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Museo civico

Il museo è sito nel complesso di Palazzo Elti nel centro storico di Gemona. Alla fine dell’Ottocento il sacerdote Valentino Baldissera, erudito e amante delle arti collezionò un primo nucleo di reperti archeologici e curiosità. In seguito il bibliotecario Antonio Tessitori e altri appassionati locali si dedicarono al recupero e alla raccolta delle testimonianze storiche del territorio, che andarono ad arricchire la collezione comunale.

L’esposizione accoglie, inoltre, opere rinascimentali e barocche recuperate dalle Chiese di Santa Maria delle Grazie e di San Giovanni, andate distrutte nel sisma del 1976. Il soffitto di quest’ultima è stato ricomposto fotograficamente e sono visibili 7 delle 36 tavole recuperate eseguite nel 1533 da Pomponio Amalteo e Gaspare Negro.

Il percorso espositivo offre opere di Cima da Conegliano e di Pellegrino da San Daniele e, inoltre, dipinti di soggetto sacro eseguiti dai Secante, pittori udinesi del XVI secolo; una Crocifissione, attribuita al veneziano Palma il Giovane e una serie di opere di produzione oltralpina.

Nel 1906 il Comune di Gemona acquisì la collezione di dipinti provenienti dalla Carinzia del pittore Luigi Fantoni (1844-1903) fra cui tele e bozzetti attribuiti ad artisti tedeschi del XVIII secolo (Kremserschmidt, Troger, Spiegler).

Ci sono, inoltre, le opere dei maestri gemonesi dell’Otto e Novecento, quali Giacomo e Antonio Brollo, Raimondo D’Aronco e Giuseppe Barazzutti.

 

Informazioni


Indirizzo: Palazzo Elti, Via Bini 9, Gemona del Friuli

Servizi: visite guidate, audioguida, biblioteca; accessibile ai disabili

Informazioni: www.provincia.udine.it/musei; presso l’Ufficio di Informazione e Accoglienza Turistica – Tel.: 0432 981441; E-mail: ufficioiat@gemonaweb.it; e il Comune di Gemona – Tel.: 0432 973211; www.comune.gemona-del-friuli.ud.it;

Orari di apertura: da giugno a settembre tutti i giorni 10.00-13.00 e 15.00-19.00; da ottobre a maggio 10.00-12.30 e 15.00-18.00; chiuso il lunedì

Ingresso: gratuito

Tel.: 0432 971399

Fax: 0432 971090

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ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

Lago_Barcis

Lago di Barcis

Il lago di Barcis è uno specchio d’acqua di origine artificiale, creato nel 1954 per lo sfruttamento dell’energia idroelettrica, situato nel cuore della Valcellina, a 402 metri di altitudine; sulla sua sponda settentrionale sorge il paese di Barcis.

Si trova nelle vicinanze della Riserva naturale forra del Cellina e dalla Foresta del Prescudin.

La sua fama è dovuta non solo alla bellezza delle sue acque, di un verde brillante, ma pure alle molteplici possibilità di divertimento: sul lago di Barcis si possono praticare vela, surf, canoa, kayak, hovercraft, motonautica (vi si svolge una gara internazionale), immersioni subacquee, pesca sportiva; ma anche free-climbing, speleologia e parapendio, escursioni naturalistiche e pedalate in mountain bike su bellissimi percorsi.

 
 
 
 
 
 
 
 

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Castello_Cergneu

Castello di Cergneu

Sorto forse su una precedente fortificazione longobarda, nel XII secolo il castello fu donato al Patriarca di Aquileia da Voldarico marchese di Toscana. Nel Duecento la giurisdizione passò ai signori di Savorgnano e nel 1491 ai di Brazzà, ai cui discendenti appartiene tuttora.

Già nel 1521 il fortilizio risulta essere in rovina. La struttura fortificata con il mastio di forma quadrata – che conserva feritoie e porta d’accesso – fu costruita sopra un ampio terrazzamento artificiale, circondato da un fossato. Addossati alla torre vi sono ancora alcuni resti della trecentesca domus magna. Presso il castello sorge una chiesetta dedicata oggi ai Santi Pietro e Paolo e fondata nel 1323.

Ai resti del castello di Cergneu si arriva percorrendo una ripida strada lastricata che dall’omonimo paese conduce al sito attraversando la selva e superando un ponticello. Ancora visibili i tracciati dei diversi edifici che erano racchiusi dalle possenti mura.

Una campagna di scavi è stata condotta in questo sito dal 1999 al 2005, seguita da un restauro promosso dal Comune di Nimis.

 

Informazioni


Indirizzo: Cergneu, Nimis

Stato di conservazione: ruderi

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Castello di Susans

Il Castello di Susans sorge sull’omonimo colle nella piana del Tagliamento. Si ritiene che l’antico fortilizio medievale, sulle cui fondamenta è stata poi eretta l’odierna Villa Colloredo, sorgesse già sul preesistente basamento di una torre romana o tardo antica.

Il maniero sarebbe stato edificato nel 1304 da Federico di Pers e da Asquino di Varmo, distrutto nel 1315 dal conte di Gorizia, riedificato e ceduto ai Colloredo nel 1337; la sfortunata fortificazione fu incendiata e definitivamente distrutta dai Zamberlani nel corso della rivolta del 1511.

Attorno al 1630 Fabrizio di Colloredo promosse l’edificazione della moderna villa di impianto ‘toscaneggiante’, il cui progetto è attribuito all’architetto mediceo Matteo Nigetti. Il giardino, chiuso da un’esedra semicircolare a meridione, dovrebbe analogamente risalire al XVII secolo, così come il giardino formale. Mentre gli impianti arborei sarebbero ascrivibili ai decenni più recenti, ad eccezione dei superstiti esemplari di cipresso dalle dimensioni monumentali che punteggiano lo storico viale di accesso.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Frazione Susans, Majano

Superficie totale: 1,50 ha

Impianto planimetrico: all’italiana

Condizione giuridica: proprietà privata

Peculiarità scenografiche e compositive: aiuole, recinzione in pietra a torri angolari, viali

Specie botaniche di rilievo: cipresso, tasso

Orario di apertura: sabato e domenica 15.00-18.00

Tel: +39 0432 948090

e-mail: info@castellodisusans.com

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Parco_Villa_Rizzani_Pagnacco

Parco Villa Rizzani

Il complesso di Villa Rizzani, edificato tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo, sorge su un’altura dominante l’abitato di Pagnacco.

Il parco all’inglese si compone di un’ampia area prativa centrale circondata da boschetti di conifere e latifoglie, attraversati da vialetti ad anello. Vicino al palazzo dominicale si affaccia il belvedere con le scalinate, in origine incorniciato da parterre di bosso.

Nella seconda metà del Novecento Villa Rizzani passò alla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia che adibì i fabbricati ad uso del Dipartimento di Scienze agrarie ed ambientali dell’Università degli Studi di Udine.

La cura del parco, da anni aperto al pubblico utilizzo, è affidata al Servizio regionale per la gestione forestale.
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via dei Rizzani, Pagnacco

Superficie totale: 3,10 ha

Impianto planimetrico: all’inglese con schema asimmetrico

Condizione giuridica: proprietà pubblica, Regione autonoma Friuli Venezia Giulia

Peculiarità scenografiche e compositive: gradinate, pozzi, viali

Specie botaniche di rilievo: abete rosso, bosso, carpino, cedro del Libano, cedro dell’Atlante, cedro dell’Himalaya, cipresso, faggio rosso, farnia, ippocastano, leccio, magnolia di Soulange, pino silvestre, quercia rossa, tasso, thuja occidentale, thuja orientale, sophora

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Castello_Pinzano

Castello di Pinzano al Tagliamento

 

 

Il complesso fortificato costituiva un presidio inespugnabile, protetto da più cinte murate, bastionature e torri, difeso naturalmente dal dirupo e dal sottostante fiume Tagliamento.

I signori di Pinzano vengono ricordati a partire dal XII secolo come vassalli dei duchi di Carinzia. Questa casata tenne la rocca fino al 1344, quando ne furono privati dal Patriarca a seguito di una sanguinosa faida familiare; nel 1352 il feudo fu ceduto ai Savorgnan che lo tennero fino al 1797, anno della caduta della Repubblica veneta.

L’abbandono secolare, le traversie subite durante la prima guerra mondiale e gli eventi sismici del 1928 e del 1976 hanno quasi del tutto cancellato le tracce dell’imponente complesso: attorno al mastio, di cui restano solo le fondamenta, sorgevano ben tre cinte murarie, i cui resti sono ancora visibili; qui si raccoglieva anche un piccolo borgo di cui si notano ancora le fondamenta ormai immerse nella macchia circostante, ma ancora apprezzabili ripercorrendo l’antica strada castellana.

Secondo una leggenda, nei sotterranei del castello ci sarebbero state una camera segreta che conteneva il prezioso tesoro dei Pinzano, frutto delle numerose scorrerie nel Friuli, nonché delle gallerie segrete che conducevano sino al Tagliamento.

Attualmente è in corso un progetto di recupero; i lavori hanno già portato alla luce le cantine del maniero voltate a botte.

 

Informazioni


Indirizzo: Via XX Settembre 60, Pinzano al Tagliamento

Stato di conservazione: in rovina

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pordenone

Provincia di Pordenone

Pordenone è la provincia più occidentale e la più giovane (istituita nel 1968) del Friuli Venezia Giulia, racchiusa tra le Prealpi Carniche e l’ampia pianura delimitata dai fiumi Tagliamento e Livenza.

Le montagne, di natura dolomitica, sono caratterizzate da gole impenetrabili, valli strette e profonde; ospitano località turistiche di forte richiamo come il comprensorio di Piancavallo. La zona pedemontana è invece caratterizzata dai magredi, impressionanti distese di ghiaia e ciottoli immutate da secoli, che circondano paesini come Cordenons, San Quirino, Vivaro e Zoppola.

Fra colline e pianure si possono ammirare fenomeni carsici spettacolari come le sorgenti del fiume Gorgazzo, le pittoresche sorgenti del fiume Livenza e numerosissime grotte e cavità naturali.

Sono state istituite diverse aree protette, fra cui il Parco Regionale delle Dolomiti Friulane, il Parco Naturalistico di San Floriano e il Parco Fluviale del Noncello che attraversa la città di Pordenone.

Oltre alla natura, la bellezza dei luoghi è racchiusa pure nei borghi e nei tesori d’arte della cultura friulana, che ha fatto tesoro delle influenze venete e austriache. Le testimonianze storiche vanno dal sito preistorico di Palù della Santissima alla città capoluogo, dal borgo di Sacile al castello di Spilimbergo.

La cucina tipica della provincia pordenonese, nata dall’incontro fra pianura e montagna, è di origine rurale: minestre, zuppe di verdure e risotti, gnocchi e la minestra di pane raffermo chiamata panada.

Molti sono i prodotti tipici, tra cui la pitina, un insaccato di carni miste affumicate, e i formaggi locali, come il Montasio, e quelli di malga, come l’asin, dalla pasta morbida e cremosa. Fra le molte ottime carni che vengono servite come secondo, soprattutto cacciagione, da segnalare è il muset, cotechino da accompagnare con la brovada (rape macerate nell’aceto). Da non dimenticare la frittata con il salame, il frico (formaggio fritto) e la pastissada (polenta pasticciata). Tra i dolci ricordiamo i biscotti fatti con farina di mais, la pinza e il dolce di Spilimbergo.

Di qualità anche la produzione di vini: sia bianchi, tra cui il Friulano, il Pinot, il Verduzzo, sia rossi, come il Cabernet e il Refosco.

 

 

 

CULTURA
BORGHI TIPICI CASTELLI EVENTI
    MONUMENTI E SITI STORICI MONUMENTI RELIGIOSI MOSTRE
      MUSEI SITI ARCHEOLOGICI VILLE E PALAZZI
        NATURA
        CASCATE ESCURSIONI FIUMI
        GIARDINI E PARCHI GROTTE LAGHI E LAGUNE
        MONTAGNA PARCHI E RISERVE SPIAGGE
            ENOGASTRONOMIA
            RISTORANTI AGRITURISMO PIZZERIE
                  CANTINE PRODUTTORI
                      OSPITALITÀ
                      HOTEL BED & BREAKFAST AGRITURISMO
                            CAMPEGGI AFFITTACAMERE APPARTAMENTI PER VACANZE
                                  SPORT
                                  TREKKING E PASSEGGIATE MOUNTAIN BIKE CAVALLO
                                      SPORT ACQUATICI SPORT INVERNALI SPORT MONTAGNA