Piazza_Unita_Italia_Trieste

Piazza Unità d’Italia

Piazza dell’Unità d’Italia, il “salotto di Trieste”, è la più estesa piazza d’Europa affacciata sul mare. Già detta Piazza San Pietro e poi Piazza Grande, questa aristocratica piazza fin de siecle assunse il nome corrente quando Trieste fu annessa al Regno d’Italia.

La pavimentazione in blocchi di arenaria è punteggiata sul lato mare da piccole luci blu che ricordano l’antico mandracchio, interrato a metà dell’Ottocento. La fontana dei Quattro continenti è sita davanti all’ingresso principale del Municipio e, poco più in là, vi è la Colonna di Carlo VI, qui fin dal 1728. La piazza ospita, inoltre, due pili con basamento in bronzo, opera dello scultore triestino Attilio Selva, su cui svettano la bandiera italiana e quella di Trieste.

Sulla piazza si affaccia una maestosa sequenza di palazzi eclettici, ornati da coreografiche allegorie di gruppi scultorei e fasciati da lesene e modanature: il palazzo della Luogotenenza austriaca, ora sede della Prefettura, vestito dei baluginii dorati dei suoi mosaici; il palazzo Stratti, dove si trova lo storico Caffè degli Specchi; il palazzo Modello e il Municipio del Bruni, la “Cheba”, sulla cui torre dell’orologio due automi bronzei, Mikez e Jakez, battono le ore; Palazzo Pitteri, il più antico della piazza, il palazzo Vanoli e il palazzo della compagnia di navigazione Lloyd Triestino, ora sede della Regione, che ricorda il dominio mercantile della città che è stata il porto dell’impero austro ungarico.

 

 

ALTRO IN ZONA
Civico_Museo_Guerra_per_Pace_Diego_Henriquez

Civico Museo della Guerra per la Pace Diego de Henriquez

La collezione dello studioso triestino Diego de Henriquez (1909-1974) ­– un patrimonio documentale e materiale composto da circa 15.000 oggetti – è stato acquisito dal Comune di Trieste nel 1983 e dal 1999 ha trovato sede nella Caserma Duca delle Puglie. Raccoglie: 2800 armi, 24.000 fotografie, 287 diari, 12.000 libri, 2600 tra manifesti e volantini, 500 stampe, 470 carte geografiche e topografiche, 30 fondi archivistici, 290 documenti musicali, 150 quadri e un fondo di pellicole, 250 documenti cinematografici conservati all’Istituto Luce di Roma.

Due degli edifici della Caserma, recentemente restaurati, accolgono il percorso museale, la biblioteca, la fototeca e l’archivio; restaurati, inoltre, i mezzi e i pezzi di artiglieria: cannoni, veicoli, strumenti esposti nella sezione centrale dell’hangar.

L’attuale allestimento è incentrato sulla Grande Guerra nella ricorrenza del centenario. Le crude fotografie d’epoca si alternano ai testi esplicativi e alle tavole grafiche che riassumono “i numeri della guerra”. Oltre ai numerosi contributi filmati forniti dalla Cineteca del Friuli e dall’Istituto Luce, vi sono quelli del regista Alessandro Scillitani: Funerale della pace, Guerra di trincea e Caporetto.

Secondo il desiderio del suo ideatore, non vuole essere un museo della guerra tradizionalmente inteso, ma un museo della società del Novecento dove le guerre con i loro orrori siano bandite per sempre.

Nel primo hangar trova posto l’esposizione permanente dedicata alla storia della prima guerra mondiale, che si apre con il corteo funebre dell’erede al trono d’Austria-Ungheria Francesco Ferdinando, assassinato con la moglie a Sarajevo il 28 giugno 1914. Al piano superiore una sintetica cronologia racconta i cento anni di guerre del Novecento; quindi l’allestimento si focalizzata sulla storia di Trieste dal primo conflitto mondiale agli anni del fascismo fino al ritorno dell’Italia nel 1954. Nella sede di Via Revoltella altre sezioni presentano gli armamenti leggeri, le telecomunicazioni, le uniformi militari, stampe, dipinti e medaglie.

 

Informazioni


Indirizzo: Via Cumano 22, Trieste

Servizi: visite guidate, bookshop, fototeca, archivio documentale, biblioteca

Informazioni: www.museodiegodehenriquez.it

Orari di apertura: da metà ottobre a fine marzo da mercoledì a lunedì 10.00-17.00; da aprile a metà ottobre 10.00-19.00; chiuso il martedì tranne nei mesi di luglio e agosto; chiuso 25 dicembre, 1° gennaio, Pasqua, 25 aprile e 1° maggio

Ingresso: intero 6,00 €; ridotto 4,00 €

Visite: prenotazioni presso il Servizio Didattico – Tel.: 040 6754480; Fax: 040 6754727; E-mail: serviziodidattico@comune.trieste.it; www.serviziodidattico.it

Come arrivare: in autobus con la linea 18 (nei festivi sostituita dalla linea 5)

Tel.: 040 675 4699; 040 675 8377

E-mail: museodehenriquez@comune.trieste.it

 

×

 

ALTRO IN ZONA
Museo_Archeologico_Friuli_occidentale

Museo Archeologico del Friuli occidentale

Il museo archeologico del Friuli occidentale, allestito presso il Castello di Torre, documenta, attraverso un’esposizione ricca di ricostruzioni, pannelli illustrativi e video, i numerosi ed importanti siti archeologici dell’alta pianura pordenonese occidentale, dalla Preistoria al Rinascimento. Sono raccolte ed esposte testimonianze dei siti preistorici più antichi di Grotte di Pradis, Sequals, Piancavallo, Bus de la Lum; di quelli Neolitici e dell’età del Rame della destra Tagliamento tra cui Fagnigola, Valer, Bannia di Fiume Veneto e Meduno; reperti dell’Età del Bronzo provenienti da Castellir di Palse, Sesto al Reghena e San Tomè di Dardago, unitamente alla ricostruzione di un forno per la fusione dei metalli. Nel museo, inoltre, sono custoditi i reperti archeologici rinvenuti nel sito palafitticolo di Palù di Livenza, dal 2011 patrimonio dell’Unesco.

Non mancano documentazioni delle strutture dei castellieri dell’Età del Ferro di Gradisca di Spilimbergo e di Palse di Porcia, e del sito del Monte Castelir presso Caneva; oggetti riferibili a luoghi di culto e alla necropoli di San Floriano di Polcenigo e dell’epoca della romanizzazione con corredi funerari rinvenuti nel territorio pordenonese; nonchè i preziosi manufatti della villa romana di Torre, delle necropoli dell’epoca tardoromana e altomedioevale, un tesoretto di monete d’argento del III secolo d.C. rinvenuto a Sacile.

Del cimitero tardoantico di Torre di Pordenone si espone la tomba di bambino riallestita nella sala così com’è stata scoperta. Sono anche stati ricostruiti i due contesti cimiteriali altomedioevali, quello di epoca longobarda di Tramonti di Sotto e quello post-carolingio emerso sotto le fondazioni del medioevale Palazzo Ricchieri di Pordenone. Un altro spazio è dedicato ad alcuni castelli del pordenonese oggetto di scavi archeologici, quello di Caneva e quello di Meduno.

Il percorso termina con uno spazio dedicato al castello, sede del museo, e alla figura del conte Giuseppe di Ragogna, archeologo e cultore di antichità che fu l’ultimo proprietario del maniero. Il conte, alla metà degli anni Cinquanta, realizzò diversi scavi nella villa romana di Torre di Pordenone e raccolse numerosissimi reperti, ceramiche, marmi e intonaci affrescati della villa. Sono stati ricostruiti alcuni vani, tra cui una decoraziane parietale risalente agli inizi del I secolo d.C. con una scena di Amazzonomachia.

Conclude l’esposizione museale una sala dedicata ad alcune collezioni di oggetti pervenuti al Museo grazie a donazioni: la collezione Micheluzzi di vasi etruschi e la collezione Coran di reperti magnogreci.

Informazioni

Indirizzo: Via Vittorio Veneto 19-21, Pordenone

Servizi: visite guidate, bookshop, laboratori didattici, fototeca; accessibile ai disabili

Informazioni: www.comune.pordenone.it

Orari di apertura: venerdì e sabato 15.00-18.00; domenica 10.00-12.00 e 15.00-18.00; aperture straordinarie su prenotazione

Ingresso: intero € 3,00; ridotto € 1,00; gratis con Fvg card

Visite: su prenotazione visite guidate al Museo Archeologico e al Castello o alla Villa Romana di Torreper gruppi di almeno 10 persone € 62,00

Tel./Fax: 0434 541433

E-mail: museo.archeologico@comune.pordenone.it

 

×

ALTRO IN ZONA

Palazzo_della_Torre_Gorizia

Palazzo della Torre

Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia

 

Il palazzo del Monte di Pietà, fu voluto dal primo arcivescovo di Gorizia, Carlo Michele d’Attems. Trasformato dal conte Giuseppe Della Torre alla fine del Settecento in Cassa d’Imprestanza per azioni, divenne Monte dei Pegni e Cassa di Risparmio nel 1831. Il palazzo è oggi di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia che ne ha fatto una sede museale, centro conferenze e biblioteca.

La pinacoteca della Fondazione vanta opere di Italico Brass, Francesco Caucig, Marcello Fogolino, Simeon Goldman, Johann Michael Lichtenreiter, Francesco Malacrea, Antonio Paroli, Anton Pich, Antonio Rotta, Giuseppe Tominz; nonché una raccolta di manifesti e bozzetti del primo Novecento, le stampe delle vedute veneziane di Antonio Visentini e le collezioni storiche di cartoline e gioielli di Lodovico Mischou.

 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: via Carducci 2, Gorizia

Informazioni: www.fondazionecarigo.it

Orari di apertura: da lunedì a venerdì 8.15-13.15

Tel.: +39 0481 537111

Fax: +39 0481 534354

E-mail: info@fondazionecarigo.it

×

 

ALTRO IN ZONA
Parco_Sigmund_Graf_Attems_Gorizia

Parco Sigmund-Graf Attems

La villa di campagna di Sigismondo d’Attems fu costruita, probabilmente su progetto di Nicolò Pacassi, tra 1745 e 1748, in una zona suburbana. L’antico giardino si inseriva tra la villa e il limite della Strada regia, ora Via IV Novembre.

Nel 1750 fu creato il viale rettilineo che conduceva fino al fiume Isonzo e nel 1756 la cosiddetta ‘grotta’ dietro la villa, ovvero un ninfeo lungo il pendio del monte Calvario.

Durante la prima guerra mondiale la villa subì danni ingenti e, rimasta in stato di abbandono, dovette essere demolita nei primi anni Venti.

Solo una piccola porzione del giardino venne mantenuta e intitolata a Sigmund von Attems. Qui si conservano una serie di memorie storiche lapidee della famiglia proprietaria, come il portale barocco che funge da ingresso.

Il parco, comunemente chiamato ‘Parco dei Principi’, è stato ristrutturato nel 2000 con la creazione di vialetti, panchine, una fontana e delle aree ricreative; cinque anni dopo, per iniziativa degli Amici dei musei, è stato restaurato il ninfeo.

Di fronte al parco si trovano i cosiddetti “Muro delle cinque lingue” e il “Muro del tempo” con opere d’arte realizzate a murales da artisti come Luciano De Gironcoli, Giancarlo e Ignazio Doliak, Valentin Oman, Franco Dugo.

 

Informazioni


Indirizzo: Via IV Novembre, Piedimonte (Gorizia)

Superficie totale: 1,15 ha

Impianto planimetrico: misto a schema geometricosimmetrico, di forma regolare

Condizione giuridica: proprietà pubblica, Comune di Gorizia

Peculiarità scenografiche e compositive: fontana, monumento, pilastrini con lapide, portale monumentale

Specie botaniche di rilievo: acero, bagolaro, carpino, Crocus speciosus, tasso

Servizi: fontanelle, aree gioco

×

 

ALTRO IN ZONA
Castello_Zoppola

Castello di Zoppola

Il castello fu edificato con tutta probabilità agli inizi dell’XI secolo – a difesa del guado sul Tagliamento lungo la strada che portava a Pordenone – contro l’incombente minaccia delle scorrerie degli Ungari.

Dal XIII secolo sino all’alto Medioevo il castello ed il relativo feudo erano proprietà degli Asburgo che ne affidarono la giurisdizione ai signori di Zoppola. In seguito, passato sotto il dominio del Patriarcato, fu ceduto alle famiglie dei Prodolone-Mels e dei Valvasone, finchè nel 1405 fu acquisito dai fratelli del patriarca Antonio Panciera.

Al castello si accedeva per mezzo di una serie di ponti poichè era difeso da una triplice cinta di mura e di fossati alimentati dalla roggia detta Zoppoletta. I Panciera nei secoli successivi lo arricchirono con opere d’arte, mobili e suppellettili di alto pregio: gli affreschi della scuola di Pomponio Amalteo nella corte interna; lo studiolo del cardinale Antonio con un’antica stufa in maiolica e un soffitto ligneo dorato e dipinto; soffitti affrescati e a cassettoni (come quello decorato con gli stemmi delle casate parlamentari friulane); stipiti scolpiti attribuiti alla scuola del Pilacorte. Il fronte è, invece, ornato da tre balconi cinquecenteschi ed uno in pietra sostenuto da mensole con testa di leoncini; una linea di archetti pensili e tracce di affreschi nella linea di sottogronda.

Il castello è circondato dagli edifici del borgo castellano, risalenti ai secoli XV-XVII, e dall’ampio parco realizzato a metà dell’Ottocento. La torre maestra, parzialmente ricostruita nel 1900, è stata mozzata in seguito al terremoto del 1976. Il maniero appartiene alla famiglia Panciera ed è sede di un’azienda agricola.

 

Informazioni


Indirizzo: Zoppola (Pordenone)

Visite: su prenotazione contattando il Consorzio per la Salvaguardia dei Castelli Storici del Friuli Venezia Giulia – Segreteria del Consorzio

Tel.: 0432 288588; Fax: 0432 229790; info@consorziocastelli.it

Informazioni: www.consorziocastelli.it.

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI PORDENONE

fiume_Corno

Fiume Corno

Il fiume Corno (Cuar in friulano) nasce presso Gonars, fra i paesi di Mortegliano e Bicinicco. Lungo il suo corso di 25 km riceve le acque delle rogge Avenale, Corgnolizza e Zumello. Sfocia nella laguna di Marano, di fronte all’isola Figarolo, dopo essersi fuso pochi chilometri prima con il fiume Ausa.

Nell’area fluviale è stato creato il parco intercomunale del fiume Corno; in particolare, nei comuni di Gonars e Porpetto è stato istituito il sito d’interesse comunitario “Paludi di Gonars”, che comprende il biotopo di 87 ettari “Paludi del Corno”.