Castello_Porcia

Castello di Porcia

Le prime notizie del maniero medievale che domina il centro storico di Porcia risalgono al 1188, quando Guecello I Signore di Prata, Porcia e Brugnera fu investito dal Patriarca di Aquileia del feudo e del castello. Il castello, tuttavia, dovrebbe risalire all’XI secolo e forse il mastio perfino al periodo romano.

A partire dal XII secolo è divenuto dimora permanente dei nobili di Porcia che governarono questi territori per quasi otto secoli e ancor oggi è residenza privata e, pertanto, visitabile solo all’esterno.

Il casato, che assurse al titolo comitale prima e al rango principesco poi, nel 1418 giurò fedeltà alla Serenissima, servendola fino alla conquista napoleonica; e anche dopo la fine del potere feudale i Porcia riuscirono a mantenere la proprietà del castello. Qui vi soggiornarono l’imperatore Carlo V d’Asburgo ed Enrico III di Polonia.

Originariamente le mura merlate sormontate da otto torri comprendevano la residenza nobiliare e una chiesa; progressivamente venne ampliato e ulteriormente fortificato. Nel corso dei secoli il castello ha subito numerose devastazioni – soprattutto a causa dei terremoti – e oggi si presenta come una struttura composita: un palazzo rinascimentale ed un edificio in stile veneziano sono, infatti, affiancati all’imponente torre medievale. Al suo interno si conservano alcune pitture quattrocentesche e gli affreschi di Giuseppe Bernardino Bison. Nel fabbricato delle cantine ci sono alcuni resti del Salone degli Stemmi e dei Diamanti che andò distrutto da un incendio nel XVI secolo.

Nelle vicinanze si trova il campanile della chiesa di San Giorgio, realizzato tra la fine del XV e la prima metà del XVI secolo, l’unico in regione ad avere un camminamento senza gradini. Girolamo di Porcia scrisse che su questo campanile – che nella foggia si ispira a quello di San Marco, a Venezia – “si può ascendere a cavallo”.

 

Informazioni


Indirizzo: Porcia

Visite: Cantine dei Principi di Porcia e Brugnera, sempre aperte

Informazioni: www.porcia.com

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ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI PORDENONE

gorizia

Provincia di Gorizia

La Provincia di Gorizia è racchiusa tra l’estremo bordo meridionale delle Prealpi Giulie, rappresentate dai rilievi del Collio, e la laguna di Grado sul mare Adriatico; a Ovest la pianura friulana, a Est il confine con la Slovenia e le alture carsiche. Un territorio piccolo, ma ricco di peculiarità, che racchiude una grande ricchezza di paesaggi, oltre a tante testimonianze storiche e artistiche che rivelano influssi culturali germanici, slavi e latini. Nella provincia convivono le etnie slovena, italiana e friulana, che si armonizzano fra loro in particolare nella città di Gorizia.

Il tratto costiero è dominato dalla meravigliosa laguna di Grado, storico centro di epoca romana di cui sopravvivono testimonianze archeologiche, centro termale, luogo di sport acquatici e di golf, con lunghe spiagge dorate. La laguna è un suggestivo intreccio di canali tra isole e isolotti, dove sono state istituite due aree protette, habitat ideali per numerose specie di uccelli: la Riserva naturale della Valle Cavanata e la Riserva naturale della foce dell’Isonzo, dove vivono allo stato brado i cavalli Camargue. La fertile pianura dell’Isonzo presenta ampie distese di vigneti che producono vini di alta qualità, paesini pittoreschi e scorci panoramici di singolare bellezza. Risalendo la sua valle, l’Isonzo diventa sempre più selvaggio e affascinante.

Uno dei paesaggi più caratteristici della provincia di Gorizia e dell’intera regione è offerto dall’altipiano carsico, il cui terreno aspro e roccioso è coperto da una colorata vegetazione mediterranea. Area di alto valore naturalistico, ma anche storico: il Carso infatti è stato teatro di feroci combattimenti durante la prima guerra mondiale, i cui segni indelebili sono trincee, camminamenti e opere difensive che vengono recuperate e rese fruibili ai visitatori in un percorso della memoria che ha nel Sacrario di Redipuglia, che conserva i corpi di 100.000 soldati caduti, il suo punto di partenza.

Altro paesaggio caratteristico è costituito dalle dolci colline del Collio, costellate da piccoli borghi come Oslavia, Dolegna del Collio e Cormons e ricoperte di vigne che producono eccellenti vini.

I prodotti del mare e la tradizione mitteleuropea sono alla base della cucina goriziana. Si passa dal brodetto di pesce di Grado (boreto alla graisana) ai sapori più robusti, influenzati dall’enogastronomia slava ed austriaca: gnocchi di pane con lo speck, gnocchetti di fegato o di semolino in brodo, kaiserfleish (carrè di maiale affumicato accompagnato da crauti), gulasch, cacciagione, patate in tecia e brovada, cioè rape tagliate a fettine sottili, macerate nella vinaccia e poi cotte. Tra i dolci tipici, la gubana goriziana e la putizza (dolci ripieni di frutta secca), la pinza (tradizionale focaccia), le palacinche (omelette ripiene di marmellata di albicocche, o noci, o cioccolata).

Imperdibili i vini Doc con i marchi Collio e Isonzo: tra i bianchi, il Friulano e il Pinot; tra i rossi, il Cabernet, il Merlot e il corposo Refosco.

 

 

 

 

CULTURA
BORGHI TIPICI CASTELLI EVENTI
    MONUMENTI E SITI STORICI MONUMENTI RELIGIOSI MOSTRE
    MUSEI SITI ARCHEOLOGICI VILLE E PALAZZI
    NATURA
    CASCATE ESCURSIONI FIUMI
        GIARDINI E PARCHI GROTTE LAGHI E LAGUNE
          MONTAGNA PARCHI E RISERVE SPIAGGE
            ENOGASTRONOMIA
            RISTORANTI AGRITURISMO PIZZERIE
                  CANTINE PRODUTTORI
                    OSPITALITÀ
                    HOTEL BED & BREAKFAST AGRITURISMO
                        CAMPEGGI AFFITTACAMERE APPARTAMENTI PER VACANZE
                              SPORT
                              TREKKING E PASSEGGIATE MOUNTAIN BIKE CAVALLO
                                  SPORT ACQUATICI SPORT INVERNALI SPORT MONTAGNA
                                        SONY DSC

                                        Biotopo delle Risorgive di Flambro

                                        Situato alla destra del Cormor e adiacente al biotopo delle Risorgive di Virco, quello delle Risorgive di Flambro è un biotopo articolato e ben salvaguardato, compreso nel sito delle Risorgive dello Stella. Si tratta del più importante e vasto complesso di vegetazione umida d’acqua dolce della regione, garantito dalle risorgive – un reticolo di acque affioranti in superficie – nonché uno dei pochi lacerti naturali rimasti intatti in pianura.

                                        Un percorso attrezzato permette di visitare l’area in un circuito ad anello che parte dal Mulino Braida. Lungo la corrente d’acqua limpida della Roggia dei Molini spiccano le fioriture bianche del crescione e le distese di piante acquatiche galleggianti. Si possono osservare i cladieti che circondano le olle ricche di acqua, le torbiere dominate dal giunco nero e i più rari i prati umidi colorati dalla gramigna azzurrognola. Poco oltre cresce qualche rado bosco di farnie, olmi e ontani neri alternato a radure e prati coltivati.

                                        La flora vanta specie rare come l’armeria delle paludi che risalta con il suo rosa pastello contro i giunchi scuri, il giallo erucastro, il gladiolo palustre, l’eufrasia di Marchesetti, i viticcini estivi della famiglia delle orchidee e numerosi relitti glaciali fra cui la primula farinosa nei toni dei rosa e dei lilla, la parnassia, la genzianella, la carnivora rosolida, e, ancora, il giglio caprino e le iris azzurra e gialla. Nei pressi della Roggia Mezzal è possibile incontrare un esemplare di ramarro verde brillante con una macchia azzurra all’altezza della gola.

                                        I cartelli lungo il tragitto descrivono specie vegetali e animali caratteristici della zona, fra cui la rana di Lataste – una delle specie più rare d’Europa e soggette ad estinzione – oppure i tritoni, l’ululone dal ventre giallo e la tartaruga di acqua dolce. Di interesse anche la presenza dell’airone rosso e il tarabusin; fra i rapaci vi sono, inoltre, l’albanella reale e il falco di palude.

                                         

                                        Informazioni


                                        Ubicazione: Comune di Talmassons

                                        Estensione: 73 ettari

                                        Informazioni: www.comune.talmassons.ud.it – Comune di Talmassons, via Tomadini 15 -tel.: 0432 766020; fax 0432 765235; e-mail: segreteria@com-talmassons.regione.fvg.it

                                        Servizi: dalla località Molini Braida si sviluppa un breve percorso didattico

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                                        Museo_Civico_Storico_Palmanova

                                        Museo Civico Storico

                                        Il museo della Città Fortezza conserva le raccolte civiche di armi, disegni e monete, e documenta attraverso una serie di carte geografiche la situazione geopolitica del Friuli durante il XVI secolo e il territorio in cui nel 1593 sorse la fortezza di Palma. La costruzione delle tre cerchie di fortificazioni e l’impianto urbanistico della città sono raccontate dalla fondazione veneziana, attraverso la dominazione francese e austriaca, fino al primo conflitto mondiale e alle distruzioni avvenute durante la ritirata di Caporetto.

                                        Del periodo in cui fu soggetta alla Serenissima sono conservati manoscritti, disegni e progetti inerenti la costruzione della fortezza, nonchè le medaglie d’oro coniate per la fondazione della città, con l’immagine del leone marciano e della croce sulla fortezza di Palma, raffigurata come il baluardo di difesa della fede cristiana.

                                         
                                         
                                         
                                         
                                         
                                         
                                         
                                         

                                        Informazioni


                                        Indirizzo: Palazzo Trevisan, Borgo Udine 4, Palmanova

                                        Servizi: visite guidate, assistenza storica in archivio, punto informativo e materiale divulgativo sulla fortezza di Palmanova e sul museo; accessibile ai disabili

                                        Informazioni: www.comune.palmanova.ud.it

                                        Orari di apertura: da martedì a domenica 10.00-12.00; aperture in altri giorni e orari contattando l’Ufficio Cultura del Comune di Palmanova, Piazza Grande 1 – Tel.: 0432 922131

                                        Ingresso: intero € 2,00; ridotto € 1,50 (fino a 18 anni, gruppi di almeno 15 persone, oltre i 65 anni e disabili)

                                        Tel.: 0432 929106

                                        Fax: 0432 929106

                                        E-mail: cultura@comune.palmanova.ud.it

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                                        Museo_Civico_Carrozze_Epoca_Codroipo

                                        Museo Civico delle carrozze d’epoca

                                        La collezione appartenuta ad Antonio Lauda (Foggia 1925-Codroipo 2000) ripercorre la storia del trasporto su strada fino all’avvento dell’auto, esponendo quasi tutte le tipologie di carrozze usate in Europa fra Ottocento e inizio Novecento: dallo Spider di campagna alle vetture di gala e passeggio, dai modelli Omnibus inglesi alla classica diligenza dell’Ottocento, vantando pezzi appartenuti ai Tomasi di Lampedusa e allo zar di Russia Pietro il Grande.

                                        Il museo accoglie nelle sue gallerie 44 carrozze perfettamente funzionanti e restaurate con materiali originali d’epoca.

                                        Il viaggio nella Belle Epoque prosegue con la collezione di giocattoli d’epoca provenienti da tutto il mondo, donata da Gabriella Cardazzo: bambole in porcellana, cartapesta e pezza, pupi siciliani, burattini, giocattoli in latta, cavalli in legno e una vasta sezione di costumi del folclore mondiale.

                                        Al museo appartengono, inoltre, una collezione di paramenti sacri, lascito della famiglia Kechler-Ferrari, e la collezione d’arte contemporanea, dono dello scrittore Elio Bartolini, che conta oltre settanta opere fra dipinti, stampe e sculture dei maggiori artisti friulani, quali Renzo Tubaro, Nane Zavagno, Sergio Altieri, Tonino Cragnolini e Carlo Ciussi.

                                        Durante il periodo esitivo il museo organizza le passeggiate in carrozza da San Martino a Villa Manin, il teatrino di burattini, concerti di musica classica e mostre tematiche.

                                         

                                        Informazioni


                                        Indirizzo: Via San Pietro 6, San Martino di Codroipo

                                        Servizi: visite guidate, laboratori didattici, laboratorio teatrale per scuole d’infanzia, fototeca; parzialmente accessibile ai disabili

                                        Informazioni: www.comune.codroipo.ud.it – www.provincia.udine.it/musei

                                        E-mail: museodellecarrozze@comune.codroipo.ud.it

                                        Tel.: 0432 912493

                                        Fax: 0432 913911

                                        Orari di apertura: giovedì e venerdì 14.30-17.30; sabato 9.00-12.30; domenica 10.30-12.30 e 14.30-18.30; gruppi (minimo 15 persone) e scolaresche su prenotazione anche in altri giorni e orari

                                        Ingresso: intero € 3,00; ridotto € 2,00; gratis fino ai 18 anni con FVG Card; laboratorio didattico € 5,00 a persona

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                                        Sutrio

                                        Sutrio

                                        Sutrio sorge nella valle del Bût a pochi chilometri dall’Austria. Oltre al capoluogo, il comune conta le frazioni di Nojaris, Priola e la località Zoncolan. Questo suggestivo paese di montagna, adagiato in una splendida vallata delle dolomiti carniche, è un antico borgo di alta tradizione di artigianato del legno.

                                        Sul colle di Ognissanti si trova l’omonima Pieve, edificata all’inizio dell’Ottocento dall’architetto Francesco Schiavi di Tolmezzo. Tra le strette vie lastricate del borgo si ammirano le antiche case del tipo carnico con loggiati, portoni e balconate in pietra e legno. Le case dei Cramârs, i venditori ambulanti che valicavano le Alpi esportando e importando spezie e mercanzie, si distinguono grazie all’incisione della Croce di Mercurio sui portali.

                                        Ovunque sono visibili le statue di legno dei maestri falegnami, i “marangones”, esperti nell’intaglio e nella scultura del legno, che si possono veder lavorare nelle botteghe, mentre realizzano mobili intagliati con i decori tradizionali, oggetti in legno per la casa, statue e bassorilievi.

                                        La prima domenica di settembre la manifestazione “Magia del legno” è dedicata all’artigianato locale. Durante il periodo natalizio si svolge la rassegna “Borghi e Presepi”, dove sono visibili numerosi presepi allestiti nei cortili e sotto i loggiati delle più antiche case del paese come il Presepe di Teno, frutto di un lavoro trentennale.

                                        Nei pressi di Sutrio sono da ricordare il comprensorio sciistico dello Zoncolan e le terme di Arta.

                                         

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                                        Farie_de_Checo

                                        Farie de Checo

                                        La Farie di Cercivento è un’opificio con meccanismi idraulici risalente al 1426, completamente ristrutturato a cura della Comunità montana della Carnia e perfettamente funzionante. La visita nell’antica fucina riscopre il processo di lavorazione del ferro attraverso gli attrezzi del fabbro quali il mantice, il maglio e la mola corredati da materiali didattici ed illustrativi. Tutti i meccanismi sono azionati con l’energia prodotta dalla forza dell’acqua della roggia che, scorrendo attraverso scivoli apribili dall’interno, piomba all’occorrenza sulle pale delle ruote motrici conferendo movimento agli alberi motori collegati agli attrezzi da lavoro ancora esistenti e perfettamente funzionanti. All’esterno una serie di congegni regola il flusso dell’acqua delle rogge e le pale in legno mentre nella bottega sono esposti una serie di oggetti realizzabili in una fucina.

                                         
                                         
                                         
                                         
                                         
                                         
                                         
                                         

                                        Informazioni


                                        Indirizzo: Località Plan de Fàrie, Cercivento (Ud)

                                        Servizi: visite guidate

                                        Informazioni: www.carniamusei.org – carnia.musei@cmcarnia.regione.fvg.it

                                        Orari di apertura: aperture su richiesta contattando l’ufficio CarniaMusei – Tel.: 0433487779 – e-mail: carnia.musei@cmcarnia.regione.fvg.it

                                        Ingresso: gratuito

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