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Costa dei Barbari

La Spiaggia Costa dei Barbari, nel comune di Duino Aurisina, si trova nei pressi di Sistiana, ed è delimitata da un lato da Portopiccolo e dall’altro dal Residence Europa. Per raggiungere la spiaggia provenendo da Trieste, poco prima di Sistiana, di fronte alla Pasticceria Costa dei Barbari, si può parcheggiare a pagamento su un vecchio tratto di strada dismesso sul lato mare. Da lì diversi sentieri scendono a picco sul mare. Oppure, ancora sulla Strada Costiera, provenendo da Trieste, poco dopo la discesa a Marina d’Aurisina, c’è un altro accesso la cui esistenza si deduce dalle auto parcheggiate intorno al suo imbocco. Anche qui un ripido sentiero, immerso nel bosco, porta rapidamente al mare.

La Costa dei Barbari è una bellissima spiaggia di ciottoli e scogli dove distendersi a prendere il sole integrale, ombreggiata dalla profumata vegetazione mediterranea. Non c’è alcun tipo di servizio, uno dei motivi per cui è molto tranquilla ed è prevalentemente naturista. Il mare qui è molto bello, azzurro, cristallino e straordinariamente trasparente, subito profondo come in tutta la costa rocciosa, la zona assolutamente splendida, ancora quasi selvaggia.

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Castello_Gramogliano_Corno_Rosazzo

Castello di Gramogliano

Il castello, risalente al XIII secolo, appartenne ai signori di Gramogliano e quindi agli Herbenstein. Distrutto nel 1353 dal Patriarca, venne ricostruito dai conti di Gorizia nel 1424 e dopo essere stato occupato dalla Repubblica veneziana venne infeudato ai Conti Zucco-Cuccagna, originari di Faedis. Questo casato creò nuove opre munite e il castello resistette all’invasione degli Uscocchi tra il 1615 e il 1616.

Nell’Ottocento gli Zucco si trasferirono a Crauglio e Gramogliano andò progressivamente in rovina. Nel 1884 il castello fu acquistato dalla famiglia Visintini che ne fece una rinomata azienda vitivinicola.

Delle originarie cinque torri ne resta una soltanto, alta dodici metri e composta da ciottoli di fiume.

 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Gramogliano 27, Corno di Rosazzo

 

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Palazzo_delle_Poste_Gorizia

Palazzo delle Poste

L’imponente edificio in bugnato e laterizio si articola attorno alla torre dell’orologio. Fu realizzato nei primi anni Trenta su progetto di Angiolo Mazzoni, che si ispirò allo stile imperiale austriaco. Il porticato accoglie tre Vittorie, monumento ai caduti postelegrafonici realizzato da Domenico Ponzi. Al piano terra si trovano i mosaici di san Cristoforo opera di Matilde Festa Piacentini e quello di Pericle Gentili raffigurante i santi Ilario e Taziano, protettori della città di Gorizia. Al primo piano c’è l’affresco Danae fecondata da Giove realizzato su disegno del pittore Edoardo Del Neri mentre all’interno della torre la scalea è decorata con il ciclo pittorico di Guido Cadorin dal titolo Le guerre producono vittime. Infine, è qui conservato il Treno in corsa (1933) del futurista Tato (Guglielmo Sansoni).

 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Corso Giuseppe Verdi 33, Gorizia

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Cappella_Manin_Udine

Cappella Manin

La Cappella Manin si trova presso villa Torriani (già Manin) in largo Torriani a Udine. Fu costruita nel 1735, probabilmente su progetto dell’architetto Domenico Rossi, per volere del conte Ludovico Manin.

L’edificio è un piccolo gioiello barocco: la maestosa facciata introduce all’interno di forma esagonale, dove sopra l’altare troneggia la magnifica Madonna col Bambino di Giuseppe Torretti, maestro del Canova; suoi pure i bellissimi altorilievi sulle pareti laterali con episodi della vita della Vergine.

Il pavimento di marmi policromi sale come un tappeto sui gradini dell’altare maggiore e sulle paraste.

 
 
 
 
 
 

Informazioni


Cappella Manin

Udine – Largo Torriani

Tel. +39 0432 502872 – 501824; fax +39 0432 501681

 

Orari di visita: solo su prenotazione da lunedì a venerdì; sabato e domenica chiuso; ingresso gratuito

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Museo_Orologeria_Pesarina

Museo dell’Orologeria Pesarina

L’esposizione racconta la secolare storia della produzione orologiaia di Perariis, attività che rappresentò per la vallata e per la Carnia un fenomeno sociale ed economico: fin dal Seicento, infatti, nelle case del paese si producevano pregiati orologi a pendolo. Si tratta di un patrimonio storico e scientifico che vanta una gran varietà di esemplari, catalogati per fase tecnologica: dagli svegliarini monastici a quadrante mobile che segnavano soltanto l’ora agli antichi orologi domestici pesarini con meccanismo a ripetizione dell’ora; dagli orologi da torre settecenteschi a quelli delle stazioni ferroviarie degli inizi del Novecento.

Nel XVII secolo i primi orologi meccanici con suoneria oraria scandivano il lavoro nei campi dai portici delle case padronali, lasciando il passo, nel secolo successivo, ai grandi orologi pubblici, collocati sulle torri civiche e campanarie – celebri quelli della ditta dei fratelli Solari –, che continuano a svolgere il compito fondamentale di misuratori del tempo sociale.

Il XX secolo è segnato dall’invenzione degli orologi a palette – ideati da Remigio Solari attorno agli anni Quaranta – e dal famoso Cifra3, tuttora esposto al Museum of Modern Art di New York.

Il percorso prosegue lungo le vie del paese, dove si affacciano i 12 orologi monumentali.

Informazioni


Indirizzo: Frazione Pesariis 124, Prato Carnico

Servizi: visite guidate, laboratori didattici, audioguide, applicazioni mobile

Informazioni: www.pesariis.it – www.valpesarina.org/museo – www.prolocovalpesarina.it – www.carniamusei.org – Ufficio Turistico di Prato Carnico, Frazione Pieria 93/A – Tel./Fax: 0433 69420

Orari di apertura: tutti i giorni nei mesi estivi; in febbraio e marzo sabato e domenica 11.00-17.00; nei mesi invernali festivi e su richiesta

Visite: su prenotazione visite per gruppi e scolaresche telefonando al Municipio di Prato Carnico – Tel.: 0433 69034; prenotazione dei laboratori didattici per le scuole presso gli Uffici CarniaMusei – Tel.: 0433 487779; E-mail: carnia.musei@cmcarnia.regione.fvg.it

Ingresso: intero e visita guidata € 1,00; ridotto € 0,50; visita guidata al Museo e al percorso monumentale (gruppi di almeno 5 persone) € 2,00; ridotto € 1,00 (dai 7 ai 18 anni e titolari CartaGiovani); gratuito fino a 6 anni, scolaresche fino alla scuola secondaria di I grado, disabili

E-mail: anagrafe@com-prato-carnico.regione.fvg.it

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Piazza_Unita_Italia_Trieste

Piazza Unità d’Italia

Piazza dell’Unità d’Italia, il “salotto di Trieste”, è la più estesa piazza d’Europa affacciata sul mare. Già detta Piazza San Pietro e poi Piazza Grande, questa aristocratica piazza fin de siecle assunse il nome corrente quando Trieste fu annessa al Regno d’Italia.

La pavimentazione in blocchi di arenaria è punteggiata sul lato mare da piccole luci blu che ricordano l’antico mandracchio, interrato a metà dell’Ottocento. La fontana dei Quattro continenti è sita davanti all’ingresso principale del Municipio e, poco più in là, vi è la Colonna di Carlo VI, qui fin dal 1728. La piazza ospita, inoltre, due pili con basamento in bronzo, opera dello scultore triestino Attilio Selva, su cui svettano la bandiera italiana e quella di Trieste.

Sulla piazza si affaccia una maestosa sequenza di palazzi eclettici, ornati da coreografiche allegorie di gruppi scultorei e fasciati da lesene e modanature: il palazzo della Luogotenenza austriaca, ora sede della Prefettura, vestito dei baluginii dorati dei suoi mosaici; il palazzo Stratti, dove si trova lo storico Caffè degli Specchi; il palazzo Modello e il Municipio del Bruni, la “Cheba”, sulla cui torre dell’orologio due automi bronzei, Mikez e Jakez, battono le ore; Palazzo Pitteri, il più antico della piazza, il palazzo Vanoli e il palazzo della compagnia di navigazione Lloyd Triestino, ora sede della Regione, che ricorda il dominio mercantile della città che è stata il porto dell’impero austro ungarico.

 

 

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Roccolo di Pre Checo

Il roccolo a sud del monte Cjastellirs, lungo la Strada comunale Montenars-Flaipano è raggiungibile tramite una strada sterrata che si inoltra nel bosco.

Il roccolo è una struttura per l’uccellagione realizzata tra il XIX e il XX secolo dalla popolazione. La struttura, di forma ovale con una siepe di carpino bianco, possedeva un sistema di corde e cerniere che catapultava una frasca provocando forte rumore per far sì che gli uccelli, impauriti, rimanessero intrappolati nelle reti. Il roccolo apparteneva alla famiglia di don Francesco Placereani detto ‘Pre Checo’, letterato e cultore della lingua friulana ma anche appassionato uccellatore.

L’Ecomuseo delle Acque del Gemonese si occupa della valorizzazione di questo tipo di strutture ed è responsabile del percorso di visita ai roccoli.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Strada comunale per il Monte Cjampeon, Montenars

Superficie totale: 0,12 ha

Impianto planimetrico: alberatura formale

Condizione giuridica: proprietà privata

Peculiarità scenografiche e compositive: siepe formale, vista panoramica

Specie botaniche di rilievo: carpino bianco, ciliegio, ontano

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