Giardino_Azaleee_Gorizia

Il Giardino delle Azalee o Parco Viatori

Il giardino botanico di Luciano Viatori nei pressi del torrente Groina riprende il solco della tradizione locale che promuoveva i parchi della “Nizza austriaca”. Nel corso degli anni vi sono state raccolte circa cinquecento varietà di azalee, centocinquanta specie di rododendri, oltre trecento tipi di rose rare, cinquanta varietà di camelie e centoventi di magnolie, in gran parte provenienti dalle collezioni Lord Peter Smithers e Van Veen di Lugano. Crescono rigogliose però anche una diversificata selezione di spiree e numerose altre specie, tutte pazientemente classificate con appositi cartellini, che danno un tocco finale alle composizioni di arbusti fioriti pensate secondo un’armonia di cromatismi squisitamente pittorica.

Ispirandosi ai parchi inglesi ottocenteschi il Professor Viatori a partire dal 1980 ha attuato una consistente bonifica del terreno per adattare il suolo alle necessità delle delicate azalee e creando persino un laghetto artificiale nella depressione prodotta dallo scoppio di una bomba durante la Seconda Guerra Mondiale. L’incantevole passeggiata è resa più agevole da una studiata rete di vialetti e passerelle di legno che consentono di cogliere tutte le sfaccettature di queste variopinte quinte arboree.

Il periodo ideale per visitare il parco è in primavera, tra marzo e giugno, quando ha inizio la fioritura delle magnolie e delle rose, che accendono il giardino di toni cangianti e rutilanti di colore.

Il Professore, recentemente scomparso, ha donato il parco alla Fondazione Carigo di Gorizia che lo ha riaperto al pubblico.

 

Informazioni


Indirizzo: Via Forte del Bosco 24, Località Piuma, Gorizia

Superficie totale: 25.000 mq

Impianto planimetrico: informale, di forma irregolare con percorsi

Condizione giuridica: proprietà privata

Specie botaniche di rilievo: azalee, rododendri, magnolie, camelie, rose

Orari di apertura: tutti i weekend dalle 16 alle 19

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Palazzo_Valvason_Morpurgo_Udine

Palazzo Valvason Morpurgo

Palazzo Valvason Morpurgo è uno degli edifici più ricchi di storia ed arte di Udine grazie alla sovrapposizione di interventi che i successivi proprietari hanno avviato per abbellire quello che in origine era un insieme di distinte abitazioni di diversi nobili locali.

Il primo intervento in questo senso, nel Settecento, è dovuto probabilmente alla ricca famiglia dei Sarmede che iniziano ad ospitare molti artisti per decorare la residenza, con quadri e stucchi, ritratti e miniature. A fine Settecento, con i nuovi proprietari, i conti di Valvason, oltre ad ulteriori lavori strutturali fu deciso di aggiornare le decorazioni interne secondo il nuovo gusto neoclassico. L’incarico venne affidato a Giambattista Canal e a Giuseppe Borsato, che decorarono il piano nobile e lo scalone con un bellissimo ciclo di affreschi, opere tra le più rappresentative dello stile Neoclassico.

Notevoli gli affreschi sul soffitto dello scalone di pietra, dove Canal dipinge le Allegorie della Fama e della Verità celebranti la famiglia Valvason, e quelli sul soffitto del salone d’onore: qui “Il carro di Apollo” è dipinto con una ricchezza di particolari e un’arditezza di illusionismo prospettico semplicemente spettacolari.

Nel 1871 il palazzo fu acquistato dal mecenate barone Morpurgo, che lo riammoderna nelle strutture ma anche nel gusto, come testimoniano gli affreschi ornamentali tardo-ottocenteschi del primo piano. Grande importanza viene data al romantico giardino loggiato, la cui vasca d’acqua viene abbellita con un’elegante statua di gusto neoclassico raffigurante una Ninfa, dello scultore udinese Leonardo Liso.

Nel 1969 il palazzo venne lasciato in eredità al Comune di Udine con l’impegno della sua destinazione museale. Ora è una sezione della Galleria d’Arte Moderna, di cui conserva gli archivi di Architettura e di Design.

Informazioni


Palazzo Valvason Morpurgo

Via Savorgnana, 12, Udine – tel.: +39 0432 414742 / +39 0432 414719

Orari di apertura: da martedì a domenica 15.00 – 18.00

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ItinerariMichelstaedter

I luoghi di Carlo Michelstaedter a Gorizia

Il 17 ottobre 1910 Carlo Michelstaedter si tolse la vita a 23 anni con un colpo di pistola alla tempia al civico n. 8 di Piazza Grande (oggi piazza Vittoria). Autore de La persuasione e la Rettorica, tesi di laurea che non discuterà mai, è stato anche poeta e pittore. Michelstaedter rimane un’inquietante e geniale meteora della Mitteleuropa. Individualista, personalità tragica e insieme vitalissima, uomo che “fa di se stesso fiamma”, Michelstaedter attua una irripetibile Weltanshauung che coniuga la filosofia nicciana, il buddhismo, Marx e le proprie radici ebraiche e cabbalistiche.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Vedi
Itinerario ebraico. Sulle tracce di Michelstaedter, a cura di A. Gallarotti, Cormons 2010

 

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CASA NATALE
PIAZZA DELLA VITTORIA 8
Sul lato opposto della Piazza, al n. 49, si trovava la libreria Parternolli, nella cui soffitta si incontrava con gli amici Nino Paternolli e Rico Mreule.

2

MUSEO DELLA SINAGOGA
VIA ASCOLI 19
La fama di studiosi e letterati ebrei goriziani fece si che il ghetto della città fosse conosciuto come la “piccola Gerusalemme sull’Isonzo”. La sezione del museo dedicata a Carlo Michelstaedter propone una selezione delle sue opere pittoriche e alcuni documentari.

3

IL GHETTO
VIA ASCOLI
La via intitolata al glottologo Graziadio Isaia Ascoli (1829-1907) e la via San Giovanni conservano le belle case dai balconi in ferro battuto. Al n. 7 di via Ascoli c’è la casa natale del pittore Vittorio Bolaffio (1883-1931). Il cancello settecentesco che si apre sul giardino Bruno Farber è l’antico portone del ghetto realizzato dal fabbro Martin Geist.

4

BIBLIOTECA STATALE ISONTINA
VIA MAMELI
Qui è conservato il Fondo Michelstaedter che comprende manoscritti, pubblicazioni e documenti.

5

STATUA DI CARLO MICHELSTAEDTER
VIA RASTELLO
La statua in bronzo a grandezza naturale è stata collocata nell’anno del centerario della morte del filosofo.
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Castello_Coia_Tarcento

Castello di Coia

Il castello di Coia o Inferiore sorge nell’omonima frazione di Tarcento che nel XII secolo era feudo dei signori di Machland che qui edificarono il più antico castello – eretto su fortificazioni tardo antiche – detto Superiore o di San Lorenzo. In seguito il feudo passò ai Grimonis di Tarcento, poi ai Signori di Caporiacco e nel 1281 ai di Castello o di Castel Porpetto (poi Frangipane). Attorno al 1314 venne costruito un secondo castello, detto Inferiore. Entrambi furono distrutti dalle truppe patriarcali nel 1352 per punire i congiurati che avevano assassinato il Patriarca Bertrando.

Ricostruito, fu definitivamente distrutto nel 1511, prima incendiato dalle rivolte contadine del Giovedì Grasso e poi colpito dal rovinoso terremoto che seguì nello anno stesso. Ancora oggi rimane integro il torrione, soprannominato in seguito dalla popolazione locale, il Cjiscjelat ovvero il “castellaccio”. I ruderi furono acquistati nel 1931 dal Comune.

Presso il castello di Coia ogni anno si allestisce il “pignarul grant”, il tradizionale fuoco epifanico che da oltre sette secoli si svolge al tramonto del 5 gennaio: un corteo con centinaia di figuranti in costume medievale e con le fiaccole accese attraversa le vie del centro storico fino a raggiungere i piedi del colle dove viene rievocata l’investitura feudale di Artico di Castello. Il fumo levatosi dalla pira premonirà, a seconda che si orienti a levante o a ponente, il buon o cattivo raccolto.

 

Informazioni


Indirizzo: Località Coia, Tarcento

Stato di conservazione: ruderi

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Borgo_Villafredda_Tarcento

Borgo di Villafredda

Il borgo di Villafredda, situato su un colle nei pressi di Tarcento, ha antiche origini feudali. Le mura turrite proteggono ancora l’abitato risalente al XIV secolo. Inizialmente il luogo era detto Burgfried, in tedesco borgo vecchio, mentre più tardo sembrerebbe il toponimo Villa Frigida.

All’interno del borgo si trovano la piccola chiesa della Trinità e il complesso di Villa Liruti Biasutti, che appartenne ai nobili signori del luogo, cui si accede da una torre-porta merlata di colore rosso, circondata da un parco secolare.

Nel borgo di Villafredda si trova anche una famosa osteria che ha trovato spazio nei rustici ambienti di una casa colonica risalente al XVII secolo.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Dove: Località Loneriacco, Tarcento, provincia di Udine

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Castello_San_Giusto_Trieste

Castello di San Giusto

Il castello di San Giusto si erge sul colle che domina il golfo e l’entroterra di Trieste. Fin dalla prima metà del I millennio a. C., il sito ospitò un castelliere e un primitivo centro abitato il cui nome “Tergeste” era formato dall’unione di un vocabolo di radice indoeuropea che significa mercato e del suffisso veneto este, ovvero città. In età romana vennero innalzati sul sito il tempio dedicato alla triade capitolina, i cui resti dei monumentali propilei sono visibili sotto il campanile della cattedrale di San Giusto.

La rocca, sorta in epoca medievale ad opera dei veneziani, fu abbattuta nel XIV secolo per volere del Patriarca di Aquileia e riedificata da Federico II d’Asburgo nel 1470 come residenza del Capitano imperiale. Il castello fu ulteriormente fortificato durante la dominazione veneziana, agli inizi del Cinquecento e, nel 1630, dopo essere tornato in possesso della Casa d’Austria. Si aggiunsero così progressivamente i corpi di fabbrica che gli conferirono la caratteristica forma triangolare: il Bastione Rotondo o Veneto del 1508-1509; il Bastione Lalio o Hoyos, dalla forma poligonale, del 1553-1557; il triangolare Bastione Fiorito o Pomis, completato nel 1636.

I Capitani imperiali austriaci risiedettero nel Castello fino al 1750, quando vi vennero insediate una guarnigione militare ed una prigione. Il Castello non fu mai al centro rilevanti episodi bellici, garantendone così conservazione.

Nel 1930 l’intero comprensorio divenne proprietà del Comune e fu sottoposto ad un integrale intervento di restauro. I lavori, diretti dall’architetto Ferdinando Forlati, tesero a liberare l’intero complesso dalle sovrastrutture sette-ottocentesche e a recuperare l’originario aspetto medievale. L’intento fu quello di trasformare l’edificio in un centro di attività artistico-culturali e garantire una sede adeguata a due importanti sezioni dei Civici Musei di Storia ed Arte: il Civico Museo del Castello di San Giusto-Armeria, che fu installato nella Casa del Capitano ed il Lapidario Tergestino entro il Bastione Lalio. Il Piazzale delle Milizie venne trasformato in un vasto teatro all’aperto per la realizzazione di grandi eventi durante l’estate.

Superando il ponte levatoio ci si trova nell’ampio vestibolo d’ingresso, voltato a crociera, dove un’apertura ad arco acuto si apre sulla Casa del Capitano, nei cui ambienti trova posto la cappella tardogotica di San Giorgio, mentre la torre federiciana a forma di L, attorniata dal Bastione Rotondo, sovrasta l’edificio. In fondo al vestibolo si trovano due grandi automi batti-ore ottocenteschi, noti in città come Michez e Jachez, provenienti dall’orologio del palazzo municipale di piazza Unità.

Oltrepassando l’atrio della Casa del Capitano, si accede al vasto Cortile delle Milizie. Lungo il muraglione di fondo, coperto da volte che sostengono il camminamento di ronda, sono disposte alcune vere di pozzo e lapidi triestine databili tra il XVI e il XIX secolo. Sono qui ubicati l’ingresso al Lapidario Tergestino, l’adiacente Bottega del vino e il profondo pozzo-cisterna, nonchè quattro pezzi di artiglieria in ferro del secolo XVI che, secondo la tradizione, proverrebbero dal distrutto Castello di Moccò in Val Rosandra.

Dal piazzale si accede ai camminamenti di ronda allo scoperto, che corrono lungo il perimetro delle mura del Castello, dai cui spalti si può ammirare uno splendido panorama sulla città.

 

Informazioni


Indirizzo: Piazza della Cattedrale 3, Trieste

Tel.: 040 309362

Fax.: 040 6754065

E-mail: cmsa@comune.trieste.it

Orari di apertura: lunedì aperti solo gli spazi esterni 9.00-18.00; da martedì a domenica aperto il Museo e gli spazi esterni 10.00-18.00

Ingresso: 1 € solo Castello; 6 € ingresso intero al Castello, Lapidario Tergestino e Museo del Castello; 4 € ingresso ridotto

Visite guidate: rivolgersi al Servizio Didattico

Come arrivare: in autobus linea 24

Attività: il percorso lungo le mura di cinta offre una delle più belle viste panoramiche sulla città e sul golfo di Trieste.

Informazioni: www.triestecultura.it

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Comeglians

Il borgo di Comeglians

Il borgo di Comeglians sorge nella Val di Gorto, lambito dal torrente Degano, alle pendici dei monti Crostis e Zoncolan, splendide mete escursionistiche. Il comune è formato da sette frazioni immerse nei boschi di abeti: Povolaro, Maranzanis, Mieli, Noiaretto, Tualis (la più alta in quota), Runchia e Calgaretto, quest’ultimo situato sul promontorio di San Giorgio dove sorge l’omonima chiesa in cui si conserva un monumento funebre di epoca romana (I secolo d. C.).

Della sua passata ricchezza, dovuta al florido commercio di legnami, sono testimonianza alcuni antichi palazzi con austeri portali in pietra nel centro del paese, dove sorge anche la chiesetta di San Nicolò di origini duecentesche. A Povolaro e Maranzanis si conservano splendidi esempi di case carniche del Sei e Settecento: Casa del Botêr , Palazzo de Gleria, Casa di Palman, Palazzo da Pozzo.

La posizione di Comeglians è ottimale per visitare i dintorni: la cima dello Zoncolan è raggiungibile in pochi minuti con la funivia che parte da Ravascletto; in territorio austriaco si arriva a piedi dal passo del Volaia con il suo lago cristallino; da Tualis si risale la dorsale del Crostis fino a raggiungere una quota di quasi duemila metri di altitudine, per proseguire lungo la strada “Panoramiche delle vette” che permette di ammirare il comprensorio montano carnico tra pascoli e antiche malghe.

Comeglians offre la possibilità di alloggiare negli appartamenti dell’albergo diffuso in case tradizionali, antiche cascine e stalle ristrutturate.

 

Informazioni


Dove: Comeglians, provincia di Udine

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