Roccolo_di_pre_checo_Montenars

Roccolo di Pre Checo

Il roccolo a sud del monte Cjastellirs, lungo la Strada comunale Montenars-Flaipano è raggiungibile tramite una strada sterrata che si inoltra nel bosco.

Il roccolo è una struttura per l’uccellagione realizzata tra il XIX e il XX secolo dalla popolazione. La struttura, di forma ovale con una siepe di carpino bianco, possedeva un sistema di corde e cerniere che catapultava una frasca provocando forte rumore per far sì che gli uccelli, impauriti, rimanessero intrappolati nelle reti. Il roccolo apparteneva alla famiglia di don Francesco Placereani detto ‘Pre Checo’, letterato e cultore della lingua friulana ma anche appassionato uccellatore.

L’Ecomuseo delle Acque del Gemonese si occupa della valorizzazione di questo tipo di strutture ed è responsabile del percorso di visita ai roccoli.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Strada comunale per il Monte Cjampeon, Montenars

Superficie totale: 0,12 ha

Impianto planimetrico: alberatura formale

Condizione giuridica: proprietà privata

Peculiarità scenografiche e compositive: siepe formale, vista panoramica

Specie botaniche di rilievo: carpino bianco, ciliegio, ontano

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Museo_Civico_Storia_Naturale_Silvia_Zenari_Pordenone

Museo Civico di Storia Naturale Silvia Zenari

Nel cinquecentesco Palazzo Amalteo ha sede il museo intitolato a Silvia Zenari, illustre naturalista pordenonese. Le collezioni di vertebrati annoverano oltre 3.000 campioni, fra esse quella di quasi 500 esemplari di uccelli esotici risalente alla prima metà dell’Ottocento, lascito di Oddo Arrigoni degli Oddi, il cui figlio, Ettore, è considerato uno dei fondatori della moderna ornitologia.

La collezione di insetti presenta numerosissimi esemplari di coleotteri, lepidotteri e ortotteri, raccolti da appassionati locali e studiosi come Umberto Posarini, entomologo originario di Polcenigo. Estremamente ricche anche le raccolte di minerali, tra cui quella di Giorgio Rimoli, considerata la più completa dei minerali dell’Alpe Adria. Il museo conserva, inoltre, importanti collezioni paleontologiche, botaniche, di invertebrati e di organismi marini con svariate migliaia di campioni.

Il percorso prevede, poi, sale dedicate al Theatrum Naturae e alla Wunderkammer nella quale sono esposti esemplari rari o bizzarri di storia naturale; la sala di osteologia con numerosi scheletri articolati di uccelli e mammiferi; e, nella sezione preistorica, la ricostruzione di un mammut.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via della Motta 16, Pordenone

Servizi: visite guidate, laboratori, percorsi assistiti e attività didattiche; archivio documentale, bookshop; accessibile si disabili

Informazioni: www.comune.pordenone.it

Orari di apertura: da martedì a sabato 15.30-19.30; domenica 10.00-13.00 e 15.30-19.30; chiuso il lunedì

Ingresso: intero € 3,00; ridotto € 1,00

Tel.: 0434 392950

Fax: 0434 26396

E-mail: museo.storianaturale@comune.pordenone.it

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Castello_Ravistagno_Montenars

Castello di Ravistagno

Il castello di Ravistagno (dal tedesco Rabenstein, “rupe dei corvi”) faceva parte di un complesso fortificato che comprendeva anche il castrum di Artegna. I resti visibili sono ciò che resta di una struttura articolata con torri di vedetta, arroccata su uno sperone roccioso a strapiombo sul torrente Orvenco. I ruderi sui quali si sta effettuando il restauro conservativo risalgono ai secoli XII-XIV. Dopo vari passaggi di proprietà, nel 1287 il castello entrò in possesso dei Signori di Prampero, insieme ad altre famiglie, quasi tutte appartenenti all’aristocrazia di Gemona. Nel 1415 l’intero feudo fu dei Prampero, ai quali rimase fino al periodo napoleonico assieme alla giurisdizione su Prampero, Montenars, Flaipano, Pers e Plazzaris. Il castello subì gravissimi danni a causa del terremoto del 1348 e fu spoliato dagli abitanti del paese.

Attualmente si sta effettuando un restauro conservativo dell’edificio (oggi proprietà del Comune di Montenars) sotto la direzione della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia. In origine era composto da una torre che sovrastava il cortile interno con pozzo-cisterna, circondato dalle stanze abitative e protetto dallo spesso muraglione, ora parzialmente recuperati.

 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Montenars, Artegna

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Sentiero-Bordaglia

Sentiero del Lago di Bordaglia

Il lago di Bordaglia, posto sul fondo di una conca di origine glaciale tra i pascoli sottostanti il versante del monte Volàia, è sito all’interno dell’Oasi di Bordaglia, la più vasta oasi di rifugio faunistico del Friuli Venezia Giulia.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Traversata carnica
Dislivello in metri: 900
Difficoltà: T/E
Tempi di percorrenza in ore: 6

INFO: Turismo FVG Forni Avoltri
Tel. +39 0433 72202
Email info.forniavoltri@turismo.fvg.it

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Partenza da Pierabech di Forni Avoltri e imboccare il sentiero Cai nr. 140

2

Superare il torrente rio Bordaglia, sempre ricco d’acqua, e raggiungere il piazzale di una cava di marmo fior di pesco

3

Risalire lungo il sentiero Cai nr. 140 la riva destra dell’alto corso del torrente Degano. Si raggiunge così la stretta di Fleons, una forra scavata dal torrente dopo un’impetuosa cascata. Sulle pareti del lato destro è possibile scorgere postazioni difensive utilizzate durante la prima guerra mondiale

4

Superata la stretta di Fleons, imboccare il sentiero Cai nr. 142. Il sentiero è un breve tratto della Traversata Carnica e costeggia il Rio di Sissanis attraversando l’omonima casera sale a casera Bordaglia di Sopra nelle cui vicinanze si può ammirare il lago Bordaglia

5

Dalla casera Bordaglia proseguire il cammino in discesa lungo il sentiero nr. 142 fino a Casera Bordaglia di Sotto; da qui ricongiungersi al sentiero nr. 141 che fiancheggia il Rio Bordaglia ritornando in direzione Pierabech

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Giardino_Parco_Villa_de_Claricini_Dornpacher_Moimacco1

Giardino del Parco di Villa de Claricini Dornpacher

Il complesso si trova ai margini dell’aggregato rurale di Bottenicco. Il nucleo più antico risale al secolo XVII ad opera della famiglia de Claricini. Alla medesima fase costruttiva potrebbe risalire anche l’impianto formale del giardino ripartito in quadranti con vialetti perpendicolari. Anche le dimensioni delle alberature del parco sembrerebbero attestare una sua origine tardo-settecentesca.

La realizzazione della corte d’onore con pozzo centrale dovrebbe, invece, risalire alla seconda metà dell’Ottocento o all’inizio del Novecento.

Tra il 1908 ed il 1909, durante i lavori di restauro della villa, il giardino fu ridefinito all’italiana con fontane e statue, scandito ai margini da vasi di limoni; e si realizzò, inoltre, la serra. Una balaustra separa il giardino dal parco formato formato da gruppi di essenze secolari come faggi, abeti, cedri e lecci. Gli elementi scultorei decorativi, prevalentemente in pietra artificiale, confermano la datazione. Ai rifacimenti in chiave eclettico-storicista non dovette essere estranea la cultura filologico-umanistica di Nicolò de Claricini Dornpacher, dantista ed erudito.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Boiani 4, Moimacco (Bottenicco)

Superficie totale: 0,90 ha

Impianto planimetrico: all’italiana (giardino, corte d’onore) e all’inglese (parco)

Condizione giuridica proprietà: privata, Fondazione de Claricini Dornpacher

Peculiarità scenografiche e compositive: fontana, serra, vasche circolari con grotaille, vialetti

Specie botaniche di rilievo: abete caucasico, bosso, faggio, leccio, tasso

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Castello_Flagogna_Forgaria

Castello di Flagogna

Nel XII secolo il Castelvecchio di Flagogna era compreso nel Marchesato d’Attimis, in seguito si avvicendarono vari proprietari finchè alla metà del XIV secolo divenne proprietà dei Savorgnan. Nel 1348 l’edificio crollò per un forte terremoto e le sue pietre servirono a restaurare il Castelnuovo – detto di San Giovanni – antecedente al 1280, che sorgeva su un’altura a strapiomo ad est del vecchio castello.

Preso dalle milizie udinesi, fu dato in feudo ai nobili Valentinis che lo smantellarono prima di consegnarlo nel 1420 alla Serenissima. Tornato ai Savorgnan, venne danneggiato dalle truppe imperiali nel 1418 e ridotto definitivamente allo stato di rudere dal terremoto del 1511.

Sono ancora visibili i resti del portale e del muro difensivo munito di feritoie, parte del mastio e la piccola chiesa cinquecentesca di San Giovanni. Attualmente è in corso una ristrutturazione delle mura perimetrali.
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Castello, Frazione Flagogna, Forgaria nel Friuli

Stato di conservazione: ruderi

Come arrivare: attraverso il sentiero naturalistico segnalato che parte presso la vecchia stazione ferroviaria lasciando l’auto nel piazzale dove ha inizio il Troi di Meni (Informazioni: www.sentierinatura.it)

Informazioni: Pro loco Forgaria – Tel.: 0427 809091

Visite: solo esterni

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Castello_Pinzano

Castello di Pinzano al Tagliamento

 

 

Il complesso fortificato costituiva un presidio inespugnabile, protetto da più cinte murate, bastionature e torri, difeso naturalmente dal dirupo e dal sottostante fiume Tagliamento.

I signori di Pinzano vengono ricordati a partire dal XII secolo come vassalli dei duchi di Carinzia. Questa casata tenne la rocca fino al 1344, quando ne furono privati dal Patriarca a seguito di una sanguinosa faida familiare; nel 1352 il feudo fu ceduto ai Savorgnan che lo tennero fino al 1797, anno della caduta della Repubblica veneta.

L’abbandono secolare, le traversie subite durante la prima guerra mondiale e gli eventi sismici del 1928 e del 1976 hanno quasi del tutto cancellato le tracce dell’imponente complesso: attorno al mastio, di cui restano solo le fondamenta, sorgevano ben tre cinte murarie, i cui resti sono ancora visibili; qui si raccoglieva anche un piccolo borgo di cui si notano ancora le fondamenta ormai immerse nella macchia circostante, ma ancora apprezzabili ripercorrendo l’antica strada castellana.

Secondo una leggenda, nei sotterranei del castello ci sarebbero state una camera segreta che conteneva il prezioso tesoro dei Pinzano, frutto delle numerose scorrerie nel Friuli, nonché delle gallerie segrete che conducevano sino al Tagliamento.

Attualmente è in corso un progetto di recupero; i lavori hanno già portato alla luce le cantine del maniero voltate a botte.

 

Informazioni


Indirizzo: Via XX Settembre 60, Pinzano al Tagliamento

Stato di conservazione: in rovina

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