Castello_Maniago

Castello di Maniago

Il castello sorse probabilmente sul sito di una torre di avvistamento romana, che divenne poi un presidio longobardo. Nel 981 l’imperatore Ottone II confermava al Patriarca di Aquileia il possesso feudale della “cortem que vocatur Maniacus”.

Il maniero – edificato attorno all’anno Mille – comprendeva, oltre che le abitazioni dei signori (ricordati a partire dal 1195) anche la domus patriarcale, tre torri e varie cinta di mura.

I signori di Maniago, coinvolti in molte lotte feudali, subirono innumerevoli assedi, ma resistettero sino al 1420, quando il Friuli fu occupato della Repubblica Veneta. Alla Serenissima Bartolomeo di Maniago giurò fedeltà ricevendo in cambio l’investitura del feudo a vita.

Il castello venne danneggiato dai terremoti del 1511 e del 1575 che lo resero inagibile e, a partire dal 1630, venne abbandonato.

Di questo notevole fortilizio oggi rimane solo una cinta muraria di forma semicircolare con feritoie. L’unico edificio rimasto integro è la chiesetta di San Giacomo costruita davanti alla facciata del castello.

 

Informazioni


Indirizzo: Via Castello, Strada Valpiccola, Maniago

Stato di conservazione: ruderi instato di abbandono

Informazioni: www.consorziocastelli.it

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Fortezza_Osoppo

Fortezza di Osoppo

La rocca di Osoppo – antico insediamento celtico e in seguito “oppidum” romano – è documentata già nel 550 e, poi, nel 610, quando fu assediata dagli Avari, nonchè nel 902, quando subì il sacco degli Ungari. Nel 1255 per concessione del Patriarca il feudo venne affidato a Cono d’Osoppo e, nel 1328, ai Savorgnano che assunsero il predicato del Monte. Nel 1848, durante moti risorgimentali, un gruppo di volontari italiani tenne il forte per sette mesi difendendolo strenuamente dalle truppe austriache.

La fortezza di Osoppo, restaurata dopo il sisma del 1976, è un poderoso insieme di resti di opere difensive risalenti dal medioevo alla prima guerra mondiale; nel 1900, infatti, il forte fu inserito nel sistema difensivo dell’Alto Tagliamento-Val Fella: gallerie, fossati, case matte e polveriere, collegati tra loro da reti di tunnel sotterranei.

Oggi l’area fa parte del Parco del Tagliamento; il forte, dichiarato monumento nazionale nel 1923, venne smilitarizzato nel 1951. Al sito si accede dalla strada che parte dal centro di Osoppo costruita dai militari napoleonici all’inizio del XIX secolo. La prima fortificazione che si incontra dopo la cancellata serviva per l’artiglieria puntata sul Monte Cuar.

Nell’ampio piazzale sulla cima a meridione si trova la Batteria Osoppo-sud che ospitava quattro cannoni. Nella zona settentrionale del forte, rialzata rispetto al resto della struttura, attraverso corridoi sotterranei si accede alla Batteria Osoppo-nord che puntava l’artiglieria verso il ponte di Braulins, strategico passaggio dell’Alto Friuli sul Tagliamento. Da qui sono accessibili i resti di una polveriera in caverna e della stazione radiotelegrafica.

 

Informazioni


Indirizzo: Colle di Osoppo

Visite: attraverso i tre percorsi del Castel Novo, del Forte sotterraneo e del Colle Napoleone; durata dell’escursione 180 minuti circa

Eventi: il secondo weekend di settembre si tiene la manifestazione culturale e gastronomica “Alla scoperta della fortezza”.

Orari di apertura: da novembre a marzo 8.00- 17.00; da aprile ad ottobre 8.00-20.00, da maggio a settembre la Pro Loco di Osoppo effettua visite guidate gratuite tutti i pomeriggi delle domeniche e dei festivi – I.A.T. Osoppo

via Divisione Julia, 1; Tel.: 0432 974161 / 0432 899311 / 331 6100337; E-mail: prolocoosoppo@libero.it

Informazioni: www.comuneosoppo.it; www.tourism.friulicollinare.it; Segreteria del Consorzio per la Salvaguardia dei Castelli Storici del Friuli Venezia Giulia – Tel.: +39 0432 288588; Fax: +39 0432 229790; www.consorziocastelli.it; E-mail: info@consorziocastelli.it

Come arrivare: dalla strada regionale SR463 in direzione Osoppo-San Daniele del Friuli svoltare a destra al primo semaforo in Via Fabris. Dopo circa 150 metri, a destra, inizia la salita verso il Forte di Osoppo.

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gradogitok

Grado GIT

La dorata spiaggia sabbiosa gestita da Grado Impianti Turistici, chiamata Spiaggia principale, è lunga diversi chilometri e si sviluppa dalla cosiddetta “Diga”, la passeggiata lungomare che porta alla Costa Azzurra, fino alla spiaggia ”Al Bosco” attraverso la Città Giardino.
Diversi accessi la rendono facilmente raggiungibile da ogni punto della cittadina. Numerosi i servizi: parco giochi nell’ombroso Parco delle Rose, spogliatoi, docce, copertura wi-fi, attività di animazione (ginnastica, giochi per i piccoli, presentazione di libri, balli di gruppo). Naturalmente sono a disposizione a pagamento ombrelloni, lettini, sdraio e pedalò.

La spiaggia è molto curata e sicura, i fondali bassi sono adatti per i più piccoli, mentre per gli amanti del nuoto sono a disposizione dei moli dai quali si raggiungono rapidamente le acque più profonde, e una zattera ancorata al fondale da cui potersi tuffare.
All’interno dello stabilimento vi sono due aree dedicate, una ai piccoli, la “Baby Beach“, che mette a disposizione, fra l’altro, ombrelloni più grandi e un “superbagnino“, e l’altra alla clientela più esigente, l’Area Vip “Settimo cielo” (ingresso n. 1).
Altri servizi a pagamento sono le Terme Marine, gli stabilimenti psammoterapico (sabbiature) ed elioterapico (solarium) e il Parco Termale Acquatico, una grande piscina con acqua di mare e giochi d’acqua come trampolini e scivoli, dotato anche di un bar con sedili in acqua.
 

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Lago_Minisini

Lago Minisini

Questo piccolo specchio d’acqua a forma di mezzaluna si trova a Nord di Gemona. Si tratta di un lago di origine glaciale alimentato da una serie di sorgenti lungo le rive settentrionali e orientali. Questo lago si sta lentamente interrando a causa dei sedimenti trasportati dal Rio del Giago e per il deflusso delle acque attraverso un condotto carsico che collega il lago con una roggia del XII secolo che scorre nei pressi di Ospedaletto. Anche le piane di Lunghinâl e Broili ospitavano antiche conche lacustri, oggi completamente riempite da sedimenti. L’ambiente palustre del lago è un naturale rifugio per numerose specie di anfibi, libellule e ninfee.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Dove: Località Ospedaletto, Gemona del Friuli

Come arrivare: a partire dalle scuole elementari di Ospedaletto percorrendo la carrareccia che conduce al Colle di Sant’Agnese

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Il Giardino delle Azalee o Parco Viatori

Il giardino botanico di Luciano Viatori nei pressi del torrente Groina riprende il solco della tradizione locale che promuoveva i parchi della “Nizza austriaca”. Nel corso degli anni vi sono state raccolte circa cinquecento varietà di azalee, centocinquanta specie di rododendri, oltre trecento tipi di rose rare, cinquanta varietà di camelie e centoventi di magnolie, in gran parte provenienti dalle collezioni Lord Peter Smithers e Van Veen di Lugano. Crescono rigogliose però anche una diversificata selezione di spiree e numerose altre specie, tutte pazientemente classificate con appositi cartellini, che danno un tocco finale alle composizioni di arbusti fioriti pensate secondo un’armonia di cromatismi squisitamente pittorica.

Ispirandosi ai parchi inglesi ottocenteschi il Professor Viatori a partire dal 1980 ha attuato una consistente bonifica del terreno per adattare il suolo alle necessità delle delicate azalee e creando persino un laghetto artificiale nella depressione prodotta dallo scoppio di una bomba durante la Seconda Guerra Mondiale. L’incantevole passeggiata è resa più agevole da una studiata rete di vialetti e passerelle di legno che consentono di cogliere tutte le sfaccettature di queste variopinte quinte arboree.

Il periodo ideale per visitare il parco è in primavera, tra marzo e giugno, quando ha inizio la fioritura delle magnolie e delle rose, che accendono il giardino di toni cangianti e rutilanti di colore.

Il Professore, recentemente scomparso, ha donato il parco alla Fondazione Carigo di Gorizia che lo ha riaperto al pubblico.

 

Informazioni


Indirizzo: Via Forte del Bosco 24, Località Piuma, Gorizia

Superficie totale: 25.000 mq

Impianto planimetrico: informale, di forma irregolare con percorsi

Condizione giuridica: proprietà privata

Specie botaniche di rilievo: azalee, rododendri, magnolie, camelie, rose

Orari di apertura: tutti i weekend dalle 16 alle 19

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Sauris

Sauris

Sauris (Zahre) è uno tra i borghi più affascinanti della Carnia, immerso tra boschi, prati e pascoli, che vanta uno dei più grandi laghi artificiali del Friuli Venezia Giulia. Il paese include le frazioni di Sauris di Sotto, Sauris di Sopra e Lateis con le località di La Maina e Velt. Per la sua ricchezza e unicità culturale, questo paese viene spesso definito “un’isola tra le montagne”.

I suoi primi abitanti giunsero nella Valle del Lumiei da un territorio al confine tra la Carinzia e il Tirolo attorno alla metà del Duecento e, da allora, hanno mantenuto intatta la loro forte identità culturale. A Sauris si parla, infatti, ancora oggi una lingua antica, il saurano, di influenza tedesca. Anche la celebrazione delle feste tradizionali, il culto dei santi, la tradizione culinaria e agroalimentare riflettono questo particolarismo. I canti augurali natalizi – i Canti della Stella, Stearnliedlan – sono cantati dagli abitanti in tedesco antico, italiano e latino. Perfino l’architettura del borgo è singolare, caratterizzata dai rustici con un piano inferiore in pietra, quello superiore a “block bau”, con tronchi di legno incastrati e il tetto rivestito da scandole di legno.

Durante la stagione estiva il paese offre percorsi per fare trekking, a cavallo o in mountain bike. Non mancano le attività per chi pratica sport invernali, come lo sci alpino oppure escursioni in alta quota con le ciaspole.

In estate presso le malghe si possono degustare il formaggio salato e di malga, sono rinomati il prosciutto crudo di Sauris e la birra artigianale alla canapa. In paese si possono acquistare tessuti realizzati a mano e manufatti intagliati nel legno.

Ogni anno, il sabato prima del mercoledì delle Ceneri, nel borgo di Sauris si rivive la festa del Carnevale in un vortice di balli e maschere tipiche come il Rölar, col suo cinturone di rumorosi campanacci, e il Kheirar, armato di una grande scopa da stalla, che sfilano per le vie.

 

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Museo_Casa_Clautana

Museo Casa Clautana

Il museo etnografico e antropologico punta a recuperare le testimonianze della cultura materiale per preservare la memoria collettiva degli stili di vita e delle tradizioni del passato.

Nell’antica casa medievale detta “ciasa da fum” si tramanda la dignitosa povertà della donna clautana e valcellinese – ricordata anche nel romanzo di Carlo Sgorlon Gli dei torneranno – nella quotidianità domestica e rurale e nelle peregrinazioni in veste di venditrice ambulante di utensili di legno artigianali.

Ogni anno nei mesi di luglio e agosto viene allestita una mostra tematica e sono ricreati angoli di lavoro reale dove gli ultimi vecchi artigiani intagliano il legno o realizzano i tipici scarpets.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Piazza San Giorgio 4, Claut

Servizi: visite guidate, bookshop, laboratori didattici, fototeca, archivio documentale; accessibile ai disabili

Informazioni: www.parcodolomitifriulane.it – www.ecomuseolisaganis.it

Orari di apertura: a luglio e agosto tutti i giorni 15.00-18.00; apertura su prenotazione durante gli altri mesi – Tel.: 0427 878195 – 0427 878078 – 340 9708570

Tel.: 0427 878078

Fax: 0427 878033

E-mail: info@parcodolomitifriulane.it

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