Giardino_Parco_Rocca_Bernarda_Premariacco1

Giardino e Parco di Rocca Bernarda

Il complesso di Rocca Bernarda sorge sul colle Azzano, circondato dal parco segnato dall’alternarsi di boschetti e prati: vi trovano spazio bicentenari cedri del Libano, olivi, carpini e tuje che fanno da sfondo a statue settecentesche; il grande cipresso di oltre quattrocento anni a guardia dell’ingresso dell’edificio è stato dichiarato monumento storico.

Nel XV secolo il colle ed i territori circostanti furono donati dal Patriarcato al Comune di Cividale che, a sua volta, li cedette ai Capiferro, nobile famiglia di origine romana. L’ultima Capiferro portò in dote la rocca al marito Giacomo Antonio di Valvason Maniago. Al 1567 risale invece la costruzione delle fabbriche di villa, l’allestimento delle vigne e di spazi per la caccia volute da Giacomo e Bernardo Valvason Maniago. I progetti forse coinvolsero anche Giovanni da Udine e intesero adibire l’edificio ad “ornamento di que nostri colli, et per diletto et per commodo mio et de gli amici”.

L’edificio, perdendo la sua primitiva funzione di fortilizio difensivo, veniva usato dai fratelli Valvason Maniago per ospitare eventi mondani e convegni letterari.

I vini di Rocca Bernarda, quali il picolit e la ribolla, furono donati in più occasioni ai luogotenenti veneti e persino all’imperatore Carlo V.

Estinti i Valvasone, nel 1762 la proprietà passò ai Riccardi, che riformarono le strutture e gli impianti agrari, realizzarono migliorie nella rete viaria e, forse, l’impianto del parco all’inglese, con prevalente inserimento di conifere all’esterno alla rocca.

Successivamente il complesso cambiò più volte proprietà: prima gli Antonini, poi i Belgrado e infine Leonardo Mareschi che nel 1873 abbellì l’interno della dimora e migliorò il verde nelle sue adiacenze.

Nel 1914 il complesso fu acquistato dall’agronomo Giacomo Perusini che mise in atto nuove opere di bonifica e diede avvio al rilancio produttivo ed estetico poi promosso anche dal figlio Gaetano, agronomo ed antropologo. Alla sua morte, avvenuta nel 1977, il complesso fu ereditato dal Sovrano Militare Ordine di Malta.

 

Informazioni


Indirizzo: Via Rocca Bernarda 27, Premariacco (Ipplis)

Superficie totale: 4,50 ha

Impianto planimetrico: all’italiana (giardino) e all’inglese (parco)

Condizione giuridica: proprietà privata

Peculiarità scenografiche e compositive: aiuole, siepi, viali

Specie botaniche di rilievo: bosso, carpino, cipresso, glicine, pino nero, tasso, Thuja plicata

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ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

pordenone

Provincia di Pordenone

Pordenone è la provincia più occidentale e la più giovane (istituita nel 1968) del Friuli Venezia Giulia, racchiusa tra le Prealpi Carniche e l’ampia pianura delimitata dai fiumi Tagliamento e Livenza.

Le montagne, di natura dolomitica, sono caratterizzate da gole impenetrabili, valli strette e profonde; ospitano località turistiche di forte richiamo come il comprensorio di Piancavallo. La zona pedemontana è invece caratterizzata dai magredi, impressionanti distese di ghiaia e ciottoli immutate da secoli, che circondano paesini come Cordenons, San Quirino, Vivaro e Zoppola.

Fra colline e pianure si possono ammirare fenomeni carsici spettacolari come le sorgenti del fiume Gorgazzo, le pittoresche sorgenti del fiume Livenza e numerosissime grotte e cavità naturali.

Sono state istituite diverse aree protette, fra cui il Parco Regionale delle Dolomiti Friulane, il Parco Naturalistico di San Floriano e il Parco Fluviale del Noncello che attraversa la città di Pordenone.

Oltre alla natura, la bellezza dei luoghi è racchiusa pure nei borghi e nei tesori d’arte della cultura friulana, che ha fatto tesoro delle influenze venete e austriache. Le testimonianze storiche vanno dal sito preistorico di Palù della Santissima alla città capoluogo, dal borgo di Sacile al castello di Spilimbergo.

La cucina tipica della provincia pordenonese, nata dall’incontro fra pianura e montagna, è di origine rurale: minestre, zuppe di verdure e risotti, gnocchi e la minestra di pane raffermo chiamata panada.

Molti sono i prodotti tipici, tra cui la pitina, un insaccato di carni miste affumicate, e i formaggi locali, come il Montasio, e quelli di malga, come l’asin, dalla pasta morbida e cremosa. Fra le molte ottime carni che vengono servite come secondo, soprattutto cacciagione, da segnalare è il muset, cotechino da accompagnare con la brovada (rape macerate nell’aceto). Da non dimenticare la frittata con il salame, il frico (formaggio fritto) e la pastissada (polenta pasticciata). Tra i dolci ricordiamo i biscotti fatti con farina di mais, la pinza e il dolce di Spilimbergo.

Di qualità anche la produzione di vini: sia bianchi, tra cui il Friulano, il Pinot, il Verduzzo, sia rossi, come il Cabernet e il Refosco.

 

 

 

CULTURA
BORGHI TIPICI CASTELLI EVENTI
    MONUMENTI E SITI STORICI MONUMENTI RELIGIOSI MOSTRE
      MUSEI SITI ARCHEOLOGICI VILLE E PALAZZI
        NATURA
        CASCATE ESCURSIONI FIUMI
        GIARDINI E PARCHI GROTTE LAGHI E LAGUNE
        MONTAGNA PARCHI E RISERVE SPIAGGE
            ENOGASTRONOMIA
            RISTORANTI AGRITURISMO PIZZERIE
                  CANTINE PRODUTTORI
                      OSPITALITÀ
                      HOTEL BED & BREAKFAST AGRITURISMO
                            CAMPEGGI AFFITTACAMERE APPARTAMENTI PER VACANZE
                                  SPORT
                                  TREKKING E PASSEGGIATE MOUNTAIN BIKE CAVALLO
                                      SPORT ACQUATICI SPORT INVERNALI SPORT MONTAGNA
                                          Castel_d_Aviano

                                          Castello di Aviano

                                          Il castello – probabilmente costruito sui resti di fortificazioni di epoca romana – fu ceduto nel 967 da Ottone I di Sassonia al Patriarca di Aquileia e, nel 1161, Federico Barbarossa lo concesse al Vescovo di Belluno.
                                          Nel 1411 il maniero fu occupato dagli ungheresi comandati da Pippo Spano, capitano generale di re Sigismondo e distrutto nel 1420 dalle milizie venete; fu ricostruito nel 1432 ma poi nuovamente devastato durante le incursioni turche.
                                          Nonostante sia fortemente degradato, sono ancora visibili alcuni tratti di cinta muraria, quattro delle antiche sette torri merlate, i resti del mastio e del torrione originario, la chiesa castellana e la porta fortificata con l’emblema araldico del lupo.
                                           
                                           
                                           
                                           
                                           
                                           
                                           
                                           
                                           

                                          Informazioni


                                          Indirizzo: Aviano

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                                          Giardino_Villa_Engelmann_Trieste

                                          Giardino di Villa Engelmann

                                          Il parco che un tempo costituiva la pertinenza di Villa Frida occupa il pendio ovest del colle di Chiadino, in una zona residenziale suburbana sorta nel tardo Ottocento. L’impianto botanico segue i crismi della tradizione paesaggistica nordica con specie fiorifere ed arbustive a fioritura scalare. Cinto da un alto muro, il giardino si sviluppa in parte su pastini e presenta una prevalenza di sempreverdi arborei e molte specie floreali tappezzanti.

                                          Nel 1840 il milanese Francesco Ponti affidò all’architetto Antonio Butti l’incarico di progettare una villa in stile tardo-neoclassico. La casa, che fu completata tre anni più tardi, insieme al giardino, fu acquistata da Frida Engelmann nel 1888. Nel giardino vennero progressivamente piantate alcune essenze arboree molto in voga all’epoca e gli originari terrazzamenti regolari vennero ampliati con schemi botanici di tipo informale.

                                          Nella prima metà del Novecento l’erede Werner Engelmann donò il giardino alla città. Durante la Seconda guerra mondiale la villa fu quasi completamente distrutta dai bombardamenti.

                                          Restaurato nel 1980, pochi anni dopo il parco è stato insignito del premio Miflor come miglior realizzazione botanica in ambito pubblico di media-piccola grandezza.

                                          Nel parco, ora aperto al pubblico, è stato allestito un padiglione per spettacoli all’aperto; inoltre è arredato con panchine, un pergolato ed un gazebo nonché attrezzature ludiche per bambini, compresa una pista per il pattinaggio.

                                           

                                          Informazioni


                                          Indirizzo: Via di Chiadino 5, Trieste

                                          Superficie totale: 1,40 ha

                                          Impianto planimetrico: a terrazze (parte sud-est), all’inglese (parte ovest e nordest)

                                          Condizione giuridica: proprietà pubblica, Comune di Trieste

                                          Peculiarità scenografiche e compositive: percorsi curvilinei, pergolato, terrazzamenti

                                          Specie botaniche di rilievo: cipresso, ippocastano, magnolia, tasso

                                          Orari di apertura: estivo 7.00-19.00; invernale 7.00-18.00

                                          Servizi: accesso ai disabili, giochi multifunzionali in legno, altalene, percorso vita, pista di pattinaggio, toilettes, divieto di accesso ai cani

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                                          Parco del Castello Savorgnan Pirzio Biroli

                                          Il parco del Castello di Brazzà si sviluppa a nord del Borgo di Brazzacco di Sopra, cingendo su due lati la rocca fortificata che domina sulle limitrofe colline moreniche.

                                          Il complesso è di proprietà della famiglia Savorgnan della Torre di Brazzà e Cergneu e comprende il maniero, la cappella di San Leonardo e la villa settecentesca. Fu restaurato alla fine dell’Ottocento per volere di Cora Slocomb Savorgnan di Brazzà, che disegnò e fece realizzare il parco secondo i canoni del giardino paesaggistico anglosassone: con zone verdi ornamentali alternate a grandi prati, un laghetto e tracciati a forma di trifoglio. Il terreno digrada dal crinale verso la piana, coperto di boschi con specie botaniche provenienti dal nord Europa e dall’America centrale, tra cui un esemplare monumentale di faggio centenario. Cora, inoltre, promosse la diffusione della profumata violetta bianca-blu di Brazzà, tuttora qui coltivata.

                                          A seguito dei danni della causati dalla Prima guerra mondiale, negli anni Venti del Novecento, furono avviati i lavori di ripristino della villa – affidati all’architetto Provino Valle – e del giardino.

                                           
                                           
                                           
                                           
                                           
                                           
                                           
                                           

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                                          Indirizzo: Via Pietro Savorgnan di Brazzà 11, Brazzacco di Sopra (Moruzzo)

                                          Superficie totale: 15,00 ha

                                          Impianto planimetrico: all’inglese

                                          Condizione giuridica: proprietà privata

                                          Peculiarità scenografiche e compositive: cappella, gradinata d’accesso, torre del castello

                                          Specie botaniche di rilievo: abete bianco, cedro del Libano, cedro dell’Atlante, cedro dell’Himalaya, cipresso dell’Arizona, faggio europeo, farnia, leccio, Liriodendron tulipifera, pino marittimo, pino nero, platano, sambuco, sequoia, tiglio nostrano

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                                          lantieri

                                          Palazzo Lantieri

                                          Palazzo Lantieri è stato nei secoli punto di riferimento e centro culturale per Gorizia e la sua Contea, oltre che per tutta la Mitteleuropa. Viene costruito nel XIV secolo per difendere l’entrata Sud-Orientale della città: dopo alcuni interventi di ampliamento e di abbellimento, con il passare del tempo la fortezza si trasforma nel Palazzo nobiliare dal quale sono passati personaggi illustri fra cui i Reali di Francia, il Pontefice Pio VI, l’Arciduchessa d’Austria Maria Theresa, Napoleone ma anche esponenti di rilievo del mondo della cultura come Goethe, Schiller, Goldoni, Pietro Metastasio, Casanova, Lorenzo Da Ponte che lo menzionano nelle loro opere.

                                          Opere di artisti contemporanei dialogano con l’antica atmosfera che permea le grandi sale di Palazzo Lantieri. “Presenze” espressioni dei tempi attuali hanno la loro collocazione ideale fra le architetture, gli affreschi, i mobili, i quadri e le immagini familiari delle varie epoche che le hanno ispirate.Le grandi installazioni site-specific di Jannis Kounellis, Jan Fabre, e Michelangelo Pistoletto, oltre alle opere di Getulio Alviani, Giulio Paolini e Donatella Spaziani, sono parte integrante del prestigioso patrimonio artistico del Palazzo.

                                          Palazzo Lantieri, che si trova poco distante dal Castello di Gorizia, è al centro di un territorio ricco di mete naturalistiche e di prestigiose località dalla lunga tradizione storica e artistica.

                                          Soggiornare a Palazzo Lantieri permette infatti di raggiungere facilmente la vicina Slovenia e scoprire località estremamente suggestive come le sorgenti dell’Isonzo, dal Parco nazionale del Triglav fino alla pittoresca Bled. Poco distanti alcuni centri storico-culturali di assoluto rilievo come Aquileia, Cividale, Duino, Sistiana, Trieste e Venezia. Gli ospiti hanno anche la possibilità di scegliere interessanti percorsi enogastronomici che offrono la possibilità di visitare le cantine sul Collio italiano e sloveno e apprezzare i migliori vini della regione imparando ad amare il rinomato Bianco del Collio.

                                          Palazzo Lantieri fa parte del Consorzio Castelli, delle Dimore Storiche e aderisce a Castelli Aperti.
                                           

                                          Ospitalità

                                          Gli ospiti possono scegliere tra la camera matrimoniale e la suite (Piano nobile del Palazzo). Per i più esigenti ci sono due accoglienti mini appartamenti, Foresteria e Suite Torre.

                                          Visite

                                          Attraverso visite guidate su prenotazione, i padroni di casa offrono la possibilità di conoscere il percorso storico che ha determinato struttura, scelte estetiche e architetturali del Palazzo, legato da sempre alle vicende della famiglia Lantieri. Sarà così possibile ammirare la Sala degli affreschi, la Galleria delle formelle, la Torre Porta Oriente, oltre allo splendido Parco alla Persiana. Gli ospiti che vogliono arricchire la loro esperienza all’interno del Palazzo potranno scegliere soluzioni personalizzate che prevedono anche aperitivi, pranzi o cene.

                                          Eventi

                                          Palazzo Lantieri rappresenta lo scenario ideale per organizzare meeting, incontri di lavoro, anniversari, conferenze, concerti, ricevimenti di nozze, con uno stile inconfondibile, nel segno di un passato che ha lasciato tracce indelebili di bellezza e prestigio. Le sale disponibili sono il Salone dei ricevimenti che può contenere fino a 150 persone, le 3 sale più piccole (fino a 50 persone) e i salotti.

                                           

                                          Informazioni

                                          Indirizzo: Palazzo Lantieri, Piazza Sant’Antonio 6 – 34170 Gorizia

                                          Tel.:+39 0481 533284

                                          Fax: +39 0481 533284

                                          Prenotazioni e informazioni: contatto@palazzo-lantieri.com

                                          Sito internet: www.palazzo-lantieri.com

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                                          Museo Civico Storico

                                          Il museo della Città Fortezza conserva le raccolte civiche di armi, disegni e monete, e documenta attraverso una serie di carte geografiche la situazione geopolitica del Friuli durante il XVI secolo e il territorio in cui nel 1593 sorse la fortezza di Palma. La costruzione delle tre cerchie di fortificazioni e l’impianto urbanistico della città sono raccontate dalla fondazione veneziana, attraverso la dominazione francese e austriaca, fino al primo conflitto mondiale e alle distruzioni avvenute durante la ritirata di Caporetto.

                                          Del periodo in cui fu soggetta alla Serenissima sono conservati manoscritti, disegni e progetti inerenti la costruzione della fortezza, nonchè le medaglie d’oro coniate per la fondazione della città, con l’immagine del leone marciano e della croce sulla fortezza di Palma, raffigurata come il baluardo di difesa della fede cristiana.

                                           
                                           
                                           
                                           
                                           
                                           
                                           
                                           

                                          Informazioni


                                          Indirizzo: Palazzo Trevisan, Borgo Udine 4, Palmanova

                                          Servizi: visite guidate, assistenza storica in archivio, punto informativo e materiale divulgativo sulla fortezza di Palmanova e sul museo; accessibile ai disabili

                                          Informazioni: www.comune.palmanova.ud.it

                                          Orari di apertura: da martedì a domenica 10.00-12.00; aperture in altri giorni e orari contattando l’Ufficio Cultura del Comune di Palmanova, Piazza Grande 1 – Tel.: 0432 922131

                                          Ingresso: intero € 2,00; ridotto € 1,50 (fino a 18 anni, gruppi di almeno 15 persone, oltre i 65 anni e disabili)

                                          Tel.: 0432 929106

                                          Fax: 0432 929106

                                          E-mail: cultura@comune.palmanova.ud.it

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