Museo_Lapidario_S_Eufemia_Grado

Museo Lapidario di Sant’Eufemia Grado

Il lapidario della Basilica – fondata nel 579 dal vescovo Elia – raccoglie frammenti scultorei ed epigrafi rinvenuti nella città lagunare, risalenti per lo più al periodo paleocristiano e altomedioevale, ma anche qualche esemplare di scultura romana classica, are e sarcofagi.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Campo Patriarca Elia, Grado

Orari di apertura: da lunedì a domenica 8.00-18.00

Tel./Fax: 0431 80146

E-mail: parrocchia.grado@libero.it

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Grotte_verdi_Pradis

Grotte verdi di Pradis

Le grotte verdi di Pradis, il cui nome è dovuto all’incantevole color verde smeraldo che ne illumina le pareti, si trovano a poca distanza dall’abitato di Pradis di sotto, nel cuore delle Prealpi Carniche, e comprendono la forra creata dal torrente Cosa e tre grotte collegate: l’Andris di Gercie, l’Andri scur e l’Andri blanc. Si tratta di cavità di origine carsica, immerse in una natura incontaminata, in un ambiente ricco di storia e al contempo magico.

Tracce del passaggio dell’uomo preistorico sono state rinvenute non solo nelle Grotte verdi, ma anche nella vicina Grotta del Clusantin (visitabile) e nella Grotta del Rio Secco, gioiello archeologico ancora in fase di scavo, che offrì riparo agli ultimi cacciatori neandertaliani di orsi delle caverne. I numerosi reperti rinvenuti, specialmente resti di animali e utensili, datano la frequentazione delle grotte di Pradis fin dal paleolitico medio (da 40 a 80 mila anni fa). Nel vicino Museo si possono ammirare sia reperti archeologici preistorici, sia manufatti dell’età del bronzo e di epoca romana.

Nel 1964 don Terziano Cattaruzza, aiutato dai parrocchiani, iniziò i lavori per rendere la grotta accessibile al pubblico. Nel 1965 la grotta fu inaugurata collocando una statua bronzea della Madonna, da cui il nome di Grotta della Madonna. Nel 1969 fu completata la discesa all’Orrido che, attraverso 207 scalini, porta al fondo della forra e permette di ammirare uno scenario carsico di impagabile bellezza.

Recentemente è stato aperto pure un percorso ad anello sovrastante l’Orrido che, attraversando il torrente Cosa, offre un panorama inedito e originale sulla forra, che ci appare in tutta la grandiosità dell’opera erosiva operata dalle acque del Cosa nel corso dei millenni.

 

Informazioni


Indirizzo: Pradis di Sotto, Clauzetto

 
Orari di apertura: per gli orari si invita a visitare la pagina ORARI

 
Ingresso: biglietto unico grotte + museo 5,00 € per gli adulti e 3,00 € dai 6 ai 14 anni

 
Visite: su prenotazione con almeno 7 giorni di anticipo

 

Informazioni: www.grottedipradis.it – Uffici dell’Ecomuseo Lis Aganis, Tel.: +39 0427 764425
 
E-mail: cultura@comune.clauzetto.pn.it

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Cimitero di guerra austro-ungarico Fogliano Redipuglia

Il cimitero è stato costruito in onore dei quasi quindicimila austro-ungarici caduti nelle zone limitrofe durante la prima guerra mondiale e qui tumulati all’ombra di due file di cipressi e nelle tombe comuni che accolgono i resti dei caduti ignoti.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Statale 305, Fogliano Redipuglia

 

Orari di apertura: dalle 9.00 al tramonto

 

Informazioni: Ufficio di informazione e accoglienza turistica di Fogliano Redipuglia, via III Armata 54; Tel.: +39 0481 489139; e-mail: plfogliano@tiscali.it

 

Visite: visite guidate a cura dell’Ufficio turistico di Fogliano di Redipuglia

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Castello di Solimbergo

Nel 1196, il vescovo di Concordia affidava ai signori di Castelnuovo la costruzione del castello di Solimbergo (ovvero Sonemberg, “castello lucente”), successivamente affiancato dalla chiesetta di San Daniele. In seguito fu dei signori carinziani di Flaschenberg, dei Flagogna e, nel 1384, passò definitivamente ai signori di Spilimbergo.

Il complesso sulla sommità del colle di Palis, in disuso dal XVII secolo, reca i segni del secolare abbandono: oltre a tratti del recinto difensivo e del portale si può ancora vedere parte della torre di vedetta, oggetto di un recente intervento di restauro.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Solimbergo, Sequals

Stato di conservazione: ruderi

Come arrivare: breve sentiero sterrato percorribile a piedi

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Area archeologica Iulium Carnicum

Iulium Camicum, la più settentrionale delle città dell’Italia romana, rivestì sempre un’importanza strategica per la sua posizione, anche prima dei romani, che la posero a guardia della via consolare che collegava l’Impero Romano con il Nord Europa. Nata probabilmente come insediamento militare, fu sempre ricostruita dopo ogni devastazione barbarica.

I resti archeologici oggi visibili sono di età augustea, anche se probabilmente molto è ancora sepolto. Il Foro venne ampliato con una Basilica civile costruita sul lato Sud: di tutto ciò restano la base del portico, coperto da un colonnato a capitelli tuscanici, una parte della platea lastricata con le basi di alcune statue, il podio del tempio e un vano seminterrato della Basilica (il criptoportico) con scalone di accesso al primo piano. Inoltre, in un angolo del Foro, protetto da una copertura, si può ammirare un pavimento a mosaico geometrico di una casa romana del I secolo a. C.

 
 
 
 
 
 

Informazioni


Civico Museo Archeologico Iulium Carnicum

Via Giulio Cesare, 19 – 33020 Zuglio (UD)

Tel.-fax: + 39 0433 92562

e-mail: museo.zuglio@libero.it

Sito: www.comune.zuglio.ud.it

 

Orario di apertura: l’area archeologica del Foro romano viene aperta su prenotazione per gruppi e scolaresche contattando il Civico Museo Archeologico Iulium Carnicum.

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Castello_Soffumbergo

Castello di Soffumbergo

Il sito, forse già fortificato in epoca tardoantica e utilizzato dai Longobardi, fu anche sede di una cappella al tempo dei Sassoni. Dominio del Patriarca sin dal 1025, nel 1184 era abitato dai Signori di Soffumbergo (dal tedesco Scharfenberg, “monte aguzzo”), vassalli della Chiesa d’Aquileia.

Nel 1298 il castello fu scelto dal Patriarca quale residenza estiva della corte. Tuttavia, gli antichi feudatari, i “domini Sophumbergi”, conservarono il diritto d’abitanza e dopo aspre contese con il casato dei Torriani, ne vennero infine scacciati nel 1352.

Il castello di Soffumbergo – il cui feudo comprendeva anche Campeglio, Raschiacco, Colloredo, Valle e Canale – sembra essere stato distrutto nel 1441 dai cividalesi. Rimangono ancora visibili le fondamenta, mentre l’antica cappella castellana è stata integralmente restaurata.

Nel 1993 vennero effettuati alcuni scavi archeologici che portarono alla luce diversi reperti (ceramiche, armi e utensili risalenti ai secoli XIII-XIV).
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Castellana, frazione Soffumbergo a Campeglio, Faedis

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Castello_Ragogna

Castello di Ragogna

Il promontorio roccioso sul quale sorgono il complesso fortificato e l’antica pieve di San Pietro – nonchè sede dell’antico insediamento castrense di Reunia – controllava il guado del fiume Tagliamento. Esistente già nel VI secolo, il maniero era soggetto nel XII secolo alla giurisdizione dei duchi di Carinzia della Casa di Eppenstein, passando nel 1218 ai Signori di Ragogna, infeudati dal Patriarca d’Aquileia.

Oggetto di ripetuti assedi durante le lotte tra Patriarcato e duchi d’Austria, passò nel XV secolo ai Porcia. In seguito il castello decadde e, abbandonato alla fine del Settecento, venne regalato al Comune.

Attualmente si possono ammirare le cinte murarie merlate con il portale Nord, alcune torri, il cortile interno con il pozzo e la domus residenziale. Presso l’antica pieve di San Pietro sono visibili gli scavi archeologici effettuati.

 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Frazione di San Pietro, Ragogna

Orari di apertura: da aprile ad ottobre il sabato 14.30-17.30 e domenica 10.00-12.30; 14.30-17.30

Stato di conservazione: ristrutturato

Informazioni: Comune di Ragogna – Tel.: 0432 955226; g.toniutti@comuneragogna.it; Associazione Pro Ragogna – Tel.: 0432940310; E-mail: info@prolocoragogna.it; oppure Segreteria del Consorzio per la Salvaguardia dei Castelli Storici del Friuli venezia giulia – Tel.: 0432 288588; Fax: 0432 229790; E-mail: info@consorziocastelli.it; www.consorziocastelli.it

Ingresso: libero

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