Castello_San_Daniele_Friuli

Castello di San Daniele del Friuli

Il castello era arroccato sulla vetta del colle sin dal 1267, dove sorge ancora una delle antiche torri adattata a campanile della chiesa di San Daniele Profeta. Nel XVI secolo il castello era formato da tre portali, otto torri e una cinta muraria merlata. Il sito fu venduto dai di Varmo a Giacomo Concina, che ne ricevette l’investitura dalla Serenissima nel 1756, e ancora oggi appartiene ai discendenti della famiglia.

La torre-mastio era molto probabilmente affiancata dalla chiesetta castellana e dalla casa del Gastaldo. A mezza costa correva un’ulteriore cinta con terrazzamenti e bastioni, eretta nella seconda metà del Quattrocento, a cui si accedeva tramite una torre portaia con levatoia su fossato che tagliava l’intero rilievo.

L’area circostante è stata adibita a parco pubblico con belvedere panoramico.

 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via San Sebastiano, San Daniele del Friuli

Visite: alla chiesa su appuntamento, informazioni e prenotazioni presso la Sede A.N.A. Associazione Nazionale Alpini – Tel.: 0432 954350; E-mail: anasandanieledelfriuli@virgilio.it

Informazioni: Ufficio Turistico Pro San Daniele (I.A.T.), Via Roma n. 3; Tel.: 0432 940765

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Monumento_resistenza_Udine

Monumento alla Resistenza

Dopo aver ricevuto la medaglia d’oro al valor militare per la guerra di liberazione, la città di Udine decise di costruire un monumento che ricordasse la Resistenza nel luogo in cui già esisteva il Tempio Ossario, che ricorda i caduti della Grande Guerra.

Gli architetti Gino Valle e Federico Marconi, lo scultore Dino Basaldella e il designer Sandro Conti vinsero il concorso nazionale con il progetto “Farra” e completarono nel 1969 la struttura geometrica con forti connotazioni simboliche, che vuole essere un monito al precario equilibrio su cui si regge la libertà.

Ogni anno il sito ospita una cerimonia commemorativa nel giorno della Festa della Liberazione.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Piazzale XXVI Luglio, Udine

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Giardino del Civico Museo Sartorio

Il giardino, situato nel centro storico di Trieste, è una pertinenza del Civico Museo Sartorio, ospitato nella settecentesca villa affacciata su Largo Papa Giovanni XXIII e appartenuta all’omonima famiglia sanremese che nel 1775 si trasferì a Trieste.

Nel 1838 Giuseppina Fontana ed il marito Pietro Sartorio affidarono all’architetto triestino Matteo Pertsch il rinnovamento dell’edificio che ne ridefinì lo stile secondo il gusto neoclassico. Nel 1946 la baronessa Anna Segrè Sartorio, ultima esponente della famiglia, donò il palazzo con le sue collezioni di opere d’arte ed il giardino al Comune di Trieste, con il vincolo di adibire l’edificio a museo, come avvenne, nel 1954.

Nel corso degli interventi di restauro che hanno recentemente consentito di aprire il museo al pubblico sono stati rinvenuti sotto il pavimento del sotterraneo alcuni lacerti di superfici musive di una domus romana risalente al I secolo d.C.

La sistemazione del parco è stata affidata all’architetto paesaggista Vladimir Vremec. Il riassetto del piccolo giardino all’inglese ha ricostruito la flora originaria, tra cui il cedro del Libano, il nespolo del Giappone, la paulonia, l’alloro, il leccio.

Nella varietà di rose esotiche del nuovo giardino, possiamo rivedere, fedelmente rispecchiata, la complessa e intraprendente borghesia che l’ha voluto. Viaggiatori per affari e per diletto, i Sartorio raccordano la città ai luoghi del loro vissuto, da Odessa alle Antille, con specie rare come le rose Ville de Londres, Le Vesuve, Rival de de Paestum, Comte de Chambord, Duchesse de Montebello, l’ibrido della Rosa Damascena Botzatis.

 

Informazioni


Indirizzo: Largo Papa Giovanni XXIII 1, Trieste

Superficie totale: 0,34 ha

Impianto planimetrico: informale

Condizione giuridica: proprietà pubblica, Comune di Trieste

Peculiarità scenografiche e compositive: berceau con glicine, pozzo, reperti, statue

Specie botaniche di rilievo: cedro del Libano, ippocastano, platano, tiglio

Orari di apertura: estivo 8.45-19.30; invernale: 8.45-18.00

Servizi: accesso ai disabili, giochi multifunzionali

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Villa Correr Dolfin

La villa veneta edificata dai Correr tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo sorge al limitare dell’abitato di Rorai Piccolo. I patrizi veneziani la cedettero poi ai Dolfin in seguito al matrimonio di Caterina Correr con il conte Carlo Dolfin nel 1848.

Nel 1640 i Correr acquistarono i diritti sul Brentella e lo trasformarono in canale per il trasporto della legna. Attraverso imponenti opere di derivazione delle acque le terre incolte furono sostituite da ricche macchie boschive e vi furono creati nuovi poderi. La villa è circondata da un vasto parco secolare in cui sgorgano delle polle sorgive che alimentano la peschiera, mentre il cortile d’onore è circondato da un muro di cinta in ciottoli e chiuso da un cancello di ferro battuto affiancato da massicce colonne quadrate a grosse bugne sormontate da sfere e coppe baccellate. Quest’ultimo è arricchito dalla presenza di numerose sculture di fattura vicentina, tra cui si riconoscono un guerriero con lo scudo dei Correr, Ercole e numerose divinità agresti e pagane.

L’ingresso è reso prezioso da una scalea sulla cui balaustra poggiano quattro statue. La lunetta del portale è chiusa da una grata in ferro battuto. Da qui si accede al grande salone dal quale si sale al piano superiore tramite l’imponente scalone con un portale centinato che reca un mascherone nella chiave dell’arco. Nelle sale coperte da soffitti alla sansovina troneggiano grandi camini in marmo rosato. Gli affreschi ricoprono interamente le pareti in un fastoso stile tardo-barocco influenzato dalle visioni prospettiche dei Bibiena: grandi festoni, solenni colonnati, drappi e ghirlande che inquadrano limpidi paesaggi, giardini e rovine. Una delle stanze è decorata da due finti sipari, strumenti musicali e libri aperti.

La barchessa, con un sobrio colonnato dorico e i caratteristici camini a forma di campana rovesciata, culmina a Sud con l’elegante e ricco prospetto della cappella gentilizia. Al suo interno spicca un altare settecentesco in marmi policromi sovrastato da due belle statue lignee che sono state attribuite ad Andrea Brustolon.

 

Informazioni


Indirizzo: Via Correr, Rorai Piccolo, Porcia

Informazioni: www.comune.porcia.pn.it - Comune di Porcia, Via De’ Pellegrini 4 – tel.: +39 0434 596911; fax: +39 0434 921610; e-mail: comune.porcia@certgov.fvg.it

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Castello_Brazzacco_Superiore_Moruzzo

Castello di Brazzacco Superiore

Il castello sorge a settentrione dell’abitato di Brazzacco; si pensa che questo insediamento esistesse già nel 983, quando l’imperatore Ottone II ne confermava la donazione al Patriarca, ma le notizie certe dei due castelli – uno Superiore ed uno Inferiore – risalgono al XII secolo. Dapprima feudo della famiglia omonima, a partire dal Trecento divenne possesso di numerose casate (i Fagagna, i Colloredo, i Belgrado, i Cergneu), finchè nel Quattrocento passò ai Signori di Savorgnano-Cergneu che ottennero l’intero feudo, assumendone il predicato. Nel 1309 subì l’assedio delle milizie di Rizzardo da Camino, capitano di Treviso.
Rimangono da vedere la Casa del Capitano – recentemente restaurata – e un circuito murario con la possente torre maestra.
I resti del castello, con la chiesetta di San Leonardo, fanno ora parte del complesso di Villa di Brazzà Pirzio Biroli, costruita nel 1923 su disegni di Provino Valle.
Dietro il castello, sulla stessa collina, sorge la piccola chiesetta di San Michele, le cui origini sono anteriori al Mille e nelle cui vicinanze venne rinvenuta una moneta di Claudio il Gotico (269-270 d.C.).
La villa è tuttora residenza della famiglia Savorgnan di Brazzà, che ha dato i natali al famoso esploratore Pietro Savorgnan di Brazzà, al quale è intitolato l’aeroporto del Friuli Venezia Giulia di Ronchi dei Legionari.

Informazioni

Indirizzo: Strada dei Colli, Moruzzo

Informazioni: visitabile inoccasione di Ville aperte e altre manifestazioni

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Aquario_Marino_Trieste

Civico Aquario Marino

L’Aquario di Trieste è stato inaugurato nel 1933 negli spazi della Pescheria Centrale della città. La fauna ospitata al Civico Aquario Marino è costituita da specie marine provenienti prevalentemente dal Golfo di Trieste, ma si incontrano anche specie esotiche come quelle della barriera corallina, stimolando il visitatore a riflettere sull’importanza della biodiversità, sulla sostenibilità e sul bisogno di preservare il fragile equilibrio del mondo marino.

Al piano inferiore sono collocati gli acquari, una trentina di vasche alimentate con acqua marina, prelevata dal porto e filtrata all’interno della torre dell’orologio: nelle cinque vasche maggiori si ricreano gli habitat dell’alto Adriatico (allevamento di mitili, barriere artificiali sommerse, relitto, molo e ambiente pelagico), nella grande vasca ottagonale sono ospitati piccoli squali e razze, mentre nelle vasche minori trovano posto le specie tipiche del Mediterraneo (astici, aragoste, orate, branzini, scorfani, dentici, murene, cefali e mormore).

Al piano superiore è stato allestito un vivarium, con terrari che accolgono numerose specie di anfibi e rettili appartenenti alla fauna autoctona. C’è anche una sezione dove è stato ricostruito il biotipo degli stagni carsici: ambiente naturale in cui vivono e si riproducono gli ululoni, i rospi comuni e le rane verdi. A rotazione vengono ospitati anche grossi esemplari tropicali come iguana, pitoni e boa.

 

Informazioni


Indirizzo: Molo Pescheria 2, Riva Nazario Sauro 1, Trieste

Servizi: visite guidate su prenotazione; accessibile ai disabili; Trieste City Pod

Orari di apertura: dal 1 novembre al 31 marzo 9.00-13.30; dal 1 aprile al 3 novembre 9.00-19.00; chiuso il mercoledì

Ingresso: intero € 4,50; ridotto € 3,00; gratuito per i bambini fino ai 5 anni

Informazioni: www.aquariomarinotrieste.it

Come arrivare: in autobus con le linee 8, 9, 10, 30

Tel.: 040 306201

Fax: 040 3220520

E-mail: acquario@comune.trieste.it

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Cascata_Torrente_Favarinis

Cascata del torrente Favarinis

Il rio o torrente Favarinis, poco prima di confluire nel fiume Fella, passa attraverso una stretta forra, le cui rocce rivelano molti resti fossili, e ne esce formando una cascata alta alcune decine di metri, circondata da una ricca vegetazione, con alcune specie tipiche dell’habitat.

Si può raggiungere la cascata con una passeggiata di circa un’ora attraverso il sentiero 415 che parte da uno spiazzo (dove si può parcheggiare) del primo ponte che attraversa il torrente Favarinis sulla strada fra Amaro e Campiolo: si procede sulla statale 52 in direzione ponte di Stazione della Carnia, poco prima di arrivarci si svolta a sinistra sulla strada per Campiolo fino appunto al primo ponte sul torrente. Arrivati allo stallo di Nole, si raggiunge il greto del torrente e l’imbocco della forra e, dopo un breve passaggio in facile arrampicata, si incontra la suggestiva cascata.

 
 
 
 
 
 
 
 

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