sirti

Azienda agricola Zidaric Dario

L’azienda agricola Zidaric è ubicata sull’altipiano carsico, territorio estremamente ostile per l’attività zootecnica perché povero di terra e di acqua, ma ricco di freddo e bora d’inverno e caldo siccitoso d’estate. Queste condizioni non permettono di lavorare i terreni (non esiste, infatti, agricoltura intensiva) pertanto i foraggi vengono raccolti su prati polifiti permanenti (centenari) su una vasta area del territorio. Il fieno ha la particolarità di essere fine come quello di montagna, ma molto più ricco di essenze botaniche perché il clima continentale d’inverno e mediterraneo d’estate ne favorisce lo sviluppo. È questa dunque la base dell’alimentazione giornaliera della mandria.

Da anni l’azienda ha scelto la strada della produzione di formaggi per valorizzare in questo modo i frutti del territorio. Per preservarne tutte le caratteristiche organolettiche, il latte viene lavorato a crudo, dunque non pastorizzato, e il fermento viene preparato di volta in volta con lo stesso latte. Non solo, ad alcuni formaggi vengono aggiunti elementi di territorialità unici, come ad esempio le erbe carsiche e il polline di millefiori del Carso.

 

I formaggi

Ricotta (fresca e affumicata), Caciotta bianca (15 giorni circa di stagionatura); Koromac (caciottine con fiori di finocchio selvatico, 15 giorni circa di stagionatura); Zepek (caciottine con la Santoreggia, tipica erba del Carso, 15 giorni circa di stagionatura); Tabor (stagionatura di 3, 6, 12 e 24 mesi); Jamar (formaggio stagionato in grotta, 6 mesi di stagionatura); Mlet (formaggi di varie stagionature tritati e impastati con il pepe; un mese di stagionatura);Yogurt bianco.

 

Informazioni


Informazioni

Indirizzo: Prepotto, 36 – 34011 Aurisina (TS)

Numeri utili: tel: +39 040 201178 / cell. +39 392 5594992

E-mail: zidaric@tiscali.it

Orari di apertura: lunedì, mercoledì e venerdì 9-13 e 15-17; sabato 9-13

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI TRIESTE

Museo_Grande_Guerra_Timau1

Museo della Grande Guerra

La mostra permanente La Zona Carnia nella Grande Guerra 1915-1918 raccoglie le testimonianze dei fatti d’arme che si svolsero sul fronte della Carnia durante il primo conflitto mondiale, attraverso reperti bellici, documenti inediti, fotografie e armamenti. Tra i pezzi più importanti ci sono un cannone Skoda del 1915, proiettili di artiglieria, ogive e bombarde, nonchè ricche raccolte di decorazioni, monete, lettere e cartoline d’epoca. Inoltre, è dato spazio alla memoria delle portatrici carniche, volontarie che trasportavano i rifornimenti a chi combatteva sul fronte.

Sulle montagne che sovrastano Timau insistono i campi di battaglia e le posizioni belliche italiane ed austriache, queste ultime in particolare sono state recentemente ripristinate e fanno parte dei musei all’aperto del Freikofel e del Pal Piccolo. In esposizione sono proposti numerosi ritrovamenti effettuati su queste alture dall’associazione Amici delle Alpi Carniche e dal Comune di Paluzza, che restituiscono un vivido quadro dell’asprezza della vita di trincea in alta quota: contenitori di alcolici, stufe, sigarette intatte dentro una tasca per cartucce, giornali e una fisarmonica, oltre agli equipaggiamenti in dotazione ai soldati e, ancora, strumenti chirurgici, protesi per gli arti, medicinali e barelle.

Una sezione è inoltre dedicata ai costumi della popolazione di Timau. Gli abitanti, infatti, di origine tedesca, trasferitisi qui nel XII secolo, parlano un caratterisitco dialetto carinziano medievale.

 

Informazioni


Indirizzo: Via Nazionale 90, Frazione Timau, Paluzza

Servizi: audioguida;accessibile ai disabili

Informazioni: www.museograndeguerratimau.it

Orari di apertura: giugno e ottobre sabato e festivi 9.00-12.00 e 14.00-18.00;

luglio e settembre da martedì a venerdì 14.30-18.30 e sabato e domenica 9.00-12.00 e 14.30-18.30; agosto tutti i giorni 9.00-12.00 e 15.00-19.00

Ingresso: € 3,00; gratuito per le scolaresche; sconto comitive di più di 30 persone

Tel.: 0433 779168 – 0433 779292

E-mail: museotimau@alice.it

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

Monumento_Portatrici_Carniche_Timau

Monumento alle portatrici carniche

Il bassorilievo dello scultore Antonio Tinaglia è intitolato a Maria Plozner Mentil – uccisa da un cecchino austriaco il 15 febbraio 1916 – e alle portatrici carniche, è stato dichiarato di interesse culturale nazionale.

Queste donne della Carnia e delle limitrofe valli nelle Alpi Giulie, di ogni età e di varie etnie, fornivano vettovaglie e armamenti, trasportandole nelle pesanti gerle, arrampicandosi anche a più di mille metri di dislivello fino alle prime linee italiane, dove spesso combattevano i loro uomini nei reparti alpini.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Piazza San Pio X, Frazione Timau, Paluzza

 

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

Fortezza_Gradisca

Fortezza di Gradisca d’Isonzo

La città fortificata di Gradisca venne fondata dalla Repubblica veneta a difesa dalle incursioni turche. A partire dal 1479 venne innalzata una cinta muraria in forma di pentagono con torri angolari, attraversata da due porte e circondata da un fossato.

In seguito alla guerra della Lega di Cambrai, nel 1511, la città cadde sotto l’assalto dell’Impero che già aveva ottenuto la Contea di Gorizia. Per opera della casa d’Austria furono edificate nuove opere e il complesso castellano che andò a inglobare il vecchio palazzo del Capitano e l’antico Arsenale veneto.

Dal 1615 al 1617 fu al centro della contesa tra Venezia e l’Impero che prese il nome di guerra gradiscana. Trent’anni dopo, Gradisca fu ceduta ai principi di Eggenberg che la tennero fino al 1717, quando, estinta la casata, fu riunita a Gorizia. Nel 1784 il castello fu adibito a caserma e dal 1815 a carcere e, conseguentemente ampliato con nuovi corpi di fabbrica, tra cui la Cappella dell’Ergastolo. Il Castello, ora di proprietà demaniale, è stato lasciato in stato di abbandono.

 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Ulderico Della Torre, Gradisca d’Isonzo

Stato di conservazione: abbandonato

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI GORIZIA

Porte_monumentali_Palmanova

Porte monumentali di Palmanova

Tre sono le porte di accesso alla fortezza di Palmanova: attribuibili all’architetto Vincenzo Scamozzi, si aprono sui tre assi urbani che conducono in linea retta alla Piazza Grande. La prima ad essere stata edificata, nel 1598, fu Porta Aquileia, rivestita in pietra d’Istria e incorniciata da due volute barocche, che al tempo della Serenissima fungeva da ingresso di rappresentanza per gli ospiti illustri e per i Provveditori Generali. La Porta Udine, riconoscibile dai due pinnacoli, è stata realizzata all’inizio del Seicento e conserva ancora le due grandi ruote che sollevavano il ponte levatoio. Coeva è anche la Porta Cividale, rivestita in bugnato rustico con le garitte collegate da un’elegante balaustra, che è sede del Museo Storico Militare. Due pesanti cancelli in ferro e quattro battenti in larice con borchie metalliche impedivano l’accesso al nemico. Sul fronte di ognuna delle porte era stato collocato un Leone Marciano, abbattuto dalle truppe francesi durante l’occupazione.

 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Borgo Aquileia, Borgo Udine, Borgo Cividale

Informazioni: Ufficio turistico di Palmanova, via Borgo Udine 4 – tel./fax: +39 0432 924815; e-mail: palmanova.turismo@libero.it

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

Castello_Flagogna_Forgaria

Castello di Flagogna

Nel XII secolo il Castelvecchio di Flagogna era compreso nel Marchesato d’Attimis, in seguito si avvicendarono vari proprietari finchè alla metà del XIV secolo divenne proprietà dei Savorgnan. Nel 1348 l’edificio crollò per un forte terremoto e le sue pietre servirono a restaurare il Castelnuovo – detto di San Giovanni – antecedente al 1280, che sorgeva su un’altura a strapiomo ad est del vecchio castello.

Preso dalle milizie udinesi, fu dato in feudo ai nobili Valentinis che lo smantellarono prima di consegnarlo nel 1420 alla Serenissima. Tornato ai Savorgnan, venne danneggiato dalle truppe imperiali nel 1418 e ridotto definitivamente allo stato di rudere dal terremoto del 1511.

Sono ancora visibili i resti del portale e del muro difensivo munito di feritoie, parte del mastio e la piccola chiesa cinquecentesca di San Giovanni. Attualmente è in corso una ristrutturazione delle mura perimetrali.
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Castello, Frazione Flagogna, Forgaria nel Friuli

Stato di conservazione: ruderi

Come arrivare: attraverso il sentiero naturalistico segnalato che parte presso la vecchia stazione ferroviaria lasciando l’auto nel piazzale dove ha inizio il Troi di Meni (Informazioni: www.sentierinatura.it)

Informazioni: Pro loco Forgaria – Tel.: 0427 809091

Visite: solo esterni

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

Fiume_Livenza1

Fiume Livenza

Il fiume Livenza (il cui nome deriva dal latino Liquentia, dal verbo liquere che significa essere scorrevole; chiamato Łivensa in veneto, Livence e Lighintha in friulano) nasce da una sorgente di natura carsica ai piedi del Parco del Cansiglio, in località Gorgazzo; dopo pochi chilometri troviamo la seconda sorgente del Livenza vicino il santuario della Santissima, e infine quella del “Molinetto”, più piccola. Le sorgenti si trovano nei comuni di Polcenigo e Caneva (PN); il fiume per un tratto segna il confine fra Veneto e Friuli Venezia Giulia; dopo un percorso di 112 km sfocia nell’Adriatico a Caorle, in Veneto.

Suoi affluenti sono fiumi di risorgiva come il Meschio, il Monticano e il Meduna, fiume a carattere torrentizio. Il Livenza è un fiume di pianura e per questo è ricco d’acqua tutto l’anno – tanto da essere navigabile per quasi tutta la lunghezza del suo alveo – molto pescoso e ricco di vegetazione. Tra i pesci delle sue acque vanno citati i cavedani, trote delle varie specie, tinche, scardole, alborelle, carpe, lucci, temoli e anguille.

Lungo il suo corso ci sono oasi naturalistiche di notevole interesse. Il paesaggio fluviale è caratterizzato dalle cosiddette “smorte”, meandri abbandonati dal fiume, in lento interramento, in cui attecchiscono bene molte specie di flora spontanea (vicino a Sacile si trova la smorta di Cavolano, già inserita tra le aree regionali protette). Il Livenza, con l’avvicendarsi degli habitat acquatici e di terraferma, rappresenta un prezioso complesso ecologico e ambientale.