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Banco d’Orio di Grado

La spiaggia del Banco d’Orio si trova su una lunga isola, a Ovest di Grado, che divide la laguna dal mare. Il Banco d’Orio si può raggiungere solo via mare, anche con una motonave che parte dal porto di Grado, per cui la spiaggia è molto tranquilla e poco affollata. Si tratta di una lunga e ampia striscia di soffice sabbia dorata, dal fascino selvaggio, libera, immersa in una natura incontaminata, dove nidificano molte specie di uccelli. Il mare sul lato Sud è molto bello, azzurro, trasparente, con fondali sabbiosi e digradanti, mentre a Nord prevale il fondale melmoso lagunare.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI GORIZIA

Mostra_Permanente_Foreste_Uomo_Economia_FVG

Mostra Permanente Foreste

Mostra Permanente Foreste, Uomo, Economia del Friuli Venezia Giulia

 

L’esposizione – un percorso didattico dedicato al complesso ecosistema forestale – è allestita nella sede del Museo della Terra di Venzone (Palazzo Orgnani Martina). Con plastici, modelli e diorami illustra la storia delle foreste e la fauna che le abita (gli insetti, i nidi, i segni e le tracce degli animali, la fauna del terreno), analizzandone gli aspetti storico-culturali, naturalistici, di produzione, di sviluppo e di tutela.

Nelle sale espositive trovano spazio le tematiche dell’evoluzione del paesaggio forestale della regione dal periodo delle glaciazioni ad oggi; la toponomastica forestale e i mestieri ormai scomparsi; le caratteristiche climatiche e geolitologiche del territorio nonché le principali tipologie forestali del Friuli Venezia Giulia: la boscaglia submontana, la faggeta, i boschi misti di conifere e la boscaglia subalpina, con realistici diorami e rappresentazioni di frutti, semi e legni di conifere e di latifoglie; ci sono anche una rassegna micologica di oltre trecento tipi di funghi e una sezione dedicata al bosco nella tradizione mitologica e fantastica.

 

Informazioni

Servizi: visite guidate, bookshop, accessibile ai disabili

Indirizzo: Palazzo Orgnani Martina, Via Mistruzzi 4, Venzone

Informazioni: www.parcoprealpigiulie.it; E-mail: info@parcoprealpigiulie.it; www.provincia.udine.it/musei e presso l’Ufficio di Informazione e Accoglienza Turistica di Venzone, Via Glizoio di Mels 5/4 – Tel./Fax: 0432 985034; www.venzone.org; E-mail: info@venzone.org o Comune di Venzone,

Piazza Municipio 1 – Tel.: 0432 985266-67; Fax: 0432/985404; E-mail: comune.venzone@comunedivenzone.it

Orario di apertura: sabato 14.00-18.00 e, da maggio a ottobre, domenica 14.00-18.00; altri giorni e orari su prenotazione – Tel. 0432 985865

Ingresso: gratuito

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Parco Villa Sartorio

Il parco è situato nell’area suburbana del colle di Montebello che, a partire dalla seconda metà del XVIII secolo, era una delle aree più ricercate dalla emergente borghesia cittadina per le sue residenze di campagna.

Pietro Sartorio, commerciante di origine ligure, nel 1775, acquistò il podere Montebello e promosse interventi volti a farne assumere l’aspetto di un giardino veneto con un portale, una scala monumentale, statue e un padiglione per la musica.

Il figlio Giovanni Guglielmo Sartorio durante la prima metà dell’Ottocento ampliò l’estensione del giardino secondo il gusto romantico all’inglese inserendo molte specie provenienti dall’estero. La villa e il giardino ospitarono numerose feste e incontri mondani, frequentati dalle personalità politiche e culturali più in vista del tempo.

Nella seconda metà del secolo la proprietà fu ereditata da Pietro Sartorio che la cedette al Comune di Trieste all’inizio del Novecento.

Gli arredi scultorei del complesso furono collocati nella villa di città, oggi Civico Museo Sartorio ad eccezione dell’apparato legato al padiglione e alla gradinata.

Tra il 1924 e il 1935 la villa fu ampliata su progetto dell’architetto Lodovico Braidotti e convertita a dispensario antitubercolare per bambini.

Nella seconda metà del Novecento il parco, recintato su tutti i lati, è stato diviso in due aree: il pendio nord, con il padiglione, è rimasto legato alla struttura sanitaria, mentre il pendio sud – coperto da una macchia di sempreverdi – è stato invece utilizzato dalla municipalità come vivaio.

Recentemente ristrutturata, una parte del parco è stata riaperta al pubblico e dotata di zone di sosta e di un’area giochi.

La naturalistica alternanza tra spazi prativi e alberati, e i percorsi curvilinei creano dei piacevoli scorci prospettici sulle ben quaranta specie arboree di pregio che vi prosperano, tra cui querce e pini d’Aleppo. La serra storica può essere visitata su richiesta al personale.

 

Informazioni


Indirizzo: Strada di Fiume 225, Trieste

Superficie totale: 4,50 ha

Impianto planimetrico: all’inglese

Condizione giuridica: proprietà pubblica, Comune di Trieste

Peculiarità scenografiche e compositive: busto scultoreo di Pietro Sartorio, padiglione con gradinata, pozzo, serre, stagno naturale, statue

Specie botaniche di rilievo: bagolaro, borsolo, pino d’Aleppo, pino marittimo, pino nero, pioppo bianco, platano, quercia

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ALTRO IN ZONA
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Mostra della Miniera del Rio Resartico

Alle pendici del Monte Plauris l’estrazione mineraria è stata a lungo una delle principali attività economiche dell’intera comunità dell’alta valle del Rio Resartico. Dalla fine dell’Ottocento e fino a primi anni cinquanta nella miniera si estraevano gli scisti bituminosi da cui si ricavavano oli minerali pesanti e l’ittiolo, distillati nella vicina Resiutta. Grazie all’olio che proveniva dal Resartico fu realizzata la prima illuminazione pubblica della città di Udine.

Seguendo il sentiero battuto dai minatori che risalevano la valle è possibile effettuare l’escursione al Ricovero del Resartico e alla vecchia miniera (lungo il percorso è possibile osservare il “sasso del diavolo” entro cui si conservano fossili tipici della Dolomia Principale).

Nel vecchio Borgo Minerario, a quota 900 m, sorge un ricovero a disposizione degli escursionisti, mentre proseguendo ancora lungo il sentiero segnalato si raggiunge l’imbocco della galleria di carreggio: il tratto iniziale della cavità, messo in sicurezza dall’Ente Parco, è visitabile su prenotazione con l’accompagnamento di una guida.

La mostra della Miniera del Rio Resartico di Resiutta illustra con suggestive foto, pannelli didattici e postazioni multimediali le attività che si svolgevano in miniera e gli aspetti ambientali dell’area; sono qui raccolti campioni di rocce e le attrezzature utilizzate dai minatori. Un plastico della valle ricostruisce l’andamento degli strati minerari e delle gallerie.

 

Informazioni

Indirizzo: Via Roma 32, Resiutta

Tel.: 0433 550241

Informazioni: www.parcoprealpigiulie.it

E-mail: resiutta@parcoprealpigiulie.it

Orari di apertura: nei mesi invernali sabato e domenica 9.00-13.00 e 14.00-17.00; nei mesi estivi da martedì a domenica 9.00-13.00 e 14.00-17.00

Ingresso: gratuito

Come arrivare: alla miniera si arriva percorrendo il sentiero CAI n. 702, partendo dalla borgata di Povici di Sopra e proseguendo lungo il sentiero che costeggia il Rio Resartico

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Faro della Vittoria

Con i suoi sessantotto metri di altezza, questo imponente monumento ai marinai caduti nella prima guerra mondiale guida la navigazione notturna nel Golfo di Trieste dal Poggio di Gretta.

Progettato dall’architetto triestino Arduino Berlam, che iniziò a idearlo nel 1917, fu inaugurato dieci anni dopo alla presenza del Re Vittorio Emanuele III.

La grande colonna scanalata, rivestita in pietra istriana di Orsera e di pietra carsica di Gabria, fu eretta sopra il bastione rotondo dell’ex Forte austriaco Kressich. Il capitello sostiene la “coffa” in cui è inserita la gabbia di bronzo e cristalli della lanterna. All’apice della cupola svetta la statua in rame di Giovanni Mayer, raffigurante la Vittoria Alata. Dello stesso autore è anche la scultura del Marinaio Ignoto, collocata sopra l’ancora del cacciatorpediniere Audace, la prima nave italiana a entrare nel porto di Trieste il 3 novembre 1918. Ai lati dell’ingresso del Faro sono posti due proiettili della corazzata austriaca Viribus Unitis.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Strada del Friuli 141, Trieste.

Orari di apertura: da aprile alla seconda domenica di ottobre sabato e domenica 15.00-19.00 e in occasione della Barcolana, il secondo sabato e domenica di ottobre 9.30-17.30

Come arrivare: in autobus da piazza Oberdan con le linee 42, 44 e 46

Informazioni: www.provincia.trieste.it – Servizi culturali e valorizzazione beni del territorio, Provincia di Trieste, da lunedì a venerdì 9.00-13.00 – Tel.: +39 040 3798500; e-mail: cultura@provincia.trieste.it

Visite: possono accedere alla torre gruppi di massimo 40 persone, sabato e domenica 15.00-16.00 previa prenotazione almeno 20 giorni prima

Ingresso: gratuito

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Tranvia di Opicina

La tranvia di Opicina – tram de Opcina in dialetto triestino – è una linea interurbana panoramica unica in Europa poiché si inerpica lungo un tratto in forte salita. Dal centro di Trieste, infatti, il tram raggiunge la frazione di Villa Opicina sull’altopiano del Carso, superando l’erto colle di Scorcola, con una pendenza pari al 26 %, grazie ad una tratta a trazione funicolare. La linea, progettata dall’ingegner Geiringer è in funzione dal 9 settembre 1902.

Al tram è dedicata una celebre canzone popolare, El tram de Opcina, che racconta con allegria uno spettacolare incidente occorso il 10 ottobre 1902, quando una motrice deragliò dai binari per poi arrestarsi contro una casa posta lungo la linea.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Capolinea: Piazza Guglielmo Oberdan, Trieste – Villa Opicina (linea 2)

Informazioni: www.tramdeopcina.it

Orari: partenza ogni 20 minuti dalle 7.00-20.00; percorrenza km 5

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Parco Farneto (Bosco al Cacciatore)

Situato sulle alture che circondano a est il centro storico, è il parco più esteso di Trieste e si sviluppa tra i rioni San Giovanni, San Luigi, Melara e il rio Farneto nella valle di Longera.

Il parco, il cui nome deriva da farnus, una specie di quercia, è documentato già nel 1533, quando i sovrani austriaci lo fecero recintare per garantirne la conservazione. Maria Teresa d’Austria, intorno al 1750, nominò un cacciatore guardiaboschi per il quale fece costruire due case, una a metà collina e l’altra sulla sommità, da cui il toponimo della zona, che viene detta “del Cacciatore”.

Nel 1785 si contavano più di trentamila querce che, oltre a purificare l’aria, riparavano Trieste dai forti venti di Bora.

Il Viale XX Settembre, passeggio alberato che collega il centro urbano con il Farneto, fu realizzato all’inizio dell’Ottocento dal letterato triestino Domenico Rossetti mentre verso la metà del secolo venne edificato il Ferdinandeo, edificio pubblico ottocentesco costruito in occasione della visita alla città di Ferdinando d’Asburgo.

Durante la Seconda guerra mondiale il parco fu danneggiato dall’abbattimento di molti alberi da parte della popolazione che aveva bisogno di legna da ardere per cucinare e riscaldarsi.

Parco Farneto è stato riaperto al pubblico nel 2000 dopo l’intervento di recupero dei sentieri storici che vennero lastricati. L’area dispone attualmente di un percorso naturalistico (che consente di osservare le famiglie di caprioli e altri animali), di un percorso vita (per attività ginniche) e di un’area giochi per bambini.

Il Parco è servito dai mezzi pubblici, ma è raggiungibile in auto con accesso da via Marchesetti, dove sono disponibili due zone di parcheggio.

 

Informazioni

Indirizzo: Via Carlo De Marchesetti, Trieste

Superficie totale: 91,54 ha

Impianto planimetrico: a bosco, irregolare

Condizione giuridica: proprietà pubblica, Comune di Trieste

Peculiarità scenografiche e compositive: percorso naturalistico, sentieri storici

Specie botaniche di rilievo: acero campestre, carpino nero, olmo campestre,

orniello, pino nero, rovere, roverella

Orari di apertura: sempre aperto

Servizi: accesso ai disabili, area giochi con scivoli e arrampicate, percorso vita, tavolo da ping pong, boccette

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