Grotte_verdi_Pradis

Grotte verdi di Pradis

Le grotte verdi di Pradis, il cui nome è dovuto all’incantevole color verde smeraldo che ne illumina le pareti, si trovano a poca distanza dall’abitato di Pradis di sotto, nel cuore delle Prealpi Carniche, e comprendono la forra creata dal torrente Cosa e tre grotte collegate: l’Andris di Gercie, l’Andri scur e l’Andri blanc. Si tratta di cavità di origine carsica, immerse in una natura incontaminata, in un ambiente ricco di storia e al contempo magico.

Tracce del passaggio dell’uomo preistorico sono state rinvenute non solo nelle Grotte verdi, ma anche nella vicina Grotta del Clusantin (visitabile) e nella Grotta del Rio Secco, gioiello archeologico ancora in fase di scavo, che offrì riparo agli ultimi cacciatori neandertaliani di orsi delle caverne. I numerosi reperti rinvenuti, specialmente resti di animali e utensili, datano la frequentazione delle grotte di Pradis fin dal paleolitico medio (da 40 a 80 mila anni fa). Nel vicino Museo si possono ammirare sia reperti archeologici preistorici, sia manufatti dell’età del bronzo e di epoca romana.

Nel 1964 don Terziano Cattaruzza, aiutato dai parrocchiani, iniziò i lavori per rendere la grotta accessibile al pubblico. Nel 1965 la grotta fu inaugurata collocando una statua bronzea della Madonna, da cui il nome di Grotta della Madonna. Nel 1969 fu completata la discesa all’Orrido che, attraverso 207 scalini, porta al fondo della forra e permette di ammirare uno scenario carsico di impagabile bellezza.

Recentemente è stato aperto pure un percorso ad anello sovrastante l’Orrido che, attraversando il torrente Cosa, offre un panorama inedito e originale sulla forra, che ci appare in tutta la grandiosità dell’opera erosiva operata dalle acque del Cosa nel corso dei millenni.

 

Informazioni


Indirizzo: Pradis di Sotto, Clauzetto

 
Orari di apertura: per gli orari si invita a visitare la pagina ORARI

 
Ingresso: biglietto unico grotte + museo 5,00 € per gli adulti e 3,00 € dai 6 ai 14 anni

 
Visite: su prenotazione con almeno 7 giorni di anticipo

 

Informazioni: www.grottedipradis.it – Uffici dell’Ecomuseo Lis Aganis, Tel.: +39 0427 764425
 
E-mail: cultura@comune.clauzetto.pn.it

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Santuario_Castelmonte_Prepotto

Santuario di Castelmonte

Il sito fu probabilmente abitato fin da epoca romana e forse dal V-VI secolo ospitò un luogo di culto paleocristiano. Il santuario della Beata Vergine del Monte, sicuramente antecedente al 1175, s’ingrandì sino a diventare un borgo fortificato intorno alla chiesa. Nel 1469 dovette essere radicalmente ristrutturato in seguito ad un disastroso incendio causato da un fulmine e nel secolo successivo ebbe un notevole ruolo strategico durante le lotte provocate dalla Lega di Cambrai, specie in occasione dell’assedio di Cividale del 1509.

Il complesso mantiene ancora, nonostante i rifacimenti, il suo aspetto di santuario fortificato, con al centro la grande chiesa, gli edifici monastici e le case del borgo serrate dalle mura turrite. La sua nomea crebbe e sempre più numerosi vi accorrevano i pellegrini tanto che in diverse occasioni le porte di Cividale vennero chiuse a causa degli eccessivi affollamenti. I fedeli non lesinavano donazioni di beni immobili, denaro, ex voto; tra questi vi sarebbe stata un’antichissima statuina d’argento offerta da un duca d’Austria o il prezioso voto di Gemona del 1575 – anno di una funesta pestilenza – che riproduceva la città nell’argento. Molti degli ex-voto sono tuttavia andati distrutti o rubati, quelli in argento anteriori al 1797 furono confiscati da Napoleone. La venerata statua della Madonna è inserita nell’altare barocco commissionato nel 1684 ad Alessandro Tremignon.

 

Informazioni


Indirizzo: Castelmonte, Prepotto

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Bike-Funk-Park-

Bike Funk Park

In estate Piancavallo saluta la neve e si trasforma!
Le sue piste diventano percorsi per la mountain bike dando vita al “Bike Funk Park“, il bike in cui gli appassionati del freeride, del downhill e dello slopestyle possono trovare un’area interamente attrezzata e dedicata a loro con percorsi che si snodano su tratti di pista e fuori pista.

Downhill e freeride per provare emozioni uniche!
L’offerta downhill presenta 3 percorsi che si sviluppano lungo le piste Salomon e variante Salomon con un percorso per esperti (lunghezza mt 2000 con 350 metri di dislivello) ed uno per il livello medio con tre varianti (lunghezza mt 2200 con 350 metri di dislivello).

Viene inoltre proposto per il freeride un percorso (mt 2000 con 350 mt di dislivello) che si sviluppa affianco della pista Tublat. Il trasporto di riders e bike, viene garantito dall’apertura della seggiovia Tremol 1.
I percorsi di downhill presentano strutture fisse come passerelle, paraboliche, kicker, salti di facile/media difficoltà, drop e passaggi tecnici naturali ricavati seguendo il profilo del terreno.
I percorsi sono messi tutti in sicurezza e si dividono in facile, media e alta difficoltà .

Dirt
Nell’area Caprioli, tradizionale sede invernale del Funk Park riservato alle evoluzioni di chi pratica lo snowboard ed il freestyle, è predisposta un’area per le evoluzioni degli appassionati della nuova disciplina del “Dirt”.
Castello di tre drop per principianti ed esperti da uno-due-tre metri, un salto piccolo da un metro con atterraggio step down e gap di 2/3 metri, un salto medio con atterraggio step down e gap da 4/5 metri, un salto grande per esperti con atterraggio step down e gap di 8 metri ed un easy drop di mezzo metro a filo terreno per chi inizia ad eseguire i primi salti.
Nuova struttura chiamata Funk Banana composta da un salto di 1,5 metri con atterraggio step down su passerella concava con uscita in drop di 1 metro e gap di 2 metri, ai quali si aggiunge anche la possibilità di effettuare salti ed evoluzioni in piena sicurezza grazie alla presenza di un grande materasso ad aria (big air bag: 15mt x 9mt), con la possibilità di ritornare facilmente in partenza grazie ad un moderno nastro trasportatore.

Informazioni


Orari
Feriali: dalle 9.30 alle 17.00
Sabato, domenica e settimana di Ferragosto: dalle 9.00 alle 17.30

Informazioni:
Bike Funk Park
Tel. +39 0434 655258
Fax +39 0434 655126
piancavallo@promotur.org

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Giardino_Piazza_Primo_Maggio_Udine

Giardino Piazza Primo Maggio

Il giardino è posto al centro di piazza Primo Maggio, a oriente della collina su cui sorge il Castello. L’attuale Giardin Grande, anticamente compreso tra le due rogge urbane e il colle del Castello, era soggetto a frequenti allagamenti a causa della depressione del terreno, a cui si pose soluzione solo nel secondo Cinquecento con interventi di bonifica. Alla fine del Duecento l’area era denominata «Zardinum Domini Patriarchae» e rimase proprietà patriarcale fino all’arrivo dei veneziani; se ne attesta l’uso collettivo per le pubbliche fiere nel 1486. Negli stessi anni, il luogotenente Tommaso Lippomano introdusse la fiera di Santa Lucia.

In epoca austro-francese venne creato l’impianto tuttora esistente. Nel 1808 l’incarico fu affidato all’ingegner Antonio Lerner che disegnò la struttura ad ellisse con otto viali di passeggio radiali, convergenti verso la piazzola con l’aiuola ottagonale alberata. Lo storico ‘laghetto’ fu trasformato in una vasca d’acqua circolare circondato dalla «boschetta con dei viali disposti a capriccio».

La piazza è stata ristrutturata nel primo decennio del XXI secolo con il rifacimento dei vialetti e del manto erboso.

 

Informazioni


Indirizzo: Piazza Primo Maggio, Udine

Superficie totale: 2,00 ha

Impianto planimetrico: formale con schema geometrico

Condizione giuridica: proprietà pubblica, Comune di Udine

Peculiarità scenografiche e compositive: peschiera, viale ellittico, viali

Specie botaniche di rilievo: platano, platano orientale

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Loggia Comunale di Pordenone

La Loggia comunale, simbolo del centro storico di Pordenone, si trova alla fine dell’elegante Corso Vittorio Emanuele, sulla parte più alta del promontorio che si affaccia sul fiume Noncello. Il bell’edificio, in stile gotico, fu costruito tra il 1291 e il 1395, completamente in laterizio; parte del pianoterra si apre su un portico loggiato ad ampi archi ogivali. La Loggia ha un avancorpo a torre, sulla cui parte superiore fu costruito un grande orologio astronomico-lunare dai fratelli Rainieri di Reggio; in cima alla torre sono poste due statue che battono le ore, dette i “mori”, che in realtà sono due paggi che reggono lo scudo con lo stemma cittadino e i simboli della casa d’Austria.

Attualmente le statue in pietra originali sono nel Museo d’arte cittadino, mentre sulla torre comunale sono state poste due copie. Sulla facciata del primo piano del palazzo, interamente occupato dalla sala del Consiglio comunale, si aprono due finestre trilobate tripartite. Nel XVI secolo furono aggiunti al palazzo dal maestro Iacopo da Gemona due eleganti pinnacoli a baldacchino. Nel 1928 ci fu un ampliamento sul retro dell’edificio ad opera dell’architetto Cesare Scoccimarro; a fine anni Sessanta fu aggiunto un ulteriore edificio su disegno dell’architetto Ignazio Gardella.

 
 
 
 
 
 

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Borgo di Erto e Casso

Situato al limite più occidentale del Friuli Venezia Giulia, il comune di Erto e Casso è immerso nella natura della splendida valle del Vajont, coronata dalle cime dolomitiche. I due paesi, sorti sulle opposte pendici della frana del Monte Toc, sono stati dichiarati Monumento nazionale per la loro spontanea e autentica architettura di montagna in pietra locale dal tipico colore rosato.

L’aspetto rurale è rimasto inalterato nel tempo, lasciando memoria delle vecchie usanze e lavorazioni artigianali. Pur essendo vicini i due paesi hanno un’origine differente e distinti dialetti e tradizioni. Sono però legati dal profondo segno che il disastro del Vajont ha lasciato su di essi.

Nelle strette vie ciottolate, tra le alte case in pietra, non si dimentica che un altro paese si sia sostituito al vecchio: lungo le strade sono visibili le fondamenta delle case distrutte dall’onda e la frana domina ancora severa vicino alla diga. La chiesa parrocchiale di San Bartolomeo, custodisce al suo interno un crocifisso ligneo di Andrea Brustolon.

I numerosi percorsi escursionistici nei dintorni e nella Val Zemola offrono la possibilità di visitare le vecchie malghe abbandonate e di ammirare i singolari corpi rocciosi dei Libri di san Daniele sul Monte Borgà. A Erto si trova una palestra di roccia naturale conosciuta a livello internazionale.

Ricca di fascino è l’antica rappresentazione della Passione che da secoli si svolge a Erto nel Venerdì Santo per tener fede a un voto. Il Comune ospita l’Ecomuseo Vajont e fa parte dei Borghi Autentici d’Italia.

 

Informazioni


Dove: Erto e Casso, provincia di Pordenone

Informazioni: www.comune.ertoecasso.pn.it

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Loggia_del_Lionello_Udine

Loggia del Lionello

Nel 1448, a seguito della richiesta avanzata dal luogotenente Nicolò Savorgnano, venne iniziata la costruzione del Palazzo pubblico di Udine in cui sarebbe stato riunito il Consiglio della città. L’edifico fu realizzato in stile gotico veneziano su disegno del capodistriano Bartolomeo delle Cisterne e di Nicolò Lionello, architetto e orafo locale. Nel 1456 fu ultimato l’edificio, ma la facciata a fasce di marmo bianche e rosa fu terminata soltanto nel 1548.

Al loggiato ad archi ogivali recante la scritta “Utinum”, cinto da balaustra, si accede da tre scalinate. Il palazzo al piano superiore si apre su una finestra balconata a cinque luci trilobate intramezzate da colonnine bicolori e da due trifore.

Nella Loggia, distrutta da un incendio nel 1876 e ricostruita dall’architetto Andrea Scala, si conservano la Madonna col Bambino e il Castello di Udine, di Bartolomeo Bon, coevi al palazzo; la statua raffigurante la Patria del Friuli di Andrea Flaibani, realizzata durante la ricostruzione; i busti del luogotenente veneto Mocenigo e dei generali friulani Carlo Caneva e Antonio Baldissera, una decorazione monocroma di Enrico Miani e una Madonna col Bambino e tre angeli musicanti, affresco di Giuseppe Ghedina ispirato a quello di Giovanni Antonio da Pordenone del 1516, in parte salvato dall’incendio, ora visibile al Castello. Appeso al soffitto si trova il termometro a spire bimetalliche del Malignani e, in una teca, gli strumenti meteorologici in ferro battuto di Alberto Calligaris.

Nel piano superiore, cui si accede passando per il portale disegnato da Palladio, c’è la sala del Consiglio Comunale con le tele del sanvitese Pomponio Amalteo e dell’udinese Francesco Floreani.

 

Informazioni


Indirizzo: Piazza della Libertà, Udine

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