Museo_aperto_Pal_Piccolo

Museo all’aperto del Pal Piccolo

L’Alta Valle del But, come le Alpi Giulie, svolse un ruolo strategico durante il primo conflitto mondiale: qui, infatti, nell’estate del 1915 gli eserciti italiano ed austro-ungarico si affrontarono in aspre battaglie per il controllo delle cime del Pal Grande, del Freikofel e del Pal Piccolo. Sulla vetta di quest’ultimo è stato allestito un museo all’aperto, curato dall’Associazione Amici delle Dolomiti, che consente di esplorare le postazioni austriache.

Il sentiero che porta sulla cima (1866 m) inizia presso il Passo di Monte Croce Carnico (1360 m), segnalato dall’indicazione “Kleiner Pal – MG Nase”. Lungo il percorso si incontrano alcune caverne adibite ad uso militare, delle casermette, una trincea coperta, fregi ed iscrizioni scolpiti nella roccia e, infine, l’appostamento chiamato Naso delle mitragliatrici. Nei pressi della vetta i volontari hanno ricostruito la cosiddetta Villa Tropfstein, una baracca nella roccia, mentre nella stazione a monte della teleferica si trova la cupola corazzata della prima linea austriaca. Sul piccolo altopiano irregolare si possono percorrere i camminamenti e le trincee austro-ungarici, scavati nella viva roccia, che distavano dal Trincerone italiano sull’altro versante (1860 m) solo poche decine di meri.

La discesa al Passo può essere effettuata percorrendo il sentiero a ritroso oppure, una volta superato l’ultimo avamposto austriaco e raggiunte le postazioni italiane, con una struttura massiccia in cemento armato seguendo il sentiero CAI 401, che ripercorre la mulattiera di approvvigionamento delle truppe italiane, tra ruderi di ricoveri e di camminamenti. Da qui, si può visitare il Castello Rosso (percorso fuori traccia su terreno sconnesso) dove sono conservate diverse testimonianze degli alpini e dei fanti italiani.

 

Informazioni


Informazioni: Associazione Amici Alpi Carniche presso il Museo Storico. La Zona Carnia nella Grande Guerra, via Nazionale 90, Timau – Tel.-Fax: 0433 779168; www.museograndeguerratimau.it – e-mail: museotimau@alice.it

 

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Museo Ferroviario

Il museo occupa l’antica stazione di Campo Marzio, costruita all’inizio del secolo scorso per collegare il porto di Trieste, l’entroterra austro-ungarico e la cosiddetta Ferrovia istriana. Dopo la seconda guerra mondiale la stazione perse gradualmente importanza fino alla sua definitiva chiusura nel 1960.

Le sue sale tipicamente mitteleuropee, ospitano una vasta collezione di foto, disegni, documenti e cimeli relativi alla storia dei trasporti ferroviari. Tra i plastici vi è la riproduzione del nodo ferroviario di Opicina come appariva nel 1910. Sui binari sono esposte diverse tipologie di locomotive di cui undici a vapore, oltre ad alcuni tram di Trieste, da quelli trainati dai cavalli a quelli elettrici.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Stazione Campo Marzio, Via Giulio Cesare 1, Trieste.

Servizi: visite guidate,biblioteca e fototeca consultabili su prenotazione

Informazioni: www.museoferroviariotrieste.it

Orari di apertura: mercoledì, sabato e domenica 9.00.13.00; aperto su prenotazione in altri giorni e orari per gruppi – Tel.: 040 3794185; Fax: 040 312756.

Ingresso: intero € 5,00; ridotto € 3,00 (per ragazzi, soci DLF, disabili); gratis fino ai 6 anni; gruppi (di almeno 20 persone) € 3,00; gruppi con guida € 5,00

E-mail: info@museoferroviariotrieste.it

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Tempio_Cargnacco

Tempio Sacrario

Il Tempio della Madonna del Conforto, dedicato ai Caduti e ai Dispersi per gli stenti e il freddo durante la campagna di Russia, fu realizzato dall’architetto Giacomo Della Mea in mattone a vista. L’interno, illuminato da rosoni e finestre istoriate, presenta numerose opere d’arte eseguite da artisti friulani quali Ugo Galliussi, Enore Pezzetta, Giulio e Max Piccini, Giovanni Patat, Fred Pittino e Arrigo Poz. Nella cripta è esposta una lunga serie di registri sui quali sono riportate le generalità dei 100.000 uomini che non fecero mai ritorno dalla disastrosa guerra.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Leonardo da Vinci 10, Cargnacco

Orario di apertura: da lunedì a domenica 8.45-17.45 nei mesi estivi; 8.45-19.00 nei mesi invernali; durante le funzioni religiose la cripta rimane chiusa

Informazioni: www.sacrariomuseocargnacco.org – Unione nazionale italiana reduci di Russia; tel.: +39 340 7694854; e-mail: unirrfriuli@sacrariomuseocargnacco.org

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Giardino Basevi (Bosco Pontini)

Il giardino si sviluppa su quote diverse all’interno di un’area urbana sul pendio nord del colle di San Vito, presso via San Giacomo in Monte, ed è attraversato da vari viali raccordati da gradinate.

Antica proprietà dei baroni de Fin, passò prima ai Buhelin e successivamente ai Pontini (da cui il nome popolare “el giardin Puntini”) tra il XVIII e il XIX secolo. In epoca ottocentesca si accedeva al giardino signorile attraverso un «magnifico cancello in ferro dorato» e passando «sotto le volte di un’antica pergola tra due campi» si giungeva «a un viale di pioppi fino alla casa». All’interno del palazzo, un ampio salone al pian terreno era adibito a serra durante l’inverno, mentre all’esterno si potevano ammirare ampi pergolati e un bosco, fiori profumati, «labirintici viali» e un cippo sepolcrale (da G. Agapito, 1823).

La villa, di proprietà della famiglia Pepeu, nel 1839 passò al cavalier Giuseppe Basevi, deputato triestino al Parlamento di Vienna che, nel 1895 affidò la ristrutturazione all’architetto Eugenio Geiringer che vi applicò stilemi decorativi di ispirazione neomedievale. Infine, nel 1898, il cavaliere la donò al Comune.

All’inizio del Novecento, alla fine di via Besenghi, fu costruita, la Scala Dublino nota anche come Scala Joyce, in memoria del celebre autore dell’Ulisse che abitò nelle vicinanze (al terzo piano di via Bramante 4). Il giardino è immerso in un’atmosfera suggestiva, sebbene vagamente malinconica o di romantica trascuratezza.

 

Informazioni


Indirizzo: Via San Giacomo in Monte

Superficie totale: 0,92 ha

Impianto planimetrico: formale con inserti informali

Condizione giuridica: proprietà pubblica, Comune di Trieste

Peculiarità scenografiche e compositive: belvedere, percorsi, portale, sedili-belvedere incorniciati da topiaria

Specie botaniche di rilievo: bagolaro, bosso, cedro dell’Himalaya, cipresso, cipresso di Monterey, forsizia

Orari di apertura: sempre aperto

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Monumento alle portatrici carniche

Il bassorilievo dello scultore Antonio Tinaglia è intitolato a Maria Plozner Mentil – uccisa da un cecchino austriaco il 15 febbraio 1916 – e alle portatrici carniche, è stato dichiarato di interesse culturale nazionale.

Queste donne della Carnia e delle limitrofe valli nelle Alpi Giulie, di ogni età e di varie etnie, fornivano vettovaglie e armamenti, trasportandole nelle pesanti gerle, arrampicandosi anche a più di mille metri di dislivello fino alle prime linee italiane, dove spesso combattevano i loro uomini nei reparti alpini.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Piazza San Pio X, Frazione Timau, Paluzza

 

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Parco del Castello Morpurgo

Il complesso sorge sul colle di Buttrio e domina l’intera pianura fino al mare. Lo circonda un vasto parco che si sviluppa sulle pendici, composto da alberi d’alto fusto, terrazze erbose a ridosso della cinta merlata, che digradano verso i grandi terreni coltivati e i vigneti.

Il Castello di Buttrio, antecedente al XII secolo, fu distrutto nel 1306 e riedificato più volte nel corso dei secoli successivi, subendo ampie trasformazioni e ristrutturazioni. Entrato a far parte dei possedimenti della famiglia de Portis nel XVII secolo fu riadattato a villa. In seguito passò in proprità ai Varmo e quindi ai Morpurgo che all’inizio del XX secolo lo cedettero all’Ospedale civile di Udine.

Nel 1994 il complesso fu acquistato all’asta dall’impresa Vidoni prima di entrare in possesso della famiglia Felluga. Il decreto di vincolo a cui è soggetto il bene dal 1985 impedisce l’alterazione della morfologia dell’edificio e di tutta l’area circostante: «Un giardino-corte antistante i palazzetti è chiuso da un antico muro merlato verso la strada, sormontato da statue verso un altro giardino sottostante collegato con il primo da una doppia scalea. Il valore strategico dell’antico sito è messo in risalto dall’ambientazione del complesso […] su terreni digradanti a vigneto».

La manutenzione del parco è, pertanto, costantemente supervisionata dalla Soprintendenza.

 

Informazioni


Indirizzo: Via Enrico Morpurgo 9, Buttrio

Superficie totale: 7,94 ha

Impianto planimetrico: informale (parco), a prato, a terrazze (giardino)

Condizione giuridica: proprietà privata

Specie botaniche di rilievo: alloro, carpino bianco, carpino, cipresso, magnolia, noce

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Fortezza_Gradisca

Fortezza di Gradisca d’Isonzo

La città fortificata di Gradisca venne fondata dalla Repubblica veneta a difesa dalle incursioni turche. A partire dal 1479 venne innalzata una cinta muraria in forma di pentagono con torri angolari, attraversata da due porte e circondata da un fossato.

In seguito alla guerra della Lega di Cambrai, nel 1511, la città cadde sotto l’assalto dell’Impero che già aveva ottenuto la Contea di Gorizia. Per opera della casa d’Austria furono edificate nuove opere e il complesso castellano che andò a inglobare il vecchio palazzo del Capitano e l’antico Arsenale veneto.

Dal 1615 al 1617 fu al centro della contesa tra Venezia e l’Impero che prese il nome di guerra gradiscana. Trent’anni dopo, Gradisca fu ceduta ai principi di Eggenberg che la tennero fino al 1717, quando, estinta la casata, fu riunita a Gorizia. Nel 1784 il castello fu adibito a caserma e dal 1815 a carcere e, conseguentemente ampliato con nuovi corpi di fabbrica, tra cui la Cappella dell’Ergastolo. Il Castello, ora di proprietà demaniale, è stato lasciato in stato di abbandono.

 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Ulderico Della Torre, Gradisca d’Isonzo

Stato di conservazione: abbandonato

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