Museo_Archeologico_Medioevale_Attimis

Museo Archeologico Medievale

Il museo propone al visitatore le vestigia dei castelli di epoca feudale, edificati tra il XII e il XIII secolo e posti a presidio della strada che da Cividale portava al Norico, che costituiscono il patrimonio monumentale e archeologico medievale del territorio: Attimis Superiore e Inferiore, Partistagno, Soffumbergo, Zucco, Cucagna, Cergneu, Motta e Zuccola.

Il percorso affronta la storia delle fortificazioni e della loro evoluzione architettonica, con sezioni dedicate alla coniazione della moneta nella zecca medievale, alle fasi del lavoro dell’archeologo e il metodo stratigrafico. Ampio spazio è dato alla ricostruzione della vita negli ambienti castellani del basso Medioevo, alle armi e alle armature nell’età feudale, infine, ai ritrovamenti, come la più antica Madonna lignea del Friuli, risalente alla metà del XIII secolo.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Principale 99, Attimis

Servizi: visite guidate, bookshop, laboratori didattici; accessibile ai disabili

Informazioni: www.museoattimis.it

Orario apertura: da marzo a dicembre la domenica 10.00-13.00 e 14.00-19.00; aperture straordinarie su prenotazione – tel.: 329 8993616

Ingresso: intero € 3,00; ridotto € 2,00 (dai 6 ai 14 e oltre i 65 anni); gratuito fino a 6 anni e disabili

Tel.: 0432 789700 / 329 8993616

Fax: 0432 789700

E-mail: info@museoattimis.it

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Civico_Museo_Morpurgo_Trieste

Civico Museo Morpurgo

Il Palazzo Morpurgo – disegnato dall’architetto Giovanni Berlam nel 1875 – appartenne all’omonima famiglia ebrea askenazita, originaria di Marbourg, in Stiria, che si distinse a Trieste oltre che per le capacità imprenditoriali e diplomatiche anche per la munificenza testimoniata da lasciti e donazioni.

Mario Morpurgo de Nilma (Trieste 1867-Pordenone 1943) alla sua morte lasciò tutto il suo patrimonio, comprese le collezioni d’arte e il mobilio, al Comune di Trieste. L’appartamento al secondo piano del palazzo divenne Civico Museo Morpurgo e quello al primo nel 1950 fu adibito a Museo del Risorgimento e a Civico Museo di Storia Patria; infine, nel 1952 divenne anche sede della Collezione Stavropulos.

Arredati con sfarzo secondo il gusto dell’eclettismo, gli interni originali sono un eterogeneo accostamento di stili storici che si contrappongono alle sobrie forme dello stile neorinascimentale degli esterni. I salotti si connotano per la singolarità delle combinazioni: quello in stile impero declinato in rosso, quello che coniuga rinascimento toscano e neorococò sui toni del bruno, quello del romanticismo in legno ebanizzato, quello Luigi Filippo opulento in oro e rosso, quello del Settecento veneziano con lacche eburnee e tenui tinte pastello, quello neo Boulle di ebano intarsiato.

Durante la seconda guerra mondiale furono razziati parte dei quadri e dell’argenteria e tutti i tappeti. Per fortuna, oltre al mobilio, si salvarono una preziosa raccolta di maioliche e porcellane, le xilografie e le incisioni di Jacques Callot, Gérard Edelink, Pierre Drevet, Giandomenico Tiepolo, Francesco Bartolozzi, Jean Balvay, Max Klinger e Félix Vallotton nonché un cospicuo nucleo di xilografie giapponesi e una sessantina tra quadri e disegni.

Al primo piano è possibile visitare il Civico Museo di Storia Patria destinato a conservare documenti, cimeli, dipinti e stampe su storia e folclore cittadino. È stato riaperto nel dicembre 2007, grazie al munifico intervento della famiglia Costantinides, con la creazione della sala del tessuto e la sezione dedicata ad Anita Pittoni nonché il riallestimento della collezione artistica del greco Socrate Stavropulos (Trieste 1882-Zurigo 1960), donata ai Civici Musei di Storia ed Arte nel 1952.

L’archivio, che occupa un’ala dell’appartamento, è una fonte inesauribile di informazioni per gli studiosi della vita pubblica e privata di Trieste nel corso dei secoli.

La Collezione Stavropulos comprende opere di diversi artisti italiani ed europei. Ci sono soprattutto opere di scultura tra cui una di arte antica (testa arcaica da Cipro, VI sec. a. C.). Nel complesso delle opere riguardanti la scultura italiana del Novecento spiccano due personalità di notevole spessore artistico: Libero Andreotti e Marcello Mascherini. L’ampia sezione di pittura e disegni comprende dipinti su tavola dei secoli XV e XVI: due portelle d’altare e due quadri biblici attribuiti a Paul Brill; opere di ritrattisti italiani ed europei dell’Ottocento tra cui figurano Giuseppe Tominz, Franz Eybl, Hans Canon, Anton Romako; di soggetto agreste con dipinti di Francesco Paolo Michetti; ampiamente rappresentati i triestini Umberto Veruda, con una quarantina di disegni e olii, e Adolfo Levier.

 

Tra gli artisti del Novecento emergono i belgi Pierre Paulus e Leon Devos, Arturo Martini con un piccolo olio e Gustavo Boldrini. L’originalità della collezione è rappresentata da una significativa raccolta di opere di artisti ungheresi del Novecento. Uno spazio è dedicato a opere e oggetti appartenuti all’archivio personale di Ugo Carà, donato al Comune di Trieste nel 2005 dalla figlia Giuliana Carabei.

Informazioni


Indirizzo: Via Imbriani 5, Trieste

Servizi: visite guidate, bookshop, Trieste City Pod

Ingresso: (da diritto all’ingresso al Civico Museo di Storia Patria) intero € 4,00; ridotto € 3,00; gratuito per i bambini fino ai 5 anni

Visite: per le visite guidate rivolgersi al Servizio Didattico – www.serviziodidattico.it; E-mail: serviziodidattico@comune.trieste.it

Orari di apertura: martedì 9.00-13.00

Come arrivare: in autobus con le linee 5, 9, 10, 11, 19, 25

Tel./Fax: 040 636969

Informazioni: www.museomorpurgo.it; www.triestecultura.it; E-mail: cmsa@comune.trieste.it; Tel.: 040 6754039 / 040 6754068

 

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Basilica_S_Eufemia_Grado

Basilica di Santa Eufemia

La basilica di Santa Eufemia di Grado, risalente al VI secolo, si trova nella “città vecchia“, nella splendida cornice di Campo dei Patriarchi, vicino al campanile a cuspide del XV secolo, al Battistero del V secolo, al Lapidario e alla Basilica di Santa Maria delle Grazie, la più antica di Grado.

La costruzione della basilica, voluta dall’arcivescovo di Aquileia Elia, fu dedicata ai protomartiri aquileiesi Ermacora, Fortunato ed Eufemia (martire di Calcedonia).

L’edificio, a pianta basilicale, ha facciata tripartita aperta da due portali e tre ampie finestre di tipo paleocristiano. L’interno è strutturato a tre navate su colonne con capitelli che reggono le arcate.

Un capolavoro dell’oreficeria veneziana è la Pala d’argento dorato, di Donato Mazzalorsa, che si trova sopra l’altare. L’oggetto di arredo più affascinante è il pulpito dell’XI secolo: sorretto da sei colonne, di cui due tortili, dai capitelli fogliati ricoperti da rilievi raffiguranti i simboli degli Evangelisti ed una croce, è ricoperto da un cupolino di foggia moresca su archi trilobati inflessi. Sul pavimento si conserva gran parte della copertura originale del VI secolo, molto simile ai canoni stilistici bizantini (schematici e geometrici).

 

Informazioni


Basilica di Santa Eufemia

Campo Patriarca Elia

34073 Grado (GO)

Tel. e fax: +39 0431 80146

E-mail: parrocchia.grado@libero.it

 

Orari di apertura: inverno dal lunedì alla domenica 8.00-18.00; estate: dal lunedì alla domenica 8.00-19.00

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Borgo rurale di Nogaredo di Corno

Il borgo, risalente almeno alla fine del Duecento, si trova a pochi passi dal centro storico del comune di Coseano. Esso conserva gli edifici storici locali caratterizzati dai numerosi “androni” e portali. La piazza è stata riqualificata nel rispetto della tipicità del luogo. Nella zona tra il campanile e la chiesa di Nogaredo di Corno, e nei pressi dei ruderi dell’antica chiesa di Santa Margherita, che sorgeva non lontana sulla sponda sinistra del Corno, sono state trovate tracce di insediamenti di epoca romana.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Dove: Coseano, provincia di Udine

Informazioni: Comune di Coseano, Largo Municipio 14 – tel.: +39 0432 861556; fax: +39 0432 861289 – e-mail: segreteria@com-coseano.regione.fvg.it

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Fortini del Vallo Alpino del Littorio

Il Vallo Littorio era un sistema di opere fortificate realizzato prima dello scoppio della seconda guerra mondiale a difesa delle Alpi, dalla Francia fino al Carso, a presidio delle vie di comunicazione dal fondovalle fino alle quote elevate. In località Invillino, sulla riva destra del fiume Tagliamento, si trova un articolato complesso di gallerie ricavate su tre piani sotto la roccia dei rilievi montuosi, in grado di resistere isolato per diverso tempo, progettato per ritardare l’avanzata, facilitare il tiro delle artiglierie in fortezza e incanalare eventuali attacchi. La struttura è dotata di due ingressi, depositi e casematte per le postazioni delle mitragliatrici, nonché di un osservatorio a due visuali che permette di controllare il territorio da Invillino fino ad Enemonzo, mantenendo così il collegamento visivo con gli osservatori di Preone e Socchieve.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Invillino Località Plera, Villa Santina

Servizi: visite guidate, bookshop

Tel./fax: +39 0432 541305

Informazioni: www.parks.it/parco.colline.carnichewww.comune.villasantina.ud.it – Ufficio Accoglienza Turistica Villa Santina, Piazza Venezia 1 – Tel.: +39 0433 74040; e-mail: turismovilla@tiscali.it

Orari di apertura: su prenotazione con adeguato preavviso – Tel.: +39 334 9580496; chiuso il 25 dicembre, 1° gennaio, Pasqua

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Loggia del Lionello

Nel 1448, a seguito della richiesta avanzata dal luogotenente Nicolò Savorgnano, venne iniziata la costruzione del Palazzo pubblico di Udine in cui sarebbe stato riunito il Consiglio della città. L’edifico fu realizzato in stile gotico veneziano su disegno del capodistriano Bartolomeo delle Cisterne e di Nicolò Lionello, architetto e orafo locale. Nel 1456 fu ultimato l’edificio, ma la facciata a fasce di marmo bianche e rosa fu terminata soltanto nel 1548.

Al loggiato ad archi ogivali recante la scritta “Utinum”, cinto da balaustra, si accede da tre scalinate. Il palazzo al piano superiore si apre su una finestra balconata a cinque luci trilobate intramezzate da colonnine bicolori e da due trifore.

Nella Loggia, distrutta da un incendio nel 1876 e ricostruita dall’architetto Andrea Scala, si conservano la Madonna col Bambino e il Castello di Udine, di Bartolomeo Bon, coevi al palazzo; la statua raffigurante la Patria del Friuli di Andrea Flaibani, realizzata durante la ricostruzione; i busti del luogotenente veneto Mocenigo e dei generali friulani Carlo Caneva e Antonio Baldissera, una decorazione monocroma di Enrico Miani e una Madonna col Bambino e tre angeli musicanti, affresco di Giuseppe Ghedina ispirato a quello di Giovanni Antonio da Pordenone del 1516, in parte salvato dall’incendio, ora visibile al Castello. Appeso al soffitto si trova il termometro a spire bimetalliche del Malignani e, in una teca, gli strumenti meteorologici in ferro battuto di Alberto Calligaris.

Nel piano superiore, cui si accede passando per il portale disegnato da Palladio, c’è la sala del Consiglio Comunale con le tele del sanvitese Pomponio Amalteo e dell’udinese Francesco Floreani.

 

Informazioni


Indirizzo: Piazza della Libertà, Udine

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Area_archeologica_Aquileia

Area archeologica di Aquileia

Aquileia – dichiarata dal 1998 Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO – fondata dai Romani nel 181 a. C., divenne una delle città più grandi e ricche dell’Impero Romano, tanto da esser definita la “seconda Roma”. Sorta come avamposto militare contro i barbari, divenne poi sede di un Patriarcato che durò fino al 1751, e nel Medioevo fu centro propulsore del Cristianesimo in tutta l’Europa centrale.

Aquileia, con il suo porto fluviale, era divenuta un importante centro commerciale e fu in parte distrutta dai saccheggi degli Unni di Attila.

Già nei secoli passati vennero fatti degli scavi archeologici, ma finalizzati soltanto all’accertamento di alcune imponenti strutture antiche come l’anfiteatro, il complesso basilicale cristiano, le mura difensive, ecc. Fu solo nel XVIII secolo che si iniziò la raccolta e lo studio dei reperti che venivano alla luce e appena nel 1882 si costituì il Museo Archeologico Aquileiese.

Le zone archeologiche che sono state indagate e rese visitabili sono relativamente recenti, dal 1930 ai giorni nostri: il macellum, le terme, il Mausoleo, le mura difensive, il sepolcreto romano, il circo e l’anfiteatro, sono oggi in parte visitabili, insieme agli scavi del porto fluviale sul Natissa, con magazzini e banchine.

Gli scavi hanno poi messo in luce resti del foro romano, risalente al II-III sec. d. C., che era il cuore della vita pubblica, con la splendida Basilica civile, pavimenti in mosaico e fondazioni di case (fondi Cal ed ex Cossar).

Gli scavi archeologici sono sempre in corso, ma i resti finora riportati alla luce sono fra le testimonianze meglio conservate dell’antica grandiosità romana.

I reperti romani e paleocristiani ritrovati ad Aquileia sono conservati in tre musei: il Museo Archeologico Nazionale di Villa Cassis, uno dei maggiori musei archeologici del Nord Italia, il Museo Paleocristiano, in località Monastero, e il Museo Civico del Patriarcato.

 

Informazioni


Orari di visita: l’area archeologica, a ingresso libero, è accessibile dalle 8.30 a mezz’ora prima del tramonto.

Ufficio turistico: via Iulia Augusta, parcheggio e bus terminal

Tel.: +39 0431 919491- fax: +39 0431 919491

info.aquileia@turismo.fvg.it

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