Lanterna_Diogene_Udine

Lanterna di Diogene

Nicolò Lipomanno, luogotenente della Patria del Friuli, nel 1487 fece realizzare un pozzo ottagonale nei pressi della chiesa di San Giacomo. Il curioso manufatto, opera di maestri scalpellini lombardi, fu ribattezzato dallo storico dell’arte Giovanni Battista Cavalcaselle “la lanterna di Diogene”. Sul basamento ornato di stemmi si legge l’acronimo Civitas Utinensis Fieri Fecit, al di sopra della vera quattro colonnine sorreggono la copertura a sua volta sormontata da una quinta colonna, ricordando, appunto, le fattezze dell’omonimo monumento di Atene.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Piazza Matteotti (San Giacomo), Udine

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Cappella_Manin_Udine

Cappella Manin

La Cappella Manin si trova presso villa Torriani (già Manin) in largo Torriani a Udine. Fu costruita nel 1735, probabilmente su progetto dell’architetto Domenico Rossi, per volere del conte Ludovico Manin.

L’edificio è un piccolo gioiello barocco: la maestosa facciata introduce all’interno di forma esagonale, dove sopra l’altare troneggia la magnifica Madonna col Bambino di Giuseppe Torretti, maestro del Canova; suoi pure i bellissimi altorilievi sulle pareti laterali con episodi della vita della Vergine.

Il pavimento di marmi policromi sale come un tappeto sui gradini dell’altare maggiore e sulle paraste.

 
 
 
 
 
 

Informazioni


Cappella Manin

Udine – Largo Torriani

Tel. +39 0432 502872 – 501824; fax +39 0432 501681

 

Orari di visita: solo su prenotazione da lunedì a venerdì; sabato e domenica chiuso; ingresso gratuito

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Acquamarina

Acquamarina

IL CENTRO TALASSO-BENESSERE NEL CUORE DI TRIESTE E AD UN PASSO DAL MARE

La talassoterapia è la scienza del benessere che proviene dal mare (thalassa) e dai benefici che esso procura (therapeia): è l’uso dell’azione salutare dell’ambiente marino, sotto controllo medico, per scopi preventivi e curativi. Ricca di oligoelementi e sali minerali, l’acqua di mare elargisce le sue proprietà con maggior efficacia se riscaldata tra i 30° e i 32° gradi. In tal modo i suoi elementi essenziali penetrano più facilmente attraverso la pelle. Inoltre la pressione esercitata dall’acqua stimola la circolazione del sangue, e l’effetto prodotto dall’assenza di gravità agevola il movimento e quindi la rieducazione motoria.

La Piscina Acquamarina risponde a tutte queste esigenze con le sue due vasche di acqua di mare, climatizzata costantemente sopra i 30° gradi. Ad una piscina di 25x10x1,4m, con sistema di tracimazione deck-level, si affianca una vasca di 10x4m a profondità variabile con rampa di accesso per persone disabili. Svolgendo le attività più diverse – come ginnastica in acqua, acquafitness, etc.– vengono moltiplicati gli effetti positivi dell’acqua di mare sull’organismo. Ogni programma servirà inoltre a distendere i muscoli e ad eliminare le tossine. Il risultato sarà un corpo sempre più docile e ricettivo alle cure prodigate.

Acquamarina non è solo piscina: il percorso benessere può essere integrato usufruendo degli spazi ampiamente rinnovati del termarium, l’ideale per il proprio relax: sauna svedese, bagno turco, bio–sauna, doccia cromoterapica, vasca ad acqua fredda e zona relax sono a disposizione della clientela per chi volesse vivere un’esperienza profondamente salutare e rilassante.

Una palestra di 85 mq dotata di tutti i comfort è invece a disposizione per tutte le tipologie di corsi: in particolare la pavimentazione della sala è in grado di assicurare l’elasticità e la prevenzione di microtraumi, requisiti indispensabili per svolgere le attività a corpo libero. Acquamarina ha l’obiettivo di creare un ambiente confortevole dove lo scopo primario è l’attività fisica senza mai trascurare l’equilibrio psicofisico.

Infine, il nostro centro estetico offre anch’esso programmi per il tuo benessere con trattamenti accompagnati da un sottofondo musicale: combinando l’efficacia dell’acqua di mare con le tecniche più avanzate ed una gamma di prodotti biotecnologici, si possono ottenere il miglioramento della condizione psicofisica.

A Trieste il centro di talassoterapia Acquamarina offre quindi la possibilità di trascorrere qualche ora lontani dallo stress e dall’inquinamento, all’insegna del rilassamento e del benessere.
 

Informazioni


Molo Fratelli Bandiera, 1 – 34132 Trieste
Telefono: +39 040 301100
E-mail: acquamarina@2001team.com
Sito internet: www.2001team.com/acquamarina

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Cimitero_Guerra_austroungarico_Prosecco

Cimitero di guerra austro-ungarico Prosecco

Il cimitero si trova in fondo a una dolina carsica che accoglie le tombe degli oltre cinquemila uomini caduti sul Carso triestino e isontino, lungo il fronte difensivo che andava dal Timavo all’Isonzo. Ogni anno a novembre vengono celebrate cerimonie commemorative nel rispetto delle molte etnie e credi religiosi dei soldati qui tumulati.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Località Prosecco, Trieste

 

Come arrivare: partendo dal centro di Prosecco e percorrendo per circa 500 metri la strada provinciale SP1 in direzione Campo Sacro

 

Orari di apertura: dall’alba al tramonto

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Castello_Sacile

Castello di Sacile

Il Castel Vecchio di Sacile – edificato su un’isola affiorante dal Livenza, detta “le Contrade” – viene fatto risalire alla fine del X secolo. Il patriarca Gregorio a metà del Duecento spese ingenti somme per fortificare questo e molti altri castelli friulani danneggiati dagli assalti di Ezzelino da Romano.

A quel tempo oltre alle due rocche che fiancheggiavano il Livenza – il Castelvecchio ed il castello di Corte – erano presenti due porte d’accesso, orientate verso il Borgo Ricco, in direzione del Friuli, e verso al Tagliamento.

Nel 1347 il patriarca Bertrando fece costruire le mura che collegavano il castello al porto, altra isola fluviale e approdo per le barche mercantili. Nella seconda metà del Quattrocento venne costruita una doppia cinta muraria per unire il fortilizio alla terraferma, che si estendeva verso entrambi i borghi.

Dell’antico maniero restano oggi solo pochi ruderi; degli originari cinque torrioni ne sono rimasti tre: quello più antico, risalente al XII secolo, si trova dietro il Duomo di San Nicolò, ai margini della passerella sul Livenza che conduce a Campo Marzio; quelli di San Rocco e del Foro Boario furono eretti tra il 1470 ed il 1485 contro la minaccia turca. Insieme facevano parte di un complesso sistema difensivo raccordato da cunicoli sotterranei.

Dell’imponente torrione di San Rocco rimangono i resti in Largo Salvadorini dove è ancora visibile il Leone alato di San Marco a memoria del doge Giovanni Mocenigo che lo fece edificare. Nel Foro Boario si conservano in buono stato il torrione e parte delle mura difensive della città. Recenti interventi di riqualificazione dell’area hanno permesso la creazione di una passeggiata lungo il Livenza che costeggia la cinta muraria e il torrione fino al parco di Pra’ Castelvecchio.

 

Informazioni


Indirizzo: Sacile

Stato di conservazione: ruderi

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Castelliere_Elleri

Castelliere di Elleri

Dalla stradina sterrata che parte dietro la chiesetta di Santa Barbara, a Muggia, si giunge in cima al Monte Castellier, a 240 metri s.l.m., dove si trovano i resti del castelliere di Elleri, una costruzione tipica dell’area carsica, di natura difensiva: si trattava di una cinta di mura a secco, posta sulla sommità di un’altura, all’interno della quale si rifugiavano uomini e greggi.

L’eccezionalità del castelliere di Elleri è dovuta al fatto che fu abitato per un tempo particolarmente lungo, 2000 anni: costruito in epoca preistorica, circa nel 1600 a. C., fu abbandonato dopo il 350 d. C., in epoca romana. Il ritrovamento di alcuni frammenti di ceramiche risalenti al periodo medievale fanno supporre che il sito fosse frequentato magari saltuariamente anche fra il VI e il X secolo d. C., ma in questi secoli non si aggiunsero nuove costruzioni.

La lunga vita del castelliere è probabilmente dovuta a una serie di fattori ambientali (dalla presenza di un laghetto di acqua dolce all’abbondanza di pascolo e di terreni coltivabili) e strategici. La vicinanza al mare può essere stato un elemento chiave anche per il controllo del territorio e per la produzione del sale marino.

Del castelliere rimangono parti del muro di cinta esterno. I muri visibili sono per lo più romani, perché essendo stati costruiti per ultimi si sovrapponevano a quelli più antichi. I muri dei castellieri protostorici erano costruiti a secco, mentre i muri romani erano costruiti con malta e leganti.

La cinta muraria dei castellieri era costituita da due paramenti esterni costruiti con blocchi di grandi dimensioni, che venivano riempiti con terra e pietre. All’interno della cinta si trovavano le abitazioni e i ricoveri per gli animali. In epoca romana in base ai ritrovamenti archeologici si suppone ci fosse anche un’area cultuale.

Nel Civico Museo Archeologico di Muggia sono raccolti i reperti trovati nel sito. Oltre a una ricca collezione di ceramiche protostoriche troviamo una stele, databile al II secolo d. C., dedicata al dio Mitra, divinità adorata dalle truppe romane, il cui culto era attestato anche presso San Giovanni di Duino, vicino alle foci del Timavo. Su un lato della stele vi è una scena che raffigura l’uccisione rituale del toro, e sull’altro una scena del banchetto rituale.

Nella località di Santa Barbara, vicino al castelliere, è stata individuata anche una necropoli con 34 sepolture ad incinerazione databili tra il II e il I millennio: le tombe erano buche scavate nel terreno in cui si depositavano le ceneri dei defunti abitanti del castelliere.
 

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Parco del Castello di Miramare

Il parco, che digrada verso il mare, incorniciando con i suoi parterre le costruzioni architettoniche, si affaccia sul Golfo di Trieste coprendo il promontorio roccioso di Grignano con la sua macchia sempreverde. Fino alla metà del XIX secolo l’area, che aveva l’aspetto di una landa carsica quasi del tutto priva di vegetazione, era adibita a pascoli e vigne con un modesto querceto e la tipica flora del Carso.

Tra il 1855 e il 1856 l’arciduca Ferdinando Massimiliano d’Asburgo, fratello dell’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe, iniziò la costruzione della residenza e del parco. Secondo la volontà dell’arciduca, che ne seguì da vicino la creazione, il parco fu ispirato al romanticismo ottocentesco, combinando i criteri strutturali dei giardini nordici con la ricchezza botanica della flora mediterranea. Nell’intenzione dello sfortunato imperatore del Messico il parco si sarebbe dovuto configurare come stazione sperimentale di rimboschimento e di acclimatazione di specie botaniche rare, facendone un complesso insieme naturale e artificiale.

Per il progetto architettonico l’arciduca si avvalse dell’architetto viennese Carl Junker, mentre la realizzazione del parco fu affidata a Wilhelm Knechtel, già giardiniere nell’isola di Lacroma, che divenne residenza estiva dell’arciduca.

L’area orientata a est fu convertita in un bosco, che avrebbe dovuto difendere il giardino mediterraneo dai venti, scegliendo di assecondare l’orografia del luogo: gruppi arborei si alternano a radure, dove i sentieri si insinuano tra i gazebi e i laghetti, seguendo puntualmente i dettami del giardino paesistico inglese. Il giardino che sarebbe sorto in prossimità del castello si sarebbe contraddistinto per le specie rare ed esotiche.

I lavori iniziarono sotto la direzione del boemo Josef Laube, già aiuto giardiniere a Laxenburg e giardiniere di Villa Lazarovich, che tra il 1851 e il 1857 fu la residenza triestina di Massimiliano.

Dal 1859 al 1867 la responsabità dei lavori fu di Anton Jelinek, che pochi anni prima aveva partecipato alla spedizione della fregata Novara in qualità di assistente del dottor Eduard Schwarz, botanico e medico di bordo.

Il terreno fu preparato con alcuni sbancamenti e si fece importare il terriccio dalla Stiria e dalla Carinzia. Dopo che i viali carrozzabili e gli altri sentieri furono tracciati, si avviò la piantagione di pini, sementi e giovani piante provenienti da diverse località: da vivai e ville in Veneto tra cui Villa Reale di Stra, poi dai giardini di famiglia a Vienna, dalla fregata Novara, da Gibilterra, da Shangai, da altri giardini mediterranei e triestini. Gran parte delle essenze erano di origine extraeuropea e anche dopo la sua partenza per il Messico continuò a far importare nuove specie per il suo giardino.

Oltre al castello, si edificarono il ‘castelletto’ o Garten Haus, la Kaffee-Haus, la ‘casa svizzera’, due villette per la servitù, le scuderie e il portale con portineria sulla carrozzabile dalla città. Furono conservati i resti di una preesistente cappelletta e vennero realizzate una grotta artificiale, una palestra all’aperto, i parterres, le gradonate verso il porticciolo, una vasca nel bosco, un lago e collocate, inoltre, le voliere e le serre.

Un inventario del 1861 registra la presenza di 21.368 specie, tra erbacee, arbustive, arboree, in gran parte di provenienza alloctona.

Nel 1862 si fecero arrivare le sculture prodotte dalla fonderia Moritz Geiss di Berlino. Nel 1867, con la morte di Massimiliano, Jelinek lasciò il suo incarico all’assistente August Vogel.

Miramare diventò residenza periodica dei membri della famiglia imperiale fino allo scoppio della prima guerra mondiale; in seguito il castello restò disabitato fino al 1931, quando vi si stabilì il duca Amedeo di Savoia-Aosta.

Nel 1928 fu inaugurata la strada costiera che unisce Sistiana a Barcola e che divise in due il parco. Da allora, il pendio è attraversato trasversalmente da due gallerie e un tratto in trincea su cui fu aperto un nuovo portale monumentale di accesso. Da segnalare poi altri punti di interesse come il piccolo piazzale con i cannoni donati da Leopoldo I re dei Belgi e la cappella di San Canciano con un crocifisso scolpito con il legno della fregata Novara, dedicato nel 1900 a Massimiliano da suo fratello Ludovico Vittore.

 

Informazioni


Indirizzo: Viale Miramare, Trieste

Superficie totale: 22,00 ha

Impianto planimetrico: paesaggistico (arboretum e parco mediterraneo), formale (parterre)

Condizione giuridica: proprietà pubblica, Stato

Peculiarità scenografiche e compositive: belvedere, Kaffeehaus, ‘lago dei cigni’ con isolotto di roccia e chalet, parterre, pergolati in ferro, porticciolo con gradonate, scultura di Marcello Mascherini, statue

Specie botaniche di rilievo: abete del Caucaso, abete di Spagna, abete greco, araucaria, cipresso, cipresso di Monterey, corbezzolo, leccio, libocedro, pino d’Aleppo, pino di Sabine, pino nero, rovere, sequoia, sequoia gigante, tsuga

Servizi: ristoro, accesso disabili

Orari di apertura: da aprile ad agosto 8.00-19.00; accesso gratuito

Informazioni: info@castello-miramare.it

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