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Cividale del Friuli

Cividale del Friuli – fondata nel 53 a. C. da Giulio Cesare con il nome Forum Iulii – è stata un crocevia di culture e popoli, dai Celti ai Longobardi, ai Franchi di Carlo Magno, che ne mutarono il nome in Civitas Austriae. Una tale ricchezza di civiltà ne ha fatto una piccola perla d’arte, splendidamente stratificata.

Arroccata sulle rive del fiume Natisone, detiene ancora l’aura nobile e austera che le deriva dalla sua grande importanza strategica, per cui fu sia capitale del primo Ducato longobardo in Italia sia sede temporale del Patriarca di Aquileia. Innumerevoli sono le sue bellezze artistiche, tra cui spicca la Basilica di Santa Maria Assunta, dove ogni anno, in occasione dell’Epifania, si svolge il suggestivo rito della Messa dello Spadone, a cui segue la rievocazione storica dell’ingresso in città del Patriarca Marquardo von Randeck, avvenuta nel 1366.

L’itinerario longobardo che conduce il visitatore alla scoperta della città è stato riconosciuto dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Non può mancare, infatti, la visita al Museo Cristiano, che accoglie alcune tra le testimonianze più rappresentative della scultura alto medioevale: l’Altare di Ratchis e il Battistero di Callisto. Presso il Palazzo dei Provveditori Veneti è, invece, ospitato il Museo Archeologico Nazionale.

Dalla piazza del Duomo, attraverso le suggestive vie lastricate, si giunge all’antichissimo e misterioso Ipogeo celtico, un suggestivo sistema di cavità sotterranee. Nel cortile del Municipio si conservano i resti della Domus romana, le terme e i mosaici di Lago Boiani.

Nel complesso di Santa Maria in Valle si trova il Tempietto Longobardo, finemente scolpito e affrescato e, in Borgo Brossana, la Casa Medievale risalente al Trecento.

Uno dei simboli della città è il ponte del Diavolo, ardita costruzione quattrocentesca sospesa sul Natisone, attorno alla quale sono nate leggende favolose che lo vorrebbero fabbricato per un intervento soprannaturale.

Ogni anno, nel mese di luglio, si svolge il Mittelfest, evento internazionale di teatro e spettacolo della Mitteleuropa. Ad agosto, si svolge, invece, il Palio di San Donato con la caratteristica rievocazione medievale.

 

Informazioni


Dove: Cividale sorge presso il fiume Natisone, lungo la SS 54, in provincia di Udine

 

Informazioni:

Comune di Cividale, Corso Paolino d’Aquileia 2 – www.cividale.net – Tel.: +39 0432 710100; Fax: +39 0432 710103

Servizio di informazione e accoglienza turistica del Comune di Cividale del Friuli (Informacittà), Palazzo ex Monte di Pietà, Piazza Paolo Diacono 10 – Tel.: +39 0432 710460; Fax +39 0432 710423; E-mail: informacitta@cividale.net

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Santuario di Castelmonte

Il sito fu probabilmente abitato fin da epoca romana e forse dal V-VI secolo ospitò un luogo di culto paleocristiano. Il santuario della Beata Vergine del Monte, sicuramente antecedente al 1175, s’ingrandì sino a diventare un borgo fortificato intorno alla chiesa. Nel 1469 dovette essere radicalmente ristrutturato in seguito ad un disastroso incendio causato da un fulmine e nel secolo successivo ebbe un notevole ruolo strategico durante le lotte provocate dalla Lega di Cambrai, specie in occasione dell’assedio di Cividale del 1509.

Il complesso mantiene ancora, nonostante i rifacimenti, il suo aspetto di santuario fortificato, con al centro la grande chiesa, gli edifici monastici e le case del borgo serrate dalle mura turrite. La sua nomea crebbe e sempre più numerosi vi accorrevano i pellegrini tanto che in diverse occasioni le porte di Cividale vennero chiuse a causa degli eccessivi affollamenti. I fedeli non lesinavano donazioni di beni immobili, denaro, ex voto; tra questi vi sarebbe stata un’antichissima statuina d’argento offerta da un duca d’Austria o il prezioso voto di Gemona del 1575 – anno di una funesta pestilenza – che riproduceva la città nell’argento. Molti degli ex-voto sono tuttavia andati distrutti o rubati, quelli in argento anteriori al 1797 furono confiscati da Napoleone. La venerata statua della Madonna è inserita nell’altare barocco commissionato nel 1684 ad Alessandro Tremignon.

 

Informazioni


Indirizzo: Castelmonte, Prepotto

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Parco Villa Moretti

Il parco di Villa Moretti si arrampica sulle pendici del colle di Coja al di sopra dell’abitato circostante. La villa fu costruita nel 1904 per volere dell’industriale Luigi Moretti secondo il progetto in stile ‘neogotico’ dell’architetto Antonio Vandone di Torino.

Tra il 1919 e il 1922 gli architetti triestini Ruggero e Arduino Berlam, incaricati da Caterina Micco Moretti, realizzarono diversi interventi sull’edificio, piegandolo al corrente gusto Liberty. Nel 1952 la villa venne ulteriormente modificata sotto la direzione dell’architetto Pietro Zanini. Dopo la devastazione del terremoto del 1976 il palazzo divenne inagibile e rimase inutilizzato, finchè, nel 1988, villa e parco furono acquistati dal Comune di Tarcento che ne promosse il restauro e nel 2009 ripristinò parte del parco.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via del Castello, Coja (Tarcento)

Superficie totale: 2,40 ha

Impianto planimetrico: informale-naturalistico (parco), formale (giardino)

Condizione giuridica: proprietà pubblica, Comune di Tarcento

Peculiarità scenografiche e compositive: aiuole, muro con merli, portale ad arco, scalea, scalea loggiata, viale

Specie botaniche di rilievo: abete, magnolia, pino

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Museo della Centrale & Science Centre Immaginario Scientifico

L’ex Centrale idroelettrica Antonio Pitter è uno splendido esempio di archeologia industriale di inizio Novecento restaurata e convertita in museo dell’energia elettrica con i macchinari originali perfettamente conservati. In funzione dal 1905 al 1988, la centrale di Malnisio illuminava Piazza San Marco a Venezia con l’energia prodotta dal torrente Cellina.

I percorsi dell’Immaginario Scientifico si avvalgono di postazioni interattive hands-on che stimolano la curiosità verso la scienza. La sezione ludo-didattica Fenomena permette di scoprire i fenomeni naturali con la sperimentazione diretta: giroscopi, calamite, luci e ombre colorate, lenti, caleidoscopi e specchi consentono di giocare con le leggi della gravità, dell’elettromagnetismo e della riflessione luminosa. Il Science Centre offre inoltre un ricco programma di laboratori tematici per gruppi e scuole sulle discipline della chimica, fisica, matematica e scienze della terra.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Volta 27, Malnisio di Montereale Valcellina

Servizi: visite guidate, bookshop, laboratori didattici; accessibile ai disabili

Informazioni: www.immaginarioscientifico.it

Visite: prenotazionidelle visite guidate per scolaresche – Tel.: 040 224424

Orari di apertura: aperto su prenotazione per gruppi e scolaresche

Ingresso: intero € 6,00; ridotto € 4,00 dai 6 ai 12 e oltre i 65 anni; gratis fino a 6 anni; il biglietto da diritto a una riduzione per il Geo Centre Immaginario Geografico di Malnisio e Immaginario Scientifico di Torre di Pordenone

Tel.: 0427 798722 / 040 224424

Fax: 040 224439

E-mail: info@centralemalnisio.it; info@immaginarioscientifico.it

 

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Casa Fortificata La Brunelde

Il fortilizio della Brunelde è citato già nel 1208 in un elenco di beni feudali dei conti d’Arcano, marescalchi e confalonieri del Patriarca d’Aquileia, fino al XV secolo denominati “de Tricano” per i tre cani neri presenti nello stemma. L’antica torre longobarda – già sorta su un’opera di epoca romana che presidiava la Via del Sale – fu trasformata in casaforte nel XIII secolo.

Giovanni Nicolò d’Arcano agli inizi del Cinquecento riformò il complesso, trasformandolo in residenza di campagna, in cui dedicarsi alla caccia. Il fratello Rizzardo, colto umanista, volle decorare l’atrio con motti latini tratti dall’Eneide di Virgilio. Nel 1518 fu edificata la cappelletta di San Nicolò, in cui è conservata la reliquia della vera Croce, che, secondo la tradizione, fu portata nel 1270 da Leonardo III d’Arcano di ritorno dall’ottava crociata.

La domus magna Tricanea conserva gli arredi d’epoca e le memorie famigliari, lo studiolo del poeta Gian Mauro d’Arcano, l’archivio storico della casata, le pareti dipinte con gli scacchi bianchi e rossi – emblema della casata – nonché le sale che nel Settecento ospitarono il celebre cantante Farinelli.

 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: località Casali Florit, Fagagna
Servizi: visite didattiche, partecipa a Castelli aperti, Settimane della Cultura, mostre e convegni

Visite: su prenotazione per gruppi di almeno 20 persone presso la Segreteria del Consorzio per la Salvaguardia dei Castelli Storici del FVG – Tel.: 0432 288588; Fax: 0432 229790; info@consorziocastelli.it
Orari di apertura: sabato e domenica 15.30-18.30 (orario di inizio dell’ultima visita)

Informazioni:www.consorziocastelli.it

Tel.: 0434 738224

E-mail: info@labrunelde.it

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Parco Coronini Cronberg

Il parco si sviluppa lungo la riva destra del torrente Corno, addossato all’agglomerato urbano di Borgo Piazzutta. Assieme alla vicina area verde della Valletta del Corno costituisce una cesura tra l’antico nucleo cittadino settecentesco e l’area di espansione urbana otto-novecentesca. Il parco si espande in macchie irrregolari che alternano radure prative a folti gruppi arborei.

La costruzione della villa venne iniziata nel 1593 da Carlo Zengraf, segretario della Camera arciducale di Graz, assunto da poco nel novero dei patrizi goriziani con l’autorità giurisdizionale del Borgo Piazzutta, nella zona denominata Grafenberg, ovvero Monte dei conti.

All’inizio del XVII secolo la proprietà passò agli Strassoldo che intorno alla metà del secolo eressero la cappella dedicata a Sant’Anna, collegata alla villa da una loggia a due ordini d’arcate.

Nel 1820 il conte Michele Coronini acquistò l’intera proprietà, che divenne ben presto frequente meta di soggiorno per l’aristocrazia internazionale (tra gli altri Carlo X di Francia e, nel 1853, l’arciduca Ludwig Viktor d’Asburgo).

Nel 1870 il conte Alfredo Coronini iniziò la trasformazione in parco dei suoi terreni, sulla scia di un ambizioso programma di riqualificazione urbana che mirava a fare di Gorizia una “città giardino”. Il vecchio giardino fu ampliato, il muro di cinta a sud venne incorporato in un’altura artificiale ornata da piante, nicchie, statue e una montagnola-belvedere; il lato sud-est divenne invece una terrazza panoramica. Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, il parco si arricchì di elementi scultorei provenienti dalle altre proprietà dei Coronini, come le settecentesche Statue allegoriche di Orazio Marinari o il ritratto di Giovanni Battista Coronini scolpito da Marco Chiereghin.

Il pendio verso la Valletta del Corno fu scelto per la creazione del ‘giardino delle rocce’. Successivamente, nell’area nord-ovest del parco, fu innalzata una collina artificiale – che richiese ben seimila carri di terra e pietre dalle pendici del Carso goriziano – per nascondere un serbatoio idrico, sulla sommità della quale fu collocato un tempietto monoptero sul modello della ‘montagna a chiocciola’. Dalla cisterna sottostante il tempietto un fitto reticolo di tubazioni raggiungeva ogni parte del giardino al fine di irrigare il parco, ma anche di creare suggestivi giochi d’acqua.

Da boschetti di sempreverdi emergono inattese scalinate, terrazze, pergolati, fontane e specchi d’acqua, sapientemente collocati per offrire una successione di scorci scenografici. Fra le essenze botaniche sono presenti una centenaria quercia da sughero, nespoli del Giappone e bamboo.

Durante il periodo dell’occupazione militare tedesca, la villa fu sottoposta ad alcuni lavori: sul piccolo terrazzamento antistante la facciata sud-est, fu realizzato uno spazio privato articolato attorno a una vasca, ornata da strutture d’arredo e rampicanti; il lato del parco lungo viale XX Settembre fu recintato e all’ingresso del vialone fu collocato uno dei quattro portali proveniente da Villa Attems a Piedimonte.

Nel 1954 fu collocata nel parco un’Ecate triformis, reperto del II secolo d.C. già presente nel giardino del castello di Moncorona, ora Kromberk (Slovenia).

Nel 1991 morì l’ultimo proprietario, il conte Guglielmo Coronini Cronberg, che lasciò la villa e il parco, assieme all’intero patrimonio artistico in essi contenuto, alla città di Gorizia costituendo la Fondazione Palazzo Coronini Cronberg onlus.

 

Informazioni


Indirizzo: Viale XX Settembre 14, Gorizia

Superficie totale: 4,50 ha

Impianto planimetrico: all’inglese con schema a percorsi curvilinei e forma irregolare

Peculiarità scenografiche e compositive: fontana, giardinodi rocce, gradinata, tempietto,pergolato, statue, terrazza conpiscina, terrazzamento belvedere,vialetti

Specie botaniche di rilievo: camelia, cedro del Libano,cedro dell’Atlante, corniolo sanguinello,ginkgo biloba, glicine,leccio, melograno, mirto, pinod’Aleppo, pittosporo, sughera,vinca, yucca

Condizione giuridica: proprietà privata, Fondazione Palazzo Coronini Cronberg

onlus

Orari di apertura: dalle ore 7.00 alle ore 21.00 (ingresso libero)

Visite: si effettuano visite guidate a pagamento per gruppi

Tel.: +39 0481 533485

Fax: +39 0481 547222

Informazioni:

www.coronini.it

info@coronini.it

prenotazioni@coronini.it

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Il castello di Gorizia

Il castello di Gorizia risale all’XI secolo anche se dell’antico mastio, abbattuto dai veneziani, restano oggi solo le fondamenta visibili all’interno della corte dei Lanzi. Situato sull’altura che sovrasta la città, entro le mura dell’antico borgo, il castello offre – percorrendo il cammino di Ronda – uno sguardo che abbraccia Gorizia e i territori della vicina Slovenia. Vi si accede attraverso la Porta Leopoldina, costruita nel 1660 in occasione della visita dell’imperatore Leopoldo d’Asburgo.

Nell’anno 1001 l’imperatore Ottone III donò metà del castello e del territorio di Salcano con la villa di Gorizia al patriarca Giovanni II e l’altra metà al conte Verihen del Friuli. Il primo conte di Gorizia, Marquardo III di Eppenstein, fece costruire un maniero e vi trasferì la sua residenza da Salcano, facendone un importante roccaforte in cui avevano luogo le attività amministrative e giuridiche della Contea di Gorizia.

L’aspetto attuale del maniero si deve ai successivi interventi tra i secoli XIII e XVI che aggiunsero nuovi corpi di fabbrica e fortificazioni. La parte più antica è costituita dal duecentesco palazzo dei Conti – ornato da bifore romaniche – cui si aggiunse, nel XV secolo, il palazzo degli Stati Provinciali e, tra il XVI e il XVII secolo, il cosiddetto Palazzetto Veneto.

Il castello passò alla fine del Quattrocento dalle mani dei conti di Gorizia – estintisi con Leonardo – agli Asburgo e nel 1508 ai veneziani che, capitanati da Bartolomeo d’Alviano, innalzarono nuove cinte murarie composte da bastioni e da torrioni e diedero una nuova configurazione agli interni.

Nel 1509 il castello ritornò tra i possedimenti della corona d’Austria e vi rimase per altri trecento anni, fino alla parentesi dell’occupazione francese del 1813-1814, in cui venne adibito a caserma. Nel XVIII secolo furono aggiunti nuovi bastioni e torri polveriere e il muralglione che si affaccia su Castagnevizza. Alcune opere difensive furono realizzate sotto la supervisione del matematico e astronomo Edmond Halley, scopritore dell’omonima cometa.

Il castello fu bombardato durante la prima guerra mondiale e ridotto in macerie. Il complesso restauro filologico, avviato negli Anni Trenta – a cura della famiglia Cossàr, sotto la direzione dell’architetto Ferdinando Forlati per conto della Soprintendenza delle Belle Arti di Trieste – ha restituito all’edificio la pianta pentagonale e l’aspetto complessivo che lo caratterizzavano nel XVI secolo.

Al piano terra trovano posto la sala da pranzo e la cucina arredati con tavoli e credenze d’epoca completi di stoviglie tardomedievali; il Museo del Medioevo Goriziano all’interno della suggestiva sala dei Cavalieri ospita una collezione di armi bianche in uso nella Contea di Gorizia dall’XI al XVI secolo e riproduzioni di macchine da guerra come catapulte e “scorpioni” usate per gli assedi.

Al piano nobile si trovano la Sala del Conte (oggi adibita a convegni) e il Salone degli Stati Provinciali sul quale si affaccia un grazioso ballatoio in legno; questa sala, abbellita dall’originale soffitto a cassettoni, ospita ogni anno importanti mostre.

Al secondo piano del Palazzetto dei Conti, oltre alla cappella palatina dedicata a San Bartolomeo, nella quale sono conservate opere di scuola veneta, si trova il cosiddetto Granaio, una sala didattica corredata da una stazione multimediale, ove sono esposti i plastici che illustrano l’estensione e lo sviluppo della Contea di Gorizia; l’aspetto del castello intorno al 1300; la ricostruzione dell’assedio alla città da parte delle truppe del Patriarca Bertrando nel 1340.

Nei pressi del borgo si trovano altri importanti musei quali il Museo della Grande Guerra, il Museo della Moda e delle Arti Applicate, la Pinacoteca e la Collezione Archeologica.

 

Informazioni


Indirizzo: Borgo Castello 36, Gorizia

Visite: all’interno Museo del Medioevo Goriziano

Orari: damartedì a domenica 10.00-19.00; lunedì 9.30-11.30; chiusura cassa 18.30; i giorni 24 e 31 dicembre orario ridotto 9.30 – 16.00; chiuso i giorni 25, 26 dicembre e 1° gennaio.

Ingresso: intero € 3.00; ridotto ragazzi da 6 a 24 anni (escluse scolaresche), anziani di età superiore ai 65 anni, gruppi di almeno 10 persone € 1,50; scolareschedi ogni ordine e grado 1,00 euro; gratuito minori accompagnati di età inferiore ai 6 anni, insegnanti accompagnatori (fino a 2 per classe), accompagnatori turistici e guide muniti di regolare attestato, portatori di handicap ed eventuale accompagnatore, laboratori o iniziative promozionali nell’ambito della programazione annuale.

Informazioni: urp@comune.gorizia.it

Uffici: Borgo Castello 36

Tel./Fax: 0481 535146

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