Museo_aperto_Freikofel

Museo all’aperto del Freikofel

Il Museo all’aperto Freikofel-Pal Grande offre ai visitatori la possibilità di inoltrarsi nei luoghi della Grande Guerra, percorrendo i crinali del Pal Piccolo, del Freikofel, del Pal Grande e del Creta di Timau. Nei pressi del Passo Monte Croce Carnico, dove si fronteggiavano le due linee di difesa nemiche a poche centinaia, talvolta decine, di metri è possibile scoprire trincee, torrette di osservazione, gallerie, fortini, postazioni per mitragliatrici e fucili.

Le cime attorno al valico, avamposti strategici della “Zona Carnia”, si trasformarono in campi di battaglia nell’estate del 1915 e lasciano ancora oggi affiorare una costellazione di opere fortificate e camminamenti lungo il Pal Piccolo e il Freikofel (o Cuelàt) che dal 2005 è sede del museo all’aperto transfrontaliero.

Per visitare il Freikofel bisogna risalire la Valle del But lungo la strada statale 52 bis fino a Timau (Paluzza) e proseguire verso il passo di Monte Croce Carnico. Il sentiero sterrato segnalato (CAI 401a) parte nei pressi di una casa cantoniera (1064 m) e conduce alla Cappella Battaglione Val Tagliamento (1428 m). Proseguendo lungo il tracciato si esce dal bosco e si attraversano i prati della casera Pal Piccolo dove si scorgono i resti di alcuni fabbricati militari e un altare di guerra del 1916, mentre più avanti è collocata una lapide con una croce di ferro che ricorda i caduti. Al bivio successivo si svolta a destra (sentiero CAI 413) dove è ormai visibile la cima del Freikofel; quindi, attraverso dei semplici passaggi aerei attrezzati (corrimano e scalini in ferro), si arriva sulla vetta (1757 m). Qui sono visibili il monumento commemorativo di epoca fascista e le strutture militari recentemente riportate alla luce dai volontari dell’Associazione “Amici delle Alpi Carniche” che hanno, inoltre ricostruito i baraccamenti e restaurato i fregi.

A Timau è possibile visitare l’Ossario, il Monumento dedicato alle Portatrici Carniche e l’esposizione permanente “La Zona Carnia nella Grande Guerra 1915-1918”.

 

Informazioni


Informazioni: Associazione Amici Alpi Carniche presso il Museo Storico. La Zona Carnia nella Grande Guerra, via Nazionale 90, Timau – Tel.-Fax: 0433 779168; www.museograndeguerratimau.it – e-mail: museotimau@alice.it

×

 

    Sentieri sul Pal Piccolo e Pal Grande ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

Fiume_Isonzo

Fiume Isonzo

Il fiume Isonzo, che nasce a 1.100 metri d’altitudine in Val Trenta (Slovenia), nelle Alpi Giulie, ha tanti nomi quanti i popoli che ha incontrato: a partire probabilmente dal celtico “Eson”, poi il latino Aesontium, trasformato in Sontium (da cui il tedesco Sontig), lo sloveno Soča (femminile), le varianti friulane Lusinç (in friulano standard), Isuns, Lisuns, Lusinz, Lusins, fino al dialettale Lisonz in bisiaco.

L’Isonzo ha un regime essenzialmente alpino influenzato anche dalla notevole presenza di sorgive carsiche che lo alimentano costantemente.

In Slovenia il fiume, le cui acque hanno il colore dello smeraldo, scorre fra canyon e boschi, in un paesaggio incantevole: ogni tanto una passerella in legno ne attraversa il corso impetuoso. In Val Trenta suoi affluenti sono i torrenti Lepena, Coritenza e Uccea. A Tolmino (Tolmin) riceve le acque del Tolminka e a Santa Lucia d’Isonzo (Most na Soči) quelle del fiume Idria. Entrando in territorio italiano presso Gorizia riceve le acque del Vipacco, in territorio carsico, poi quelle del torrente Groina e del Piumizza e, più avanti, verso il mare, del Torre, per poi concludere il suo percorso di 136 km raggiungendo l’Adriatico fra Staranzano e Grado, a Punta Sdobba, caratterizzando con il suo corso quella parte di territorio chiamata Isontino.

L’Isonzo è importante non solo dal punto di vista naturalistico, ma anche storico: teatro di battaglie fin dal 300 d. C. fra cristiani e pagani, viene storicamente associato alla prima guerra mondiale per le dodici battaglie che prendono il suo nome, nelle quali morirono oltre 300.000 soldati tra italiani e austroungarici.

Nell’alta Valle dell’Isonzo le sue acque limpide ospitano la trota marmorata, che però è ritenuta a rischio di estinzione, soprattutto a causa dell’introduzione della trota fario, con la quale si ibrida. Sulla foce del fiume, all’Isola della Cona, dal 1996 esiste un’area naturale protetta denominata Riserva naturale della Foce dell’Isonzo che si estende per oltre 3.600 ettari e ospita moltissime specie botaniche e faunistiche, fra cui i cavalli Camargue con cui è possibile fare delle escursioni. Molte le specie di uccelli migratori che si fermano alla foce, per la gioia degli appassionati di birdwatching che trovano apposite strutture dedicate all’osservazione.

 

Casa_Trecento_San_Daniele

Casa del Trecento

Di fronte al campanile del Duomo sorge l’unico edificio medievale dell’antico borgo, la Casa del Trecento, che in passato è stata sede del Banco dei Pegni di San Daniele del Friuli e che oggi ospita un’esposizione di cimeli militari storici legati al corpo degli Alpini.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: via Roma 18, San Daniele del Friuli

Informazioni: Sede A.N.A. Associazione Nazionale Alpini – tel.: +39 0432 954350; e-mail: anasandanieledelfriuli@virgilio.it

Ingresso: gratuito

Visite: su appuntamento

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

Castello_Canussio_Cividale_Friuli

Castello Canussio

Fin dal XII secolo la famiglia guelfa dei Canussio (da Canussio di Varmo nel Medio Friuli) fu investita dal governo patriarcale dell’antico castello – considerato il più ampio complesso architettonico civile di epoca tardo antica – sorto sulla cinta delle mura di Cividale. La famiglia Canussio ne detenne il possesso sino alla fine dell’Ottocento quando lo cedette al barone austriaco Dionigi Craigher che fece ricostruire l’edificio secondo un gusto neogotico, facendo realizzare torrette quadrate e rotonde e coronamenti con merli ghibellini.

Negli anni ’90 del secolo scorso il palazzo, riacquistato da Vittorio Canussio, discendente della nobile famiglia friulana, è stato sottoposto a un radicale intervento di recupero architettonico. E dallo scavo archeologico stratigrafico, voluto dalla Sovrintendenza Archeologica del Friuli Venezia Giulia, sono emersi un tratto di muro della cerchia perimetrale di Forum Iulii risalenti al II-III secolo d. C. e due fortificazioni a torre di forma pentagonale nonché una grande varietà di reperti datati dall’epoca romana a quella rinascimentale.

Nel 1994 sono iniziati i lavori di ristrutturazione dell’edificio che hanno mantenuto a vista il muro latino e protetto da un piano calpestabile di lastre in cristallo le strutture di epoca romana. La zona archeologica è parte integrante del Museo Archeologico Nazionale di Cividale.

La torre esterna è affiancata da un gradevole prato all’inglese e sono state messe in sicurezza le strutture altomedievali e romaniche, e valorizzati gli elementi architettonici di epoca rinascimentale, dovuti alla scuola del Palladio. Dall’indagine archeologica e dal recupero architettonico di Casa Canussio sono così emersi molti secoli di storia urbana, tanto che nel 2000 sono state effettuate ulteriori ricognizioni che hanno consentito il ritrovamento di nuovi reperti di epoca romana (laterizi, ceramica comune e “terra sigillata”) e il significativo rinvenimento di una moneta dell’imperatore Onorio (393-418 d.C.) che ha permesso di datare la costruzione della torre all’età tardo-antica.

Casa Canussio è, inoltre, sede della Fondazione di studi storici e latini dedicata all’umanista e storico Niccolò Canussio, autore del De Restitutione Patriae.

 

Informazioni


Indirizzo: Via Niccolò Canussio 4, Cividale del Friuli

Servizi: convegni, cene di gala, concerti, mostre

Informazioni: www.castellocanussio.it

Tel./Fax: 02 89015523

E-mail: castellocanussio@yahoo.it

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

Museo_Civico_Arte_Pordenone

Museo Civico d’Arte

Nel medievale palazzo Ricchieri – donato alla città nel 1949 da Lucio Ernesto Ricchieri – sono conservate le raccolte d’arte e la pinacoteca costituitasi con il lascito del pittore di origine pordenonese Michelangelo Grigoletti.

Lo scalone monumentale della fine del Seicento è sovrastato da un soffitto ligneo a cassettoni con decorazioni e cartigli policromi con effetti illusionistici. A parete

è collocata la galleria dei ritratti dei membri illustri del casato dei Ricchieri.

Il palazzo conserva lacerti di affreschi tardogotici raffiguranti scene tratte dalle Storie di Tristano ed Isotta e dal ciclo cavalleresco carolingio.

Di particolare rilievo la sezione di scultura lignea, comprendente opere del Triveneto che vanno dal XII al XVII secolo. Altre peculiarità del museo sono rappresentate dalla raccolta di 200 cantinelle dipinte, tavolette ornamentali da soffitto degli inizi del XV secolo e dal Tesoro del Duomo, una cospicua serie di reliquiari, capolavori d’oreficeria gotica e rinascimentale.

Immancabile protagonista della pittura del Cinquecento è Giovanni Antonio de Sacchis detto il Pordenone, documentato con opere su tela, tavola e ad affresco, tra cui la pala di San Gottardo tra i santi Rocco e Sebastiano, del 1525, proveniente dalla chiesa dell’ex Convento dei Cappuccini.

Gianfrancesco da Tolmezzo(1450 circa-1510), maestro del Pordenone, èrappresentato dalla Pala di santa Giuliana.

L’Annunciazione di Gerolamo Savoldo (1480 circa-1548) invece fu ritrovata fortunosamente nella parrocchiale di Ghirano di Prata a seguito delle soppressioni napoleoniche degli ordini religiosi.

 

Informazioni


Indirizzo: Palazzo Ricchieri, Corso Vittorio Emanuele II 51, Pordenone

Servizi: visite guidate, bookshop, laboratori didattici, fototeca; accessibile ai disabili

Informazioni: www.comune.pordenone.it/museoarte

Orari di apertura: da martedì a sabato 15.30-19.30; domenica 10.00- 13.00 e 15.30-19.30; chiuso il lunedì

Ingresso: intero € 3,00; ridotto € 1,00; il costo del biglietto varia in caso di mostre temporanee

Tel.: 0434 392935

Fax: 0434.522507

E-mail: museo.arte@comune.pordenone.it

×

 

ALTRO IN ZONA
Scavi_romani_Villa_Ronchi_Legionari

Villa romana Ronchi dei Legionari

Il complesso archeologico venne alla luce nel 1987 durante dei lavori di scavo per l’acquedotto. Si tratta di una villa rustica romana, costruita e ristrutturata fra la metà del I secolo a.C. e il III secolo d. C., poi distrutta da un incendio. La villa, di circa 600 metri quadrati, è stata scavata solo in parte perché si estende anche all’interno del perimetro dell’aeroporto.

L’ampio edificio ha una parte dedicata agli ambienti produttivi, che si trovano a un livello più basso rispetto alla residenza del proprietario. L’area residenziale è pavimentata con mosaici sia policromi sia a motivi geometrici bianchi e neri con tarsie di marmo; in una stanza è stato portato alla luce il pavimento rialzato che serviva a far circolare l’aria calda per riscaldare gli ambienti.

La cosiddetta pars urbana aveva sale di rappresentanza che si affacciavano su un portico colonnato e su un cortile interno, il quale faceva da collegamento con la parte rustica, dedicata alle attività produttive della villa, probabilmente agricole. Le stanze di questo settore sono più semplici e più piccole e si affacciano sul cortile interno.

Una passerella permette di attraversare le aree scavate e di ammirare i mosaici restaurati dei tre ambienti più belli, mentre alcuni pannelli didattici permettono di approfondire le peculiarità della villa. Un piccolo antiquarium, allestito nel fienile di una residenza padronale del Settecento, ospita alcuni reperti scoperti durante gli scavi.

Informazioni


Dove: il sito archeologico si trova in via Raparoni, a Ronchi dei Legionari (GO), e può essere visitato facendo richiesta alla Biblioteca Comunale “Sandro Pertini”, via Androna Palmada, 1 – tel. +39 0481 477205 (Comune Ronchi dei Legionari- Servizio Cultura).

Orari di apertura: su richiesta – Ingresso gratuito

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI GORIZIA

Museo_Casa_Clautana

Museo Casa Clautana

Il museo etnografico e antropologico punta a recuperare le testimonianze della cultura materiale per preservare la memoria collettiva degli stili di vita e delle tradizioni del passato.

Nell’antica casa medievale detta “ciasa da fum” si tramanda la dignitosa povertà della donna clautana e valcellinese – ricordata anche nel romanzo di Carlo Sgorlon Gli dei torneranno – nella quotidianità domestica e rurale e nelle peregrinazioni in veste di venditrice ambulante di utensili di legno artigianali.

Ogni anno nei mesi di luglio e agosto viene allestita una mostra tematica e sono ricreati angoli di lavoro reale dove gli ultimi vecchi artigiani intagliano il legno o realizzano i tipici scarpets.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Piazza San Giorgio 4, Claut

Servizi: visite guidate, bookshop, laboratori didattici, fototeca, archivio documentale; accessibile ai disabili

Informazioni: www.parcodolomitifriulane.it – www.ecomuseolisaganis.it

Orari di apertura: a luglio e agosto tutti i giorni 15.00-18.00; apertura su prenotazione durante gli altri mesi – Tel.: 0427 878195 – 0427 878078 – 340 9708570

Tel.: 0427 878078

Fax: 0427 878033

E-mail: info@parcodolomitifriulane.it

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI PORDENONE