Parco_Villa_Moretti_Tarcento

Parco Villa Moretti

Il parco di Villa Moretti si arrampica sulle pendici del colle di Coja al di sopra dell’abitato circostante. La villa fu costruita nel 1904 per volere dell’industriale Luigi Moretti secondo il progetto in stile ‘neogotico’ dell’architetto Antonio Vandone di Torino.

Tra il 1919 e il 1922 gli architetti triestini Ruggero e Arduino Berlam, incaricati da Caterina Micco Moretti, realizzarono diversi interventi sull’edificio, piegandolo al corrente gusto Liberty. Nel 1952 la villa venne ulteriormente modificata sotto la direzione dell’architetto Pietro Zanini. Dopo la devastazione del terremoto del 1976 il palazzo divenne inagibile e rimase inutilizzato, finchè, nel 1988, villa e parco furono acquistati dal Comune di Tarcento che ne promosse il restauro e nel 2009 ripristinò parte del parco.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via del Castello, Coja (Tarcento)

Superficie totale: 2,40 ha

Impianto planimetrico: informale-naturalistico (parco), formale (giardino)

Condizione giuridica: proprietà pubblica, Comune di Tarcento

Peculiarità scenografiche e compositive: aiuole, muro con merli, portale ad arco, scalea, scalea loggiata, viale

Specie botaniche di rilievo: abete, magnolia, pino

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Pesariis

Il borgo di Pesariis

Pesariis è un piccolo borgo in frazione di Prato Carnico, in Val Pesarina, sulla via che collega la Carnia con il Cadore, conosciuto come il Paese degli orologi. Si ritiene infatti che il toponimo “in villa de Pesargis” derivi dalla pesa della dogana cui erano soggette le mercanzie che transitavano per il vicino valico di Lavardet. Le prime case del borgo in legno e paglia sorsero sotto la chiesa, vicino al fiume, e da lì, addossandosi le une sulle altre, alternandosi alle stradine selciate e ai fienili, si svilupparono lungo la via Maggiore, in direzione del Cadore.

Più tardi sorsero le più ricche case carniche ad archi e volti, coperte da ripidi tetti spioventi di tegole d’argilla, decorate dai portali in pietra, da intagli lignei e pitture murali. Tipici spazi urbani sono la Piazza Ustin, il Borgo Chiacut e il Borgo Vischia, mentre tra gli edifici si possono scoprire la Casa Sot Napa, la Casa dell’Orologio, la Pesa e la Casa Bruseschi.

Pesariis è conosciuto per la produzione dei “bronzini” (le pentole in bronzo fornite di gambe che le tenevano sospese sulla brace del focolare), ma soprattutto, a partire dal XVII secolo, divenne famosa per gli orologi a pendolo che ricordano quelli della Foresta Nera.

A Pesariis nel 1725 la famiglia Solari avviò una fiorente produzione di orologi da torre che divenne un’industria di fama internazionale.

Passeggiando nel borgo si possono ammirare i 24 orologi monumentali del centro cittadino che rappresentano l’evoluzione dell’industria locale: il calendario perpetuo, l’orologio con carillon, la meridiana di casa Cappelli Solari, l’Antica casa dell’orologio con affreschi, l’orologio fontana ispirato agli orologi ad acqua del XVI secolo, l’orologio dei pianeti, quello a scacchiera e altri ancora. La Mostra dell’Orologeria pesarina raccoglie le testimonianze della secolare tradizione artigiana degli orologi a Pesariis.

 

Informazioni


Dove: Prato Carnico, provincia di Udine

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Parco_Ungaretti_Sagrado

Parco Ungaretti

Sorge nei luoghi che furono teatro delle prime battaglie sull’Isonzo ed è dedicato al poeta Giuseppe Ungaretti che, nelle trincee del Carso di Sagrado, scrisse Il porto sepolto. Alla fine dell’agosto 1916 il poeta, temendo di morire in guerra, consegnò al giovane tenente Ettore Serra il suo «tascapane spirituale», una raccolta di poesie scritte al fronte tra il San Michele e San Martino del Carso o nei brevi momenti di riposo nei vicini paesi di Versa e Mariano, su foglietti, cartoline, margini di vecchi giornali e lettere. Ettore Serra, anch’egli poeta, colpito dalla forza di quei versi scritti «come su foglie di Sibilla», decise di pubblicarli a proprie spese: la prima raccolta di Ungaretti, Il porto sepolto, uscì in 80 copie nel dicembre del 1916.

Il territorio che circonda la storica Villa di Castelnuovo e la tenuta di Castelvecchio recano ancora vivi i segni di quegli eventi e, all’interno della villa, che fu sede del comando militare italiano, sono stati rinvenuti i graffiti tracciati dai soldati al fronte.

Lungo il percorso si incontrano i primi celebri versi del poeta, scritti nel corso di un anno su lembi di fogli accartocciati e ora incisi nella pietra del Carso, attraverso i luoghi che furono devastati dal conflitto e ora restituiti a un contesto paesaggistico di rara bellezza. Il sentiero si snoda lungo il giardino della villa tra gli ulivi fino alle rovine del presidio militare ricordato dal poeta.

All’entrata del parco accoglie il visitatore la statua in bronzo a grandezza naturale del giovane poeta-soldato, opera dello scultore Paolo Annibali. Il tracciato prosegue fino alla Torre, situata a ridosso dell’antico muro di contenimento del giardino, a margine del campo militare, in posizione dominante sulla valle dell’Isonzo.

La struttura portante in tronchi di legno grezzo alta 10 metri sorregge una struttura cubica in acciaio con due lati in vetro su cui sono state incise le poesie di Ungaretti. Quindi, arrivati al Recinto Sacro, si può proseguire la lettura dei versi sulle lapidi di pietra poste su una piccola collina che racchiudono una stele incisa di acciaio arrugginito. Infine, il Sacrario, una sorta di labirinto di pali in legno grezzo, al centro del quale si trova una lastra di ottone con il ritratto del poeta realizzato da Franco Dugo e altre poesie tratte dalla Vita di un uomo di Giuseppe Ungaretti.

 

Informazioni


Indirizzo: Azienda agricola Castelvecchio, via Venezian, Sagrado

 

Informazioni: Associazione Amici di Castelnuovo, via Castelnuovo 2, Sagrado – Tel.: +39 0481 99742; www.amicidicastelnuovo.it; E-mail: info@amicidicastelnuovo.it

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Museo della Grande Guerra

Il Museo è ospitato nella sede del Centro culturale del Gruppo Storico Friuli Collinare, impegnato nella divulgazione e valorizzazione degli eventi del primo conflitto mondiale nel territorio, nonchè nel lavoro di catalogazione e tutela dei graffiti, delle fortificazioni e dei campi di battaglia della Grande Guerra.

Il percorso museale si avvale di fonti archivistiche, fotografiche e memorialistiche, per ricostruire le vicende belliche nel settore del Medio Tagliamento, a partire dal sistema di fortificazioni dell’anteguerra nella regione –i Forti del Friuli e la Testa di ponte di Ragogna – e le battaglie più significative: la ritirata di Caporetto, la battaglia del Tagliamento, la battaglia del Monte di Ragogna e lo Sfondamento di Cornino. Sono accuratamente ricostruite le fasi cruciali dei combattimenti di San Daniele-Ragogna e Cornino-Forgaria e la situazione dell’ex fronte tra il Monte Peralba e il Mar Adriatico. Inoltre, sono proposti materiali inediti, una selezione fotografica di graffiti di guerra rilevati sul territorio regionale, carinziano e sloveno; riproduzioni di telegrammi e carteggi, sia italiani che austroungarici, una raccolta di fonogrammi, tra cui l’ordine di resistenza a oltranza ricevuti dal Comando della Brigata Bologna alla fine dell’ottobre 1917; nonchè una collezione d’oggettistica d’epoca, raccolta sugli ex campi di battaglia o donata dai discendenti dei militari combattenti.

L’ultima sezione, è dedicata ai temi del Risorgimento, delle guerre coloniali, della seconda guerra mondiale e della Guerra Civile del 1943-1945.

Il museo ospita, inoltre, mostre temporanee, eventi e convegni a tema curati dal Gruppo Storico Friuli Collinare.

Il territorio circostante è ricco di testimonianze della guerra, visibili lungo i sentieri segnalati e integrati da pannelli illustrativi. Cinque sono i sentieri storici, per un totale di una ventina di chilometri, che consentono di accedere agevolmente a fortificazioni, monumenti, ossari, trincee e ai campi di battaglia sul monte di Ragogna, sulle rive del Tagliamento, presso la stretta e i colli di Pinzano al Tagliamento, sul colle di San Daniele del Friuli, lungo le vie dell’invasione tra il ponte di Cornino, l’isolotto del Clapàt e le alture di Forgaria.

 

Informazioni


Indirizzo: Via Roma 23, Ragogna

Servizi: visite guidate, bookshop, biblioteca, fototeca; accessibile ai disabili

Informazioni: www.grandeguerra-ragogna.it

Orari di apertura: martedì, giovedì e sabato 15.30-18:00; aperture straordinarie domenicali e nelle festività nazionali; visite guidate per gruppi e scolaresche su prenotazione anche in altri giorni e orari

Ingresso: gratuito

Visite: per gruppi e scolaresche visite guidate al Museo della Grande Guerra, ai sentieri del Museo all’aperto nel Friuli Collinare e ai Luoghi della Grande Guerra lungo l’ex fronte giulio-carnico

Tel: 0432 954078 – 348 0134637

E-mail: info@grandeguerra-ragogna.it – marco_pascoli@alice.it

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Cascata di Crosis

Le cascate di Crosis si sono formate in seguito alla costruzione di una diga per lo sfruttamento idroelettrico del torrente Torre. L’opera, un progetto di Arturo Malignani, fu realizzata tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento. Si raggiungono dalla località di Zomeais, vicino Tarcento (UD) attraverso un bel sentiero che sale sul pendio del Monte Stella. Costeggiando in alcuni tratti il Torre si trovano alcune forre prima di arrivare ai piedi delle cascate.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Castello di Attimis

Il maniero Superiore (Pecollo), risalente al XII secolo, appartenne dapprima ai marchesi di Moosburg e successivamente fu assegnato dal Patriarca ai fedeli vassalli Arpone ed Enrico, capostipiti dei due rami degli Attems. Fra il 1250 ed il 1260 fu eretto il castello Inferiore (Castelnuovo). Alla fine del Quattrocento i due castelli furono abbandonati e crollarono durante il terremoto del 1511.

I resti del castello Superiore sono stati in buona parte restaurati: visibili la muraglia di cinta di perimetro ovale, la torre mastio pentagonale, le strutture della domus e il basamento di una torre ovest. A ricordare il castello Inferiore, rimangono i resti dell’antico torrione e i tracciati degli altri ambienti. Sul sentiero che porta al castello ci sono, inoltre, i resti di una casa di guardia.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Come arrivare: percorrendo un sentiero segnalato presso il museo del Comune che porta al Monte dei Castelli (20 minuti circa). Qui un bivio porta a sinistra alle rovine dell’Inferiore e a destra del Superiore.

Stato di conservazione: ruderi

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Parco del Castello di Spessa

Un’antica struttura fortificata presidiava il colle di Spessa già nel XIV secolo e, tra Cinquecento e Seicento, passata in mano ai conti della Torre, fu convertita in villa di campagna con annessa azienda agricola rinomata per la produzione di vino.

Nel 1872, alla morte del conte della Torre Valsassina, il complesso fu diviso tra le proprietà della Mensa episcopale di Gorizia e, in parte, in quelle della famiglia triestina Volcker, che ne affidò la ristrutturazione all’architetto storicista Ruggero Berlam. Nel 1913 fu acquistato dai baroni triestini Economo, che effettuarono consistenti interventi nel parco e realizzarono un giardino all’italiana antistante la villa.

Nel 1925 divenne proprietà dei Segrè Sartorio e, dopo la seconda guerra mondiale, fu ereditato dal figlio adottivo della coppia, Michele Stavro Santarosa, di origini greche. Nel 1981 il complesso, ormai trasformato in azienda vinicola, venne acquistato dall’imprenditore friulano Loretto Pali.

Negli ultimi trent’anni sono stati attuati numerosi lavori di recupero – durante la seconda guerra mondiale il parco era stato completamente minato – e poco dopo il 2000 è stato realizzato un campo da golf. Infine, nel 2010, per rendere omaggio a Giacomo Casanova, che soggiornò a Spessa nel 1773, è stata tracciata una romantica passeggiata, che fra bersò, balconate ornate di statue e alberi secolari, conduce fra le tabelle in ferro battuto dove sono incise frasi di Casanova sull’amore, le donne, l’amicizia, la vita.

 

Informazioni


Indirizzo: Via Spessa 1, Spessa (Capriva del Friuli)

Superficie totale: 3,40 ha

Impianto planimetrico: irregolare con inserti geometrici (giardino), schema libero (parco e campo da golf)

Condizione giuridica: proprietà privata

Peculiarità scenografiche e compositive: aiuole, cappella, pozzo, reperti romani, vialetti

Specie botaniche di rilievo: catalpa, cipresso italico, farnia, ippocastano, fotinia, pioppo nero, sophora, spino di Giuda

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