Fiume_Timavo

Fiume Timavo

Il Timavo è un fiume misterioso e affascinante: il suo percorso sotterraneo, non ancora perfettamente noto, è un fenomeno carsico fra i più interessanti. E, con i suoi soli 2 km di percorso in superficie in territorio italiano, è il più corto fiume della penisola che sfoci in mare.

Nasce alle pendici del Monte Nevoso in Croazia e percorre con il nome di Reka (“Fiume”) 37 chilometri prima di precipitare in una grande voragine nei dintorni del paese di Vreme, in Slovenia: sotto i ruderi del castello di Noviscoglio/Školj, il fiume si insinua in una stretta gola, tra pareti strapiombanti, prima di inabissarsi a 250 metri sotto terra, nelle spettacolari Grotte di San Canziano (Škocjanske Jame); prosegue il suo corso sotterraneo per circa 40 chilometri passando per l’Abisso di Trebiciano, dove scorre a 329 metri di profondità, per tornare alla luce a San Giovanni di Duino, nel Golfo di Trieste. Qui il Timavo riappare, con tre sorgenti, in tutta la sua tranquilla bellezza, nei pressi della basilica di San Giovanni in Tuba, a circa due chilometri dal punto in cui si tuffa nel mare.

L’area delle foci del Timavo è sempre stata luogo di culto fin dall’antichità: la presenza di un fiume che sgorgava dalla terra aveva incuriosito e impaurito le popolazioni primitive. Timavus era, in età romana, il nome sia del fiume sia della relativa divinità fluviale.

Parco_Castello_Spessa_Capriva

Parco del Castello di Spessa

Un’antica struttura fortificata presidiava il colle di Spessa già nel XIV secolo e, tra Cinquecento e Seicento, passata in mano ai conti della Torre, fu convertita in villa di campagna con annessa azienda agricola rinomata per la produzione di vino.

Nel 1872, alla morte del conte della Torre Valsassina, il complesso fu diviso tra le proprietà della Mensa episcopale di Gorizia e, in parte, in quelle della famiglia triestina Volcker, che ne affidò la ristrutturazione all’architetto storicista Ruggero Berlam. Nel 1913 fu acquistato dai baroni triestini Economo, che effettuarono consistenti interventi nel parco e realizzarono un giardino all’italiana antistante la villa.

Nel 1925 divenne proprietà dei Segrè Sartorio e, dopo la seconda guerra mondiale, fu ereditato dal figlio adottivo della coppia, Michele Stavro Santarosa, di origini greche. Nel 1981 il complesso, ormai trasformato in azienda vinicola, venne acquistato dall’imprenditore friulano Loretto Pali.

Negli ultimi trent’anni sono stati attuati numerosi lavori di recupero – durante la seconda guerra mondiale il parco era stato completamente minato – e poco dopo il 2000 è stato realizzato un campo da golf. Infine, nel 2010, per rendere omaggio a Giacomo Casanova, che soggiornò a Spessa nel 1773, è stata tracciata una romantica passeggiata, che fra bersò, balconate ornate di statue e alberi secolari, conduce fra le tabelle in ferro battuto dove sono incise frasi di Casanova sull’amore, le donne, l’amicizia, la vita.

 

Informazioni


Indirizzo: Via Spessa 1, Spessa (Capriva del Friuli)

Superficie totale: 3,40 ha

Impianto planimetrico: irregolare con inserti geometrici (giardino), schema libero (parco e campo da golf)

Condizione giuridica: proprietà privata

Peculiarità scenografiche e compositive: aiuole, cappella, pozzo, reperti romani, vialetti

Specie botaniche di rilievo: catalpa, cipresso italico, farnia, ippocastano, fotinia, pioppo nero, sophora, spino di Giuda

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ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI GORIZIA

Liberty

Residence Liberty

Il Residence Liberty di Trieste , situato a cento metri dalle Rive e da piazza Unità d’Italia, offre agli ospiti un nuovo modo di abitare, permette infatti di vivere a Trieste nel cuore del centro storico con il massimo confort per periodi di tempo più o meno lunghi.

Il Residence è ospitato in un palazzo degli inizi del ’900, dove l’atmosfera d’inizio secolo è ricreata dai bei affreschi in stile liberty che tappezzano e incorniciano le pareti dell’atrio e del vano scale. La grande entrata accoglie la reception dove il nostro personale è a vostra disposizione per qualsiasi informazione e richiesta.

Gli alloggi del Residence Liberty dispongono di una cucina dove potrete prepararvi la colazione e di una lavanderia comune.

L’imponente edificio del residence di sei piani si articola su undici livelli e dispone di quaranta appartamenti sistemati su due blocchi che si possono raggiungere per mezzo di un ascensore di ultima generazione. Tutti i miniappartamenti sono ammobiliati con gusto e, pur inserendosi armonicamente nell’estetica del complesso, sono perfettamente in linea con le migliori suite d’albergo. Si compongono di entrata, angolo notte con due letti da una piazza e mezza, soggiorno, bagno e cucina comoda completamente attrezzata.
 

Servizi

Ogni appartamento è arredato ed accessoriato, completo di stoviglie, e dotato di telefono, videocitofono, televisore ed aria condizionata per rendere gradevole il vostro soggiorno, oltre che del servizio di pulizia settimanale, con cambio delle lenzuola e degli asciugamani in dotazione.

E’ disponibile la connessione Wi-Fi per la connessione ad internet.

Tra i servizi aggiuntivi offerti dal residence potete trovare uno spazio spazio adibito a lavanderia a gettoni.
 

Ubicazione del residence

Il Residence Liberty a Trieste è in posizione centrale ed è facilmente raggiungibile grazie alle numerose vie d’accesso: l’autostrada A4, la ferrovia con la stazione posta nel centro cittadino o l’ aereoporto di Ronchi dei Legionari, a 22 Km dal capoluogo giuliano.

Informazioni


Residence Liberty
Via Diaz 14
34124 Trieste

Telefono: +39 040 300 514
Fax: +39 040 322 0751
Mobile: +39 335 70 71 034
E-mail: info@residenceliberty.it
Website: www.residenceliberty.it

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ALTRO IN ZONA
gorizia

Provincia di Gorizia

La Provincia di Gorizia è racchiusa tra l’estremo bordo meridionale delle Prealpi Giulie, rappresentate dai rilievi del Collio, e la laguna di Grado sul mare Adriatico; a Ovest la pianura friulana, a Est il confine con la Slovenia e le alture carsiche. Un territorio piccolo, ma ricco di peculiarità, che racchiude una grande ricchezza di paesaggi, oltre a tante testimonianze storiche e artistiche che rivelano influssi culturali germanici, slavi e latini. Nella provincia convivono le etnie slovena, italiana e friulana, che si armonizzano fra loro in particolare nella città di Gorizia.

Il tratto costiero è dominato dalla meravigliosa laguna di Grado, storico centro di epoca romana di cui sopravvivono testimonianze archeologiche, centro termale, luogo di sport acquatici e di golf, con lunghe spiagge dorate. La laguna è un suggestivo intreccio di canali tra isole e isolotti, dove sono state istituite due aree protette, habitat ideali per numerose specie di uccelli: la Riserva naturale della Valle Cavanata e la Riserva naturale della foce dell’Isonzo, dove vivono allo stato brado i cavalli Camargue. La fertile pianura dell’Isonzo presenta ampie distese di vigneti che producono vini di alta qualità, paesini pittoreschi e scorci panoramici di singolare bellezza. Risalendo la sua valle, l’Isonzo diventa sempre più selvaggio e affascinante.

Uno dei paesaggi più caratteristici della provincia di Gorizia e dell’intera regione è offerto dall’altipiano carsico, il cui terreno aspro e roccioso è coperto da una colorata vegetazione mediterranea. Area di alto valore naturalistico, ma anche storico: il Carso infatti è stato teatro di feroci combattimenti durante la prima guerra mondiale, i cui segni indelebili sono trincee, camminamenti e opere difensive che vengono recuperate e rese fruibili ai visitatori in un percorso della memoria che ha nel Sacrario di Redipuglia, che conserva i corpi di 100.000 soldati caduti, il suo punto di partenza.

Altro paesaggio caratteristico è costituito dalle dolci colline del Collio, costellate da piccoli borghi come Oslavia, Dolegna del Collio e Cormons e ricoperte di vigne che producono eccellenti vini.

I prodotti del mare e la tradizione mitteleuropea sono alla base della cucina goriziana. Si passa dal brodetto di pesce di Grado (boreto alla graisana) ai sapori più robusti, influenzati dall’enogastronomia slava ed austriaca: gnocchi di pane con lo speck, gnocchetti di fegato o di semolino in brodo, kaiserfleish (carrè di maiale affumicato accompagnato da crauti), gulasch, cacciagione, patate in tecia e brovada, cioè rape tagliate a fettine sottili, macerate nella vinaccia e poi cotte. Tra i dolci tipici, la gubana goriziana e la putizza (dolci ripieni di frutta secca), la pinza (tradizionale focaccia), le palacinche (omelette ripiene di marmellata di albicocche, o noci, o cioccolata).

Imperdibili i vini Doc con i marchi Collio e Isonzo: tra i bianchi, il Friulano e il Pinot; tra i rossi, il Cabernet, il Merlot e il corposo Refosco.

 

 

 

 

CULTURA
BORGHI TIPICI CASTELLI EVENTI
    MONUMENTI E SITI STORICI MONUMENTI RELIGIOSI MOSTRE
    MUSEI SITI ARCHEOLOGICI VILLE E PALAZZI
    NATURA
    CASCATE ESCURSIONI FIUMI
        GIARDINI E PARCHI GROTTE LAGHI E LAGUNE
          MONTAGNA PARCHI E RISERVE SPIAGGE
            ENOGASTRONOMIA
            RISTORANTI AGRITURISMO PIZZERIE
                  CANTINE PRODUTTORI
                    OSPITALITÀ
                    HOTEL BED & BREAKFAST AGRITURISMO
                        CAMPEGGI AFFITTACAMERE APPARTAMENTI PER VACANZE
                              SPORT
                              TREKKING E PASSEGGIATE MOUNTAIN BIKE CAVALLO
                                  SPORT ACQUATICI SPORT INVERNALI SPORT MONTAGNA
                                        ItJoyce

                                        James Joyce: Itinerari Triestini

                                        James Augustine Aloysius Joyce nasce nel 1882 da una famiglia della media borghesia cattolica dublinese. Dopo aver frequentato il Clongowes Wood College, gestito da gesuiti, si laurea in lingue straniere (francese e italiano) e si trasferisce a Parigi per studiare medicina ma – sia per la difficoltà delle lezioni in francese sia per problemi finanziari – non continua gli studi, ritornando a Dublino.

                                        Del 1904 è il primo tentativo di pubblicare Ritratto di artista, il racconto che poi diventerà Stephen Hero e successivamente Ritratto dell’artista da giovane e le prime poesie della raccolta Musica da camera.

                                        Insofferente al provincialismo bigotto di Dublino, Joyce lascia la città con Nora Barnacle conosciuta pochi mesi prima e che sposerà nel 1931. Informato che alla Berlitz School di Trieste si era reso disponibile un posto di insegnante di inglese, James assieme a Nora, raggiunge la città adriatica per scoprire che il posto non è libero. Viene quindi mandato alla filiale che l’istituto aveva aperto a Pola, in Istria, da dove però nel marzo 1905 tutti gli stranieri vengono espulsi per ragioni di controspionaggio. Tornato a Trieste, la Berlitz lo assume e inizia uno dei periodi più fecondi per la sua produzione letteraria.

                                        Durante il suo soggiorno triestino Joyce completa la raccolta di racconti Gente di Dublino, pubblica una seconda stesura della raccolta di poesie Musica da camera, scrive il poema in prosa autobiografico Giacomo Joyce e inizia, oltre al dramma Esuli, il lavoro che gli darà fama internazionale: l’Ulisse.

                                        Importantissima è la sua amicizia con Ettore Schmitz, alias Italo Svevo, “scrittore negletto” secondo le stesse parole di Joyce, che lo conosce nel I 907 quando Svevo deve imparare l’inglese per gestire la fabbrica di Londra della ditta di vernici Veneziani. Svevo è considerato uno dei modelli di Leopold Bloom, soprattutto negli aspetti più propriamente ebraici.

                                        Durante la prima guerra mondiale Joyce si trasferisce a Zurigo dove finisce Esuli e continua il lavoro sull’Ulisse. Torna a Trieste nel 1919 ma, deluso dal nuovo clima della città passata all’amministrazione italiana, ci resta meno di nove mesi per poi partire per Parigi dove rimarrà per i successivi vent’anni.

                                        Nel 1922 comincia Work in progress che rinominerà Finnegans Wake, lavoro che occuperà sedici anni della sua vita.

                                        James Joyce è sepolto a Zurigo, dove morì nel 1941 dopo essere fuggito da Parigi nell’imminenza dell’arrivo delle truppe naziste.

                                         

                                        Vedi James Joyce: Itinerari triestini / Triestine Itineraries, di Renzo S. Crivelli, MGS Press, Trieste 1996

                                         

                                        Le abitazioni

                                         

                                        A

                                        VIA SAN NICOLÒ 30, secondo piano
                                        1° maggio 1905 – 24 febbraio 1906
                                        Qui il 27 luglio nacque il figlio Giorgio e James scrisse alcuni racconti dei Dubliners e Stephen Hero.

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                                        VIA SAN NICOLÒ 32, terzo piano
                                        marzo – novembre 1907
                                        Joyce torna a stabilirsi in via San Nicolò al suo rientro da Roma nel 1907. Il 7 marzo telegrafa al fratello da Firenze: “Arrivo 8 trova una stanza”. Ma Stanislaus non riuscirà a trovargli un alloggio, così ospiterà James, Nora e Giorgio a casa sua.

                                        C

                                        PIAZZA PONTE ROSSO 3, terzo piano
                                        marzo – aprile 1905
                                        Da questo appartamento si vede il mercato nella piazza sottostante e il canale, allora animato dalle barche a vela che portavano le merci dall’Istria e dal Veneto. A questo indirizzo lo scrittore è vissuto dopo il suo ritorno da Pola, dalla prima settimana di marzo fino agli inizi di aprile del 1905.

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                                        VIA S. CATERINA I, primo piano
                                        1° dicembre 1907 – primi di marzo 1909
                                        Durante il soggiorno in questo appartamento Nora perse il loro terzo figlio. È verosimile che la trasposizione letteraria di questo evento sia la morte prematura del figlio di Bloom nell’Ulisse.

                                        E

                                        VIA DELLA SANITÀ 2, terzo piano (oggi via Diaz 2)
                                        metà ottobre 1919 – primi di luglio 1920
                                        Questo fu l’indirizzo di Joyce dopo il suo ritorno da Zurigo e anche l’ultimo dei suoi indirizzi triestini. L’appartamento gli era stato dato in subaffitto da Frantisek Schaurek, impiegato di banca originario di Praga, che nell’aprile 1915 aveva sposato Eileen, sorella di Joyce. Oltre che con gli Schaurek e i loro due bambini, i Joyce condividevano l’appartamento con Stanislaus tornato dall’internamento in Austria durato quattro anni. Qui Joyce scrisse Nausicaa e Oxen of the Sun e cominciò a comporre Circe, episodi di Ulysses.

                                        F

                                        VIA DONATO BRAMANTE 4, secondo piano
                                        15 settembre 1912 – 28 giugno 1915
                                        Qui scrive Giacomo Joyce, conclude Ritratto d’artista e inizia la stesura del dramma Esuli e del suo capolavoro Ulisse. Nel periodo che Joyce trascorre in questa abitazione, viene finalmente pubblicato nel 1914, dopo una serie di infruttuosi tentativi, Gente di Dublino.

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                                        VIA DELLA BARRIERA VECCHIA 32, terzo piano
                                        fine agosto 1910 – primi di settembre 1912
                                        L’appartamento occupato dai Joyce appartiene all’imprenditore proprietario della sottostante farmacia Picciola, ancora esistente.

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                                        VIA VINCENZO SCUSSA 8, primo piano
                                        6 marzo 1909 – 24 agosto 1910
                                        Qui abitarono brevemente anche le sorelle di Joyce Eva e Eileen, che lo avevano accompagnato a Trieste al ritorno da due viaggi in Irlanda.

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                                        VIA GIOVANNI BOCCACCIO I, secondo piano
                                        24 febbraio – 30 luglio 1906
                                        La famiglia Joyce, incluso il fratello di James, Stanislaus, visse qui assieme al collega della Berlitz School Alessandro Francini Bruni, a sua moglie Clotilde e al loro figlio Daniele.

                                         

                                        Altri luoghi joyciani

                                         

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                                        PIAZZA DELLA STAZIONE (ora Piazza Libertà)
                                        Joyce e Nora arrivano a Trieste il 20 ottobre 1904, lui lascia la giovane compagna nel giardino della stazione per andare a cercare una sistemazione per la notte. Giunto in piazza Grande (oggi piazza dell’Unità d’Italia) si ritrova coinvolto in una rissa tra marinai inglesi ubriachi in un bar e all’arrivo della polizia viene arrestato assieme a loro. Sarà rilasciato alcune ore dopo grazie all’intervento del console inglese e potrà finalmente raggiungere Nora alla panchina della stazione.

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                                        HOTEL CENTRAL (Haberleitner)
                                        Via San Nicolò 15
                                        È il luogo dove James Joyce e Nora Barnacle passarono le prime notti a Trieste.

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                                        LA BERLITZ SCHOOL
                                        Via San Nicolò 32, primo piano
                                        La Berlitz School, forse il più famoso punto di riferimento joyciano a Trieste, fu fondata da Almidano Artifoni nel 1901. Qui Joyce insegna dopo il suo ritorno da Pola, dal marzo 1905 fino al settembre 1906, quando si trasferisce per un breve periodo a Roma, e poi di nuovo al suo ritorno, dal marzo 1907 fino all’autunno di quell’anno, quando abbandona bruscamente l’attività a causa di disaccordi finanziari con la direzione. Stanislaus continua a insegnare alla Berlitz anche dopo l’abbandono del fratello maggiore fino a diventarne vice direttore.

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                                        CAFFÈ STELLA POLARE
                                        Via Sant’Antonio 14 (oggi via Dante Alighieri 14)
                                        Il Caffè Stella Polare ai tempi di Joyce era frequentato dal personale della Berlitz. Tra il 1907 e il 1908 in questo caffè James legge al fratello i suoi racconti appena completati e i capitoli del Portrait.
                                        I tradizionali caffè triestini ospitavano una parte significativa della vita intellettuale della città. In una delle sue prime lettere da Roma, Joyce nota che i caffè romani non reggono il confronto con quelli di Trieste.

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                                        CINEMA “AMERICANO”
                                        Piazza della Borsa 15
                                        È il primo cinema aperto a Trieste. Inaugura le rappresentazioni nel 1905 con il film Napoleone della durata di 15 minuti. Il proprietario è Giuseppe Caris che assieme a Giovanni Rebez, proprietario del cinema Edison, diviene socio di Joyce quando, nel 1909, lo scrittore ha l’idea di aprire una sala cinematografica a Dublino che allora ne era priva.

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                                        TEATRO COMUNALE GIUSEPPE VERDI
                                        Piazza Verdi
                                        Joyce assiste qui a molte rappresentazioni di opere liriche, di cui era appassionato, spesso beneficiando di biglietti gratuiti fornitigli dai suoi amici del quotidiano “Il Piccolo”. Negli anni triestini tentò anche di intraprendere una carriera da cantante lirico professionista.

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                                        CASA DI TOLLERANZA “IL METRO CUBO”
                                        Via della Pescheria 7
                                        In cittàvecchia si trovava anche la zona dei bordelli, divisa tra il ghetto ebraico e l’area vicina al mare conosciuta come Cavana. Vi operavano non meno di 40 bordelli regolarmente registrati in cui almeno 250-300 prostitute offrivano i loro servigi a qualsiasi ora. La minuscola casa di tolleranza chiamata “Il metro cubo” è forse adombrata in una lettera di Joyce a Svevo in cui lo scrittore irlandese ricorda “i postriboli di pubblica insicurezza” della zona.

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                                        PASTICCERIA PIRONA
                                        Largo Barriera Vecchia 12
                                        La pasticceria, tuttora esistente, si trova di fronte all’abitazione posta sopra alla farmacia Picciola in cui Joyce andò a vivere nel 1910. Lo scrittore la frequentava spesso.

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                                        IL PICCOLO – IL PICCOLO DELLA SERA
                                        Piazza Goldoni 1
                                        Joyce inizia a collaborare al giornale triestino grazie alla sua amicizia con il prodirettore di allora Roberto Prezioso. I suoi articoli, pubblicati anche nel Piccolo della Sera, erano in un ottimo italiano e trattavano di argomenti socio-politici irlandesi.

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                                        CHIESA GRECO ORTODOSSA
                                        Riva 3 Novembre 7
                                        La comunità greca di Trieste è estremamente ricca e influente ai tempi di Joyce e lo scrittore irlandese ha tra i suoi allievi alcuni tra i membri più importanti, inclusi il barone Ambrogio Ralli, il conte Sordina e la famiglia Galatti. Joyce frequenta le funzioni religiose greco-ortodosse e trae diletto nel paragonarle alle funzioni religiose latine, che ritiene superiori.

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                                        SCUOLA SUPERIORE DI COMMERCIO REVOLTELLA
                                        Via Carducci 12
                                        Qui, nell’ottobre 1913, grazie all’interessamento di Italo Svevo, Joyce ottiene l’incarico di insegnante di inglese e corrispondenza commerciale. Con l’inizio della prima guerra mondiale molti allievi e insegnanti vengono arruolati nell’esercito austriaco o abbandonano Trieste per riparare in territorio italiano e nel giugno del 1915 la scuola deve chiudere. Il 27 giugno di quell’anno anche Joyce lascia la città.

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                                        ARCO DI RICCARDO
                                        Piazza Barbacan
                                        Si dice che Joyce frequentasse “Il Trionfo”, la trattoria accanto all’Arco di Riccardo – monumento romano del I sec. D.C. – per bere il suo vino favorito, l’Opollo di Lissa. Ciò accade presumibilmente nel periodo in cui vive in via Bramante (1912-1915) e scende dal colle di San Giusto lungo la via San Michele per entrare in Cittavecchia.

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                                        STATUA
                                        Via Roma I6
                                        Realizzata dallo scultore triestino Nino Spagnoli fu collocata sul ponte nel 2004 per ricordare il centenario dell’arrivo di Joyce a Trieste.
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                                        Parco_tematico_Grande_Guerra_Monfalcone

                                        Parco tematico della Grande guerra

                                        Il museo all’aperto, che si protende sulle alture carsiche sopra Monfalcone, offre ai visitatori la possibilità di scoprire questa zona di guerra che fu sconvolta da aspre battaglie tra il giugno del 1915 e il maggio del 1917.

                                        Tre diversi itinerari segnalati attraversano il parco, snodandosi attraverso trincee e caverne che per lunghissimo tempo furono il triste rifugio degli uomini schierati sugli opposti fronti: i primi due sono dedicati alla ridotta di Quota 121 o Cima di Pietrarossa e alla trincea di Quota 85, il cosiddetto Trincerone, posizioni prese dall’esercito italiano nell’agosto del 1916 dopo la sesta battaglia dell’Isonzo; il terzo porta alla trincea Joffre e alla Grotta Vergine, la linea di difesa asburgica conquistata dai battaglioni italiani nel giugno del 1915.

                                        La prima quota è un groviglio di trincee e postazioni d’artiglieria mentre la seconda, dedicata a Enrico Toti, era una linea difensiva dotata anche di ricoveri per le truppe. Il Parco è poi completato dalla trincea Cuzzi, compresa tra la Quota 98 e Quota 104. Inoltre, al di fuori del parco, nei pressi della località di Sablici, è possibile raggiungere Quota 77, superata dai soldati italiani durante la decima battaglia dell’Isonzo.

                                         

                                        Informazioni


                                        Indirizzo: da via Salita Mocenigo o da via del Carso (sentieri CAI 83 e 84)

                                         

                                        Servizi: sentieri segnalati, visite guidate a cura dell’Ufficio turistico di Fogliano di Redipuglia, via III Armata 54 – tel./fax: +39 0481 489139; www.prolocofoglianoredipuglia.it; e-mail: plfogliano@tiscali.it

                                         

                                        Informazioni: Ufficio di informazione e accoglienza turistica di Monfalcone, via Ceriani 10 – tel.: +39 0481 494229; fax: +39 0481 494352; www.comune.monfalcone.go.it; e-mail: iat@comune.monfalcone.go.it

                                         

                                        Orari di apertura: sempre visitabile

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                                        Clauiano

                                        Le testimonianze dell’esistenza del borgo risalgono al 1031, quando venne menzionato con il toponimo di Cleuian che forse fu derivato dal nome di un possidente locale (forse Claudius o Clavius).

                                        Due sono gli antichi borghi attorno a cui si raccolgono le case storiche: quello di San Martino, dove si trovano gli edifici più antichi, risalenti al tardo Quattrocento; e quello di San Giorgio, quest’ultimo riunito attorno all’omonima chiesa e nei cui pressi c’era la centa, un rudimentale sistema difensivo di epoca medioevale molto diffuso nei paesi della pianura friulana.

                                        La Chiesa di San Marco ha origini paleocristiane, mentre quella di San Giorgio è di costruzione settecentesca. Le case del borgo furono edificate con pietre e sassi del torrente Torre, che fungono da rustico decoro dei portali delle ville rurali, e con i mattoni e i coppi realizzati nelle fornaci della zona. Tra dimore di pregio storico, che hanno fatto includere il paese tra i borghi più belli d’Italia, spiccano la quattrocentesca Casa Gardellini, la più vecchia del borgo, con la facciata decorata a losanghe bianche e rosse, e le abitazioni nobiliari settecentesche come Casa Menotti e Casa de Checo, con gli splendidi portali e le finestre riquadrate in pietra.

                                        Villa Ariis, con un portale in pietra sormontato da una bifora e dal Leone di San Marco, è un tipico complesso padronale con rustici annessi e grande orto recintato da una muraglia merlata.

                                        Casa Palladino, la cui facciata è ornata da una meridiana, consta di una tipica corte friulana del XVIII secolo con loggia colonnata.

                                        Il complesso di rustici di Casa Bosco riporta in facciata iscrizioni e decorazioni geometriche cinquecentesche. Villa Manin è, invece, una dimora nobiliare settecentesca di forme classiche, preceduta da una corte d´onore, che appartenne al potente casato della Serenissima. Casa Foffani, palazzo urbano ottocentesco, conserva soffitti con stucchi settecenteschi, mentre i fabbricati rustici, raccolti attorno a questa come alle altre case padronali, erano usati per la produzione del vino, la conservazione del tabacco e delle granaglie e per l’allevamento del baco da seta.

                                         

                                        Informazioni


                                        Dove: Clauiano è una frazione del Comune di Trivignano Udinese in Provincia di Udine

                                         

                                        Informazioni: Comune di Trivignano Udinese, Piazza Municipio 5

                                        www.comune.trivignano-udinese.ud.it – Tel.: +39 0432 999002; Fax: +39 0432 999559; e-mail: protocollo@com-trivignano-udinese.regione.fvg.it

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