del Sale – fu trasformata in casaforte nel XIII secolo.

Giovanni Nicolò d’Arcano agli inizi del Cinquecento riformò il complesso, trasformandolo in residenza di campagna, in cui dedicarsi alla caccia. Il fratello Rizzardo, colto umanista, volle decorare l’atrio con motti latini tratti dall’Eneide di Virgilio. Nel 1518 fu edificata la cappelletta di San Nicolò, in cui è conservata la reliquia della vera Croce, che, secondo la tradizione, fu portata nel 1270 da Leonardo III d’Arcano di ritorno dall’ottava crociata.

La domus magna Tricanea conserva gli arredi d’epoca e le memorie famigliari, lo studiolo del poeta Gian Mauro d’Arcano, l’archivio storico della casata, le pareti dipinte con gli scacchi bianchi e rossi – emblema della casata – nonché le sale che nel Settecento ospitarono il celebre cantante Farinelli.

 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: località Casali Florit, Fagagna
Servizi: visite didattiche, partecipa a Castelli aperti, Settimane della Cultura, mostre e convegni

Visite: su prenotazione per gruppi di almeno 20 persone presso la Segreteria del Consorzio per la Salvaguardia dei Castelli Storici del FVG – Tel.: 0432 288588; Fax: 0432 229790; info@consorziocastelli.it
Orari di apertura: sabato e domenica 15.30-18.30 (orario di inizio dell’ultima visita)

Informazioni:www.consorziocastelli.it

Tel.: 0434 738224

E-mail: info@labrunelde.it

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Castello_Polcenigo

Castello di Polcenigo

Il castello di “Paucinico” viene menzionato in un diploma di Ottone I dell’anno 963, con cui viene donato al vescovo di Belluno che, nel 973, riconfermò l’investitura militare ai signori del castello conferendo il titolo di Conte di Polcenigo al capitano d’arme Fantuccio, che diede origine al nobile casato.

Nel 1410 le milizie udinesi assalirono il castello, diedero alle fiamme il borgo e danneggiarono il castello di Mizza dove si era stabilito un ramo della famiglia. L’anno successivo gli Ungheri presero il castello, poi riconquistato da Venezia, che lo contese ai friulani finchè non se ne impossessò saldamente nel 1420. In seguito ad un’incursione dei turchi nel 1499 il castello venne gravemente danneggiato.

Il nucleo originario venne ampliato a partire dagli inizi del Duecento, comprendendo il borgo circostante, che ancora include edifici notevoli, come i palazzi Scolari e Fullini-Zaja, l’ex convento francescano e alcune torri medievali. Parte del complesso castellano nel Settecento fu radicalmente trasformato su progetto di Matteo Lucchesi, assumendo l’aspetto di una sontuosa villa veneta. Alienato nel 1833, il castello fu drasticamente spoliato.

Il Castello attualmente è ridotto allo stato di rudere.

 

Informazioni


Indirizzo: Via Coltura 26, Polcenigo

Stato di conservazione: ruderi

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Castello_Ragogna

Castello di Ragogna

Il promontorio roccioso sul quale sorgono il complesso fortificato e l’antica pieve di San Pietro – nonchè sede dell’antico insediamento castrense di Reunia – controllava il guado del fiume Tagliamento. Esistente già nel VI secolo, il maniero era soggetto nel XII secolo alla giurisdizione dei duchi di Carinzia della Casa di Eppenstein, passando nel 1218 ai Signori di Ragogna, infeudati dal Patriarca d’Aquileia.

Oggetto di ripetuti assedi durante le lotte tra Patriarcato e duchi d’Austria, passò nel XV secolo ai Porcia. In seguito il castello decadde e, abbandonato alla fine del Settecento, venne regalato al Comune.

Attualmente si possono ammirare le cinte murarie merlate con il portale Nord, alcune torri, il cortile interno con il pozzo e la domus residenziale. Presso l’antica pieve di San Pietro sono visibili gli scavi archeologici effettuati.

 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Frazione di San Pietro, Ragogna

Orari di apertura: da aprile ad ottobre il sabato 14.30-17.30 e domenica 10.00-12.30; 14.30-17.30

Stato di conservazione: ristrutturato

Informazioni: Comune di Ragogna – Tel.: 0432 955226; g.toniutti@comuneragogna.it; Associazione Pro Ragogna – Tel.: 0432940310; E-mail: info@prolocoragogna.it; oppure Segreteria del Consorzio per la Salvaguardia dei Castelli Storici del Friuli venezia giulia – Tel.: 0432 288588; Fax: 0432 229790; E-mail: info@consorziocastelli.it; www.consorziocastelli.it

Ingresso: libero

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Aquario_Marino_Trieste

Civico Aquario Marino

L’Aquario di Trieste è stato inaugurato nel 1933 negli spazi della Pescheria Centrale della città. La fauna ospitata al Civico Aquario Marino è costituita da specie marine provenienti prevalentemente dal Golfo di Trieste, ma si incontrano anche specie esotiche come quelle della barriera corallina, stimolando il visitatore a riflettere sull’importanza della biodiversità, sulla sostenibilità e sul bisogno di preservare il fragile equilibrio del mondo marino.

Al piano inferiore sono collocati gli acquari, una trentina di vasche alimentate con acqua marina, prelevata dal porto e filtrata all’interno della torre dell’orologio: nelle cinque vasche maggiori si ricreano gli habitat dell’alto Adriatico (allevamento di mitili, barriere artificiali sommerse, relitto, molo e ambiente pelagico), nella grande vasca ottagonale sono ospitati piccoli squali e razze, mentre nelle vasche minori trovano posto le specie tipiche del Mediterraneo (astici, aragoste, orate, branzini, scorfani, dentici, murene, cefali e mormore).

Al piano superiore è stato allestito un vivarium, con terrari che accolgono numerose specie di anfibi e rettili appartenenti alla fauna autoctona. C’è anche una sezione dove è stato ricostruito il biotipo degli stagni carsici: ambiente naturale in cui vivono e si riproducono gli ululoni, i rospi comuni e le rane verdi. A rotazione vengono ospitati anche grossi esemplari tropicali come iguana, pitoni e boa.

 

Informazioni


Indirizzo: Molo Pescheria 2, Riva Nazario Sauro 1, Trieste

Servizi: visite guidate su prenotazione; accessibile ai disabili; Trieste City Pod

Orari di apertura: dal 1 novembre al 31 marzo 9.00-13.30; dal 1 aprile al 3 novembre 9.00-19.00; chiuso il mercoledì

Ingresso: intero € 4,50; ridotto € 3,00; gratuito per i bambini fino ai 5 anni

Informazioni: www.aquariomarinotrieste.it

Come arrivare: in autobus con le linee 8, 9, 10, 30

Tel.: 040 306201

Fax: 040 3220520

E-mail: acquario@comune.trieste.it

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Area Archeologica Colle di San Giusto

Risale alla metà del I secolo d. C. la più antica costruzione ancora visibile sul colle di San Giusto: si tratta di un propileo, o meglio dei resti di un antico portale d’accesso a un’area sacra recintata, che conteneva probabilmente uno o più templi. Il propileo era davvero monumentale: largo 17,20 m e profondo 5,28 m, era costituito da due grandi strutture laterali colonnate e una scalinata centrale, e si trovava in cima alla strada principale (oggi via della Cattedrale) che univa la riva del mare al punto più elevato della città.

I resti oggi visibili sono delle colonne appartenenti all’estremità anteriore sinistra del monumento, inglobate nel campanile della cattedrale di San Giusto. I resti della struttura di destra e della scalinata sono visibili scendendo nel cunicolo che si apre nel giardino dell’Orto Lapidario, adiacente alla Cattedrale.

Per quanto si sa, questo è l’unico propileo romano conservatosi in Europa.

Accanto alla cattedrale sorgono i resti di una basilica civile, il cui primo impianto risale circa alla metà del I secolo d. C. Era una costruzione molto grande (88 m x 23,50 m), a tre navate; sul lato mare si trovava una platea lastricata, il Foro. Della basilica restano solo due file di ceppi di colonne: probabilmente nel V secolo le pietre di questi edifici monumentali divennero materiale per la costruzione della basilica paleocristiana, che incorporò anche il propileo utilizzandolo come base per il campanile.

Nel castello in cima al Colle di San Giusto è ospitato il Lapidario Tergestino, che raccoglie i resti lapidei provenienti dagli scavi della città.

 

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Cimitero di guerra austro-ungarico Palmanova

Si tratta di uno dei maggiori camposanti militari della regione, che custodisce i resti di oltre diciassettemila soldati provenienti per la maggior parte dalla zona di Gorizia. La distesa di lapidi è interrotta da un ampio viale di cipressi al cui centro si trova un monumento in ricordo ai caduti, mentre a ridosso del muro di cinta sono collocate la cappella e le due grandi fosse comuni.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Ontagnano, Palmanova

 

Orari di apertura: invernale, sabato e domenica 10.00-16-00; estivo sabato e domenica 09.00-20.00; aperture straordinarie su richiesta

 

 

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Fondazione Palazzo Coronini Cronberg Onlus

Il palazzo venne edificato nell’ultimo decennio del XVI secolo nei pressi del torrente Corno per volontà di Carlo Zengraf, Segretario degli Stati Provinciali di Gorizia per conto della Casa d’Austria. L’incarico fu affidato, pare, all’architetto militare Giulio Baldigara, che diede al palazzo l’austero aspetto di una casa-forte.

Nel 1614 venne acquistato da Riccardo di Strassoldo, al cui casato si deve la costruzione della cappella dedicata a Sant’Anna decorata da una lunetta di Johann Michael Lichtenreiter. Su di un lato della chiesa, un piccolo matroneo di legno si raggiungeva dalle sale del piano nobile del palazzo attraverso un loggiato. Vennero, inoltre, aggiunti diversi corpi di fabbrica, tra cui le scuderie, oggi trasformate in sala convegni ed esposizioni.

Dietro il palazzo, cintato da alte mura, si trovava il giardino meridionale, con il suo belvedere e la lunga scalinata – distrutta dopo il primo conflitto mondiale – chiusa dal portone di ferro battuto entro un portale di pietra.

Nel 1820 la proprietà venne messa all’incanto e acquistata dal conte Michele Coronini che fece massicci interventi di ristruttuarazione ed ampliamento, destinanodo il terzo piano della nuova ala alla sua ricca biblioteca.

Nel 1836 il palazzo fu preso in affitto da Carlo X di Borbone, ultimo re di Francia, esiliato a Gorizia con la sua corte; morì lo stesso anno e venne sepolto nel convento francescano di Castagnavizza.

Nel 1919 iniziò un complesso restauro che pose rimedio ai danni della guerra e nel 1922 il palazzo venne sottoposto a tutela culturale.

Guglielmo Coronini, ultimo discendente della nobile famiglia, volle trasformare il palazzo in una dimora storica che preservasse la memoria familiare, facendo sì che alla sua morte, avvenuta nel 1990, tutte le sue sostanze andassero a costituire la Fondazione Palazzo Coronini Cronberg onlus.

Il palazzo è circondato da uno splendido parco all’inglese di cinque ettari con reperti archeologici aquileiesi, un tempietto di stile liberty e piante rare.

L’odierno percorso museale si snoda attraverso le 15 sale passando dagli arredi cinque e seicenteschi del piano terra ai suntuosi salotti del Settecento con lacche e sete dipinte a motivi orientali, alle sale in stile impero e biedermeier.

La quadreria Coronini è composta da circa milleduecento opere comprese tra il XV e il XX secolo, tra cui Liberale da Verona, Tiziano, Lavinia e Prospero Fontana, Justus Sustermans, Jacob van Ruysdael, Antonio Canova, Vladimir L. Borovikovskij, Rosalba Carriera, Elisabeth Vigèe Le Brun, Martin van Meytens, William Etty, John Riley, Guglielmo Ciardi, Giuseppe Bernardino Bison, Pompeo Mariani, Antonio Rotta, Arturo Rietti e Tullio Crali.

La collezione di statue e sculture comprende un centinaio di esemplari, dai reperti archeologici del II sec. d.C. fino ad opere del primo Novecento, tra cui Franz Xaver Messerschmidt, il busto di Michele Coronini di Berthel Thorvaldsen, quello di Napoleone realizzato da Giuseppe Ceracchi e le cinque statue collocate nel parco scolpite da Orazio Marinali. La collezione di stampe (1.287 esemplari) annovera Luca di Leida e Hendrick Goltzius oltre al gruppo di 387 stampe giapponesi.

L’eredità del conte Guglielmo Coronini comprende, inoltre, un ricchissimo patrimonio di suppellettili di ogni genere: tappeti, argenti, orologi, vetri e porcellane, armi, ventagli, abiti e merletti, nonché raccolte numismatiche e di miniature, gioielli e cammei.

 

Informazioni

Indirizzo: Viale XX Settembre 14, Gorizia

Servizi: visite guidate, bookshop, laboratori didattici; le delle Scuderie ospitano la Sala Convegni e la Sala Esposizioni per mostre, conferenze, incontri e convegni; accessibile ai disabili

Informazioni: www.coronini.it

Orari di apertura: da novembre a marzo aperto solo su prenotazione per gruppi (massimo 15 persone); da aprile a ottobre da mercoledì a domenica 10.00-13.00 e 14.00-18.00; uffici da lunedì a sabato 8.00-14.00; chiuso lunedì e martedì, il 1 gennaio, 25 e 26 dicembre, Pasqua

Ingresso: intero € 8,00; ridotto € 6,00 per scolaresche; gratuito per chi si chiama Guglielmo bambini fino alla V elementare e disabili; ingresso libero al parco dall’alba al tramonto; laboratori didattici € 3,00 (a studente)

Visite: visita guidata al Palazzo a persona € 3,00; visita guidata al parco (solo per gruppi) € 45. Le visite, guidate o accompagnate, vengono effettuate all’inizio di ogni ora

Prenotazioni: prenotazioni@coronini.it

Tel.: 0481 533485

Fax: 0481 547222

E-mail: info@coronini.it

Come arrivare: ingresso principale da Viale XX Settembre 14; ingresso lato Uffici/Ex Scuderie da Via dei Coronini 1 (consigliato a disabili e portatori di handicap)

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