Banco_dOrio_di_Grado

Banco d’Orio di Grado

La spiaggia del Banco d’Orio si trova su una lunga isola, a Ovest di Grado, che divide la laguna dal mare. Il Banco d’Orio si può raggiungere solo via mare, anche con una motonave che parte dal porto di Grado, per cui la spiaggia è molto tranquilla e poco affollata. Si tratta di una lunga e ampia striscia di soffice sabbia dorata, dal fascino selvaggio, libera, immersa in una natura incontaminata, dove nidificano molte specie di uccelli. Il mare sul lato Sud è molto bello, azzurro, trasparente, con fondali sabbiosi e digradanti, mentre a Nord prevale il fondale melmoso lagunare.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Lanterna_Diogene_Udine

Lanterna di Diogene

Nicolò Lipomanno, luogotenente della Patria del Friuli, nel 1487 fece realizzare un pozzo ottagonale nei pressi della chiesa di San Giacomo. Il curioso manufatto, opera di maestri scalpellini lombardi, fu ribattezzato dallo storico dell’arte Giovanni Battista Cavalcaselle “la lanterna di Diogene”. Sul basamento ornato di stemmi si legge l’acronimo Civitas Utinensis Fieri Fecit, al di sopra della vera quattro colonnine sorreggono la copertura a sua volta sormontata da una quinta colonna, ricordando, appunto, le fattezze dell’omonimo monumento di Atene.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Piazza Matteotti (San Giacomo), Udine

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Mulino di Borgo Ampiano

L’antichissimo mulino – se ne ha notizia fin dal 1320 – è situato sulla sponda sinistra del Torrente Cosa per sfruttare la corrente della Roggia di Spilimbergo.

Al pianoterra si trovano la fucina, la falegnameria e il movimento della struttura con le macine. Al piano superiore si possono osservare i macchinari per la lavorazione dei cereali e la torretta, in cui erano separate le farine di orzo, granoturco, frumento, castagne e carrube che venivano macinate. Nel 1930 fu introdotto l’uso dei mulini a rullo e venne installata la turbina che forniva energia elettrica alla sega da legnami, al molino da grano e che illuminava l’intero borgo.

Recuperato e ristrutturato, il mulino è utilizzato, insieme all’ampio spazio verde adiacente, per iniziative culturali, teatrali, concerti e laboratori.

Il Mulino di Borgo Ampiano fa parte dell’Ecomuseo Regionale delle Dolomiti Friulane Lis Aganis.

Informazioni


Indirizzo: Borgo Ampiano, Pinzano al Tagliamento

Servizi: visite guidate, fototeca, noleggio audioguide, archivio documentale, accessibile ai disabili

Informazioni: Ecomuseo Lis Aganis – www.ecomuseolisaganis.it; e-mail: info@ecomuseolisaganis.it oppure Comune di Pinzano – www.comune.pinzanoaltagliamento.pn.it; tel.: +39 0432 950005; fax: +39 0432 950129; e-mail: segreteria@com-pinzano-al-tagliamento.regione.fvg.it

Orari di apertura: su richiesta previo appuntamento contattando il Comune di Pinzano al Tagliamento via mail o fax; aperto in occasione di mostre o attività didattiche organizzate

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ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

Mostra_Permanente_Speleologia_Carsismo

Mostra Permanente Speleologia e Carsismo

L’area del massiccio del Canin è una delle mete internazionali più ambite da speleologi e ricercatori per le peculiarità dei fenomeni carsici e le oltre mille cavità presenti.

Il Centro visite di Sella Nevea ospita reperti lapidei e concrezionali, plastici della morfologia sotterranea del Canin oltre a materiali ed attrezzature utilizzate nell’attività speleologica.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni

Indirizzo: Centro Polifunzionale di Sella Nevea, Chiusaforte

Servizi: visite guidate, bookshop, punto informativo per escursioni speleologiche; accessibile ai disabili

Informazioni: www.parcoprealpigiulie.it; E-mail: info@parcoprealpigiulie.it

Orari di apertura: apertura nel periodo estivo e festività; apertura anche su prenotazione

Ingresso: gratuito

Tel.: 0433 54060

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Parco del Castello di Miramare

Il parco, che digrada verso il mare, incorniciando con i suoi parterre le costruzioni architettoniche, si affaccia sul Golfo di Trieste coprendo il promontorio roccioso di Grignano con la sua macchia sempreverde. Fino alla metà del XIX secolo l’area, che aveva l’aspetto di una landa carsica quasi del tutto priva di vegetazione, era adibita a pascoli e vigne con un modesto querceto e la tipica flora del Carso.

Tra il 1855 e il 1856 l’arciduca Ferdinando Massimiliano d’Asburgo, fratello dell’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe, iniziò la costruzione della residenza e del parco. Secondo la volontà dell’arciduca, che ne seguì da vicino la creazione, il parco fu ispirato al romanticismo ottocentesco, combinando i criteri strutturali dei giardini nordici con la ricchezza botanica della flora mediterranea. Nell’intenzione dello sfortunato imperatore del Messico il parco si sarebbe dovuto configurare come stazione sperimentale di rimboschimento e di acclimatazione di specie botaniche rare, facendone un complesso insieme naturale e artificiale.

Per il progetto architettonico l’arciduca si avvalse dell’architetto viennese Carl Junker, mentre la realizzazione del parco fu affidata a Wilhelm Knechtel, già giardiniere nell’isola di Lacroma, che divenne residenza estiva dell’arciduca.

L’area orientata a est fu convertita in un bosco, che avrebbe dovuto difendere il giardino mediterraneo dai venti, scegliendo di assecondare l’orografia del luogo: gruppi arborei si alternano a radure, dove i sentieri si insinuano tra i gazebi e i laghetti, seguendo puntualmente i dettami del giardino paesistico inglese. Il giardino che sarebbe sorto in prossimità del castello si sarebbe contraddistinto per le specie rare ed esotiche.

I lavori iniziarono sotto la direzione del boemo Josef Laube, già aiuto giardiniere a Laxenburg e giardiniere di Villa Lazarovich, che tra il 1851 e il 1857 fu la residenza triestina di Massimiliano.

Dal 1859 al 1867 la responsabità dei lavori fu di Anton Jelinek, che pochi anni prima aveva partecipato alla spedizione della fregata Novara in qualità di assistente del dottor Eduard Schwarz, botanico e medico di bordo.

Il terreno fu preparato con alcuni sbancamenti e si fece importare il terriccio dalla Stiria e dalla Carinzia. Dopo che i viali carrozzabili e gli altri sentieri furono tracciati, si avviò la piantagione di pini, sementi e giovani piante provenienti da diverse località: da vivai e ville in Veneto tra cui Villa Reale di Stra, poi dai giardini di famiglia a Vienna, dalla fregata Novara, da Gibilterra, da Shangai, da altri giardini mediterranei e triestini. Gran parte delle essenze erano di origine extraeuropea e anche dopo la sua partenza per il Messico continuò a far importare nuove specie per il suo giardino.

Oltre al castello, si edificarono il ‘castelletto’ o Garten Haus, la Kaffee-Haus, la ‘casa svizzera’, due villette per la servitù, le scuderie e il portale con portineria sulla carrozzabile dalla città. Furono conservati i resti di una preesistente cappelletta e vennero realizzate una grotta artificiale, una palestra all’aperto, i parterres, le gradonate verso il porticciolo, una vasca nel bosco, un lago e collocate, inoltre, le voliere e le serre.

Un inventario del 1861 registra la presenza di 21.368 specie, tra erbacee, arbustive, arboree, in gran parte di provenienza alloctona.

Nel 1862 si fecero arrivare le sculture prodotte dalla fonderia Moritz Geiss di Berlino. Nel 1867, con la morte di Massimiliano, Jelinek lasciò il suo incarico all’assistente August Vogel.

Miramare diventò residenza periodica dei membri della famiglia imperiale fino allo scoppio della prima guerra mondiale; in seguito il castello restò disabitato fino al 1931, quando vi si stabilì il duca Amedeo di Savoia-Aosta.

Nel 1928 fu inaugurata la strada costiera che unisce Sistiana a Barcola e che divise in due il parco. Da allora, il pendio è attraversato trasversalmente da due gallerie e un tratto in trincea su cui fu aperto un nuovo portale monumentale di accesso. Da segnalare poi altri punti di interesse come il piccolo piazzale con i cannoni donati da Leopoldo I re dei Belgi e la cappella di San Canciano con un crocifisso scolpito con il legno della fregata Novara, dedicato nel 1900 a Massimiliano da suo fratello Ludovico Vittore.

 

Informazioni


Indirizzo: Viale Miramare, Trieste

Superficie totale: 22,00 ha

Impianto planimetrico: paesaggistico (arboretum e parco mediterraneo), formale (parterre)

Condizione giuridica: proprietà pubblica, Stato

Peculiarità scenografiche e compositive: belvedere, Kaffeehaus, ‘lago dei cigni’ con isolotto di roccia e chalet, parterre, pergolati in ferro, porticciolo con gradonate, scultura di Marcello Mascherini, statue

Specie botaniche di rilievo: abete del Caucaso, abete di Spagna, abete greco, araucaria, cipresso, cipresso di Monterey, corbezzolo, leccio, libocedro, pino d’Aleppo, pino di Sabine, pino nero, rovere, sequoia, sequoia gigante, tsuga

Servizi: ristoro, accesso disabili

Orari di apertura: da aprile ad agosto 8.00-19.00; accesso gratuito

Informazioni: info@castello-miramare.it

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Giardino del Civico Museo Sartorio

Il giardino, situato nel centro storico di Trieste, è una pertinenza del Civico Museo Sartorio, ospitato nella settecentesca villa affacciata su Largo Papa Giovanni XXIII e appartenuta all’omonima famiglia sanremese che nel 1775 si trasferì a Trieste.

Nel 1838 Giuseppina Fontana ed il marito Pietro Sartorio affidarono all’architetto triestino Matteo Pertsch il rinnovamento dell’edificio che ne ridefinì lo stile secondo il gusto neoclassico. Nel 1946 la baronessa Anna Segrè Sartorio, ultima esponente della famiglia, donò il palazzo con le sue collezioni di opere d’arte ed il giardino al Comune di Trieste, con il vincolo di adibire l’edificio a museo, come avvenne, nel 1954.

Nel corso degli interventi di restauro che hanno recentemente consentito di aprire il museo al pubblico sono stati rinvenuti sotto il pavimento del sotterraneo alcuni lacerti di superfici musive di una domus romana risalente al I secolo d.C.

La sistemazione del parco è stata affidata all’architetto paesaggista Vladimir Vremec. Il riassetto del piccolo giardino all’inglese ha ricostruito la flora originaria, tra cui il cedro del Libano, il nespolo del Giappone, la paulonia, l’alloro, il leccio.

Nella varietà di rose esotiche del nuovo giardino, possiamo rivedere, fedelmente rispecchiata, la complessa e intraprendente borghesia che l’ha voluto. Viaggiatori per affari e per diletto, i Sartorio raccordano la città ai luoghi del loro vissuto, da Odessa alle Antille, con specie rare come le rose Ville de Londres, Le Vesuve, Rival de de Paestum, Comte de Chambord, Duchesse de Montebello, l’ibrido della Rosa Damascena Botzatis.

 

Informazioni


Indirizzo: Largo Papa Giovanni XXIII 1, Trieste

Superficie totale: 0,34 ha

Impianto planimetrico: informale

Condizione giuridica: proprietà pubblica, Comune di Trieste

Peculiarità scenografiche e compositive: berceau con glicine, pozzo, reperti, statue

Specie botaniche di rilievo: cedro del Libano, ippocastano, platano, tiglio

Orari di apertura: estivo 8.45-19.30; invernale: 8.45-18.00

Servizi: accesso ai disabili, giochi multifunzionali

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Biblioteca Guarneriana

L’ex Palazzo comunale, già sede del Consiglio dell’Arengo, ospita oggi la biblioteca Guarneriana, la più antica istituzione di pubblica lettura del Friuli, sorta nel 1466 per volontà dell’intellettuale umanista Guarniero d’Artegna, che fece dono alla città della propria collezione di oltre centosettanta codici.

La raccolta – uno dei più significativi fondi documentari dell’Umanesimo latino in Italia – si è arricchita nel Settecento del lascito di migliaia di volumi dell’arcivescovo Giusto Fontanini.

Il patrimonio bibliografico consta oggi di seicento codici, alcuni riccamente miniati, altrettante cinquecentine, un’ottantina di incunaboli e numerosi manoscritti per un totale di circa dodicimila libri antichi, tra cui una splendida Bibbia Bizantina della fine del XII secolo, l’Inferno dantesco della fine del Trecento, un’edizione delle Costituzioni de la Patria del Friuli stampate a Udine nel 1482, il Canzoniere e i Trionfi del Petrarca, copiati e miniati da Bartolomeo Sanvito nel 1749.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Roma 1, San Daniele del Friuli

Informazioni: www.guarneriana.it

Orari di apertura: solo su appuntamento per gruppi di almeno 10 persone

Visite: visite guidate per gruppi (minimo 15 persone, massimo 30)

Ingresso: € 4,00

Tel.: +39 0432 946560

Fax: +39 0432 946569

E-mail: info@guarneriana.it

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