Castelreggio

Castelreggio

Lo stabilimento balneare di Castelreggio è situato nella splendida Baia di Sistiana, a circa 18 km dal centro di Trieste. Lo si raggiunge scendendo la strada che da Sistiana conduce al porticciolo, dove è disponibile un ampio parcheggio a pagamento.

La spiaggia di ciottoli è abbastanza lunga e piuttosto ampia; il mare è splendido e l’acqua subito profonda; il paesaggio circostante, fatto di ripidi pendii boscosi, si apprezza ancor di più nuotando un po’ al largo e ammirandolo dal mare.

La spiaggia è suddivisa in aree gratuite e zone a pagamento attrezzate con lettini e ombrelloni. Ci sono alcuni chioschi e un bar che d’estate propone musica e serate danzanti. La spiaggia è pure dotata di un ristorante self-service che offre soprattutto piatti di pesce.

La spiaggia di Castelreggio è accessibile anche ai disabili ed è generalmente aperta dal 1° maggio al 30 settembre, dalle 7.30 alle 20.30 (balneazione 9.00-19.00).

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI TRIESTE

ItJoyce

James Joyce: Itinerari Triestini

James Augustine Aloysius Joyce nasce nel 1882 da una famiglia della media borghesia cattolica dublinese. Dopo aver frequentato il Clongowes Wood College, gestito da gesuiti, si laurea in lingue straniere (francese e italiano) e si trasferisce a Parigi per studiare medicina ma – sia per la difficoltà delle lezioni in francese sia per problemi finanziari – non continua gli studi, ritornando a Dublino.

Del 1904 è il primo tentativo di pubblicare Ritratto di artista, il racconto che poi diventerà Stephen Hero e successivamente Ritratto dell’artista da giovane e le prime poesie della raccolta Musica da camera.

Insofferente al provincialismo bigotto di Dublino, Joyce lascia la città con Nora Barnacle conosciuta pochi mesi prima e che sposerà nel 1931. Informato che alla Berlitz School di Trieste si era reso disponibile un posto di insegnante di inglese, James assieme a Nora, raggiunge la città adriatica per scoprire che il posto non è libero. Viene quindi mandato alla filiale che l’istituto aveva aperto a Pola, in Istria, da dove però nel marzo 1905 tutti gli stranieri vengono espulsi per ragioni di controspionaggio. Tornato a Trieste, la Berlitz lo assume e inizia uno dei periodi più fecondi per la sua produzione letteraria.

Durante il suo soggiorno triestino Joyce completa la raccolta di racconti Gente di Dublino, pubblica una seconda stesura della raccolta di poesie Musica da camera, scrive il poema in prosa autobiografico Giacomo Joyce e inizia, oltre al dramma Esuli, il lavoro che gli darà fama internazionale: l’Ulisse.

Importantissima è la sua amicizia con Ettore Schmitz, alias Italo Svevo, “scrittore negletto” secondo le stesse parole di Joyce, che lo conosce nel I 907 quando Svevo deve imparare l’inglese per gestire la fabbrica di Londra della ditta di vernici Veneziani. Svevo è considerato uno dei modelli di Leopold Bloom, soprattutto negli aspetti più propriamente ebraici.

Durante la prima guerra mondiale Joyce si trasferisce a Zurigo dove finisce Esuli e continua il lavoro sull’Ulisse. Torna a Trieste nel 1919 ma, deluso dal nuovo clima della città passata all’amministrazione italiana, ci resta meno di nove mesi per poi partire per Parigi dove rimarrà per i successivi vent’anni.

Nel 1922 comincia Work in progress che rinominerà Finnegans Wake, lavoro che occuperà sedici anni della sua vita.

James Joyce è sepolto a Zurigo, dove morì nel 1941 dopo essere fuggito da Parigi nell’imminenza dell’arrivo delle truppe naziste.

 

Vedi James Joyce: Itinerari triestini / Triestine Itineraries, di Renzo S. Crivelli, MGS Press, Trieste 1996

 

Le abitazioni

 

A

VIA SAN NICOLÒ 30, secondo piano
1° maggio 1905 – 24 febbraio 1906
Qui il 27 luglio nacque il figlio Giorgio e James scrisse alcuni racconti dei Dubliners e Stephen Hero.

B

VIA SAN NICOLÒ 32, terzo piano
marzo – novembre 1907
Joyce torna a stabilirsi in via San Nicolò al suo rientro da Roma nel 1907. Il 7 marzo telegrafa al fratello da Firenze: “Arrivo 8 trova una stanza”. Ma Stanislaus non riuscirà a trovargli un alloggio, così ospiterà James, Nora e Giorgio a casa sua.

C

PIAZZA PONTE ROSSO 3, terzo piano
marzo – aprile 1905
Da questo appartamento si vede il mercato nella piazza sottostante e il canale, allora animato dalle barche a vela che portavano le merci dall’Istria e dal Veneto. A questo indirizzo lo scrittore è vissuto dopo il suo ritorno da Pola, dalla prima settimana di marzo fino agli inizi di aprile del 1905.

D

VIA S. CATERINA I, primo piano
1° dicembre 1907 – primi di marzo 1909
Durante il soggiorno in questo appartamento Nora perse il loro terzo figlio. È verosimile che la trasposizione letteraria di questo evento sia la morte prematura del figlio di Bloom nell’Ulisse.

E

VIA DELLA SANITÀ 2, terzo piano (oggi via Diaz 2)
metà ottobre 1919 – primi di luglio 1920
Questo fu l’indirizzo di Joyce dopo il suo ritorno da Zurigo e anche l’ultimo dei suoi indirizzi triestini. L’appartamento gli era stato dato in subaffitto da Frantisek Schaurek, impiegato di banca originario di Praga, che nell’aprile 1915 aveva sposato Eileen, sorella di Joyce. Oltre che con gli Schaurek e i loro due bambini, i Joyce condividevano l’appartamento con Stanislaus tornato dall’internamento in Austria durato quattro anni. Qui Joyce scrisse Nausicaa e Oxen of the Sun e cominciò a comporre Circe, episodi di Ulysses.

F

VIA DONATO BRAMANTE 4, secondo piano
15 settembre 1912 – 28 giugno 1915
Qui scrive Giacomo Joyce, conclude Ritratto d’artista e inizia la stesura del dramma Esuli e del suo capolavoro Ulisse. Nel periodo che Joyce trascorre in questa abitazione, viene finalmente pubblicato nel 1914, dopo una serie di infruttuosi tentativi, Gente di Dublino.

G

VIA DELLA BARRIERA VECCHIA 32, terzo piano
fine agosto 1910 – primi di settembre 1912
L’appartamento occupato dai Joyce appartiene all’imprenditore proprietario della sottostante farmacia Picciola, ancora esistente.

H

VIA VINCENZO SCUSSA 8, primo piano
6 marzo 1909 – 24 agosto 1910
Qui abitarono brevemente anche le sorelle di Joyce Eva e Eileen, che lo avevano accompagnato a Trieste al ritorno da due viaggi in Irlanda.

I

VIA GIOVANNI BOCCACCIO I, secondo piano
24 febbraio – 30 luglio 1906
La famiglia Joyce, incluso il fratello di James, Stanislaus, visse qui assieme al collega della Berlitz School Alessandro Francini Bruni, a sua moglie Clotilde e al loro figlio Daniele.

 

Altri luoghi joyciani

 

1

PIAZZA DELLA STAZIONE (ora Piazza Libertà)
Joyce e Nora arrivano a Trieste il 20 ottobre 1904, lui lascia la giovane compagna nel giardino della stazione per andare a cercare una sistemazione per la notte. Giunto in piazza Grande (oggi piazza dell’Unità d’Italia) si ritrova coinvolto in una rissa tra marinai inglesi ubriachi in un bar e all’arrivo della polizia viene arrestato assieme a loro. Sarà rilasciato alcune ore dopo grazie all’intervento del console inglese e potrà finalmente raggiungere Nora alla panchina della stazione.

2

HOTEL CENTRAL (Haberleitner)
Via San Nicolò 15
È il luogo dove James Joyce e Nora Barnacle passarono le prime notti a Trieste.

3

LA BERLITZ SCHOOL
Via San Nicolò 32, primo piano
La Berlitz School, forse il più famoso punto di riferimento joyciano a Trieste, fu fondata da Almidano Artifoni nel 1901. Qui Joyce insegna dopo il suo ritorno da Pola, dal marzo 1905 fino al settembre 1906, quando si trasferisce per un breve periodo a Roma, e poi di nuovo al suo ritorno, dal marzo 1907 fino all’autunno di quell’anno, quando abbandona bruscamente l’attività a causa di disaccordi finanziari con la direzione. Stanislaus continua a insegnare alla Berlitz anche dopo l’abbandono del fratello maggiore fino a diventarne vice direttore.

4

CAFFÈ STELLA POLARE
Via Sant’Antonio 14 (oggi via Dante Alighieri 14)
Il Caffè Stella Polare ai tempi di Joyce era frequentato dal personale della Berlitz. Tra il 1907 e il 1908 in questo caffè James legge al fratello i suoi racconti appena completati e i capitoli del Portrait.
I tradizionali caffè triestini ospitavano una parte significativa della vita intellettuale della città. In una delle sue prime lettere da Roma, Joyce nota che i caffè romani non reggono il confronto con quelli di Trieste.

5

CINEMA “AMERICANO”
Piazza della Borsa 15
È il primo cinema aperto a Trieste. Inaugura le rappresentazioni nel 1905 con il film Napoleone della durata di 15 minuti. Il proprietario è Giuseppe Caris che assieme a Giovanni Rebez, proprietario del cinema Edison, diviene socio di Joyce quando, nel 1909, lo scrittore ha l’idea di aprire una sala cinematografica a Dublino che allora ne era priva.

6

TEATRO COMUNALE GIUSEPPE VERDI
Piazza Verdi
Joyce assiste qui a molte rappresentazioni di opere liriche, di cui era appassionato, spesso beneficiando di biglietti gratuiti fornitigli dai suoi amici del quotidiano “Il Piccolo”. Negli anni triestini tentò anche di intraprendere una carriera da cantante lirico professionista.

7

CASA DI TOLLERANZA “IL METRO CUBO”
Via della Pescheria 7
In cittàvecchia si trovava anche la zona dei bordelli, divisa tra il ghetto ebraico e l’area vicina al mare conosciuta come Cavana. Vi operavano non meno di 40 bordelli regolarmente registrati in cui almeno 250-300 prostitute offrivano i loro servigi a qualsiasi ora. La minuscola casa di tolleranza chiamata “Il metro cubo” è forse adombrata in una lettera di Joyce a Svevo in cui lo scrittore irlandese ricorda “i postriboli di pubblica insicurezza” della zona.

8

PASTICCERIA PIRONA
Largo Barriera Vecchia 12
La pasticceria, tuttora esistente, si trova di fronte all’abitazione posta sopra alla farmacia Picciola in cui Joyce andò a vivere nel 1910. Lo scrittore la frequentava spesso.

9

IL PICCOLO – IL PICCOLO DELLA SERA
Piazza Goldoni 1
Joyce inizia a collaborare al giornale triestino grazie alla sua amicizia con il prodirettore di allora Roberto Prezioso. I suoi articoli, pubblicati anche nel Piccolo della Sera, erano in un ottimo italiano e trattavano di argomenti socio-politici irlandesi.

10

CHIESA GRECO ORTODOSSA
Riva 3 Novembre 7
La comunità greca di Trieste è estremamente ricca e influente ai tempi di Joyce e lo scrittore irlandese ha tra i suoi allievi alcuni tra i membri più importanti, inclusi il barone Ambrogio Ralli, il conte Sordina e la famiglia Galatti. Joyce frequenta le funzioni religiose greco-ortodosse e trae diletto nel paragonarle alle funzioni religiose latine, che ritiene superiori.

11

SCUOLA SUPERIORE DI COMMERCIO REVOLTELLA
Via Carducci 12
Qui, nell’ottobre 1913, grazie all’interessamento di Italo Svevo, Joyce ottiene l’incarico di insegnante di inglese e corrispondenza commerciale. Con l’inizio della prima guerra mondiale molti allievi e insegnanti vengono arruolati nell’esercito austriaco o abbandonano Trieste per riparare in territorio italiano e nel giugno del 1915 la scuola deve chiudere. Il 27 giugno di quell’anno anche Joyce lascia la città.

12

ARCO DI RICCARDO
Piazza Barbacan
Si dice che Joyce frequentasse “Il Trionfo”, la trattoria accanto all’Arco di Riccardo – monumento romano del I sec. D.C. – per bere il suo vino favorito, l’Opollo di Lissa. Ciò accade presumibilmente nel periodo in cui vive in via Bramante (1912-1915) e scende dal colle di San Giusto lungo la via San Michele per entrare in Cittavecchia.

13

STATUA
Via Roma I6
Realizzata dallo scultore triestino Nino Spagnoli fu collocata sul ponte nel 2004 per ricordare il centenario dell’arrivo di Joyce a Trieste.
ALTRO IN ZONA
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Lignano Riviera

Lignano Riviera è considerata la zona più tranquilla di Lignano Sabbiadoro, arricchita dalla presenza di splendide aree verdi. La spiaggia di Riviera è suddivisa in sei stabilimenti balneari attrezzati. Ogni bagno poi ha un suo chiosco bar, accessi agevolati per i disabili, parchi giochi, campi sportivi, oltre a tutti i servizi da spiaggia, dalle docce ai fasciatoi per i piccoli.

La grande attenzione all’ambiente si attua con la raccolta differenziata e con la pulizia dell’arenile, setacciato ogni giorno fino alla profondità di 15 cm con macchine apposite.

Tutti gli uffici spiaggia offrono l’animazione, dalla ginnastica alle attività per i bambini (compresi i “laboratori creativi”), dalla scuola di nuoto a quella di vela.

Un’altra occasione particolare di relax è offerta dalle Terme Marine, presso le quali si può scegliere fra un’ampia gamma di trattamenti.

Lo spazio dedicato ai giovani è invece lo Sport Beach Village, dove si trovano campi da ping-pong, pallavolo, calcetto e minibasket.

Gli stabilimenti balneari di Lignano Riviera sono aperti dal 1° maggio al 18 settembre.

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

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Parco delle risorgive di Codroipo

Il territorio, una zona umida di grande valore naturalistico e biodiversità, ricchissimo di acque di risorgiva e corsi d’acqua affioranti, è percorso da sentieri e ponti. Vi si possono osservare le olle sorgive, i fontanili, le torbiere alcaline e i molinieti, inverditi dai grossi ceppi del giunco nero. Le acque tiepide defluiscono poi in stretti ruscelletti, i “ghebi” che alimentano il fiume Stella. Altre rogge più ampie sono sorte in seguito alla canalizzazione artificiale; la roggia di San Odorico, anticamente forniva l’acqua ai mulini di Bert, Bosa e della Siega. I due corsi principali sono l’Acqua Reale e l’Acqua Bianca.

Le varietà floristiche vantano specie endemiche come i ciuffi rosa pastello dell’armeria delle paludi, la genziana alata, orchidee e il giallo dell’erucastro, simbolo della zona delle risorgive. Vicino ai corsi d’acqua, invece, si distinguono l’ontano nero, il pioppo e il salice argenteo.

Le zone boscate lungo le rive sono abitate da volpi, lepri, caprioli e scoiattoli. La macchia è animata dal canto flautato del rigogolo, dal regolo variopinto, dalla ghiandaia e dal picchio rosso, nonché da qualche rapace come la poiana e lo sparviero.

 

Informazioni


Ubicazione: Comune di Codroipo

Estensione: 45 ettari

Informazioni: www.comune.codroipo.ud.it

Orari di apertura: sempre visitabile

Servizi: visite per scolaresche

Ingresso: libero

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ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

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Museo di documentazione della Civiltà contadina friulana

Il complesso, risalente alla fine del Settecento, fu edificato dagli Strassoldo, antichi possidenti della località di Villanova, per le famiglie dei coloni.

Il percorso museale ripropone le ambientazioni, corredate da oggetti d’uso e strumenti di lavoro, relative alla vita domestica e alla religiosità popolare, al lavoro agreste e alla viticoltura, nonchè ai mestieri tipici della società contadina come il falegname, il bottaio, il fabbro e il calzolaio. Altre sezioni sono dedicate alla nascita dell’istituzione delle Casse rurali e all’allevamento del baco da seta: qui, infatti, nel 1724 l’Imperatore Carlo VI fece realizzare un filatoio e la pianta del gelso divenne il simbolo del comune di Farra.
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Strada della Grotta 8, Farra d’Isonzo

Servizi: visite guidate, laboratori didattici, bar; accessibile ai disabili

Informazioni: www.museofarradisonzo.it

Orari di apertura: mercoledì 9.30-11.00 e su prenotazione

Tel.: 0481 888567

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ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI GORIZIA

ItinerariFabiani

Max Fabiani a Trieste e Gorizia

Architetto e urbanista di respiro internazionale, Max Fabiani (1865 Kobdilj, Stanjel – 1962 Gorizia) opera nell’Austria Felix (Vienna, Lubiana, Abbazia, Trieste e Gorizia), ma anche a Roma, Palermo, Parigi, Londra e Bielsko. Nel 1919, dopo un brillante percorso accademico e come assistente di Otto Wagner, rifiutò un incarico al Politecnico di Vienna perché, avendo già accettato di dirigere la ricostruzione di Gorizia e Gradisca, si disse “moralmente obbligato” a rimanere. Realizzò nel primo dopoguerra un’impressionante serie di piani regolatori per l’Isontino e il Carso devastati dalla guerra. Fabiani, infatti, non mancò mai di considerare l’architettura (e il suo dispiegarsi sul territorio, l’urbanistica) come un umile servizio che doveva esser reso alla società che l’avrebbe fruita nel rispetto dei tratti e dei gusti della sensibilità locale così come dei canoni e delle proporzioni classiche.
Le sue scelte, che non mancarono mai di suscitare accese polemiche, sono talvolta precorritrici, altre dei ritorni, provocatorie per la loro semplicità o, al contrario, per l’eccesso quasi barocco, ma furono sempre fedeli alla loro funzione.
Scrisse Fabiani delle terre che amava: “In realtà ci sono sugli orli delle doline e fra le impervie pietraie, scenari quasi sconosciuti, di inaudita bellezza e chi le ha scoperte una volta, tornerà sempre a mirare e studiare la taciturna ‘Sfinge del Carso’ (1930)”.
 

Vedi
M. Pozzetto, Max Fabiani architetto, MGS Press, Trieste 1998

L. Ceschia e L. Larconelli, Max Fabiani architetto del Carso, MGS Press, Trieste 2014

R. Ferrari, Il gelso dei Fabiani. Un secolo di pace sul Carso, MGS Press, Trieste 2014

 
 
 
Tra il 1902 e il 1906 Fabiani, reduce dai successi viennesi, progettò tre palazzi per Trieste:

1

NARODNI DOM (OGGI SCUOLA SUPERIORE DI LINGUE MODERNE PER INTERPRETI E TRADUTTORI)
VIA FABIO FILZI 14
Primo vero centro polifunzionale d’Europa, nonché primo edificio comunitario laico, il “Balkan” accoglieva un caffè, due ristoranti, un teatro, un albergo, una banca, uffici e studi. Il Centro Comunitario Sloveno fu incendiato dai fascisti nel 1920 e successivamente ricostruito. Le facciate sono animate dai puri giochi cromatici dati dall’alternanza dei mattoni a vista che formano la sua inconfondibile livrea losangata incorniciata in pietra chiara.

2

CASA BARTOLI
PIAZZA DELLA BORSA 7
Edificio in uno stile Liberty sobrio che attenua le opulenze floreali con geometrie raffinate. La grande veranda vetrata del primo piano e i balconcini in ferro battuto si sporgono sulla piazza proiettando lo spazio chiuso all’esterno e rivelando tutta l’attualità del pensiero di Max Fabiani.

3

PALAZZO STABILE
RIVA GRUMULA-ANGOLO VIA BELPOGGIO
Dalla facciata che era parsa ai burocrati degli uffici comunali “poco elegante nella sua quasi selvaggia semplicità” si protende il corpo della torretta d’angolo con i bovindi che consentono alla vista di spaziare sul porto. Fabiani curò anche la progettazione degli interni in stile secessionista e il pian terreno era ideato per ospitare un caffé viennese.

Rimane irrealizzata la Metropolitana del mare che voleva collegare il porto di Trieste con Monfalcone e l’Istria, un progetto visionario e lungimirante cui non si prestò attenzione credendolo una pura utopia urbanistica.

 

 

A Gorizia l’architetto del Carso visse e lavorò quasi ininterrottamente – con alterne fortune – dal 1917 alla morte.

4

PALAZZO DEL TRGOVSKI DOM
CORSO VERDI-ANGOLO VIA PETRARCA
Il palazzo venne commissionato nel 1903 all’architetto dalla Banca Commerciale Industriale slovena. Come il Narodni Dom triestino ospitava una gran varietà di locali commerciali e spazi per attività culturali e sportive. Al purismo lineare dei piani superiori si giustappone il massiccio bugnato di quelli inferiori, decorati da fasce di ruvido conglomerato e dall’amato motivo a losanga. La torretta circolare del Trgovski Dom è una fortunatissima icona delle cartoline e delle foto d’epoca di Gorizia.

5

EX VILLA CECONI E MONASTERO DI SANT’ORSOLA
VIA MONTESANTO-VIA PALLADIO
L’opulenta villa suburbana fu progettata da Giovanni Andrea Berlam per l’imprenditore Giacomo Ceconi. Nel 1923 Max Fabiani restaurò l’edificio acquistato dalle suore Orsoline ripristinando le forme originarie fortemente danneggiate dai bombardamenti. L’ala destinata al Convitto delle religiose è un grande edificio dalle linee pulite cui fa eccezione il coronamento con preziosità formali ed echi seicenteschi.

6

CHIESA METROPOLITANA DEL SACRO CUORE (1934-1937)
VIA BRIGATA CASALE 10
Progetto dalla realizzazione tormentata che dovette tener conto delle preesistenze in stile neogotico del cantiere abbandonato nel 1911 e delle richieste di monumentalità che cozzavano con le ristrettezze economiche, tanto che forse la parcella dell’architetto non venne mai saldata. L’edificio è risolto in forme regolari e grandiose, in un gioco calibrato di decori in pietra bianca e mattone a vista.
In realtà sono numerosissime le chiese alla cui ricostruzione Fabiani contribuì (tra cui le parrocchiali di Sant’Andrea, San Rocco, Piuma, Lucinico e San Floriano), con un accorato senso del dovere verso la sua terra e la gente che la abita. Innumerevoli sono anche le case d’abitazione, anche modeste, che vantano anche solo un suggerimento del grande architetto.
Dopo aver lasciato notevoli quantità di disegni per la sistemazione della città e soprattutto di piazza Vittoria e del borgo Castello, rimasti ignorati, ormai novantenne nel 1956 realizzò uno schizzo per un’ascensore che dalla galleria Bombi salisse al Castello, rivelandosi, ancora una volta, troppo in anticipo per essere compreso.
ALTRO IN ZONA
Musei_Provinciali_Gorizia_Collezione_archeologica

Collezione archeologica

La raccolta archeologica annovera reperti raccolti durante le campagne di scavo condotte nel Goriziano e nella valle dell’Isonzo fra la seconda metà dell’Ottocento e gli anni Settanta del Novecento che documentano gli insediamenti umani sul territorio dall’età preistorica fino all’epoca medievale e rinascimentale.

Trovano spazio nell’esposizione i più antichi manufatti litici, provenienti da San Lorenzo Isontino, Capriva e Mossa appartenenti al tardo Paleolitico e Neolitico, nonchè reperti dell’età del Ferro con testimonianze di abitati e necropoli.

All’età protostorica risalgono, infatti, i castellieri, strutture difensive erette sulle alture del Carso, come quelli di Brestovec, San Polo e Castellazzo di Doberdò. Sono esposti anche una serie di reperti delle necropoli a cremazione di numerose località tra le quali Most na Soči (Slovenia), una delle più antiche necropoli dell’area padano-alpina orientale con oltre seimila tombe; Medea e Monte Calvario (Lucinico).

Si possono ammirare, inoltre, vari manufatti di età romana, attrezzi e utensili in ferro legati alla vita rurale; in vetro, provenienti soprattutto da Aquileia; ceramiche, anfore e lucerne, oltre ai manufatti rinvenuti nella villa rustica di Lucinico.

All’alto medioevo risalgono alcune armi in ferro e la bella crocetta longobarda della fine del VI secolo, in lamina d’oro, decorata con motivi a nastri intrecciati e dettagli zoomorfi. Di età medievale e rinascimentale sono i ritrovamenti provenienti dalla Rocca di Monfalcone, tra cui spiccano le ceramiche in maiolica dipinta.

 

Informazioni


Indirizzo: Casa Tasso, Borgo Castello 13, Gorizia

Servizi: visite guidate, bookshop, laboratori didattici, fototeca, archivio documentale; accessibile ai disabili

Informazioni: www.provincia.gorizia.it

Orari di apertura: 9.00-19.00; chiuso il lunedì

Ingresso: intero € 3,50; ridotto € 2,50; visite guidate € 1,00; scolaresche € 1,00; gratuito per minori di 6 anni, over 65 e con FVG Card

Tel.: 0481 530382 – 533926

Fax: 0481 534878

E-mail: musei@provincia.gorizia.it

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