Grotte_Villanova

Grotte di Villanova

L’area di Villanova delle Grotte (frazione di Lusevera, in provincia di Udine) custodisce nel suo sottosuolo un vero e proprio complesso carsico. In una piccola area delle Prealpi Giulie, nell’Alta Val Torre, sono state scoperte numerose cavità, le principali delle quali vengono chiamate col termine generico di grotte di Villanova: sono la Grotta nuova di Villanova, la Grotta Doviza, la Grotta Egidio Feruglio e l’Abisso Vigant. Le prime tre si trovano nel territorio del comune di Lusevera, la quarta in quello di Nimis. Le esplorazioni delle grotte dell’area di Villanova sono iniziate nella seconda metà dell’Ottocento: a tutt’oggi sono stati esplorati più di 15 km di gallerie.

 

Grotta nuova di Villanova

La Grotta nuova di Villanova fu scoperta nel 1925 da un abitante del luogo, Pietro Negro, che fondò il Gruppo esploratori e lavoratori delle Grotte di Villanova. Il Gruppo, oltre a esplorare la grotta, sistemò un accesso artificiale per renderla fruibile al pubblico, e ancor oggi continua a gestirne le visite guidate.

La particolarità della Grotta nuova è di essere una delle maggiori cavità in Europa di contatto tra due diversi tipi di rocce: l’acqua quindi esercita su queste rocce due differenti azioni di carsismo: ne risultano gallerie e sale d’incomparabile fascino, solcate da un torrente sotterraneo, che variano continuamente per dimensioni e morfologia. Le gallerie si snodano in piano per 8 km, di cui una parte illuminata facilmente visitabile; si possono anche ammirare numerosissime stalattiti eccentriche.

La temperatura interna si aggira per tutto l’anno sugli 11° C.

 

Grotta Doviza

La labirintica Grotta Doviza (o Tazajama) fu tra le prime ad essere scoperte a Villanova, nella seconda metà dell’Ottocento, anche se l’esplorazione ed il rilievo topografico più completi furono eseguiti da Giovanni Battista De Gasperi a inizio Novecento. All’epoca furono scoperti solo due ingressi, definiti come Superiore ed Inferiore, solo nel 2007 ne è stato scoperto un terzo. I tre ingressi si aprono sul versante destro della valle Ta pot Cletia. Dista pochi minuti a piedi dal complesso delle Grotte di Villanova. La lunghezza delle gallerie esplorate è superiore ai 4 km. La grotta è un affascinante dedalo di sale, gallerie, strettoie e ruscelli che si sviluppano su più livelli. Nel “Salone delle confluenze” si uniscono alcuni ruscelli che ne percorrono i rami principali.

La visita della Grotta Doviza è possibile solo con attrezzatura specifica e accompagnati da speleologi esperti.

 

Abisso Vigant

L’Abisso Vigant è una fantastica grotta ad estensione verticale, costituita da un inghiottitoio, diversamente dalle tipiche entrate a pozzo. Con 10 verticali abbastanza semplici si arriva a una profondità di meno 254 metri. Si può visitarne il primo tratto grazie ad un sentiero attrezzato che porta dal maestoso ingresso fino alla prima, imponente “Marmitta dei giganti“, una vasca naturale scavata dall’acqua.

L’abisso è raggiungibile a piedi attraverso il “percorso Vigant“, ma si può raggiungere Borgo Vigant anche in auto (2 km circa dal parcheggio della Grotta nuova) e poi scendere in pochi minuti lungo il caratteristico sentiero che porta all’Abisso.

 

Informazioni


Orari di apertura

Domeniche e festività: marzo, aprile, maggio, giugno, settembre: dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 13.30 alle 18.00 (Lunedì di Pasqua orario continuato dalle 10.00 alle 18,00); luglio, agosto: orario continuato dalle 10.00 alle 18.00; ottobre, novembre: dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 13.30 alle 16.30

Giorni feriali (dal lunedì al sabato): dal 15 giugno al 31 luglio dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 18.00; dal 1° al 31 agosto dalle 10.00 alle 18.00; dal 1° al 15 settembre dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 18.00

Gli orari potranno subire variazioni.

Possibilità di visite fuori orario per comitive (min. 15 persone), scolaresche e centri estivi.

Servizi: visite guidate, bar, parcheggio

Costi: intero: € 8,00; ridotto: € 6,00; gratis per minori di 6 anni; gratis con FVG Card; visite guidate scolaresche e centri estivi (prenotazione obbligatoria) ingresso ridotto € 5,50, gratis l’insegnante

Informazioni: Grotta Nuova di Villanova, Fraz. Villanova delle Grotte 3 – 33010 Lusevera (UD)

Tel. +39 0432 787915 / +39 392 1306550 / fax +39 0432 792141

www.grottedivillanova.itinfo@grottedivillanova.it

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Giardino_Muzio_De_Tommasini_Trieste

Giardino Muzio De Tommasini

Il giardino, situato in una zona densamente urbanizzata che gli ha valso il tradizionale nome di “Giardino pubblico”, è un luogo inscindibilmente legato nella memoria collettiva al romanzo di Italo Svevo La coscienza di Zeno. Il parco è recintato da una cancellata con quattro ingressi e sull’accesso principale presso via Battisti è collocato il monumento a Domenico Rossetti, opera dell’architetto Arduino Berlam.

La superficie, di forma triangolare, è una composizione botanica libera, con esemplari arborei di latifoglie lungo il perimetro e arbusti ornamentali sempreverdi nelle aree centrali.

La municipalità acquistò tra il 1854 e il 1861 alcuni terreni dalle monache Benedettine, situati ai margini est del borgo Franceschino che, per iniziativa di Muzio de Tommasini, furono adibiti a verde cittadino. Tre anni dopo fu costruito un padiglione che ospitava la caffetteria, che sarebbe divenuta un punto di ritrovo per circoli culturali e il gazebo per i concerti. Successivamente si scavò anche un laghetto artificiale ‘a serpentina’. Nei decenni successivi, il giardino diventò punto di incontro per le associazioni e per le annuali esposizioni floreali e di orticoltura, organizzate dalla locale Società agraria.

All’inizio del Novecento nel giardino fu avviata la sistemazione di busti dedicati a concittadini illustri che viene tutt’ora arricchita.

Dopo un lungo restauro che ha coinvolto sia le passeggiate asfaltate che la parte botanica il giardino è stato riaperto nel 2004.

Oltre trecento sono gli esemplari arborei di grandi dimensioni tra cui le specie locali come platani, olmi, ippocastani e querce; e altri di origine esotica quali cedri, araucaria, ginkgo e koelreuteria. Mentre tra le specie arbustive si annoverano: bosso, alloro, ligustro, viburno, pittosporo, aucuba, tasso e agrifoglio.

Nei pressi del laghetto è stata sistemata l’area per i bambini con i tradizionali giochi dell’Oca e del Portone disegnati sulla pavimentazione e una Dama gigante sulla quale si possono tenere tornei di scacchi.

 

Informazioni


Indirizzo: Via Giulia, Trieste

Superficie totale: 2,60 ha

Impianto planimetrico: all’inglese a schema naturalistico informale, con forma triangolare allungata

Condizione giuridica: proprietà pubblica, Comune di Trieste

Peculiarità scenografiche e compositive: busti, laghetto a serpentina, percorsi affiancati da latifoglie, piazzale con padiglione, prato con erme

Specie botaniche di rilievo: albero del caffè (o albero dei cervi), bosso, farnia, ippocastano, maggiociondolo, platano, sophora, tasso

Orari di apertura: estivo 7.00-20.00; orario invernale 7.00-19.00

Servizi: accesso ai disabili, giochi multifunzionali in legno 0-12 anni, pista da pattinaggio, giochi “a pavimento” dama e scacchi, gioco dell’oca, area concerti, toilettes

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colibi

Centro Colibrì

Il Centro per la salvaguardia dei colibrì è una Istituzione Scientifica senza fini di lucro riconosciuta dal Governo Italiano, Tedesco, Ecuadoriano e Peruviano e inoltre dal Decreto Ministeriale 165-A1/2005.

Il Centro Colibrì di Margherita Hack, è un centro di ricerca, rinato a dicembre 2013 con fondi interamente privati, in una nuova sede altamente tecnologica con laboratori, aule di ricerca e una vera e propria foresta tropicale completamente isolata dall’ambiente esterno ed è sito nel piano interrato del Città Fiera. Un percorso di 900 mq con 7 sale tematiche a contatto diretto con colibrì, farfalle, bradipi, pappagalli e formiche.
L’istituzione scientifica è ancora oggi una realtà unica in Europa e nasce con l’obiettivo  di studiare la vita, la riproduzione e le tecniche di salvaguardia dei colibrì. Su un’area di 900 mq i soci vengono immersi nella foresta tropicale dove possono ammirare dal vivo i colibrì ma anche una coppia di bradipi, i pappagalli e le farfalle. La visita del centro diventa quindi un’esperienza unica per vivere un contatto diretto con gli animali.
Un centro di ricerca dedicato alla tutela del colibrì ma altresì strumento importante per la diffusione del concetto di biodiversità.

L’ingresso avviene attraverso la sottoscrizione di una tessera associativa che ha validità annuale e consente di accedere anche successivamente ad un costo ridotto.

Informazioni


Indirizzo:
Centro Commerciale Città Fiera
Via Antonio Bardelli, 4
33035 – Torreano di Martignacco (UD)
PIANO -1

Telefono:0432/544315  – 0432/544665

Email: segreteria@centrocolibri.com

Sito: http://www.centrocolibri.com

Biglietti e visite:
L’ingresso avviene attraverso la sottoscrizione di una tessera associativa che ha validità annuale e consente di accedere anche successivamente ad un costo ridotto.
Per avere maggiori informazioni relative alle visite è possibile scrivere una mail a segreteria@centrocolibri.com o telefonare al numero 0432/544315 (lunedì – martedì – giovedì dalle 9 alle 13) oppure al numero 0432/544665 negli orari di apertura del Centro.

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Castello_Fagagna

Castello di Fagagna

Il castello è menzionato nel 983 nelle donazioni dell’imperatore Ottone II al Patriarca Rodoaldo e fino alla dominazione veneta fu amministrato da nobili famiglie con il controllo patriarcale.

Il fortilizio fu spesso coinvolto in lotte feudali: nel 1250 fu assediato da Ezzelino da Romano, nel 1361 fu attaccato dai duchi d’Austria Rodolfo e Federico e nel 1411 fu saccheggiato da Sigismondo d’Ungheria.

Nel Cinquecento il complesso era già in rovina. Sono però ancora visibili alcuni tratti delle mura, le rovine di un torrione, la chiesetta castellana, la torre dell’orologio riadattata a campanile e un piccolo fabbricato con parti medievali adibito a ristorante.

Il borgo era cinto da una seconda cerchia muraria con tre porte fortificate a guisa di torri: la porta di Carnia che immetteva a settentrione nell’abitato di Paludo, quella di Riu rivolta a levante – entrambe dotate di ponte levatoio – e la porta di Sinagoga, l’unica ancora esistente, per la quale si scendeva all’abitato di Sacavan.

 

Informazioni


Indirizzo: Via del Castello, Fagagna

Stato di conservazione: ruderi

Visite: solo esterni

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CULTURA
BORGHI TIPICI CASTELLI EVENTI
    Porta_Manin_Udine

    Porta Manin

    La Porta è l’unico lacerto della terza cerchia di mura che fu costruita alla fine del Duecento. Vi è dipinta, fra gli altri stemmi nobiliari, l’aquila nera in campo giallo del Sacro Romano Impero. Nota anche come Porta San Bartolomeo o Porta Cividale costituisce il tradizionale accesso al centro storico dalla zona orientale della città.

     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     

    Informazioni


    Indirizzo: Via Manin, Udine

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    Sauris

    Sauris

    Sauris (Zahre) è uno tra i borghi più affascinanti della Carnia, immerso tra boschi, prati e pascoli, che vanta uno dei più grandi laghi artificiali del Friuli Venezia Giulia. Il paese include le frazioni di Sauris di Sotto, Sauris di Sopra e Lateis con le località di La Maina e Velt. Per la sua ricchezza e unicità culturale, questo paese viene spesso definito “un’isola tra le montagne”.

    I suoi primi abitanti giunsero nella Valle del Lumiei da un territorio al confine tra la Carinzia e il Tirolo attorno alla metà del Duecento e, da allora, hanno mantenuto intatta la loro forte identità culturale. A Sauris si parla, infatti, ancora oggi una lingua antica, il saurano, di influenza tedesca. Anche la celebrazione delle feste tradizionali, il culto dei santi, la tradizione culinaria e agroalimentare riflettono questo particolarismo. I canti augurali natalizi – i Canti della Stella, Stearnliedlan – sono cantati dagli abitanti in tedesco antico, italiano e latino. Perfino l’architettura del borgo è singolare, caratterizzata dai rustici con un piano inferiore in pietra, quello superiore a “block bau”, con tronchi di legno incastrati e il tetto rivestito da scandole di legno.

    Durante la stagione estiva il paese offre percorsi per fare trekking, a cavallo o in mountain bike. Non mancano le attività per chi pratica sport invernali, come lo sci alpino oppure escursioni in alta quota con le ciaspole.

    In estate presso le malghe si possono degustare il formaggio salato e di malga, sono rinomati il prosciutto crudo di Sauris e la birra artigianale alla canapa. In paese si possono acquistare tessuti realizzati a mano e manufatti intagliati nel legno.

    Ogni anno, il sabato prima del mercoledì delle Ceneri, nel borgo di Sauris si rivive la festa del Carnevale in un vortice di balli e maschere tipiche come il Rölar, col suo cinturone di rumorosi campanacci, e il Kheirar, armato di una grande scopa da stalla, che sfilano per le vie.

     

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    Parco_Villa_Rizzani_Pagnacco

    Parco Villa Rizzani

    Il complesso di Villa Rizzani, edificato tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo, sorge su un’altura dominante l’abitato di Pagnacco.

    Il parco all’inglese si compone di un’ampia area prativa centrale circondata da boschetti di conifere e latifoglie, attraversati da vialetti ad anello. Vicino al palazzo dominicale si affaccia il belvedere con le scalinate, in origine incorniciato da parterre di bosso.

    Nella seconda metà del Novecento Villa Rizzani passò alla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia che adibì i fabbricati ad uso del Dipartimento di Scienze agrarie ed ambientali dell’Università degli Studi di Udine.

    La cura del parco, da anni aperto al pubblico utilizzo, è affidata al Servizio regionale per la gestione forestale.
     
     
     
     
     
     
     
     

    Informazioni


    Indirizzo: Via dei Rizzani, Pagnacco

    Superficie totale: 3,10 ha

    Impianto planimetrico: all’inglese con schema asimmetrico

    Condizione giuridica: proprietà pubblica, Regione autonoma Friuli Venezia Giulia

    Peculiarità scenografiche e compositive: gradinate, pozzi, viali

    Specie botaniche di rilievo: abete rosso, bosso, carpino, cedro del Libano, cedro dell’Atlante, cedro dell’Himalaya, cipresso, faggio rosso, farnia, ippocastano, leccio, magnolia di Soulange, pino silvestre, quercia rossa, tasso, thuja occidentale, thuja orientale, sophora

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