Cascate_rio_Boncic1

Cascate rio Boncic

Il rio Boncic nasce dal pianoro di Campo de Bonis; dopo circa 1,5 km precipita attraverso una spettacolare successione di salti, alcuni dei quali alti più di dieci metri, da quota 670 m circa a quota 445 m. Le cascate si sviluppano in un ambiente naturale incontaminato, fra una folta vegetazione, in una stretta e tortuosa gola, incisa nel Flysh del Grivò, poco prima della confluenza nel Rio Bianco, affluente del Natisone. Si raggiungono partendo dal paese di Taipana (UD) e seguendo le indicazioni turistiche per il Campo di Bonis. Raggiunto il grande pianoro, si può parcheggiare presso l’azienda agrituristica.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

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La Strada del Vino e delle Ciliegie sul Collio

Il Collio, estrema propaggine orientale del Friuli, crocevia di popoli e culture, è una zona a Denominazione di Origine Controllata fin dal 1968. Con i suoi 1.600 ettari di vigneti che producono 19 varietà di vini pregiati, il territorio compreso tra i colli di San Floriano e Oslavia e quelli di Ruttars, Lonzano e Vencò sulle sponde dello Judrio, è uno splendido paesaggio puntellato da piccoli borghi e vigneti che si arrampicano sui dolci declivi delle colline. Nella produzione primeggiano i bianchi: Pinot, Tocai friulano, Sauvignon e l’uvaggio DOC Collio Bianco. Fra i rossi prevalgono il Collio Rosso, i Cabernet e il Merlot.

Questa zona rurale immersa nel verde offre una rinomata varietà di aziende agrituristiche. La cucina locale ha tratto il meglio dalle tradizioni culinarie austriache, friulane e slovene, combinandole in una gamma di sapori unica che coniuga gusti mitteleuropei e accenti mediterranei. Tipico piatto del goriziano è il prosciutto cotto nel pane servito con cren grattugiato (rafano). Fra gli insaccati ottimi anche salami, cotechini e salsicce. Fra i primi, la pasta fatta in casa e tagliata a strisce (blecs), condita con sughi d’arrosto e selvaggina, gli gnocchi di pane o di patate (caratteristici quelli ripieni di susine e conditi con burro fuso e cannella), la jota (una saporita minestra di capucci acidi, patate, fagioli e carne o cotenne di maiale) e la friulana minestra di orzo e fagioli. In primavera nelle trattorie si trovano frittate con le erbe di stagione o con gli asparagi selvatici; nei mesi freddi il muset e la brovada (cotechino con rape bianche grattugiate e fermentate nella vinaccia), il gulasch (declinato in infinite variazioni), il kaiserfleisch (carne di maiale affumicato, cosparso di cren fresco e accompagnato con crauti o gnocchi di pane), la selvaggina con polenta, lo stinco di maiale o il vitello al forno. Tra i contorni patate in tecia e kipfel (piccole mezzelune fritte fatte con un impasto di patate) e il rinomato radicchio Rosa di Gorizia.

Dolci tradizionali sono la gubana (un rotolo di pasta sfoglia ripieno di frutta secca, uva passa, cedro candito, pinoli e noci), la putizza, la pinza, lo strudel (con mele, susine o ciliege), i krapfen, la torta Sacher e la Dobos (dolce ungherese a strati con pan di Spagna, cioccolato e caramello), le palacinke (omelettes ripiene di marmellata o di cioccolato), il Kugelhupf (ciambella lievitata con uvette e mandorle). Da non dimenticare il miele di acacia e di marasca e i distillati di erbe e frutti.

I vini che si producono in zona sono: Chardonnay, Muller Thurgau, Riesling italico, Riesling renano, Sauvignon, Traminer aromatico, Tocai friulano, Malvasia istriana, Pinot bianco, Pinot grigio, Ribolla gialla, Picolit, Merlot, Cabernet franc, Cabernet sauvignon, Pinot nero, Carmenère.

 

 

 

 

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OSLAVIA
Per inoltrarsi nel Collio si esce da Gorizia oltrepassando l’Isonzo sul Ponte del Torrione. Qui comincia la Strada del vino e delle ciliegie che in breve raggiunge la frazione di Oslavia, piccolo borgo raccolto tra le vigne-giardino su cui si staglia la bianca mole dell’Ossario.

Cantine e Aziende: Dario Prinčič – La Castellada – Fiegl – Primosic – Radikon – Il Carpino – Gravner – Sfiligoj Emilio

Prodotti tipici: Ribolla Gialla, vino in anfora

2

SAN FLORIANO DEL COLLIO
San Floriano torreggia sul colle più alto, con i suoi caratteristici terrazzamenti, al confine con la Slovenia. Grazie al terreno ideale la vite era qui coltivata sin dall’anno 1100. Nell’antico complesso castellano dei Conti Formentini si produce il vino sin dal Cinquecento.

Cantine e Aziende: Alessio Komjanc – Draga – Graunar – Humar – Ivan Vogric -Muzic – Conti Formentini – Franco Terpin – Gradis’ciutta – Il Carpino – Komjanc Nicolaj Simon – Marega – Braidot – Podversic Damijan – Skok – Tercic – Zuani

Feste e sagre: Mostra e assaggio vini e prodotti tipici (prima settimana di maggio); Likof (maggio)

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PLESSIVA
Plessiva è una tranquilla località alle spalle del monte Quarin. Le sue vigne si distendono fra le colline al confine con la Slovenia disegnando geometrie di filari a perdita d’occhio nelle frazioni di Zegla, Montona e Novali.
C’è anche l’omonimo bosco, una splendida riserva naturalistica che ospita animali selvatici, con sentieri ben tracciati e aree di svago e ristoro.

Cantine e Aziende: Aldo Polencic – Anzelin Gianluca – Blazic – Branko – Colle Duga – Edi Keber – Eugenio Collavini Viticoltori – Kurtin – Polencic Isidoro – Renato Keber – Ronco dei Tassi – Sturm – Toros

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RUTTARS
Arroccato sulla cima dell’omonimo colle sopra la valle dello Judrio, Ruttars è conosciuta – oltre che per i suoi vini – anche per le sue buone trattorie. Nella parte vecchia del paese si trova la Torre di Marquardo del XII secolo, mentre sulle pendici del colle si erge l’austera sagoma medievale del Castello di Trussio, che ora è un elegante ristorante.

Cantine e Aziende: Crastin – Jermann – Casa delle Rose – Lis Aganis – Livon Pascolo – Persoglia Luca – Tenuta di Angoris – Valle – Visintini Andrea

5

DOLEGNA DEL COLLIO
Dolegna, “la perla del Collio”, alterna dolci declivi vitati a vasti boschi di castagno, rovere e ciliegi selvatici. Questa amena località, il cui nome in sloveno significa “sita in basso”, diede i natali allo scrittore Pietro Zorutti (1792-1867).
Dolegna – che aderisce all’Associazione nazionale Città del Vino – è una delle località del Collio meglio attrezzate per l’agriturismo, frequentata anche per le sue ottime trattorie.

Cantine e Aziende: Ferruccio Sgubin – La Rajade – Cumar di Buiatti Michele – Battistutta Gabriele – Cà Ronesca – Fantinel – Ferreghini – Norina Pez – Ronco dei Pini – Tiare di Snidarcig Roberto – Tenuta La Ponca – Venica & Venica

Feste e sagre: Sapori in cantina (ottobre)

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BRAZZANO
Frazione di Cormòns, segnava un tempo il confine fra l’Italia e l’Austria. La torre della chiesetta di San Giorgio sorveglia un ampio ventaglio di vigneti rivolti a meridione, verso il mare, lontano appena venti chilometri, che regala un microclima caldo e mite. Le ripide colline sono costellate dai filari dei vigneti che corrono lungo le terrazze.

Cantine e Aziende: Bastiani Barbara – Borgo del Tiglio – Borgo Savaian – Corte Colombicchio – Drius – Gall – Grazia – I Clivi – Kitzmueller – Livio Felluga – Manzocco – Polje – Raccaro – Vosca – Zorzon

7

CORMONS
Caratteristica cittadina di stampo asburgico situata ai piedi del monte Quarin, Cormòns è il “cuore” del Collio. Centro agricolo antichissimo, famoso da secoli per la produzione di vino e di frutta, è conosciuto, oltre che per i suoi vini, anche per i suoi eccellenti ristoranti (fra i migliori del Friuli).
Merita una visita la Cantina Produttori, attorno alla quale è piantata la “Vigna del mondo”, oltre 400 uve provenienti dai 5 continenti che, vendemmiate insieme, danno vita al “Vino della Pace”, che viene inviato ogni anno ai capi di Stato di tutto il mondo.

Cantine: Cantina Produttori Cormòns – Paolo Caccese – Tenuta di Angoris – Villa Martina

Specialità locali: Prosciutto crudo artigianale, Salami e marcundela

Feste e sagre: rievocazione storica in onore di Massimiliano d’Asburgo (prima domenica di settembre); Festa provinciale dell’uva (seconda domenica di settembre); Jazz and Wine of Peace Festival (ottobre)

Equitazione: La Subida

8

PRADIS
A Pradis i filari disegnano dolci profili, le sue colline poco ripide sono rivolte a Sud e ben riparate dai venti dell’Est. I suoi vini hanno un carattere deciso, ricco e suadente. Le stradine che attraversano le vigne sono contrassegnate da cippi votivi e cappelle, segni della devozione popolare che ha dedicato un’icona alla Regina delle vigne per offrire protezione ai vigneti.

Cantine e Aziende: Bortoluzzi – Buzzinelli uomini e vini di Pradis – Carlo di Pradis – Cociancig – Doro Princic – Paolo Caccese – Picech – Subida di Monte – Tomadoni Umberto – Venturini Paolo

9

CAPRIVA DEL FRIULI
Capriva, piccolo centro di antiche origini, il cui nome in lingua vetero-slava significava “ortica”, è conosciuta per il suo dolce paesaggio, le sue eccellenti cantine e le vigne che crescono sui versanti collinari del torrente Versa.
Sui colli che le fanno da corona, spiccano il Castello di Spessa e Villa Russiz in stile Windsor con la Cappella De La Tour, ambedue oggi sede di aziende vinicole.

Cantine e Aziende: Budignac – Castello di Spessa – Grion – Orzan – Pighin – Roncùs – Russiz Superiore – Vidussi – Vignai di Roc – Villa Russiz

Feste e sagre: Bismarcia (giugno)

Golf: Golf Club Castello di Spessa

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FARRA D’ISONZO
Farra, borgo rurale di origine longobarda, è un’isola collinare che comprende le ultime propaggini del Collio. Ai suoi piedi scorre il fiume Isonzo che in questo tratto è stato teatro di cruente battaglie durante la prima guerra mondiale. Farra è conosciuta per il suo Osservatorio astronomico e per il caratteristico Borgo Grotta con il Museo della Civiltà Contadina.

Cantine e Aziende: Bressan Wines – Casa Zuliani – Colmello di Grotta – Marco Felluga – Tenuta Borgo Conventi

Prodotti tipici: Sauvignon

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VILLANOVA DI FARRA
In questa frazione, terra di passaggio e di confine, che è stata da sempre teatro di contese spesso molto sanguinose, svetta solitario il Monte Fortin. Per gli appassionati di storia, un’escursione fino alla sua cima rivela un labirinto di gallerie cannoniere della prima guerra mondiale.

Cantine e Aziende: Jermann – Tenuta Villanova

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MOSSA
Mossa, dove scorre il Rio Toccai che si narra dette il nome al Tocai (attuale Friulano) è zona di origine antichissima (i reperti ritrovati in zona risalgono al neolitico). In questo piccolo centro che si sviluppa fra la pianura e la collina troviamo l’imponente Villa Codelli, risalente al XVII secolo, da cui partiva per le battute di caccia il conte Chambord, erede al trono di Francia in esilio a Gorizia. Fuori dal paese, la Chiesetta votiva del Preval si trova ai margini degli omonimi laghetti circondati da canne e vegetazione palustre.

Cantine e Aziende: Codelli – La Ginestra – Ronco Blanchis

Prodotti tipici: Friulano DOC

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LUCINICO
Lucinico è un antico paese medievale ai piedi del monte Calvario. Nei versanti di Piedimonte esistono alcuni storici vigneti di Ribolla gialla e di Malvasia Istriana.
Questa frazione di Gorizia è frequentata per le sue trattorie e i suoi eccellenti negozi di alimentari.

Cantine e Aziende: Grion – Komic – Tenuta Attems

Equitazione: Circolo Ippico alla Stesa
Informazioni

Percorsi cicloturistici:

Giro del Collio: Capriva del Friuli – Castello di Spessa – Cormòns – Brazzano – San Rocco – Monte Quarin – Subida – Russiz superiore – Capriva del Friuli (28 km)

Strada del Vino e delle Ciliege: Gorizia – Mossa – Capriva – Cormòns – Giasbana – San Floriano – Oslavia – Piuma – Gorizia (36,4 km)

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ALTRO IN ZONA

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Castello di San Daniele del Friuli

Il castello era arroccato sulla vetta del colle sin dal 1267, dove sorge ancora una delle antiche torri adattata a campanile della chiesa di San Daniele Profeta. Nel XVI secolo il castello era formato da tre portali, otto torri e una cinta muraria merlata. Il sito fu venduto dai di Varmo a Giacomo Concina, che ne ricevette l’investitura dalla Serenissima nel 1756, e ancora oggi appartiene ai discendenti della famiglia.

La torre-mastio era molto probabilmente affiancata dalla chiesetta castellana e dalla casa del Gastaldo. A mezza costa correva un’ulteriore cinta con terrazzamenti e bastioni, eretta nella seconda metà del Quattrocento, a cui si accedeva tramite una torre portaia con levatoia su fossato che tagliava l’intero rilievo.

L’area circostante è stata adibita a parco pubblico con belvedere panoramico.

 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via San Sebastiano, San Daniele del Friuli

Visite: alla chiesa su appuntamento, informazioni e prenotazioni presso la Sede A.N.A. Associazione Nazionale Alpini – Tel.: 0432 954350; E-mail: anasandanieledelfriuli@virgilio.it

Informazioni: Ufficio Turistico Pro San Daniele (I.A.T.), Via Roma n. 3; Tel.: 0432 940765

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ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

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Italo Svevo: Itinerari Triestini

James Augustine Aloysius Joyce nasce nel 1882 da una famiglia della media borghesia cattolica dublinese. Dopo aver frequentato il Clongowes Wood College, gestito da gesuiti, si laurea in lingue straniere (francese e italiano) e si trasferisce a Parigi per studiare medicina ma – sia per la difficoltà delle lezioni in francese sia per problemi finanziari – non continua gli studi, ritornando a Dublino.

Del 1904 è il primo tentativo di pubblicare Ritratto di artista, il racconto che poi diventerà Stephen Hero e successivamente Ritratto dell’artista da giovane e le prime poesie della raccolta Musica da camera.

Insofferente al provincialismo bigotto di Dublino, Joyce lascia la città con Nora Barnacle conosciuta pochi mesi prima e che sposerà nel 1931. Informato che alla Berlitz School di Trieste si era reso disponibile un posto di insegnante di inglese, James assieme a Nora, raggiunge la città adriatica per scoprire che il posto non è libero. Viene quindi mandato alla filiale che l’istituto aveva aperto a Pola, in Istria, da dove però nel marzo 1905 tutti gli stranieri vengono espulsi per ragioni di controspionaggio. Tornato a Trieste, la Berlitz lo assume e inizia uno dei periodi più fecondi per la sua produzione letteraria.

Durante il suo soggiorno triestino Joyce completa la raccolta di racconti Gente di Dublino, pubblica una seconda stesura della raccolta di poesie Musica da camera, scrive il poema in prosa autobiografico Giacomo Joyce e inizia, oltre al dramma Esuli, il lavoro che gli darà fama internazionale: l’Ulisse.

Importantissima è la sua amicizia con Ettore Schmitz, alias Italo Svevo, “scrittore negletto” secondo le stesse parole di Joyce, che lo conosce nel I 907 quando Svevo deve imparare l’inglese per gestire la fabbrica di Londra della ditta di vernici Veneziani. Svevo è considerato uno dei modelli di Leopold Bloom, soprattutto negli aspetti più propriamente ebraici.

Durante la prima guerra mondiale Joyce si trasferisce a Zurigo dove finisce Esuli e continua il lavoro sull’Ulisse. Torna a Trieste nel 1919 ma, deluso dal nuovo clima della città passata all’amministrazione italiana, ci resta meno di nove mesi per poi partire per Parigi dove rimarrà per i successivi vent’anni.

Nel 1922 comincia Work in progress che rinominerà Finnegans Wake, lavoro che occuperà sedici anni della sua vita.

James Joyce è sepolto a Zurigo, dove morì nel 1941 dopo essere fuggito da Parigi nell’imminenza dell’arrivo delle truppe naziste.

 

Vedi Italo Svevo: Itinerari triestini / Italo Svevo: Triestine Itineraries a cura di Renzo S. Crivelli e Cristina Benussi; introduzione di Claudio Magris, MGS Press, Trieste 2006

 

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CASA NATALE DI ARON HECTOR SCHMITZ ALIAS ITALO SVEVO
Via dell’Acquedotto, 16 (oggi viale XX Settembre, 16)
Vi nacque Hector Aron Schmitz il 19 dicembre 1861 da Allegra Moravia e Francesco. In questa casa rimane fino al 1881. Le strade adiacenti alla contrada sono il palcoscenico sul quale si muovono molti personaggi delle sue creazioni letterarie.
Una sera, al principio di gennaio, il Balli, con un infinito malumore, camminava soletto lungo l’Acquedotto
- Senilità, 1898 -

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SCUOLA ELEMENTARE
Via della Legna, 5 (oggi via Gallina, 5)
Ettore Schmitz frequenta le elementari alla scuola privata maschile diretta da Sabbato Raffaele Melli, che allora era il vice-rabbino di Trieste. La scuola era situata nella stessa abitazione del Melli, in via della Legna, ora Gallina che porta da piazza San Giovanni a piazza Goldoni, già della Legna, così chiamata per lo svolgersi del mercato della legna da ardere proveniente dall’Istria.
A 11 anni passa quindi alla scuola privata ebraica di Emanuele Edeles e dal 1874 al 1878 al Brussel’sche Institut di Segnitz in Baviera.

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SCUOLA SUPERIORE DI COMMERCIO “PASQUALE REVOLTELLA”
Via Carducci, 12
Fra il 1878 e il 1880 frequenta la scuola superiore di Commercio Revoltella, istituto tecnico commerciale fondato dal barone Pasquale Revoltella. Ettore tornerà da insegnante alla scuola. L’istituto costituì il primo nucleo dell’Università di Trieste come facoltà di Economia e Commercio.

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FILIALE N. 12 DELLA BANCA UNION
Galleria Tergesteo, scala 1 (oggi via Einaudi, 1)
Il 27 settembre 1880 interrompe gli studi a causa di problemi economici della famiglia e inizia a lavorare presso la sede triestina della Banca Union di Vienna come impiegato alla corrispondenza estera. In questi anni Svevo scrive Una Vita, il suo primo romanzo, nel quale il protagonista Alfonso Nitti è un impiegato di banca.
Lascerà la banca nel 1898, dopo il matrimonio, per andare a lavorare alla fabbrica Veneziani. La galleria si trova vicino al palazzo della Borsa ed era luogo d’incontro degli uomini d’affari triestini. Proprio al Tergesteo nella Coscienza di Zeno il protagonista conoscerà Giovanni Malfenti, suo futuro suocero.
Ero venuto al Tergesteo per consiglio dell’Olivi che mi diceva sarebbe stato un buon esordio alla mia attività commerciale frequentare la Borsa.
-La coscienza di Zeno, 1923 –

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BIBLIOTECA CIVICA ATTILIO HORTIS
Piazza Lipsia (oggi piazza Attilio Hortis)
Il palazzo edificato tra fine ’700 e inizio ’800, divenuto proprietà Biserini nel 1804, passato al Comune che nel 1817 vi sistemò l’Imperial Regia Accademia di Commercio e Nautica, fu ristrutturato da Pietro Nobile. La Biblioteca Civica vi si insediò nel 1820.
Nel 1873 fu nominato suo direttore Attilio Hortis studioso e politico a cui nel 1950 vennero intitolate la biblioteca e la piazza antistante. Ettore Schmitz e Alfonso Nitti vi si recavano dopo il lavoro alla banca.
Scoperse la biblioteca civica e quei secoli di cultura messi a sua disposizione, gli permisero di risparmiare il suo magro borsellino. Con le sue ore fisse, la biblioteca lo legava, apportava nei suoi studii la regolarità ch’egli desiderava.
In biblioteca fece poche conoscenze. Entrava nella lunga sala di lettura tutta occupata da tavoli disposti parallelamente, occupava un posto qualunque e per qualche tempo con la testa fra le mani era tanto assorto nella lettura da non vedere neppure chi accanto a lui sedesse.
- Una Vita, 1892 -

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STATUA
Piazza Hortis
Opera dello scultore Nino Spagnoli, la statua bronzea collocata nella piazza nel 2004, rappresenta lo scrittore che si reca alla Biblioteca Civica.

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ABITAZIONE DELLA GIOVINEZZA
Via Battisti, I2 (Corsia Stadion, 12)
Negli anni in cui Ettore lavora alla banca Union, risulta che la famiglia Schmitz abitasse in Corsia Stadion, dove si era trasferita da via dell’Acquedotto, sua parallela.
Ebbi la ventura di trovare in Corsia Stadion un portone ancora aperto e illuminato in cui mi rifugiai proprio a tempo! Subito dopo il nembo s’abbatté sulla via. Lo scroscio di pioggia fu interrotto da una ventata furiosa che parve portasse con sé anche il tuono tutt’ad un tratto vicinissimo. Trasalii! Sarebbe stato un vero compromettermi se fossi stato ammazzato dal fulmine, a quell’ora, in Corsia Stadion! Meno male ch’ero noto anche a mia moglie come un uomo dai gusti bizzarri che poteva correre fin là di notte e allora c’è sempre la scusa a tutto.
- La coscienza di Zeno, 1923 -

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PORTICI DI CHIOZZA
I portici di Chiazza, dal nome dell’architetto che li progettò, all’epoca di Svevo erano a due arcate (ne sopravvisse una sola nella successiva ristrutturazione del palazzo). Svevo vi si recava per frequentare l’omonimo caffè, luogo d’incontro di artisti e intellettuali e in particolare per vedersi con l’amico pittore Umberto Veruda (ispiratore del personaggio di Stefano Balli in Senilità). Veruda, assieme ai colleghi pittori Carlo Wostry e Isidoro Grünhut, aveva lo studio proprio accanto al caffè, al numero 20 di via Carducci. Accomunati dalla passione per l’Impressionismo tedesco, questi tre artisti diedero vita a una delle migliori stagioni dell’arte pittorica triestina della fine del XIX secolo, furono inoltre tra i più fervidi promotori del Circolo Artistico Triestino a partire dal 1884.
Una sera egli doveva trovarsi con lei alle venti precise, ma mezz’ora prima, il Balli mandò ad avvisarlo che lo attendeva al Chiozza, giusto a quell’ora, per fargli delle comunicazioni importantissime.
- Senilità, 1898 -

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TEATRO VERDI
Piazza Verdi, 1
Svevo e la moglie Livia Veneziani frequentavano abitualmente il teatro lirico cittadino benché Svevo fosse maggiormente interessato alla prosa, i cui spettacoli si tenevano prevalentemente in altre sale: quelle del Teatro Filodrammatico e del Politeama Rossetti.
Per quella sera non trovò il Balli. Sul tardi venne fermato dal Sornioni il quale ritornava dal teatro. Dopo il saluto, subito, costui raccontò di aver vista a teatro, in prima galleria,Angiolina colla madre; bellissima davvero con una vita di seta gialla e un cappellino di cui non si vedevano che due o tre grandi rose nell’oro dei capelli.

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CAFFÈ FABRIS
Via Caserma, 9 (oggi piazza Dalmazia, 4)
Nell’Ottocento le colline di Romagna e Scorcola segnavano i limiti della città e nel verde di quelle alture alcune ricche famiglie avevano costruito le loro ville. Il Caffè Fabris era luogo di appuntamenti ed era collocato nel punto di confluenza tra via di Romagna e via Fabio Severo. Gli ampi locali del caffè ospitavano intellettuali e uomini d’affari che giocavano a biliardo, scrivevano in tranquillità o leggevano i giornali e le riviste sempre presenti sui tavolini. Anche Svevo frequenta il caffè e lo ricorda in Senilità.
Era probabile che Angiolina rincasasse dalla parte di via Romagna [...] gli parve di veder passare dinanzi al caffè Fabris Angiolina accompagnata da Giulia e da un uomo che doveva essere l’ombrellaio.
- Senilità, 1898 -

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BERLITZ SCHOOL
Via San Nicolò, 32
Nel 1907, per seguire gli affari della ditta di vernici che ha aperto una filiale a Londra, Svevo ha bisogno di approfondire la conoscenza della lingua inglese e il giovane irlandese James Joyce, insegnante alla Berlitz School, si reca tre volte alla settimana a villa Veneziani per offrire delle lezioni cui spesso assistevano anche la moglie Livia e la figlia Letizia. Tra i due scrittori nasce un rapporto di reciproca stima ed è grazie all’intervento di Joyce, che nel dopoguerra si trasferisce a Parigi, che la Coscienza di Zeno ottiene l’attenzione della critica francese e quindi di quella italiana.

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GIARDINO PUBBLICO DETOMMASINI
Angolo via Battisti – via Giulia
Il busto bronzeo di Italo Svevo, opera dello scultore Giovanni Mayer, viene scoperto nel giardino pubblico al cospetto dei familiari e delle autorità cittadine il 26 aprile 1931. L’8 settembre del 1939, il busto viene abbattuto e lordato e i giornali fascisti ne danno notizia con soddisfazione. Sul milanese “Il Popolo d’Italia” del giorno successivo si legge: “Un busto inutile eliminato” e “La Tribuna” di Roma incalza: “Questa notte è stato deposto dal piedistallo il busto in bronzo di Italo Svevo, scrittore noto soltanto perché ebreo”. Fra gli altri numerosi busti di artisti e personalità triestine che si incontrano nel giardino ci sono anche quelli di Livia Veneziani e di James Joyce.
Ero appena uscito dal Giardino Pubblico che m’imbattei proprio faccia a faccia in mia suocera. Dapprima ebbi un dubbio curioso: di mattina, così di buon’ora, da quelle parti tanto lontane dalle nostre? Forse anche lei tradiva il marito ammalato.
- La coscienza di Zeno, 1923 -
ALTRO IN ZONA
Museo_Archeologico_Montereale_Valcellina

Museo Archeologico di Montereale Valcellina (MAMV)

Allestito nel prestigioso complesso seicentesco di Palazzo Toffoli, il museo espone i materiali rinvenuti durante gli scavi condotti a partire dal 1985 dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia, che hanno confermato la presenza di insediamenti abitativi locali già a partire dal XIV secolo a.C.. I reperti provengono in genere dai due maggiori siti archeologici individuati nella zona, ovvero la Necropoli del Dominu, un complesso funerario protostorico, e l’area archeologica dell’ex Acquedotto, dove sono stati rinvenuti i resti di un edificio dell’età della romanizzazione (fine II-I secolo a.C.). Notevoli, inoltre, i ritrovamenti della cosiddetta Casa dei dolii (V secolo a.C.). Tra gli oggetti più preziosi ci sono spade e armi, grandi vasi decorati e monili metallici ornamentali.

 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Palazzo Toffoli, Via Verdi 22, Montereale Valcellina

Servizi: visite guidate, laboratori didattici e attività ludico-didattiche; accessibile ai disabili

Orari di apertura: da maggio a settembre sabato e domenica 16.30-19.30;da ottobre ad aprile ogni primo sabato del mese 10.00-12.30;apertura in orari diversi per scuole e gruppi organizzati.

Ingresso: intero: € 4,00; ridotto (fino a 12 anni e oltre i 65) € 3,00; gratuito fino ai sei anni

Informazioni: per conoscere gli eventi in corso e le apertura straordinarie www.eupolis.info; EUPOLIS Studio Associato, Via Marconi 24, Porcia – Tel.: 380 6949808; E-mail: info@eupolis.info – www.immaginarioscientifico.it

Tel.: 0427799687 – 0427798782 – 040224424

Fax: 040224439

E-mail:info@immaginarioscientifico.it

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ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI PORDENONE

Cimitero_Guerra_austroungarico_Fogliano

Cimitero di guerra austro-ungarico Fogliano Redipuglia

Il cimitero è stato costruito in onore dei quasi quindicimila austro-ungarici caduti nelle zone limitrofe durante la prima guerra mondiale e qui tumulati all’ombra di due file di cipressi e nelle tombe comuni che accolgono i resti dei caduti ignoti.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Statale 305, Fogliano Redipuglia

 

Orari di apertura: dalle 9.00 al tramonto

 

Informazioni: Ufficio di informazione e accoglienza turistica di Fogliano Redipuglia, via III Armata 54; Tel.: +39 0481 489139; e-mail: plfogliano@tiscali.it

 

Visite: visite guidate a cura dell’Ufficio turistico di Fogliano di Redipuglia

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ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI GORIZIA

Ipogeo_Celtico_Cividale

Ipogeo celtico

Nel centro di Cividale del Friuli, in via Monastero Maggiore 2, dietro una modesta porticina si nasconde una ripida scala che porta a un suggestivo e misterioso complesso di cavità sotterranee, chiamato Ipogeo celtico, posto a ridosso dell’argine roccioso destro del fiume Natisone.

Dalla scala si accede a una camera centrale; da questa partono tre cunicoli i quali a loro volta immettono in ambienti più piccoli, su livelli diversi. Le cavità sono state scavate a colpi d’ascia. Sulle pareti le asce hanno inciso nicchie, loculi e mensole e tre rozzi e misteriosi mascheroni. Ci sono poi degli scalini di raccordo scavati nella roccia, e sedili e panche di pietra.

L’Ipogeo celtico non ha ancora avuto un’interpretazione definitiva riguardo alla sua origine e funzione: gli studiosi ne danno di assai diverse. Di origine preromana, probabilmente celtica, da cui il nome; funzione funeraria, o comunque rituale, vista la vicinanza dell’acqua, oppure cisterna; ma anche carcere, romano e longobardo: l’Ipogeo rimane un mistero irrisolto.

Un’ulteriore ipotesi parla di un bagno rituale ebraico, vista anche la sua vicinanza alla sinagoga della comunità ebraica presente a Cividale dal XIII al XVII secolo.

Comunque sia, l’unica certezza è che la funzione originaria di questo particolarissimo sito, unico in regione, rimane un quesito aperto.

Informazioni


Ipogeo celtico

Via Monastero Maggiore, 6 – 33043 Cividale del Friuli (UD)

Tel. +39 0432 710460 (Informacittà) – Tel. +39 0432 700876 (Tempietto Longobardo) – Fax +39 0432 710423

e-mail: turismo@cividale.netwww.cividale.net

 

Orari di visita: è possibile visitare gratuitamente l’Ipogeo celtico prendendo le chiavi presso lo sportello Informacittà o presso il Tempietto Longobardo.

 

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ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE