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Museo della Centrale & Science Centre Immaginario Scientifico

L’ex Centrale idroelettrica Antonio Pitter è uno splendido esempio di archeologia industriale di inizio Novecento restaurata e convertita in museo dell’energia elettrica con i macchinari originali perfettamente conservati. In funzione dal 1905 al 1988, la centrale di Malnisio illuminava Piazza San Marco a Venezia con l’energia prodotta dal torrente Cellina.

I percorsi dell’Immaginario Scientifico si avvalgono di postazioni interattive hands-on che stimolano la curiosità verso la scienza. La sezione ludo-didattica Fenomena permette di scoprire i fenomeni naturali con la sperimentazione diretta: giroscopi, calamite, luci e ombre colorate, lenti, caleidoscopi e specchi consentono di giocare con le leggi della gravità, dell’elettromagnetismo e della riflessione luminosa. Il Science Centre offre inoltre un ricco programma di laboratori tematici per gruppi e scuole sulle discipline della chimica, fisica, matematica e scienze della terra.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Volta 27, Malnisio di Montereale Valcellina

Servizi: visite guidate, bookshop, laboratori didattici; accessibile ai disabili

Informazioni: www.immaginarioscientifico.it

Visite: prenotazionidelle visite guidate per scolaresche – Tel.: 040 224424

Orari di apertura: aperto su prenotazione per gruppi e scolaresche

Ingresso: intero € 6,00; ridotto € 4,00 dai 6 ai 12 e oltre i 65 anni; gratis fino a 6 anni; il biglietto da diritto a una riduzione per il Geo Centre Immaginario Geografico di Malnisio e Immaginario Scientifico di Torre di Pordenone

Tel.: 0427 798722 / 040 224424

Fax: 040 224439

E-mail: info@centralemalnisio.it; info@immaginarioscientifico.it

 

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ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI PORDENONE

Cascata_Salino

Cascata di Salino

Vicino a Paularo, tra le località di Lambrusco e Salino, si trova la Cascata di Salino, straordinariamente elegante, il cui fascino è amplificato dalle rocce che la circondano, rosse, grigie, giallastre. La cascata termina con un salto spettacolare di quasi 30 metri.

 
 
 
 
 
 
 
  
 
 
 
 
 
 
 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

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Castello di Moccò

La prima menzione del castello posto a guardia della Val Rosandra risale al 1233 – come «Castro de Muchou» – anno in cui il vescovo di Trieste lo diede in consegna a dei ministeriali che assunsero il predicato de Mucho.

Il castello, insieme a quello di Moncolano, nei pressi di Prosecco, presidiava la strada che collegava il litorale con la Carniola e l’Istria, fondamentale per i traffici mercantili e, pertanto, lungamente conteso tra Venezia e Trieste.

Nel 1268 venne distrutto dai capodistriani e ricostruito dal Patriarca di Aquileia che in seguito lo cedette al Comune di Trieste.

Assediato e preso dai veneziani più volte nel corso dei secoli, nel 1511, in seguito all’ennesima guerra austro-veneta, il vescovo di Trieste Pietro Bonomo alla guida delle milizie triestine e alle truppe boeme e croate fornite dall’imperatore ottiene la resa dei veneziani asserragliati nel castello e di tutte le strutture fortificate minori dei dintorni, compresi il Tabor di Draga e il castello di San Servolo. Quindi il castello fu fatto radere al suolo per ordine del vescovo, affinchè non cadesse nuovamente in mano nemica. I materiali del castello antico furono impiegati per la costruzione del castello Nuovo, sorto nel XVII secolo che, già danneggiato dalla seconda guerra mondiale, fu irrimediabilmente distrutto da un incendio poco tempo dopo. Oggi se ne possono scorgere solo le fondamenta e parte delle mura diroccate.

Sull’altura sorge oggi la Vedetta Moccò, da cui si possono osservare il monte Stena, noto per la Grotta delle Gallerie e la Fessura del Vento, il “Crinale” con il cippo Comici e la chiesa di Santa Maria in Siaris e il torrente Rosandra spaziando con lo sguardo fino al mare.

 

Informazioni


Indirizzo: località Moccò,San Dorligo della Valle

Come arrivare: raggiungibile da Sant’Antonio in Bosco seguendo la strada che conduce a San Michele oppure seguendo il sentiero CAI n. 1; in autobus con la linea 41, fermata piazza Bagnoli

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ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI TRIESTE

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Parco Farneto (Bosco al Cacciatore)

Situato sulle alture che circondano a est il centro storico, è il parco più esteso di Trieste e si sviluppa tra i rioni San Giovanni, San Luigi, Melara e il rio Farneto nella valle di Longera.

Il parco, il cui nome deriva da farnus, una specie di quercia, è documentato già nel 1533, quando i sovrani austriaci lo fecero recintare per garantirne la conservazione. Maria Teresa d’Austria, intorno al 1750, nominò un cacciatore guardiaboschi per il quale fece costruire due case, una a metà collina e l’altra sulla sommità, da cui il toponimo della zona, che viene detta “del Cacciatore”.

Nel 1785 si contavano più di trentamila querce che, oltre a purificare l’aria, riparavano Trieste dai forti venti di Bora.

Il Viale XX Settembre, passeggio alberato che collega il centro urbano con il Farneto, fu realizzato all’inizio dell’Ottocento dal letterato triestino Domenico Rossetti mentre verso la metà del secolo venne edificato il Ferdinandeo, edificio pubblico ottocentesco costruito in occasione della visita alla città di Ferdinando d’Asburgo.

Durante la Seconda guerra mondiale il parco fu danneggiato dall’abbattimento di molti alberi da parte della popolazione che aveva bisogno di legna da ardere per cucinare e riscaldarsi.

Parco Farneto è stato riaperto al pubblico nel 2000 dopo l’intervento di recupero dei sentieri storici che vennero lastricati. L’area dispone attualmente di un percorso naturalistico (che consente di osservare le famiglie di caprioli e altri animali), di un percorso vita (per attività ginniche) e di un’area giochi per bambini.

Il Parco è servito dai mezzi pubblici, ma è raggiungibile in auto con accesso da via Marchesetti, dove sono disponibili due zone di parcheggio.

 

Informazioni

Indirizzo: Via Carlo De Marchesetti, Trieste

Superficie totale: 91,54 ha

Impianto planimetrico: a bosco, irregolare

Condizione giuridica: proprietà pubblica, Comune di Trieste

Peculiarità scenografiche e compositive: percorso naturalistico, sentieri storici

Specie botaniche di rilievo: acero campestre, carpino nero, olmo campestre,

orniello, pino nero, rovere, roverella

Orari di apertura: sempre aperto

Servizi: accesso ai disabili, area giochi con scivoli e arrampicate, percorso vita, tavolo da ping pong, boccette

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ALTRO IN ZONA
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La Strada del Vino e delle Ciliegie sul Collio

Il Collio, estrema propaggine orientale del Friuli, crocevia di popoli e culture, è una zona a Denominazione di Origine Controllata fin dal 1968. Con i suoi 1.600 ettari di vigneti che producono 19 varietà di vini pregiati, il territorio compreso tra i colli di San Floriano e Oslavia e quelli di Ruttars, Lonzano e Vencò sulle sponde dello Judrio, è uno splendido paesaggio puntellato da piccoli borghi e vigneti che si arrampicano sui dolci declivi delle colline. Nella produzione primeggiano i bianchi: Pinot, Tocai friulano, Sauvignon e l’uvaggio DOC Collio Bianco. Fra i rossi prevalgono il Collio Rosso, i Cabernet e il Merlot.

Questa zona rurale immersa nel verde offre una rinomata varietà di aziende agrituristiche. La cucina locale ha tratto il meglio dalle tradizioni culinarie austriache, friulane e slovene, combinandole in una gamma di sapori unica che coniuga gusti mitteleuropei e accenti mediterranei. Tipico piatto del goriziano è il prosciutto cotto nel pane servito con cren grattugiato (rafano). Fra gli insaccati ottimi anche salami, cotechini e salsicce. Fra i primi, la pasta fatta in casa e tagliata a strisce (blecs), condita con sughi d’arrosto e selvaggina, gli gnocchi di pane o di patate (caratteristici quelli ripieni di susine e conditi con burro fuso e cannella), la jota (una saporita minestra di capucci acidi, patate, fagioli e carne o cotenne di maiale) e la friulana minestra di orzo e fagioli. In primavera nelle trattorie si trovano frittate con le erbe di stagione o con gli asparagi selvatici; nei mesi freddi il muset e la brovada (cotechino con rape bianche grattugiate e fermentate nella vinaccia), il gulasch (declinato in infinite variazioni), il kaiserfleisch (carne di maiale affumicato, cosparso di cren fresco e accompagnato con crauti o gnocchi di pane), la selvaggina con polenta, lo stinco di maiale o il vitello al forno. Tra i contorni patate in tecia e kipfel (piccole mezzelune fritte fatte con un impasto di patate) e il rinomato radicchio Rosa di Gorizia.

Dolci tradizionali sono la gubana (un rotolo di pasta sfoglia ripieno di frutta secca, uva passa, cedro candito, pinoli e noci), la putizza, la pinza, lo strudel (con mele, susine o ciliege), i krapfen, la torta Sacher e la Dobos (dolce ungherese a strati con pan di Spagna, cioccolato e caramello), le palacinke (omelettes ripiene di marmellata o di cioccolato), il Kugelhupf (ciambella lievitata con uvette e mandorle). Da non dimenticare il miele di acacia e di marasca e i distillati di erbe e frutti.

I vini che si producono in zona sono: Chardonnay, Muller Thurgau, Riesling italico, Riesling renano, Sauvignon, Traminer aromatico, Tocai friulano, Malvasia istriana, Pinot bianco, Pinot grigio, Ribolla gialla, Picolit, Merlot, Cabernet franc, Cabernet sauvignon, Pinot nero, Carmenère.

 

 

 

 

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OSLAVIA
Per inoltrarsi nel Collio si esce da Gorizia oltrepassando l’Isonzo sul Ponte del Torrione. Qui comincia la Strada del vino e delle ciliegie che in breve raggiunge la frazione di Oslavia, piccolo borgo raccolto tra le vigne-giardino su cui si staglia la bianca mole dell’Ossario.

Cantine e Aziende: Dario Prinčič – La Castellada – Fiegl – Primosic – Radikon – Il Carpino – Gravner – Sfiligoj Emilio

Prodotti tipici: Ribolla Gialla, vino in anfora

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SAN FLORIANO DEL COLLIO
San Floriano torreggia sul colle più alto, con i suoi caratteristici terrazzamenti, al confine con la Slovenia. Grazie al terreno ideale la vite era qui coltivata sin dall’anno 1100. Nell’antico complesso castellano dei Conti Formentini si produce il vino sin dal Cinquecento.

Cantine e Aziende: Alessio Komjanc – Draga – Graunar – Humar – Ivan Vogric -Muzic – Conti Formentini – Franco Terpin – Gradis’ciutta – Il Carpino – Komjanc Nicolaj Simon – Marega – Braidot – Podversic Damijan – Skok – Tercic – Zuani

Feste e sagre: Mostra e assaggio vini e prodotti tipici (prima settimana di maggio); Likof (maggio)

3

PLESSIVA
Plessiva è una tranquilla località alle spalle del monte Quarin. Le sue vigne si distendono fra le colline al confine con la Slovenia disegnando geometrie di filari a perdita d’occhio nelle frazioni di Zegla, Montona e Novali.
C’è anche l’omonimo bosco, una splendida riserva naturalistica che ospita animali selvatici, con sentieri ben tracciati e aree di svago e ristoro.

Cantine e Aziende: Aldo Polencic – Anzelin Gianluca – Blazic – Branko – Colle Duga – Edi Keber – Eugenio Collavini Viticoltori – Kurtin – Polencic Isidoro – Renato Keber – Ronco dei Tassi – Sturm – Toros

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RUTTARS
Arroccato sulla cima dell’omonimo colle sopra la valle dello Judrio, Ruttars è conosciuta – oltre che per i suoi vini – anche per le sue buone trattorie. Nella parte vecchia del paese si trova la Torre di Marquardo del XII secolo, mentre sulle pendici del colle si erge l’austera sagoma medievale del Castello di Trussio, che ora è un elegante ristorante.

Cantine e Aziende: Crastin – Jermann – Casa delle Rose – Lis Aganis – Livon Pascolo – Persoglia Luca – Tenuta di Angoris – Valle – Visintini Andrea

5

DOLEGNA DEL COLLIO
Dolegna, “la perla del Collio”, alterna dolci declivi vitati a vasti boschi di castagno, rovere e ciliegi selvatici. Questa amena località, il cui nome in sloveno significa “sita in basso”, diede i natali allo scrittore Pietro Zorutti (1792-1867).
Dolegna – che aderisce all’Associazione nazionale Città del Vino – è una delle località del Collio meglio attrezzate per l’agriturismo, frequentata anche per le sue ottime trattorie.

Cantine e Aziende: Ferruccio Sgubin – La Rajade – Cumar di Buiatti Michele – Battistutta Gabriele – Cà Ronesca – Fantinel – Ferreghini – Norina Pez – Ronco dei Pini – Tiare di Snidarcig Roberto – Tenuta La Ponca – Venica & Venica

Feste e sagre: Sapori in cantina (ottobre)

6

BRAZZANO
Frazione di Cormòns, segnava un tempo il confine fra l’Italia e l’Austria. La torre della chiesetta di San Giorgio sorveglia un ampio ventaglio di vigneti rivolti a meridione, verso il mare, lontano appena venti chilometri, che regala un microclima caldo e mite. Le ripide colline sono costellate dai filari dei vigneti che corrono lungo le terrazze.

Cantine e Aziende: Bastiani Barbara – Borgo del Tiglio – Borgo Savaian – Corte Colombicchio – Drius – Gall – Grazia – I Clivi – Kitzmueller – Livio Felluga – Manzocco – Polje – Raccaro – Vosca – Zorzon

7

CORMONS
Caratteristica cittadina di stampo asburgico situata ai piedi del monte Quarin, Cormòns è il “cuore” del Collio. Centro agricolo antichissimo, famoso da secoli per la produzione di vino e di frutta, è conosciuto, oltre che per i suoi vini, anche per i suoi eccellenti ristoranti (fra i migliori del Friuli).
Merita una visita la Cantina Produttori, attorno alla quale è piantata la “Vigna del mondo”, oltre 400 uve provenienti dai 5 continenti che, vendemmiate insieme, danno vita al “Vino della Pace”, che viene inviato ogni anno ai capi di Stato di tutto il mondo.

Cantine: Cantina Produttori Cormòns – Paolo Caccese – Tenuta di Angoris – Villa Martina

Specialità locali: Prosciutto crudo artigianale, Salami e marcundela

Feste e sagre: rievocazione storica in onore di Massimiliano d’Asburgo (prima domenica di settembre); Festa provinciale dell’uva (seconda domenica di settembre); Jazz and Wine of Peace Festival (ottobre)

Equitazione: La Subida

8

PRADIS
A Pradis i filari disegnano dolci profili, le sue colline poco ripide sono rivolte a Sud e ben riparate dai venti dell’Est. I suoi vini hanno un carattere deciso, ricco e suadente. Le stradine che attraversano le vigne sono contrassegnate da cippi votivi e cappelle, segni della devozione popolare che ha dedicato un’icona alla Regina delle vigne per offrire protezione ai vigneti.

Cantine e Aziende: Bortoluzzi – Buzzinelli uomini e vini di Pradis – Carlo di Pradis – Cociancig – Doro Princic – Paolo Caccese – Picech – Subida di Monte – Tomadoni Umberto – Venturini Paolo

9

CAPRIVA DEL FRIULI
Capriva, piccolo centro di antiche origini, il cui nome in lingua vetero-slava significava “ortica”, è conosciuta per il suo dolce paesaggio, le sue eccellenti cantine e le vigne che crescono sui versanti collinari del torrente Versa.
Sui colli che le fanno da corona, spiccano il Castello di Spessa e Villa Russiz in stile Windsor con la Cappella De La Tour, ambedue oggi sede di aziende vinicole.

Cantine e Aziende: Budignac – Castello di Spessa – Grion – Orzan – Pighin – Roncùs – Russiz Superiore – Vidussi – Vignai di Roc – Villa Russiz

Feste e sagre: Bismarcia (giugno)

Golf: Golf Club Castello di Spessa

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FARRA D’ISONZO
Farra, borgo rurale di origine longobarda, è un’isola collinare che comprende le ultime propaggini del Collio. Ai suoi piedi scorre il fiume Isonzo che in questo tratto è stato teatro di cruente battaglie durante la prima guerra mondiale. Farra è conosciuta per il suo Osservatorio astronomico e per il caratteristico Borgo Grotta con il Museo della Civiltà Contadina.

Cantine e Aziende: Bressan Wines – Casa Zuliani – Colmello di Grotta – Marco Felluga – Tenuta Borgo Conventi

Prodotti tipici: Sauvignon

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VILLANOVA DI FARRA
In questa frazione, terra di passaggio e di confine, che è stata da sempre teatro di contese spesso molto sanguinose, svetta solitario il Monte Fortin. Per gli appassionati di storia, un’escursione fino alla sua cima rivela un labirinto di gallerie cannoniere della prima guerra mondiale.

Cantine e Aziende: Jermann – Tenuta Villanova

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MOSSA
Mossa, dove scorre il Rio Toccai che si narra dette il nome al Tocai (attuale Friulano) è zona di origine antichissima (i reperti ritrovati in zona risalgono al neolitico). In questo piccolo centro che si sviluppa fra la pianura e la collina troviamo l’imponente Villa Codelli, risalente al XVII secolo, da cui partiva per le battute di caccia il conte Chambord, erede al trono di Francia in esilio a Gorizia. Fuori dal paese, la Chiesetta votiva del Preval si trova ai margini degli omonimi laghetti circondati da canne e vegetazione palustre.

Cantine e Aziende: Codelli – La Ginestra – Ronco Blanchis

Prodotti tipici: Friulano DOC

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LUCINICO
Lucinico è un antico paese medievale ai piedi del monte Calvario. Nei versanti di Piedimonte esistono alcuni storici vigneti di Ribolla gialla e di Malvasia Istriana.
Questa frazione di Gorizia è frequentata per le sue trattorie e i suoi eccellenti negozi di alimentari.

Cantine e Aziende: Grion – Komic – Tenuta Attems

Equitazione: Circolo Ippico alla Stesa
Informazioni

Percorsi cicloturistici:

Giro del Collio: Capriva del Friuli – Castello di Spessa – Cormòns – Brazzano – San Rocco – Monte Quarin – Subida – Russiz superiore – Capriva del Friuli (28 km)

Strada del Vino e delle Ciliege: Gorizia – Mossa – Capriva – Cormòns – Giasbana – San Floriano – Oslavia – Piuma – Gorizia (36,4 km)

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ALTRO IN ZONA

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Castello di Cucagna

Nel 1027 il Patriarca Popone concesse il permesso al nobile carinziano Odorico di Auspergh di costruire su una preesistente fortificazione tardoantica un castello a Faedis, sul colle Cucagna, dominante la valle del Grivò.

Il castello faceva parte di un sistema difensivo che partiva dalle pendici del monte, dove c’era un piccolo avamposto, passava attraverso i castelli di Zucco e Cucagna e terminava con un piccolo fortilizio in cima al colle Rodingerius.

Il castello fu abbandonato probabilmente già nel secolo XV e mantenne, pertanto, inalterato l’aspetto medievale: l’alta torre quadrangolare con pusterla sopraelevata, la domus fortificata e la chiesa castellana dedicata a San Giacomo risalente al XIV secolo.

Il complesso è attualmente in fase di recupero a cura dell’Istituto per la ricostruzione del Castello di Chucco Zucco.

 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Faedis

Visite: su prenotazione tramite il Consorzio per la Salvaguardia dei Castelli Storici del Friuli Venezia Giulia – Tel.: 0432 288588; Fax: 0432 229790; E-mail: info@consorziocastelli.it

Come arrivare: a piedi per un sentiero che parte da Borgo Santa Anastasia

Informazioni: www.consorziocastelli.it; www.prolocofaedis.it

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ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

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Museo all’aperto del Freikofel

Il Museo all’aperto Freikofel-Pal Grande offre ai visitatori la possibilità di inoltrarsi nei luoghi della Grande Guerra, percorrendo i crinali del Pal Piccolo, del Freikofel, del Pal Grande e del Creta di Timau. Nei pressi del Passo Monte Croce Carnico, dove si fronteggiavano le due linee di difesa nemiche a poche centinaia, talvolta decine, di metri è possibile scoprire trincee, torrette di osservazione, gallerie, fortini, postazioni per mitragliatrici e fucili.

Le cime attorno al valico, avamposti strategici della “Zona Carnia”, si trasformarono in campi di battaglia nell’estate del 1915 e lasciano ancora oggi affiorare una costellazione di opere fortificate e camminamenti lungo il Pal Piccolo e il Freikofel (o Cuelàt) che dal 2005 è sede del museo all’aperto transfrontaliero.

Per visitare il Freikofel bisogna risalire la Valle del But lungo la strada statale 52 bis fino a Timau (Paluzza) e proseguire verso il passo di Monte Croce Carnico. Il sentiero sterrato segnalato (CAI 401a) parte nei pressi di una casa cantoniera (1064 m) e conduce alla Cappella Battaglione Val Tagliamento (1428 m). Proseguendo lungo il tracciato si esce dal bosco e si attraversano i prati della casera Pal Piccolo dove si scorgono i resti di alcuni fabbricati militari e un altare di guerra del 1916, mentre più avanti è collocata una lapide con una croce di ferro che ricorda i caduti. Al bivio successivo si svolta a destra (sentiero CAI 413) dove è ormai visibile la cima del Freikofel; quindi, attraverso dei semplici passaggi aerei attrezzati (corrimano e scalini in ferro), si arriva sulla vetta (1757 m). Qui sono visibili il monumento commemorativo di epoca fascista e le strutture militari recentemente riportate alla luce dai volontari dell’Associazione “Amici delle Alpi Carniche” che hanno, inoltre ricostruito i baraccamenti e restaurato i fregi.

A Timau è possibile visitare l’Ossario, il Monumento dedicato alle Portatrici Carniche e l’esposizione permanente “La Zona Carnia nella Grande Guerra 1915-1918”.

 

Informazioni


Informazioni: Associazione Amici Alpi Carniche presso il Museo Storico. La Zona Carnia nella Grande Guerra, via Nazionale 90, Timau – Tel.-Fax: 0433 779168; www.museograndeguerratimau.it – e-mail: museotimau@alice.it

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