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Chiesa del Cristo Re

La storia di questa chiesa è particolare: fu costruita in parte con il denaro – un milione di lire consegnato al parroco dall’ufficiale tedesco – lasciato dalle truppe tedesche e cosacche in ritirata nel maggio 1945. Con grandi sacrifici poi la popolazione raccolse il denaro necessario per completare l’opera, ma ci vollero ben 18 anni. La chiesa fu consacrata nel 1964 e sostituì la troppo piccola chiesetta di Santa Geltrude. La chiesa del Cristo Re fu voluta dalla popolazione di Timau quale monito e ricordo delle immani sofferenze patite da tutti i popoli in tutte le guerre.

La grandiosa chiesa del Cristo Re è a tre navate e la sua facciata è decorata con un grande mosaico di Ernesto Mitri. Nel 1975 la chiesa ha ricevuto in dono un crocefisso in legno alto 12 metri e pesante 30 quintali, opera di maestri scultori gardenesi. Si tratta di uno dei più imponenti crocifissi lignei d’Europa, ed è diventato meta di frequenti pellegrinaggi.

 
 
 
 
 

Informazioni


Chiesa del Cristo Re

Via San Pio X 4

Fraz. Timau, Paluzza (UD)

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Mostra della Miniera del Rio Resartico

Alle pendici del Monte Plauris l’estrazione mineraria è stata a lungo una delle principali attività economiche dell’intera comunità dell’alta valle del Rio Resartico. Dalla fine dell’Ottocento e fino a primi anni cinquanta nella miniera si estraevano gli scisti bituminosi da cui si ricavavano oli minerali pesanti e l’ittiolo, distillati nella vicina Resiutta. Grazie all’olio che proveniva dal Resartico fu realizzata la prima illuminazione pubblica della città di Udine.

Seguendo il sentiero battuto dai minatori che risalevano la valle è possibile effettuare l’escursione al Ricovero del Resartico e alla vecchia miniera (lungo il percorso è possibile osservare il “sasso del diavolo” entro cui si conservano fossili tipici della Dolomia Principale).

Nel vecchio Borgo Minerario, a quota 900 m, sorge un ricovero a disposizione degli escursionisti, mentre proseguendo ancora lungo il sentiero segnalato si raggiunge l’imbocco della galleria di carreggio: il tratto iniziale della cavità, messo in sicurezza dall’Ente Parco, è visitabile su prenotazione con l’accompagnamento di una guida.

La mostra della Miniera del Rio Resartico di Resiutta illustra con suggestive foto, pannelli didattici e postazioni multimediali le attività che si svolgevano in miniera e gli aspetti ambientali dell’area; sono qui raccolti campioni di rocce e le attrezzature utilizzate dai minatori. Un plastico della valle ricostruisce l’andamento degli strati minerari e delle gallerie.

 

Informazioni

Indirizzo: Via Roma 32, Resiutta

Tel.: 0433 550241

Informazioni: www.parcoprealpigiulie.it

E-mail: resiutta@parcoprealpigiulie.it

Orari di apertura: nei mesi invernali sabato e domenica 9.00-13.00 e 14.00-17.00; nei mesi estivi da martedì a domenica 9.00-13.00 e 14.00-17.00

Ingresso: gratuito

Come arrivare: alla miniera si arriva percorrendo il sentiero CAI n. 702, partendo dalla borgata di Povici di Sopra e proseguendo lungo il sentiero che costeggia il Rio Resartico

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Villa romana Ronchi dei Legionari

Il complesso archeologico venne alla luce nel 1987 durante dei lavori di scavo per l’acquedotto. Si tratta di una villa rustica romana, costruita e ristrutturata fra la metà del I secolo a.C. e il III secolo d. C., poi distrutta da un incendio. La villa, di circa 600 metri quadrati, è stata scavata solo in parte perché si estende anche all’interno del perimetro dell’aeroporto.

L’ampio edificio ha una parte dedicata agli ambienti produttivi, che si trovano a un livello più basso rispetto alla residenza del proprietario. L’area residenziale è pavimentata con mosaici sia policromi sia a motivi geometrici bianchi e neri con tarsie di marmo; in una stanza è stato portato alla luce il pavimento rialzato che serviva a far circolare l’aria calda per riscaldare gli ambienti.

La cosiddetta pars urbana aveva sale di rappresentanza che si affacciavano su un portico colonnato e su un cortile interno, il quale faceva da collegamento con la parte rustica, dedicata alle attività produttive della villa, probabilmente agricole. Le stanze di questo settore sono più semplici e più piccole e si affacciano sul cortile interno.

Una passerella permette di attraversare le aree scavate e di ammirare i mosaici restaurati dei tre ambienti più belli, mentre alcuni pannelli didattici permettono di approfondire le peculiarità della villa. Un piccolo antiquarium, allestito nel fienile di una residenza padronale del Settecento, ospita alcuni reperti scoperti durante gli scavi.

Informazioni


Dove: il sito archeologico si trova in via Raparoni, a Ronchi dei Legionari (GO), e può essere visitato facendo richiesta alla Biblioteca Comunale “Sandro Pertini”, via Androna Palmada, 1 – tel. +39 0481 477205 (Comune Ronchi dei Legionari- Servizio Cultura).

Orari di apertura: su richiesta – Ingresso gratuito

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Riserve Naturali dei Monti Lanaro e Orsario

Monte Lanaro

Quest’area protetta presso Sgonico (Zgonik) è limitata a Nord dal confine con la Slovenia e comprende la zona boschiva posta ai piedi del monte Lanaro (Volnik). Il territorio, esplorabile attraverso i percorsi che conducono in vetta al monte, è estremamente rappresentativo dell’altopiano carsico, con rilievi e doline, macchie di estesa boscaglia carsica a carpino nero e roverella mista a pino nero, nonché boschi di rovere, cerro, carpino bianco e nocciolo.

Nelle doline più profonde si trovano estese fioriture di piante primaverili tra le quali la scilla silvestre, l’isopiro, la latrea e il bucaneve e alcune specie di flora rara come la santoreggia lilacina croata.

Nell’area vivono il gatto silvestre e il riccio europeo, oltre a caprioli e cinghiali; episodiche, invece, le presenze dell’orso bruno e dello sciacallo provenienti dalla vicina Slovenia.

In prossimità della vetta, una landa carsica dove è stata realizzata una vedetta panoramica che spazia dall’Istria al Carso e alle Alpi, sono presenti alcune specie rare: la scorzonera di Spagna, l’eufrasia illirica, il lino di Tommasini, l’astragalo della Carniola, l’orchidea scimmia, la viperina degli arenili e la rosa di montagna.

Tra i rettili di queste zone devono essere ricordati il variopinto algiroide magnifico e la vipera dal corno predati da alcuni rapaci, quali l’astore e lo sparviere.

 

Monte Orsario

La riserva dell’Orsario (Veliki Medvedjak) presso Monrupino (Repentabor) è un tipico tratto dell’altipiano carsico con numerose doline e campi solcati, ovvero rocce calcaree modellate dagli agenti atmosferici con scannellature, fori e vaschette di corrosione. Vi si trovano ampi tratti di landa, boscaglia carsica a carpino nero e roverella, ma anche boschi a rovere e cerro, mentre nella parte meridionale crescono rigogliosi i pini neri.

Le doline profonde ospitano variopinte fioriture e alcune specie di flora rara in primavera, mentre in estate si effondono gli odori delle piante aromatiche, come la santoreggia. Ai boschi si alternano i rustici in pietra, le tipiche case carsiche che si integrano armonicamente nel paesaggio naturale. In queste zone proliferano il gatto silvestre e il riccio europeo; più rari sono gli avvistamenti dell’orso bruno e dello sciacallo.

 

Informazioni

Monte Lanaro

Ubicazione: Comune di Sgonico (Zgonik)

Estensione: 285 ettari

Informazioni: www.comune.sgonico.ts.it – Comune di Sgonico, Località Sgonico 45, Trieste – tel.: 040 229101

 

Monte Orsario

Ubicazione: Monrupino (Repentabor)

Estensione: 156 ettari

Informazioni: Comune di Monrupino, Frazione Zolla 37 – Tel.: 040 327335

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Parco_Villa_Moretti_Tarcento

Parco Villa Moretti

Il parco di Villa Moretti si arrampica sulle pendici del colle di Coja al di sopra dell’abitato circostante. La villa fu costruita nel 1904 per volere dell’industriale Luigi Moretti secondo il progetto in stile ‘neogotico’ dell’architetto Antonio Vandone di Torino.

Tra il 1919 e il 1922 gli architetti triestini Ruggero e Arduino Berlam, incaricati da Caterina Micco Moretti, realizzarono diversi interventi sull’edificio, piegandolo al corrente gusto Liberty. Nel 1952 la villa venne ulteriormente modificata sotto la direzione dell’architetto Pietro Zanini. Dopo la devastazione del terremoto del 1976 il palazzo divenne inagibile e rimase inutilizzato, finchè, nel 1988, villa e parco furono acquistati dal Comune di Tarcento che ne promosse il restauro e nel 2009 ripristinò parte del parco.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via del Castello, Coja (Tarcento)

Superficie totale: 2,40 ha

Impianto planimetrico: informale-naturalistico (parco), formale (giardino)

Condizione giuridica: proprietà pubblica, Comune di Tarcento

Peculiarità scenografiche e compositive: aiuole, muro con merli, portale ad arco, scalea, scalea loggiata, viale

Specie botaniche di rilievo: abete, magnolia, pino

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Giardino_Piazza_Primo_Maggio_Udine

Giardino Piazza Primo Maggio

Il giardino è posto al centro di piazza Primo Maggio, a oriente della collina su cui sorge il Castello. L’attuale Giardin Grande, anticamente compreso tra le due rogge urbane e il colle del Castello, era soggetto a frequenti allagamenti a causa della depressione del terreno, a cui si pose soluzione solo nel secondo Cinquecento con interventi di bonifica. Alla fine del Duecento l’area era denominata «Zardinum Domini Patriarchae» e rimase proprietà patriarcale fino all’arrivo dei veneziani; se ne attesta l’uso collettivo per le pubbliche fiere nel 1486. Negli stessi anni, il luogotenente Tommaso Lippomano introdusse la fiera di Santa Lucia.

In epoca austro-francese venne creato l’impianto tuttora esistente. Nel 1808 l’incarico fu affidato all’ingegner Antonio Lerner che disegnò la struttura ad ellisse con otto viali di passeggio radiali, convergenti verso la piazzola con l’aiuola ottagonale alberata. Lo storico ‘laghetto’ fu trasformato in una vasca d’acqua circolare circondato dalla «boschetta con dei viali disposti a capriccio».

La piazza è stata ristrutturata nel primo decennio del XXI secolo con il rifacimento dei vialetti e del manto erboso.

 

Informazioni


Indirizzo: Piazza Primo Maggio, Udine

Superficie totale: 2,00 ha

Impianto planimetrico: formale con schema geometrico

Condizione giuridica: proprietà pubblica, Comune di Udine

Peculiarità scenografiche e compositive: peschiera, viale ellittico, viali

Specie botaniche di rilievo: platano, platano orientale

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Museo_Duomo_Cattedrale_Udine

Museo del Duomo

Cattedrale di Udine

Il museo, dedicato al Patriarca Bertrando di Saint-Geniès, costituisce una memoria significativa della storia, dell’arte e della fede cristiana della Chiesa madre di Aquileia. Tra gli ambienti del battistero e le trecentesche cappelle di San Nicolò e del Corpo di Cristo si trovano il sarcofago che conteneva le spoglie del beato Bertrando, dipinti ed affreschi del Tre e Quattrocento, tra cui il ciclo delle Storie di San Nicolò di Vitale da Bologna, oggetti di oreficeria e manufatti della devozione e del culto promosso a seguito della morte cruenta del Patriarca, assassinato da una congiura di feudatari.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Piazzetta Bertrando, Udine

Servizi: bookshop, visita giudata; accessibile ai disabili

Informazioni: www.cattedraleudine.it/museo

Orari di apertura: da lunedì a sabato 10.00-12.00 e 16.00-18.00; domenica e festivi 16.00-18.00

Ingresso: gratuito

Tel.: 0432 506830

Fax: 0432 505302

E-mail: museoduomoud@gmail.com

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