Castello_Artegna

Castello di Artegna

Il castello sorge nel cuore del centro storico di Artegna, sulle pendici del colle di San Martino. In origine esisteva un secondo castello – detto Superiore – in cima al colle, che pare sorgesse su un insediamento romano posto a controllo della Via Iulia Augusta e che funse da riparo per gli Arimanni forogiuliesi durante l’incursione degli Avari nel 610. Quest’ultimo fu distrutto nei 1381 dai gemonesi, mentre il castello Inferiore, a partire dalla metà del XIII secolo, divenne stabile dimora dei Signori di Artegna. Accanto al non più esistente castello Superiore, nel 1005, fu edificata la chiesetta di San Martino, si dice, sulle rovine di un tempio longobardo.

Il castello fu spesso teatro di scontri tra i patriarchi e gli Artegna, fu distrutto e riedificato a cavallo tra il XIV e il XV secolo, passò in mano a svariati feudatari fino a che pervenne ai conti Bonati Savorgnan d’Osoppo che ne detennero il possesso fino al XVIII secolo.

Parzialmente ricostruito dopo il terremoto del 1976, l’edificio, anche detto Castello Savorgnan o “Castelletto”, è stato oggetto di un recente intervento di recupero, al termine del quale è stato riaperto al pubblico: ristrutturato e riarredato, nei suoi interni sono stati ricavati un luogo di ristoro e spazi espositivi.

 

Informazioni


Indirizzo: Colle di San Martino, Artegna

Orari di apertura:festivi

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Castello_Montereale_Valcellina

Castello di Montereale

La costruzione del castello di Montereale, posto a guardia della Valle Cellina, lungo la via pedemontana pordenonese presidiata da numerose rocche (tra cui quelle di Maniago, Meduno, Toppo e Pinzano) risale al X secolo. Nel 1203 il “Castrum Montis Regalis” fu ceduto dal vescovo di Concordia ai Signori di Prata, per poi passare, nel 1213, ai nobili di Montereale, feudatari del Patriarca.

In seguito il fortilizio fu più volte assediato e tra il 1313 e il 1318 ebbe parte nei fatti d’arme che videro i Montereale contrapposti ai Pinzano, ai Toppo e ai Maniago. Nel 1346 Bianchino di Porcia assaliva e saccheggiava il maniero che, già provato dalle guerre e poi dai terremoti che seguirono, fu abbandonato e cadde in rovina nel corso del Cinquecento.

Del castello rimangono parecchi tratti di muraglia, circondati da fossati, e della torre maestra sono ancora visibili le fondazioni, a cui anticamente si aggiungevano altre due piccole torri.

Tra il 1983 e il 1990 si sono svolte diverse campagne di scavo che hanno confermato la continuità di utilizzo del monte a scopo difensivo a partire dall’età tardo antica. I reperti rinvenuti sono ora esposti nel Museo Archeologico di Montereale Valcellina.

 

Informazioni


Indirizzo: Strada Regionale 251, Montereale Valcellina

Stato di conservazione: ruderi

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Lago_Volaia

Lago di Volaia

Quello di Volaia (Wolayersee) è uno splendido laghetto alpino raccolto nella conca glaciale del versante austriaco dell’omonimo passo, immerso in un paesaggio montano incontaminato di straordinaria bellezza. Il lago Volaia è al centro di una riserva naturale che corre lungo lo spartiacque delle Alpi Carniche, a occidente del passo di Monte Croce Carnico.

Per più di metà dell’anno il lago è ghiacciato e lo spessore del ghiaccio può raggiungere i due metri. Gli emissari sotterranei del lago alimentano due fontane: una in territorio austriaco, l’altra a valle del rifugio Lambertenghi-Romanin.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Dove: Passo del Volaia

Informazioni: www.comune.forni-avoltri.ud.it o presso l’Ufficio turistico di Forni Avoltri, Corso Italia 24 – tel: 0433 72202; e-mail: info.forniavoltri@turismo.fvg.it

Come arrivare: da Forni Avoltri si sale in direzione Collina fino al rifugio Tolazzi, da qui è possibile proseguire solo a piedi seguendo l’itinerario per il rifugio Lambertenghi-Romanin;

Attività: il sentiero Spinotti è attrezzato per l’arrampicata

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Tempietto_Longobardo_Cividale

Tempietto Longobardo

Questo raro esempio di architettura alto medioevale è stato iscritto alla lista dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco per “la sua aulica bellezza nutrita di motivi longobardi, memorie della tradizione classica e influssi dell’arte carolingia e ottoniana”. Probabilmente fu costruito nella seconda metà dell’VIII secolo nel luogo in cui un tempo sorgeva la gastaldia, sede del signore della città. Si trattava, quindi, di una cappella palatina, che forse si deve ad Astolfo, duca del Friuli dal 744 al 749 e re dei Longobardi dal 749 al 756. In seguito l’edificio venne incorporato nel Monastero di Santa Maria in Valle.

La preziosità delle decorazioni dell’aula suggerisce il ricorso a maestranze di grande prestigio, che si esprimono in un linguaggio sofisticato, promosso dalle più alte sfere del regno. Gli affreschi si devono ad artisti greco-bizantini, ma ancor più spettacolari sono i rilievi in stucco, come quelli che muovono dall’arcone del portale d’ingresso con un tralcio di vite carico di grappoli d’uva sottilmente traforato. Quindi si notano altri dettagli raffinatissimi come le cornici con motivi a fiori, al cui centro erano inserite ampolle vitree, ma soprattutto la teoria di sante e martiri, riccamente vestite e ieratiche, decorate con collari gemmati e diademi. Gli stalli lignei del coro più antico del Friuli sono databili, invece, entro il 1384 e sono ornati con intagli di girali e animali fantastici. Colonne, pilastri, mensole e architravi marmoree sono di epoca romana; alto medievali sono, invece, le basi e i capitelli.

Al tempietto si accede da Piazza San Biagio attraverso una passerella pensile sul fiume Natisone.

Informazioni


Indirizzo: via Monastero Maggiore 34, Cividale del Friuli

Servizi: bookshop, noleggio audioguide

Informazioni: www.tempiettolongobardo.itwww.cividale.net

Orari di apertura: da ottobre a marzo da lunedì a venerdì 10.00-13.00 e 14.00-17.00, sabato, domenica e festivi 10.00-1700; da aprile a settembre da lunedì a venerdì 10.00-13.00 e 15.00-18.00; sabato, domenica e festivi 10.00-18.00; chiuso 1° gennaio, 1° maggio, 25 dicembre

Ingresso: intero (Tempietto Longobardo e Monastero di Santa Maria in Valle) € 4,00; ridotto € 3,00 (per gruppi di 15 persone e oltre i 65 anni); studenti € 1,50 (da 8 a 14 anni, scolaresche di almeno 15 persone); ingresso cumulativo 2 Musei (Monastero Santa Maria in Valle e Tempietto Longobardo – Museo Cristiano) € 6,00; ridotto € 4,00 (per gruppi di 15 persone e oltre i 65 anni); studenti € 3,00 (da 8 fino a 14 anni, scolaresche di almeno 15 persone); ingresso cumulativo 3 Musei (Monastero Santa Maria in Valle e Tempietto Longobardo – Museo Cristiano – Museo Archeologico) € 9,00

Visite: prenotazione delle visite presso l’Ufficio turistico di Cividale (Informacittà), Piazza Paolo Diacono 10 – tel.: +39 0432 710460; fax: +39 0432 710423; e-mail: informacitta@cividale.net

Tel.: +39 0432 700867

E-mail: info@tempiettolongobardo.it

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Casa_Veneziana_Udine

Casa Veneziana

Originariamente il palazzo si trovava in via Rialto, dove, nel Quattrocento, numerose famiglie nobili edificarono le proprie dimore signorili, tra cui questo palazzetto che appartenne ai conti di Montegnacco.

Nel 1910, per evitarne la demolizione, la decorazione architettonica venne smontata e ricomposta, nel 1929, sul sito attuale. Il palazzetto, in stile gotico fiorito con un’alternanza di bifore, trifore e monofore di varie fogge, è un raro esempio di architettura dell’età della dominazione della Serenissima nel capoluogo della Patria del Friuli.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Piazza XX settembre, Udine

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Villa de Puppi

La villa, costruita nella prima metà del Settecento in stile neopalladiano, si impone alla vista con quattro solenni colonne ioniche che sostengono il timpano con lo stemma nobiliare. Si trova immersa tra le alte conifere del parco sebbene si affacci lungo la strada principale del paese. I de Puppi discendono dalla celebre famiglia dei conti Guidi, signori di Poppi, nel Casentino, citati da Dante Alighieri.

La villa padronale, serrata tra due edifici con torretta, è affiancata dalle barchesse che abbracciano una piccola corte. All’interno il salone centrale immette tramite un doppio scalone al piano nobile. Qui si conservano mobili di pregio e dipinti antichi. Nel retro la massiccia facciata con motivi a bugne di pietra guarda verso il grande cortile con pozzo.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Roma 5, Moimacco

Informazioni: www.depuppi.it

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Torre millenaria

La fortezza di Marano subì i continui attacchi dei veneziani finchè nel 1420 passò con tutto il Friuli sotto il dominio della Serenissima; dal 1513 per trent’anni fu conquistata dagli imperiali e nel 1543 tornò fra i possedimenti di Venezia; perse la sua importanza strategica con la costruzione della fortezza di Palmanova.

Attualmente sono visibili alcuni resti dei bastioni (sui quali è stato costruito un opificio) e la torre maestra al centro del paese. Popolarmente è detta “Millenaria”, qualcuno infatti l’attribuisce a Popone che l’avrebbe fatta edificare subito dopo il 1031. Dalle fonti risulta che la prima funzione della torre fosse liturgica e che per questo fosse nata come anche ad Aquileia e a Grado. Infatti a fianco della torre esisteva una chiesa, chiamata di Santa Maria, e una dimora dei patriarchi.

In seguito la torre fu usata come vedetta della fortezza di Marano. Ad ornamento vi sono stati posti i busti dei provveditori che hanno governato la fortezza ed altre vestigia, epigrafi e bassorilievi.

 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Piazza Provveditori, Marano Lagunare

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