Porte_di_Spilimbergo

Le Porte di Spilimbergo

La Torre Orientale è stata realizzata nel 1304 e faceva parte della prima cerchia di mura. La porta di levante, che sorge accanto alla splendida Casa Dipinta, si può ammirare lungo Corso Roma poco oltre Piazza Duomo, mentre, più avanti ancora vi è la Porta della Torre Occidentale, costruita nel 1339 come breccia nella terza cerchia di mura, che conserva il leone alato veneziano, affrescato sulla facciata d’accesso.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Informazioni: Pro Spilimbergo, Palazzo La Loggia, Piazza Duomo 1 – www.prospilimbergo.org – tel.: +39 0427 2274; e-mail: info@prospilimbergo.org

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Giardino_Abbaziale_Prati_Burovich

Giardino Abbaziale e Prati Burovich

Il giardino del complesso dell’abbazia di Santa Maria in Sylvis si estende nel centro storico dell’abitato, in continuità con gli spazi verdi della residenza Burovich, cinti da fossati a nord-est e raccordati da un ponte in legno.

Il giardino dell’abbazia presenta un impianto naturalistico, mentre quello del palazzo è all’italiana.

All’inizio dell’Ottocento il terreno era destinato a orto o a prato e nei pressi dell’abbazia sorgeva un cimitero poi dismesso. Alla prima metà del Novecento risale la composizione del giardino Burovich, armonicamente ripartito secondo tracciati geometrici lungo un asse centrale e ritmato dai parterres topiari in bosso; risente però anche di modalità compositive già affermatesi soprattutto oltralpe, con grande interesse per le rose e per i giochi cromatici delle corolle dei fiori, così come per un raffinato rapporto tra luce ed ombra, determinato dalle arcate di rose. I Burovich de Szmajevich, originari della cittadina dalmata di Perasto, agli inizi del Settecento si erano trasferiti in terraferma veneta avendo acquisito dalla Serenissima il titolo di conti.

Tra il 2001 e il 2006 sono stati effettuati gli interventi di recupero e di valorizzazione dell’area che è stata destinata a spazio pubblico e del palazzo che è ora sede comunale.

Alla recintazione del giardino in siepe di carpino bianco si sostituisce, per un tratto, un graticcio ligneo “a gelosia”, ricoperto di rose, che separa la parte del parterre vivente da quella in pietra e sasso. Vi si possono ammirare iris, gigli, scille, narcisi, anemoni, nigelle, lavande, primule selvatiche, fragole a frutto piccolo, violette e una gran varietà di aquilegie.

Nelle zone d’ombra troviamo, inoltre, felci, ellebori, acanti, gruppi di mughetti e di bucaneve. Lungo un vecchio muro crescono ortensie, felci, ellebori e anemoni giapponesi e, sulla facciata interna del palazzetto, le glicini arrampiacate su di arcate metalliche.

Si coltivano oltre quaranta varietà di rose: alcune rose d’epoca, appartengono all’impianto originario, mentre fra quelle moderne si annoverano le cosiddette “rose inglesi” dovute al notissimo ibridatore David Austin; tra le rose storiche è notevole un esemplare di Cardinal de Richelieu, che ha assunto una dimensione davvero rara per questo tipo di varietà.

 

Informazioni


Indirizzo: Piazza Castello 1, Sesto al Reghena

Superficie totale: 2,10 ha

Impianto planimetrico: informale (giardino abbaziale) e all’italiana (Palazzo Burovich)

Condizione giuridica: proprietà pubblica (Comune di Sesto al Reghena) ed ecclesiastica

Peculiarità scenografiche e compositive: orto, uccellanda

Specie botaniche di rilievo: bosso, Ophiopogon japonica,varie specie di rose botaniche

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Rocca_Monrupino

Rocca di Monrupino

Sul ripido versante di uno dei tanti rilievi dell’altipiano carsico sorge il Tabor o Rocca di Monrupino, antica fortezza che accoglie al suo interno il santuario consacrato alla Beata Vergine Maria Assunta.

La rocca fu edificata sui resti di un castelliere preistorico, poi presidio romano, quindi utilizzata a scopi difensivi dalle popolazioni slave (cui si deve il toponimo che indica una rocca fortificata). Nel XII secolo divenne insediamento strategico del Patriarca di Aquileia e, infine, fu utilizzata come rifugio contro le invasioni dei turchi.

All’interno del grande piazzale si trovano, oltre ai resti della fortificazione eretta in epoca medievale, l’antica casa comunale risalente al XV secolo e il Santuario eretto su un basamento di roccia carsica.

Nel XVI secolo, infatti, Monrupino perse le sue caratteristiche strategiche e fu consacrato dal vescovo Pietro Bonomo al culto mariano, divenendo meta dei pellegrinaggi delle popolazioni del Carso e di Trieste.

Da qui con lo sguardo si può abbracciare San Servolo e il monte Taiano, nonchè il mare con la foce dell’Isonzo, Grado e Barbana. L’ultima domenica di agosto degli anni dispari, nella chiesetta vengono celebrate le nozze carsiche.

 

Informazioni


Indirizzo: Monrupino

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Chiesa_abbaziale_S_Odorico_Flaibano

Chiesa abbaziale di San Odorico

La Chiesa abbaziale di San Odorico si trova fra i cortili delle case del paese e il muro di cinta di una villa settecentesca nella frazione di San Odorico, a Flaibano.

La chiesa risale all’inizio del 1900, dopo la grande guerra, ma al suo interno ci sono ancora le tracce della pieve dell’XI secolo: la sua semplice facciata rivolta al fiume, sulla quale era dipinto un grande San Cristoforo, ormai quasi invisibile, fa ora da transetto alla chiesa nuova, la cui facciata è rivolta a nord.

Sul fianco sinistro della chiesa nuova c’è il bellissimo abside romanico, rarissimo esempio di questo stile in Friuli, con finestra a lunetta strombata. All’interno si possono vedere le copie di quattro raffinati dipinti settecenteschi degli Evangelisti, attribuiti a Nicola Grassi (1682-1748). Gli originali sono custoditi al Museo Diocesano di Udine.
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Chiesa abbaziale di San Odorico

Via della Chiesa

33030 Flaibano (UD)

Tel.: +39 0432 869083 (famiglia custode delle chiavi)

Orari di visita: giovedì dalle 9.00 alle 9.30; domenica dalle 8.00 alle 8.30; è possibile anche visitare la chiesa su appuntamento, telefonando ai custodi; ingresso libero

 

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Villa_Kechler_Udine

Villa Manin Kechler

Nel piccolo borgo di San Martino sorge Villa Kechler, residenza del tardo XVI secolo. Due massicci pilastri in bugnato sormontati da statue settecentesche introducono al lungo viale che attraversa la corte a giardino con sculture neoclassiche tra le ali delle barchesse e arriva in fronte alla villa dal colore aranciato. Sul retro si estende un parco chiuso dalla cinta muraria.

Un tempo la villa appartenne alla famiglia veneziana Manin, che vi abito finché non si trasferì a Passariano. Gli spazi della barchessa di ponente furono adibiti nel corso dell’Ottocento a filanda di sete pregiate dai Kechler che entrarono in possesso dell’intero bene all’inizio del Novecento. Un ospite illustre del conte Carlo Kechler fu Ernest Hemingway, che vi soggiornò più volte, partecipando alle battute di caccia tra Lignano, la foce del Tagliamento – a dire dello scrittore la “Florida d’Italia” – e Caorle.

 
 

Informazioni


Indirizzo: via Erminia, Località San Martino, Codroipo

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ItinerariMichelstaedter

I luoghi di Carlo Michelstaedter a Gorizia

Il 17 ottobre 1910 Carlo Michelstaedter si tolse la vita a 23 anni con un colpo di pistola alla tempia al civico n. 8 di Piazza Grande (oggi piazza Vittoria). Autore de La persuasione e la Rettorica, tesi di laurea che non discuterà mai, è stato anche poeta e pittore. Michelstaedter rimane un’inquietante e geniale meteora della Mitteleuropa. Individualista, personalità tragica e insieme vitalissima, uomo che “fa di se stesso fiamma”, Michelstaedter attua una irripetibile Weltanshauung che coniuga la filosofia nicciana, il buddhismo, Marx e le proprie radici ebraiche e cabbalistiche.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Vedi
Itinerario ebraico. Sulle tracce di Michelstaedter, a cura di A. Gallarotti, Cormons 2010

 

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CASA NATALE
PIAZZA DELLA VITTORIA 8
Sul lato opposto della Piazza, al n. 49, si trovava la libreria Parternolli, nella cui soffitta si incontrava con gli amici Nino Paternolli e Rico Mreule.

2

MUSEO DELLA SINAGOGA
VIA ASCOLI 19
La fama di studiosi e letterati ebrei goriziani fece si che il ghetto della città fosse conosciuto come la “piccola Gerusalemme sull’Isonzo”. La sezione del museo dedicata a Carlo Michelstaedter propone una selezione delle sue opere pittoriche e alcuni documentari.

3

IL GHETTO
VIA ASCOLI
La via intitolata al glottologo Graziadio Isaia Ascoli (1829-1907) e la via San Giovanni conservano le belle case dai balconi in ferro battuto. Al n. 7 di via Ascoli c’è la casa natale del pittore Vittorio Bolaffio (1883-1931). Il cancello settecentesco che si apre sul giardino Bruno Farber è l’antico portone del ghetto realizzato dal fabbro Martin Geist.

4

BIBLIOTECA STATALE ISONTINA
VIA MAMELI
Qui è conservato il Fondo Michelstaedter che comprende manoscritti, pubblicazioni e documenti.

5

STATUA DI CARLO MICHELSTAEDTER
VIA RASTELLO
La statua in bronzo a grandezza naturale è stata collocata nell’anno del centerario della morte del filosofo.
ALTRO IN ZONA
Poffabro1

Poffabro

Nominato per la prima volta nel 1339, è un borgo in Val Colvera, nelle Prealpi Carniche, che deriva il nome da Prafabrorum, ovvero prato dei fabbri.

Il paese è un compendio di caratteri architettonici tipici della montagna friulana, dove forme e materiali si fondono garbatamente con il paesaggio circostante: pietre arenarie e calcaree tagliate al vivo, ballatoi e scale in legno, pilastri e archi in sasso. Questo borgo rurale di origini molto umili e dalle linee austere è ingentilito da capitelli votivi sparsi ovunque e chiesette minori.

Il pittore Armando Pizzinato lo definì l’esempio di architettura spontanea più razionale e fantasiosa delle nostre Prealpi ed è, in effetti, incluso tra i borghi più belli d’Italia.

Ogni inverno, da metà dicembre a metà gennaio, le strade del borgo si popolano di oltre un centinaio di presepi.

 
 
 
 
 

Informazioni


Dove: Poffabro, frazione del Comune di Frisanco in Provincia di Pordenone

 

Informazioni: Comune di Frisanco, Via Valdestali 8 – www.comune.frisanco.pn.it – Tel.: +39 0427 78061; Fax: +39 0427 78062; e-mail: protocollo@comune.frisanco.pn.it

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