Villa_Kechler_Udine

Villa Manin Kechler

Nel piccolo borgo di San Martino sorge Villa Kechler, residenza del tardo XVI secolo. Due massicci pilastri in bugnato sormontati da statue settecentesche introducono al lungo viale che attraversa la corte a giardino con sculture neoclassiche tra le ali delle barchesse e arriva in fronte alla villa dal colore aranciato. Sul retro si estende un parco chiuso dalla cinta muraria.

Un tempo la villa appartenne alla famiglia veneziana Manin, che vi abito finché non si trasferì a Passariano. Gli spazi della barchessa di ponente furono adibiti nel corso dell’Ottocento a filanda di sete pregiate dai Kechler che entrarono in possesso dell’intero bene all’inizio del Novecento. Un ospite illustre del conte Carlo Kechler fu Ernest Hemingway, che vi soggiornò più volte, partecipando alle battute di caccia tra Lignano, la foce del Tagliamento – a dire dello scrittore la “Florida d’Italia” – e Caorle.

 
 

Informazioni


Indirizzo: via Erminia, Località San Martino, Codroipo

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Fondazione Palazzo Coronini Cronberg Onlus

Il palazzo venne edificato nell’ultimo decennio del XVI secolo nei pressi del torrente Corno per volontà di Carlo Zengraf, Segretario degli Stati Provinciali di Gorizia per conto della Casa d’Austria. L’incarico fu affidato, pare, all’architetto militare Giulio Baldigara, che diede al palazzo l’austero aspetto di una casa-forte.

Nel 1614 venne acquistato da Riccardo di Strassoldo, al cui casato si deve la costruzione della cappella dedicata a Sant’Anna decorata da una lunetta di Johann Michael Lichtenreiter. Su di un lato della chiesa, un piccolo matroneo di legno si raggiungeva dalle sale del piano nobile del palazzo attraverso un loggiato. Vennero, inoltre, aggiunti diversi corpi di fabbrica, tra cui le scuderie, oggi trasformate in sala convegni ed esposizioni.

Dietro il palazzo, cintato da alte mura, si trovava il giardino meridionale, con il suo belvedere e la lunga scalinata – distrutta dopo il primo conflitto mondiale – chiusa dal portone di ferro battuto entro un portale di pietra.

Nel 1820 la proprietà venne messa all’incanto e acquistata dal conte Michele Coronini che fece massicci interventi di ristruttuarazione ed ampliamento, destinanodo il terzo piano della nuova ala alla sua ricca biblioteca.

Nel 1836 il palazzo fu preso in affitto da Carlo X di Borbone, ultimo re di Francia, esiliato a Gorizia con la sua corte; morì lo stesso anno e venne sepolto nel convento francescano di Castagnavizza.

Nel 1919 iniziò un complesso restauro che pose rimedio ai danni della guerra e nel 1922 il palazzo venne sottoposto a tutela culturale.

Guglielmo Coronini, ultimo discendente della nobile famiglia, volle trasformare il palazzo in una dimora storica che preservasse la memoria familiare, facendo sì che alla sua morte, avvenuta nel 1990, tutte le sue sostanze andassero a costituire la Fondazione Palazzo Coronini Cronberg onlus.

Il palazzo è circondato da uno splendido parco all’inglese di cinque ettari con reperti archeologici aquileiesi, un tempietto di stile liberty e piante rare.

L’odierno percorso museale si snoda attraverso le 15 sale passando dagli arredi cinque e seicenteschi del piano terra ai suntuosi salotti del Settecento con lacche e sete dipinte a motivi orientali, alle sale in stile impero e biedermeier.

La quadreria Coronini è composta da circa milleduecento opere comprese tra il XV e il XX secolo, tra cui Liberale da Verona, Tiziano, Lavinia e Prospero Fontana, Justus Sustermans, Jacob van Ruysdael, Antonio Canova, Vladimir L. Borovikovskij, Rosalba Carriera, Elisabeth Vigèe Le Brun, Martin van Meytens, William Etty, John Riley, Guglielmo Ciardi, Giuseppe Bernardino Bison, Pompeo Mariani, Antonio Rotta, Arturo Rietti e Tullio Crali.

La collezione di statue e sculture comprende un centinaio di esemplari, dai reperti archeologici del II sec. d.C. fino ad opere del primo Novecento, tra cui Franz Xaver Messerschmidt, il busto di Michele Coronini di Berthel Thorvaldsen, quello di Napoleone realizzato da Giuseppe Ceracchi e le cinque statue collocate nel parco scolpite da Orazio Marinali. La collezione di stampe (1.287 esemplari) annovera Luca di Leida e Hendrick Goltzius oltre al gruppo di 387 stampe giapponesi.

L’eredità del conte Guglielmo Coronini comprende, inoltre, un ricchissimo patrimonio di suppellettili di ogni genere: tappeti, argenti, orologi, vetri e porcellane, armi, ventagli, abiti e merletti, nonché raccolte numismatiche e di miniature, gioielli e cammei.

 

Informazioni

Indirizzo: Viale XX Settembre 14, Gorizia

Servizi: visite guidate, bookshop, laboratori didattici; le delle Scuderie ospitano la Sala Convegni e la Sala Esposizioni per mostre, conferenze, incontri e convegni; accessibile ai disabili

Informazioni: www.coronini.it

Orari di apertura: da novembre a marzo aperto solo su prenotazione per gruppi (massimo 15 persone); da aprile a ottobre da mercoledì a domenica 10.00-13.00 e 14.00-18.00; uffici da lunedì a sabato 8.00-14.00; chiuso lunedì e martedì, il 1 gennaio, 25 e 26 dicembre, Pasqua

Ingresso: intero € 8,00; ridotto € 6,00 per scolaresche; gratuito per chi si chiama Guglielmo bambini fino alla V elementare e disabili; ingresso libero al parco dall’alba al tramonto; laboratori didattici € 3,00 (a studente)

Visite: visita guidata al Palazzo a persona € 3,00; visita guidata al parco (solo per gruppi) € 45. Le visite, guidate o accompagnate, vengono effettuate all’inizio di ogni ora

Prenotazioni: prenotazioni@coronini.it

Tel.: 0481 533485

Fax: 0481 547222

E-mail: info@coronini.it

Come arrivare: ingresso principale da Viale XX Settembre 14; ingresso lato Uffici/Ex Scuderie da Via dei Coronini 1 (consigliato a disabili e portatori di handicap)

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Castello di Aviano

Il castello – probabilmente costruito sui resti di fortificazioni di epoca romana – fu ceduto nel 967 da Ottone I di Sassonia al Patriarca di Aquileia e, nel 1161, Federico Barbarossa lo concesse al Vescovo di Belluno.
Nel 1411 il maniero fu occupato dagli ungheresi comandati da Pippo Spano, capitano generale di re Sigismondo e distrutto nel 1420 dalle milizie venete; fu ricostruito nel 1432 ma poi nuovamente devastato durante le incursioni turche.
Nonostante sia fortemente degradato, sono ancora visibili alcuni tratti di cinta muraria, quattro delle antiche sette torri merlate, i resti del mastio e del torrione originario, la chiesa castellana e la porta fortificata con l’emblema araldico del lupo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Aviano

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Lago di Bordaglia

Il Lago di Bordaglia si trova nel Comune di Forni Avoltri, all’interno dell’Oasi faunistica di Bordaglia-Flèons, istituita nel 1968, la più vasta oasi di rifugio faunistico del Friuli Venezia Giulia, compresa nel Parco del Monte Coglians. Considerato tra i più bei laghi della Carnia, sta sul fondo di una conca di origine glaciale, in mezzo ai pascoli sottostanti il versante del monte Volaia, circondato da grandi larici, pini, da boscaglie di pino mugo e ontano e da una flora estremamente variegata, che comprende specie protette come le genziane e una preziosa varietà di orchidee.

Nell’oasi troviamo camosci, cervi, caprioli e quasi tutti i carnivori regionali, dalla volpe all’ermellino, dalla marmotta alla faina. Fra la vegetazione arbustiva trovano riparo il picchio nero, il merlo dal collare e gruppi di crocieri. Ma tra gli uccelli ci sono anche esemplari più rari come il gallo cedrone, il gallo forcello, il francolino di monte, la pernice bianca, l’aquila reale e la coturnice.

La zona comprende anche alcuni siti di notevole interesse paleontolitico.

Per raggiungere il lago di Bordaglia si può percorrere un affascinante sentiero tra torrenti, cave, casere e postazioni difensive della prima guerra mondiale. Durante il percorso verso il lago si giunge alla sorgente dell’acqua minerale Goccia di Carnia.

Informazioni


Comune di Forni Avoltri
www.comune.forni-avoltri.ud.it

Ufficio turistico di Forni Avoltri
33020 Forni Avoltri (UD)
Corso Italia, 24
Tel: +39 0433 72202
info.forniavoltri@turismo.fvg.it

Ufficio turistico di Ravascletto
Piazzale Divisione Julia
33020 Ravascletto (UD)
Tel. +39 0433 66477 Fax. +39 0433 616921
info.ravascletto@turismo.fvg.it

Ufficio turistico di Arta Terme
Via Umberti I, 15
33022 Arta Terme (UD)
Tel. +39 0433 929290 Fax +39 0433 92104
info.artaterme@turismo.fvg.it

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Cividale del Friuli

Cividale del Friuli – fondata nel 53 a. C. da Giulio Cesare con il nome Forum Iulii – è stata un crocevia di culture e popoli, dai Celti ai Longobardi, ai Franchi di Carlo Magno, che ne mutarono il nome in Civitas Austriae. Una tale ricchezza di civiltà ne ha fatto una piccola perla d’arte, splendidamente stratificata.

Arroccata sulle rive del fiume Natisone, detiene ancora l’aura nobile e austera che le deriva dalla sua grande importanza strategica, per cui fu sia capitale del primo Ducato longobardo in Italia sia sede temporale del Patriarca di Aquileia. Innumerevoli sono le sue bellezze artistiche, tra cui spicca la Basilica di Santa Maria Assunta, dove ogni anno, in occasione dell’Epifania, si svolge il suggestivo rito della Messa dello Spadone, a cui segue la rievocazione storica dell’ingresso in città del Patriarca Marquardo von Randeck, avvenuta nel 1366.

L’itinerario longobardo che conduce il visitatore alla scoperta della città è stato riconosciuto dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Non può mancare, infatti, la visita al Museo Cristiano, che accoglie alcune tra le testimonianze più rappresentative della scultura alto medioevale: l’Altare di Ratchis e il Battistero di Callisto. Presso il Palazzo dei Provveditori Veneti è, invece, ospitato il Museo Archeologico Nazionale.

Dalla piazza del Duomo, attraverso le suggestive vie lastricate, si giunge all’antichissimo e misterioso Ipogeo celtico, un suggestivo sistema di cavità sotterranee. Nel cortile del Municipio si conservano i resti della Domus romana, le terme e i mosaici di Lago Boiani.

Nel complesso di Santa Maria in Valle si trova il Tempietto Longobardo, finemente scolpito e affrescato e, in Borgo Brossana, la Casa Medievale risalente al Trecento.

Uno dei simboli della città è il ponte del Diavolo, ardita costruzione quattrocentesca sospesa sul Natisone, attorno alla quale sono nate leggende favolose che lo vorrebbero fabbricato per un intervento soprannaturale.

Ogni anno, nel mese di luglio, si svolge il Mittelfest, evento internazionale di teatro e spettacolo della Mitteleuropa. Ad agosto, si svolge, invece, il Palio di San Donato con la caratteristica rievocazione medievale.

 

Informazioni


Dove: Cividale sorge presso il fiume Natisone, lungo la SS 54, in provincia di Udine

 

Informazioni:

Comune di Cividale, Corso Paolino d’Aquileia 2 – www.cividale.net – Tel.: +39 0432 710100; Fax: +39 0432 710103

Servizio di informazione e accoglienza turistica del Comune di Cividale del Friuli (Informacittà), Palazzo ex Monte di Pietà, Piazza Paolo Diacono 10 – Tel.: +39 0432 710460; Fax +39 0432 710423; E-mail: informacitta@cividale.net

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Castello di Porcia

Le prime notizie del maniero medievale che domina il centro storico di Porcia risalgono al 1188, quando Guecello I Signore di Prata, Porcia e Brugnera fu investito dal Patriarca di Aquileia del feudo e del castello. Il castello, tuttavia, dovrebbe risalire all’XI secolo e forse il mastio perfino al periodo romano.

A partire dal XII secolo è divenuto dimora permanente dei nobili di Porcia che governarono questi territori per quasi otto secoli e ancor oggi è residenza privata e, pertanto, visitabile solo all’esterno.

Il casato, che assurse al titolo comitale prima e al rango principesco poi, nel 1418 giurò fedeltà alla Serenissima, servendola fino alla conquista napoleonica; e anche dopo la fine del potere feudale i Porcia riuscirono a mantenere la proprietà del castello. Qui vi soggiornarono l’imperatore Carlo V d’Asburgo ed Enrico III di Polonia.

Originariamente le mura merlate sormontate da otto torri comprendevano la residenza nobiliare e una chiesa; progressivamente venne ampliato e ulteriormente fortificato. Nel corso dei secoli il castello ha subito numerose devastazioni – soprattutto a causa dei terremoti – e oggi si presenta come una struttura composita: un palazzo rinascimentale ed un edificio in stile veneziano sono, infatti, affiancati all’imponente torre medievale. Al suo interno si conservano alcune pitture quattrocentesche e gli affreschi di Giuseppe Bernardino Bison. Nel fabbricato delle cantine ci sono alcuni resti del Salone degli Stemmi e dei Diamanti che andò distrutto da un incendio nel XVI secolo.

Nelle vicinanze si trova il campanile della chiesa di San Giorgio, realizzato tra la fine del XV e la prima metà del XVI secolo, l’unico in regione ad avere un camminamento senza gradini. Girolamo di Porcia scrisse che su questo campanile – che nella foggia si ispira a quello di San Marco, a Venezia – “si può ascendere a cavallo”.

 

Informazioni


Indirizzo: Porcia

Visite: Cantine dei Principi di Porcia e Brugnera, sempre aperte

Informazioni: www.porcia.com

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Museo Civico di arte orientale

Il settecentesco Palazzo Leo nella Città Vecchia di Trieste ospita le collezioni d’arte orientale, un’eterogenea raccolta di memorie di viaggio, stampe e manufatti di produzione asiatica.

Il percorso indaga i rapporti intercorsi tra Trieste e l’Oriente, soprattutto nel XIX secolo quando, per vocazione marittima e commerciale, le navi del Lloyd si avventuravano a Levante, verso l’India, la Cina e il Giappone.

Al piano terra è esposto il nucleo di sculture del Gandhara, (I-IV secolo d. C.), giunte a Trieste nel 1954 con la spedizione italiana che conquistò la vetta del K2. Salendo lo scalone si possono ammirare otto aquiloni giapponesi del XIX secolo dipinti ad acquerello su carta.

Il primo piano, dedicato alla Cina, propone una serie di abiti e tessuti di seta ricamata del tardo periodo Qing (1644-1911) e manufatti in avorio, madreperla e smalto su riti e tradizioni della Cina imperiale e alle sue tre correnti di pensiero: Confucianesimo, Taoismo e Buddhismo. Ampio spazio è riservato all’arte della porcellana cinese, con pezzi che vanno dal periodo Song (960-1279 d. C.) all’epoca tardo imperiale della dinastia Manciù (Qing).

La sezione del Giappone occupa gli ultimi due piani, con raccolte di porcellane, smalti, oggetti della tradizione del teatro popolare kabuki, stampe, maschere e strumenti musicali. La collezione vanta anche una serie di stampe Ukiyo-e, dipinti, lacche, specchi e sculture dell’età Edo o Tokugawa (1603-1868).

L’ultimo piano espone armi e armature giapponesi dal XV al XIX secolo e alcune stampe di carattere epico che evocano la disciplina morale dei guerrieri samurai. L’ultima stanza è dedicata a religioni e riti sia di tradizione giapponese, lo Shintoismo, che di influsso straniero, il Buddhismo.

 

Informazioni


Indirizzo: Via San Sebastiano 1, Trieste

Servizi: visite guidate, bookshop; accessibile ai disabili

Informazioni: www.museoarteorientaletrieste.it – www.triestecultura.it

Orario di apertura: da martedì a sabato 13.30-17.30; domenica 10.00-17.00; chiuso il lunedì

Visite: prenotazioni presso il Servizio Didattico – Tel.: 040 6754480; Fax: 040 6754727; E-mail: serviziodidattico@comune.trieste.it; www.serviziodidattico.it

Ingresso: intero 4,00 €; ridotto 3,00 €; gratuito per minori di 5 anni

Tel.: 040 3220736

E-mail: museoarteorientale@comune.trieste.it

 

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