Palazzo_del_Lloyd_Triestino

Palazzo del Lloyd Triestino

Il palazzo fu realizzato tra il 1880 e il 1883 dall’architetto viennese Ernesto von Ferstel per la potente società di navigazione del Lloyd austriaco.

Nella severa facciata di ispirazione rinascimentale si aprono due nicchie che accolgono le due fontane con le statue di Teti e Venere, che rappresentano l’acqua dolce e l’acqua salsa, a ricordo della signoria sul mare lungo le rotte del Mediterraneo e dell’Estremo Oriente. Le sculture furono realizzate da Giuseppe Pokorny e Ugo Härdlt. A coronamento dell’edificio sono poste statue allegoriche e due Vittorie alate che reggono l’emblema della compagnia.

Al suo interno un grande scalone in pietra carsica conduce all’ampio salone del primo piano con soffitto dorato sul quale sono ritratti gli imperatori asburgici Francesco Giuseppe ed Elisabetta d’Austria, Sissi.

Le sale sono decorate con stucchi a motivi marini e ospitano quadri di pittori triestini: vi sono due quadri di Giuseppe Barison raffiguranti il Commercio e l’Industria, e, ancora, la Pancogola servolana di Edgardo Sambo, il bassorilievo di Giovanni Mayer, la Saturnia Tellus che si trovava sull’omonima nave. Nei corridoi si trovano i modellini delle navi che hanno solcato i mari per il Lloyd Austriaco.

Oggi il palazzo è sede della Giunta della Regione Friuli Venezia Giulia.

 

Informazioni


Dove: Piazza Unità d’Italia, Trieste

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Museo_Orologeria_Pesarina

Museo dell’Orologeria Pesarina

L’esposizione racconta la secolare storia della produzione orologiaia di Perariis, attività che rappresentò per la vallata e per la Carnia un fenomeno sociale ed economico: fin dal Seicento, infatti, nelle case del paese si producevano pregiati orologi a pendolo. Si tratta di un patrimonio storico e scientifico che vanta una gran varietà di esemplari, catalogati per fase tecnologica: dagli svegliarini monastici a quadrante mobile che segnavano soltanto l’ora agli antichi orologi domestici pesarini con meccanismo a ripetizione dell’ora; dagli orologi da torre settecenteschi a quelli delle stazioni ferroviarie degli inizi del Novecento.

Nel XVII secolo i primi orologi meccanici con suoneria oraria scandivano il lavoro nei campi dai portici delle case padronali, lasciando il passo, nel secolo successivo, ai grandi orologi pubblici, collocati sulle torri civiche e campanarie – celebri quelli della ditta dei fratelli Solari –, che continuano a svolgere il compito fondamentale di misuratori del tempo sociale.

Il XX secolo è segnato dall’invenzione degli orologi a palette – ideati da Remigio Solari attorno agli anni Quaranta – e dal famoso Cifra3, tuttora esposto al Museum of Modern Art di New York.

Il percorso prosegue lungo le vie del paese, dove si affacciano i 12 orologi monumentali.

Informazioni


Indirizzo: Frazione Pesariis 124, Prato Carnico

Servizi: visite guidate, laboratori didattici, audioguide, applicazioni mobile

Informazioni: www.pesariis.it – www.valpesarina.org/museo – www.prolocovalpesarina.it – www.carniamusei.org – Ufficio Turistico di Prato Carnico, Frazione Pieria 93/A – Tel./Fax: 0433 69420

Orari di apertura: tutti i giorni nei mesi estivi; in febbraio e marzo sabato e domenica 11.00-17.00; nei mesi invernali festivi e su richiesta

Visite: su prenotazione visite per gruppi e scolaresche telefonando al Municipio di Prato Carnico – Tel.: 0433 69034; prenotazione dei laboratori didattici per le scuole presso gli Uffici CarniaMusei – Tel.: 0433 487779; E-mail: carnia.musei@cmcarnia.regione.fvg.it

Ingresso: intero e visita guidata € 1,00; ridotto € 0,50; visita guidata al Museo e al percorso monumentale (gruppi di almeno 5 persone) € 2,00; ridotto € 1,00 (dai 7 ai 18 anni e titolari CartaGiovani); gratuito fino a 6 anni, scolaresche fino alla scuola secondaria di I grado, disabili

E-mail: anagrafe@com-prato-carnico.regione.fvg.it

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Giardino_del_Torso_Udine

Giardino del Torso

Il giardino sorge presso il complesso di Palazzo Antonini Mangilli del Torso, segnato da una serie di percorsi misiti, ortogonali e curvilinei, che circoscrivono le grandi aiuole alberate e i parterre nel settore antistante alla fabbrica nobiliare.

Il primitivo edificio (affacciato sull’odierna piazza Garibaldi) che risale all’ottavo decennio del XVI secolo, fu voluto da Daniele Antonini.

Nel 1746 la residenza fu acquistata dai Mangilli, che forse riformarono il complesso nel corso del secolo XVIII.

Tra la seconda metà del Settecento e il primo decennio dell’Ottocento sarebbe stata realizzata una struttura loggiata che impalcava l’intero bordo settentrionale del giardino, mentre è ancora visibile la loggetta centrale affrescata a ‘grottesche’ di epoca successiva.

Nel 1851 si registarno altri sostanziali interventi architettonici per mano di Andrea Scala.

Nel 1924 il palazzo divenne di proprietà dalla famiglia del Torso che lo donò al Comune di Udine. A partire dal 1970 il giardino è stato adibito a verde pubblico ed è stato oggetto di un recente restauro: si è voluta mettere in risalto la struttura formale esistente, esaltando i valori prospettici e la simmetria del giardino barocco. La grande vasca con piante acquatiche davanti alla loggia, è intesa a valorizzarne l’elegante prospetto.

Nello spazio compreso tra la loggia e il Palazzo del Torso c’è un rifugio antiaereo interrato, rinvenuto durante i lavori di sistemazione del Giardino del Torso, che è stato riaperto dal Comune di Udine in memoria delle vittime delle barbarie belliche.

 

Informazioni


Indirizzo: Via del Sale, Udine

Superficie totale: 0,30 ha

Impianto planimetrico: all’inglese con schema geometrico

Condizione giuridica: proprietà pubblica, Comune di Udine

Peculiarità scenografiche e compositive: aiuole, laghetti artificiali, parterre, statue, vialetti

Specie botaniche di rilievo: bagolaro, bosso nano, leccio, paulonia, abete rosso, tasso

Orari di apertura: dal 1° al 30 aprile 8.00-19.00; dal 1° maggio al 30 settembre 7.00-21.00; dal 1° al 31 ottobre 8.00-19.00; dal 1° novembre al 31 marzo 8.00-18.00

Servizi: parcheggio auto nei pressi

Come arrivare: in autobus con le linee 2, 4, 5, 6, 10 e 11, fermata “Via del Gelso 14″

Segnalazioni: Ufficio verde pubblico, via Nodari, 37 – Tel. +39 0432 520651

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Castello_Buja

Castello di Buja

Probabile sede di un’antica fortezza longobarda, la località chiamata Boga è documentata per la prima volta nel 792, quando Carlo Magno concedette la chiesetta castellana di San Lorenzo in Monte – posta entro la cinta dell’antico maniero – al Patriarca Paolino II. Il castello di Buia è, invece, citato nel diploma ottoniano del 983 che confermava al Patriarca il possesso del castello.

La giurisdizione del feudo venne affidata dai patriarchi a ministeriali di numerose casate: i Varmo, i Villalta, i d’Arcano, i Prampero e i Colloredo che si alternarono nel controllo della fortezza. Questi ultimi dovettero impegnarsi a restaurare il castello “perché diroccato per la sua antichità”.

I Conti di Gorizia nel corso del Trecento attaccarono più volte il maniero. Nel 1375 il Patriarca assegnò Buia ai Savorgnan, che detennero il possesso del castello fino alla caduta della Repubblica veneziana.

Attualmente sono visibili alcuni lacerti dell’antico fortilizio, sparsi fra il colle di San Sebastiano, San Lorenzo e il Monte di Zoc. Brani della struttura muraria sono siti nei pressi della pieve di San Lorenzo che utilizza come campanile una delle torri perimetrali del castello.

 

Informazioni


Indirizzo: località Monte,Buja

Stato di conservazione: ruderi

Come arrivare: sentiero

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Casa_Farfalle_Bordano

Casa delle Farfalle

La Casa delle Farfalle di Bordano è una struttura eco-museale che ospita oltre quattrocento specie di farfalle nelle grandi serre che riproducono gli habitat naturali dell’Africa tropicale, delle foreste pluviali asiatiche e del bacino del Rio delle Amazzoni. I terrari e gli acquari consentono di ammirare molte altre specie di piante esotiche e animali come camaleonti, pappagalli e tartarughe.

Il sentiero entomologico è un percorso guidato che mostra le oltre cento specie diurne e le cinquecentocinquanta specie notturne di farfalle che popolano il monte San Simeone. Da vedere anche le sezioni del Museo vivente del mimetismo, il percorso interattivo Profumi e una sezione dedicata al linguaggio dei colori.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Canada 5, Bordano UDINE

Servizi: visite guidate, bookshop, bar, laboratori didattici; accessibile ai disabili

Orari di apertura: Lun – Ven dalle 9 alle 18 / Sab – Dom – Festivi dalle 9 alle 19

Ingresso: intero € 8,00; ridotto (da 4 a 12 anni; oltre i 65 anni; gruppi con più di 15 persone)

Visite: visite guidatesu prenotazione€ 20,00 (per gruppi di 15-25 persone); guida gratuita per scolaresche, centri estivi, e gruppi diversamente abili (almeno 15 persone)

Telefono: +39 0432 1636175

Fax: +39 0432 030069

Informazioni: www.farfalledibordano.it

E-mail: info@farfalledibordano.it

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Borgo_Erto_Casso

Borgo di Erto e Casso

Situato al limite più occidentale del Friuli Venezia Giulia, il comune di Erto e Casso è immerso nella natura della splendida valle del Vajont, coronata dalle cime dolomitiche. I due paesi, sorti sulle opposte pendici della frana del Monte Toc, sono stati dichiarati Monumento nazionale per la loro spontanea e autentica architettura di montagna in pietra locale dal tipico colore rosato.

L’aspetto rurale è rimasto inalterato nel tempo, lasciando memoria delle vecchie usanze e lavorazioni artigianali. Pur essendo vicini i due paesi hanno un’origine differente e distinti dialetti e tradizioni. Sono però legati dal profondo segno che il disastro del Vajont ha lasciato su di essi.

Nelle strette vie ciottolate, tra le alte case in pietra, non si dimentica che un altro paese si sia sostituito al vecchio: lungo le strade sono visibili le fondamenta delle case distrutte dall’onda e la frana domina ancora severa vicino alla diga. La chiesa parrocchiale di San Bartolomeo, custodisce al suo interno un crocifisso ligneo di Andrea Brustolon.

I numerosi percorsi escursionistici nei dintorni e nella Val Zemola offrono la possibilità di visitare le vecchie malghe abbandonate e di ammirare i singolari corpi rocciosi dei Libri di san Daniele sul Monte Borgà. A Erto si trova una palestra di roccia naturale conosciuta a livello internazionale.

Ricca di fascino è l’antica rappresentazione della Passione che da secoli si svolge a Erto nel Venerdì Santo per tener fede a un voto. Il Comune ospita l’Ecomuseo Vajont e fa parte dei Borghi Autentici d’Italia.

 

Informazioni


Dove: Erto e Casso, provincia di Pordenone

Informazioni: www.comune.ertoecasso.pn.it

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Rosandra

Riserva Naturale della Val Rosandra

La riserva racchiude la vallata incisa dal torrente Rosandra (Glinščica) nell’altipiano carsico, in un territorio di transizione tra l’ecosistema alpino e il mare, per poi estendersi oltre il confine con la Slovenia nel territorio del Comune di Hrpelje-Kozina. Il versante nordorientale della valle, soleggiato, con le pareti verticali della forra alternate a macchie boschive, è caldo e mitigato; mentre l’opposto versante, in ombra ed esposto al vento, con grandi ghiaioni, è freddo e battuto dalla bora che qui si incanala verso la costa facendo prostrare i pini.

Nei tratti pianeggianti si trovano le lande e i gramineti, le fioriture sono accese, tra maggio e giugno nei toni viola della serratola moscata o gli abbondanti cespugli di scòtano che, in autunno, si colorano di tonalità calde giallo-aranciate e rosse.

Numerosi itinerari guidano gli escursionisti, i rocciatori e gli speleologi alla scoperta di siti di interesse archeologico (i Castellieri di Monte San Michele e del Monte Carso), e paleontologico (la Caverna degli orsi), i resti dell’acquedotto romano, i ruderi del castello di Moccò, la chiesetta di Santa Maria in Siaris (XVI secolo), i due mulini all’inizio della valle e il borgo storico di Bottazzo; ma anche le eminenze naturalistiche, la landa carsica sul monte Stena, le pinete di pino nero, i ruscelli e i punti panoramici da dove si gode di una straordinaria vista sul golfo di Trieste. Degni di nota sono anche la cascata alta 36 metri del fiume Rosandra, i resti dell’acquedotto romano e la ex-ferrovia, il cui tracciato è stato convertito in pista ciclopedonale.

Nelle varie stagioni si possono riconoscere le fioriture primaverili delle primule, insieme a ellebori, fragole vellutine, iris, viole ed emeri, sino alle tardo-estive centauree, con campanule piramidali, echinopi, santoregge e ciclamini.

Variegata anche la fauna – pur non essendo facile da intercettare – la valle è abitata da caprioli, camosci, cervi, lepri, scoiattoli, ghiri, volpi, sciacalli, linci ed ermellini. La grande quantità di grotte e cavità ipogee (Grotta dei pipistrelli, Grotta delle gallerie, Grotta del tasso, Fessura del vento) favorisce la diffusione di un gran numero di pipistrelli che sono stati scelti come simbolo della riserva.

Dal tumulo del Monte Cocusso, la vista spazia verso la costa istriana, la laguna di Grado e i rilievi più distanti. Nei pressi vi sono le due cavità più alte in quota nel Carso triestino (il Pozzo della miseria e il Pozzo della determinazione).

Nel percorso di ascesa al Monte Stena si trova l’ingresso della Grotta di San Lorenzo, sovrastata da un grosso ciliegio canino. Dal ciglione del Monte Stena è visibile la cascata, circondata da fioriture in accordo con le stagioni (giallo in primavera e rosa-violetto in autunno) e, in lontananza, quasi tutta Trieste.

Su uno sperone roccioso, subito oltre il confine di Stato, ci sono i ruderi del Tabor di Draga, un vecchio torrione eretto alla fine del XV secolo. Costeggiando il bosco di pino nero che copre la sommità del Monte Carso si può deviare a sinistra per raggiungere la Grotta delle antiche iscrizioni, mentre, proseguendo sul ciglione, tra le fioriture dell’iride celeste, del riccio di dama e della ginestra si fiancheggia la landa rupestre fino a raggiungere i ruderi dell’antico Vallo del castelliere, la cinta muraria del più esteso borgo fortificato della zona di Trieste nell’età del bronzo.

 

Informazioni


Ubicazione: Comune di san Dorligo della Valle-Občina Dolina

Estensione: 746 ettari

Informazioni: www.riservavalrosandra-glinscica.it – Comune di San Dorligo della Valle, Dolina 270 – Tel.: 040 8329237

Centro visite: Bagnoli della Rosandra-Boljunec 507, San Dorligo della Valle-Dolina

Servizi: centro visite, bar, punti ristoro, area pic-nic, parco giochi, palestra di roccia

Attivitá: escursioni guidate, trekking, mountain bike, alpinismo, equitazione, corsi di arrampicata

Tel./ fax: 040 8326435;

E-mail: centrovisite@riservavalrosandra-glinscica.it

 

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