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Mostra della Miniera del Rio Resartico

Alle pendici del Monte Plauris l’estrazione mineraria è stata a lungo una delle principali attività economiche dell’intera comunità dell’alta valle del Rio Resartico. Dalla fine dell’Ottocento e fino a primi anni cinquanta nella miniera si estraevano gli scisti bituminosi da cui si ricavavano oli minerali pesanti e l’ittiolo, distillati nella vicina Resiutta. Grazie all’olio che proveniva dal Resartico fu realizzata la prima illuminazione pubblica della città di Udine.

Seguendo il sentiero battuto dai minatori che risalevano la valle è possibile effettuare l’escursione al Ricovero del Resartico e alla vecchia miniera (lungo il percorso è possibile osservare il “sasso del diavolo” entro cui si conservano fossili tipici della Dolomia Principale).

Nel vecchio Borgo Minerario, a quota 900 m, sorge un ricovero a disposizione degli escursionisti, mentre proseguendo ancora lungo il sentiero segnalato si raggiunge l’imbocco della galleria di carreggio: il tratto iniziale della cavità, messo in sicurezza dall’Ente Parco, è visitabile su prenotazione con l’accompagnamento di una guida.

La mostra della Miniera del Rio Resartico di Resiutta illustra con suggestive foto, pannelli didattici e postazioni multimediali le attività che si svolgevano in miniera e gli aspetti ambientali dell’area; sono qui raccolti campioni di rocce e le attrezzature utilizzate dai minatori. Un plastico della valle ricostruisce l’andamento degli strati minerari e delle gallerie.

 

Informazioni

Indirizzo: Via Roma 32, Resiutta

Tel.: 0433 550241

Informazioni: www.parcoprealpigiulie.it

E-mail: resiutta@parcoprealpigiulie.it

Orari di apertura: nei mesi invernali sabato e domenica 9.00-13.00 e 14.00-17.00; nei mesi estivi da martedì a domenica 9.00-13.00 e 14.00-17.00

Ingresso: gratuito

Come arrivare: alla miniera si arriva percorrendo il sentiero CAI n. 702, partendo dalla borgata di Povici di Sopra e proseguendo lungo il sentiero che costeggia il Rio Resartico

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Torre_Moscarda_Paluzza

Torre Moscarda

Il “castrum Muscardum” sorse verso la metà del Duecento presso il passo di Monte Croce Carnico. Comprendeva due torri – poste sulle rive del fiume Bot, con funzione di difesa e dogana, sulla via Julia Augusta – e altre postazioni minori fino alle pendici del monte Paularo. Il toponimo della località – Enfretors – significa appunto “tra le due torri”.

Il sito durante il periodo longobardo e quello carolingio e patriarcale, nonchè sotto il dominio veneto, continuò ad avere una notevole rilevanza strategica e vi si apportarono continue migliorie. Sopravvive oggi una delle due torri eretta tra i secoli XIII e XIV e restaurata di recente; la torre della riva destra invece è stata distrutta nel 1840.

Soprattutto durante la prima guerra mondiale la morfologia del luogo fu modificata con la costruzione dei tanti fortini ancora ben visibili. La Torre Moscarda o Torate, dopo l’intervento di recupero architettonico è stata destinata a museo del territorio, all’interno del parco di Monte Coglians. Qui, seguendo i percorsi naturalistici segnalati, si potrà scoprire la flora locale passeggiando tra ponticelli in legno e camminamenti.

L’edificio consta di tre stanze: il piano terreno è adibito ad attività didattica e di catalogazione, la stanza al primo piano dal 1994 ospita una mostra naturalistica permanente mentre il secondo piano è utilizzato per mostre temporanee di artigianato locale.

 

Informazioni


Indirizzo: Località Casteons di Paluzza

Orari di apertura: su prenotazione presso IAT (Informazioni e Accoglienza Turistica) Paluzza – Tel.: 0433 775344

Informazioni: www.carniamusei.org; E-mail: carnia.musei@cmcarnia.regione.fvg.it

E-mail: info.paluzza@cmcarnia.regione.fvg.it

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Dama_Bianca

Dama Bianca

La “Dama Bianca” è un piccolo stabilimento balneare a pagamento situato nel caratteristico porticciolo di Duino. L’ingresso è adiacente all’omonimo ristorante. La spiaggia è di ciottoli, il mare trasparente e profondo.

È accessibile ai disabili ed è aperta dal 1° giugno al 30 settembre, dalle 8.30 alle 18.00.

Il numero telefonico di riferimento è lo 040 208137.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Comeglians

Il borgo di Comeglians

Il borgo di Comeglians sorge nella Val di Gorto, lambito dal torrente Degano, alle pendici dei monti Crostis e Zoncolan, splendide mete escursionistiche. Il comune è formato da sette frazioni immerse nei boschi di abeti: Povolaro, Maranzanis, Mieli, Noiaretto, Tualis (la più alta in quota), Runchia e Calgaretto, quest’ultimo situato sul promontorio di San Giorgio dove sorge l’omonima chiesa in cui si conserva un monumento funebre di epoca romana (I secolo d. C.).

Della sua passata ricchezza, dovuta al florido commercio di legnami, sono testimonianza alcuni antichi palazzi con austeri portali in pietra nel centro del paese, dove sorge anche la chiesetta di San Nicolò di origini duecentesche. A Povolaro e Maranzanis si conservano splendidi esempi di case carniche del Sei e Settecento: Casa del Botêr , Palazzo de Gleria, Casa di Palman, Palazzo da Pozzo.

La posizione di Comeglians è ottimale per visitare i dintorni: la cima dello Zoncolan è raggiungibile in pochi minuti con la funivia che parte da Ravascletto; in territorio austriaco si arriva a piedi dal passo del Volaia con il suo lago cristallino; da Tualis si risale la dorsale del Crostis fino a raggiungere una quota di quasi duemila metri di altitudine, per proseguire lungo la strada “Panoramiche delle vette” che permette di ammirare il comprensorio montano carnico tra pascoli e antiche malghe.

Comeglians offre la possibilità di alloggiare negli appartamenti dell’albergo diffuso in case tradizionali, antiche cascine e stalle ristrutturate.

 

Informazioni


Dove: Comeglians, provincia di Udine

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siora

Siora Rosa

Nato ancor prima del 1921 con il nome di Bar Vittorio Veneto, era gestito dalla signora Rosa Cattaruzza, il cui ritratto campeggia sopra la cassa del locale.
Siora Rosa cucinava interi prosciutti che utilizzava per preparare deliziosi panini che la resero famosa in tutta Trieste soprattutto per la loro abbondanza.
All’origine il locale era più piccolo, ma sempre pieno di persone che venivano a mangiare jota, trippe, baccalà, porcina, cotechino, kaiserfleisch, luganighe di Vienna e luganighe di cragno entrambe servite con crauti, senape e kren.

Scomparsa la titolare, nel 1975 il locale è stato rinnovato e riaperto dalla Famiglia Facco. Da quasi quarant’anni, infatti, la signora Albina è la regina della cucina dove lavora ogni giorno con la figlia Monica per non far dimenticare a triestini e turisti la tradizione culinaria di Siora Rosa.

Ogni giorno, infatti, è possibile gustare il prosciutto cotto nel pane tanto apprezzato dalle vecchie e nuove generazioni; inoltre è sempre in funzione la caldaia che sforna porcina, cotechino, lingua, luganighe di Vienna e di cragno, che insieme ai crauti sono il piatto tipico triestino, accompagnato naturalmente da una buona birra artigianale.
Specialità della Casa sono anche il goulash, gli gnocchi di pane, di patate e di susine, e tanti altri piatti legati alle stagioni tra i quali ricordiamo il baccalà in bianco, il baccalà mantecato, le seppie in umido e i sardoni in savor.

Numerose sono le riviste specializzate e i giornali che hanno parlato del Buffet da Siora Rosa.
 

Informazioni


Indirizzo: Piazza Attilio Hortis, 3 – Trieste

Telefono: +39 040 301460

Email: buffetsiorarosa@gmail.com

Orari: Aperto dalle 8.00 alle 22.00

Chiusure: Chiuso la domenica e il lunedi

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Borgo_Santa_Margherita_del_Gruagno

Borgo di Santa Margherita del Gruagno

Località antichissima, Santa Margherita del Gruagno viene ricordata col nome di Groang nella seconda metà dell’VIII secolo. A partire dal X secolo è attestata la presenza di un castello, oggi perduto, attorno al quale, nel basso Medioevo, si strinse il borgo fortificato cinto da mura, ancora oggi visibili insieme alla torre. Al centro del borgo spicca l’antica pieve di Santa Margherita, eretta sul sacello dedicato a Santa Sabida, culto qui praticato fin dall’VIII secolo, di cui si possono vedere ancora i resti. Ben conservate la cinta muraria della cortina e la torre porta, che mantiene resti dei camminamenti di ronda. Belli anche i rustici in pietra con ampi portali voltati.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Dove: Via del Gruagno, Moruzzo, provincia di Udine

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Malghe_di_Porzus_Attimis

Malghe di Porzus

Il 7 febbraio 1945 un gruppo di partigiani della Divisione Osoppo furono uccisi dai gappisti della Divisione Garibaldi, capeggiati da Mario Toffanin, detto “Giacca”: un episodio controverso della storia della Resistenza che ancora oggi da adito a polemiche sui mandanti dell’omicidio. L’accusa per i partigiani verdi era quella di osteggiare la politica di alleanza con la resistenza jugoslava di Tito e di trattare con i tedeschi e con i fascisti della X Mas di Borghese per un’intesa volta ad impedire l’annessione di territori italiani alla Slovenia. Le vittime furono 17 partigiani e una donna accusata di spionaggio.

Sette anni dopo i responsabili dell’eccidio, tra cui Toffanin (che però era riparato in Jugoslavia), furono condannati all’ergastolo e poi liberati in seguito a varie amnistie. Al comandante della Osoppo Francesco De Gregori “Bolla” fu riconosciuta la medaglia d’oro al valore militare alla memoria.

Le Malghe di Porzus (Topli Uorh), sono state dichiarate bene culturale.

 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Porzus, Attimis

Come arrivare: Si può decidere di lasciare l’auto sulla strada e percorrere la salita alla malga a piedi (una quindicina di minuti), oppure arrivare direttamente con l’auto fino allo spiazzo realizzato alla base della lunga scalinata che conduce ai due casolari.

Visite: è visitabile solo l’esterno

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