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Borgo di Barazzetto

A Coseano, immerso nel verde della valle del Corno, si può riscoprire tra le vie del borgo di Barazzetto, il più antico paese del Comune e un esempio integro e autentico di borgo rurale friulano. Tutta la borgata è stata restaurata per preservarne i valori storici e artistici, nel rispetto dell’uso dei materiali originari: il contesto urbano e gli edifici d’abitazione sono stati oggetto di interventi di riqualificazione paesistica lungo via Maggiore.

 

Informazioni


Dove: Comune di Coseano, Provincia di Udine

Informazioni: www.comune.coseano.ud.it – Comune di Coseano, Largo Municipio 14 – tel.: +39 0432 861556; fax: +39 0432 861289; e-mail: segreteria@com-coseano.regione.fvg.it

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Civico Museo della Guerra per la Pace Diego de Henriquez

La collezione dello studioso triestino Diego de Henriquez (1909-1974) ­– un patrimonio documentale e materiale composto da circa 15.000 oggetti – è stato acquisito dal Comune di Trieste nel 1983 e dal 1999 ha trovato sede nella Caserma Duca delle Puglie. Raccoglie: 2800 armi, 24.000 fotografie, 287 diari, 12.000 libri, 2600 tra manifesti e volantini, 500 stampe, 470 carte geografiche e topografiche, 30 fondi archivistici, 290 documenti musicali, 150 quadri e un fondo di pellicole, 250 documenti cinematografici conservati all’Istituto Luce di Roma.

Due degli edifici della Caserma, recentemente restaurati, accolgono il percorso museale, la biblioteca, la fototeca e l’archivio; restaurati, inoltre, i mezzi e i pezzi di artiglieria: cannoni, veicoli, strumenti esposti nella sezione centrale dell’hangar.

L’attuale allestimento è incentrato sulla Grande Guerra nella ricorrenza del centenario. Le crude fotografie d’epoca si alternano ai testi esplicativi e alle tavole grafiche che riassumono “i numeri della guerra”. Oltre ai numerosi contributi filmati forniti dalla Cineteca del Friuli e dall’Istituto Luce, vi sono quelli del regista Alessandro Scillitani: Funerale della pace, Guerra di trincea e Caporetto.

Secondo il desiderio del suo ideatore, non vuole essere un museo della guerra tradizionalmente inteso, ma un museo della società del Novecento dove le guerre con i loro orrori siano bandite per sempre.

Nel primo hangar trova posto l’esposizione permanente dedicata alla storia della prima guerra mondiale, che si apre con il corteo funebre dell’erede al trono d’Austria-Ungheria Francesco Ferdinando, assassinato con la moglie a Sarajevo il 28 giugno 1914. Al piano superiore una sintetica cronologia racconta i cento anni di guerre del Novecento; quindi l’allestimento si focalizzata sulla storia di Trieste dal primo conflitto mondiale agli anni del fascismo fino al ritorno dell’Italia nel 1954. Nella sede di Via Revoltella altre sezioni presentano gli armamenti leggeri, le telecomunicazioni, le uniformi militari, stampe, dipinti e medaglie.

 

Informazioni


Indirizzo: Via Cumano 22, Trieste

Servizi: visite guidate, bookshop, fototeca, archivio documentale, biblioteca

Informazioni: www.museodiegodehenriquez.it

Orari di apertura: da metà ottobre a fine marzo da mercoledì a lunedì 10.00-17.00; da aprile a metà ottobre 10.00-19.00; chiuso il martedì tranne nei mesi di luglio e agosto; chiuso 25 dicembre, 1° gennaio, Pasqua, 25 aprile e 1° maggio

Ingresso: intero 6,00 €; ridotto 4,00 €

Visite: prenotazioni presso il Servizio Didattico – Tel.: 040 6754480; Fax: 040 6754727; E-mail: serviziodidattico@comune.trieste.it; www.serviziodidattico.it

Come arrivare: in autobus con la linea 18 (nei festivi sostituita dalla linea 5)

Tel.: 040 675 4699; 040 675 8377

E-mail: museodehenriquez@comune.trieste.it

 

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Biotopo delle Risorgive di Flambro

Situato alla destra del Cormor e adiacente al biotopo delle Risorgive di Virco, quello delle Risorgive di Flambro è un biotopo articolato e ben salvaguardato, compreso nel sito delle Risorgive dello Stella. Si tratta del più importante e vasto complesso di vegetazione umida d’acqua dolce della regione, garantito dalle risorgive – un reticolo di acque affioranti in superficie – nonché uno dei pochi lacerti naturali rimasti intatti in pianura.

Un percorso attrezzato permette di visitare l’area in un circuito ad anello che parte dal Mulino Braida. Lungo la corrente d’acqua limpida della Roggia dei Molini spiccano le fioriture bianche del crescione e le distese di piante acquatiche galleggianti. Si possono osservare i cladieti che circondano le olle ricche di acqua, le torbiere dominate dal giunco nero e i più rari i prati umidi colorati dalla gramigna azzurrognola. Poco oltre cresce qualche rado bosco di farnie, olmi e ontani neri alternato a radure e prati coltivati.

La flora vanta specie rare come l’armeria delle paludi che risalta con il suo rosa pastello contro i giunchi scuri, il giallo erucastro, il gladiolo palustre, l’eufrasia di Marchesetti, i viticcini estivi della famiglia delle orchidee e numerosi relitti glaciali fra cui la primula farinosa nei toni dei rosa e dei lilla, la parnassia, la genzianella, la carnivora rosolida, e, ancora, il giglio caprino e le iris azzurra e gialla. Nei pressi della Roggia Mezzal è possibile incontrare un esemplare di ramarro verde brillante con una macchia azzurra all’altezza della gola.

I cartelli lungo il tragitto descrivono specie vegetali e animali caratteristici della zona, fra cui la rana di Lataste – una delle specie più rare d’Europa e soggette ad estinzione – oppure i tritoni, l’ululone dal ventre giallo e la tartaruga di acqua dolce. Di interesse anche la presenza dell’airone rosso e il tarabusin; fra i rapaci vi sono, inoltre, l’albanella reale e il falco di palude.

 

Informazioni


Ubicazione: Comune di Talmassons

Estensione: 73 ettari

Informazioni: www.comune.talmassons.ud.it – Comune di Talmassons, via Tomadini 15 -tel.: 0432 766020; fax 0432 765235; e-mail: segreteria@com-talmassons.regione.fvg.it

Servizi: dalla località Molini Braida si sviluppa un breve percorso didattico

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Castello di Attimis

Il maniero Superiore (Pecollo), risalente al XII secolo, appartenne dapprima ai marchesi di Moosburg e successivamente fu assegnato dal Patriarca ai fedeli vassalli Arpone ed Enrico, capostipiti dei due rami degli Attems. Fra il 1250 ed il 1260 fu eretto il castello Inferiore (Castelnuovo). Alla fine del Quattrocento i due castelli furono abbandonati e crollarono durante il terremoto del 1511.

I resti del castello Superiore sono stati in buona parte restaurati: visibili la muraglia di cinta di perimetro ovale, la torre mastio pentagonale, le strutture della domus e il basamento di una torre ovest. A ricordare il castello Inferiore, rimangono i resti dell’antico torrione e i tracciati degli altri ambienti. Sul sentiero che porta al castello ci sono, inoltre, i resti di una casa di guardia.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Come arrivare: percorrendo un sentiero segnalato presso il museo del Comune che porta al Monte dei Castelli (20 minuti circa). Qui un bivio porta a sinistra alle rovine dell’Inferiore e a destra del Superiore.

Stato di conservazione: ruderi

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Torre_Moscarda_Paluzza

Torre Moscarda

Il “castrum Muscardum” sorse verso la metà del Duecento presso il passo di Monte Croce Carnico. Comprendeva due torri – poste sulle rive del fiume Bot, con funzione di difesa e dogana, sulla via Julia Augusta – e altre postazioni minori fino alle pendici del monte Paularo. Il toponimo della località – Enfretors – significa appunto “tra le due torri”.

Il sito durante il periodo longobardo e quello carolingio e patriarcale, nonchè sotto il dominio veneto, continuò ad avere una notevole rilevanza strategica e vi si apportarono continue migliorie. Sopravvive oggi una delle due torri eretta tra i secoli XIII e XIV e restaurata di recente; la torre della riva destra invece è stata distrutta nel 1840.

Soprattutto durante la prima guerra mondiale la morfologia del luogo fu modificata con la costruzione dei tanti fortini ancora ben visibili. La Torre Moscarda o Torate, dopo l’intervento di recupero architettonico è stata destinata a museo del territorio, all’interno del parco di Monte Coglians. Qui, seguendo i percorsi naturalistici segnalati, si potrà scoprire la flora locale passeggiando tra ponticelli in legno e camminamenti.

L’edificio consta di tre stanze: il piano terreno è adibito ad attività didattica e di catalogazione, la stanza al primo piano dal 1994 ospita una mostra naturalistica permanente mentre il secondo piano è utilizzato per mostre temporanee di artigianato locale.

 

Informazioni


Indirizzo: Località Casteons di Paluzza

Orari di apertura: su prenotazione presso IAT (Informazioni e Accoglienza Turistica) Paluzza – Tel.: 0433 775344

Informazioni: www.carniamusei.org; E-mail: carnia.musei@cmcarnia.regione.fvg.it

E-mail: info.paluzza@cmcarnia.regione.fvg.it

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Laghi_Mucille

Laghi delle Mucille

I tre laghi delle Mucille, che anticamente formavano un unico lago, oggi si trovano nella piana a oriente di Cave di Selz, nel Monfalconese, circondati da alture calcaree. Si sono formati sul fondo delle cave d’estrazione d’argilla negli anni Venti e Trenta del Novecento dando vita a un habitat palustre unico nel territorio. Durante i periodi eccezionalmente piovosi la zona umida e ristagnante della valle delle Mucille si allaga per l’innalzamento della falda.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Dove: Ronchi dei Legionari

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Castello_San_Giusto_Trieste

Castello di San Giusto

Il castello di San Giusto si erge sul colle che domina il golfo e l’entroterra di Trieste. Fin dalla prima metà del I millennio a. C., il sito ospitò un castelliere e un primitivo centro abitato il cui nome “Tergeste” era formato dall’unione di un vocabolo di radice indoeuropea che significa mercato e del suffisso veneto este, ovvero città. In età romana vennero innalzati sul sito il tempio dedicato alla triade capitolina, i cui resti dei monumentali propilei sono visibili sotto il campanile della cattedrale di San Giusto.

La rocca, sorta in epoca medievale ad opera dei veneziani, fu abbattuta nel XIV secolo per volere del Patriarca di Aquileia e riedificata da Federico II d’Asburgo nel 1470 come residenza del Capitano imperiale. Il castello fu ulteriormente fortificato durante la dominazione veneziana, agli inizi del Cinquecento e, nel 1630, dopo essere tornato in possesso della Casa d’Austria. Si aggiunsero così progressivamente i corpi di fabbrica che gli conferirono la caratteristica forma triangolare: il Bastione Rotondo o Veneto del 1508-1509; il Bastione Lalio o Hoyos, dalla forma poligonale, del 1553-1557; il triangolare Bastione Fiorito o Pomis, completato nel 1636.

I Capitani imperiali austriaci risiedettero nel Castello fino al 1750, quando vi vennero insediate una guarnigione militare ed una prigione. Il Castello non fu mai al centro rilevanti episodi bellici, garantendone così conservazione.

Nel 1930 l’intero comprensorio divenne proprietà del Comune e fu sottoposto ad un integrale intervento di restauro. I lavori, diretti dall’architetto Ferdinando Forlati, tesero a liberare l’intero complesso dalle sovrastrutture sette-ottocentesche e a recuperare l’originario aspetto medievale. L’intento fu quello di trasformare l’edificio in un centro di attività artistico-culturali e garantire una sede adeguata a due importanti sezioni dei Civici Musei di Storia ed Arte: il Civico Museo del Castello di San Giusto-Armeria, che fu installato nella Casa del Capitano ed il Lapidario Tergestino entro il Bastione Lalio. Il Piazzale delle Milizie venne trasformato in un vasto teatro all’aperto per la realizzazione di grandi eventi durante l’estate.

Superando il ponte levatoio ci si trova nell’ampio vestibolo d’ingresso, voltato a crociera, dove un’apertura ad arco acuto si apre sulla Casa del Capitano, nei cui ambienti trova posto la cappella tardogotica di San Giorgio, mentre la torre federiciana a forma di L, attorniata dal Bastione Rotondo, sovrasta l’edificio. In fondo al vestibolo si trovano due grandi automi batti-ore ottocenteschi, noti in città come Michez e Jachez, provenienti dall’orologio del palazzo municipale di piazza Unità.

Oltrepassando l’atrio della Casa del Capitano, si accede al vasto Cortile delle Milizie. Lungo il muraglione di fondo, coperto da volte che sostengono il camminamento di ronda, sono disposte alcune vere di pozzo e lapidi triestine databili tra il XVI e il XIX secolo. Sono qui ubicati l’ingresso al Lapidario Tergestino, l’adiacente Bottega del vino e il profondo pozzo-cisterna, nonchè quattro pezzi di artiglieria in ferro del secolo XVI che, secondo la tradizione, proverrebbero dal distrutto Castello di Moccò in Val Rosandra.

Dal piazzale si accede ai camminamenti di ronda allo scoperto, che corrono lungo il perimetro delle mura del Castello, dai cui spalti si può ammirare uno splendido panorama sulla città.

 

Informazioni


Indirizzo: Piazza della Cattedrale 3, Trieste

Tel.: 040 309362

Fax.: 040 6754065

E-mail: cmsa@comune.trieste.it

Orari di apertura: lunedì aperti solo gli spazi esterni 9.00-18.00; da martedì a domenica aperto il Museo e gli spazi esterni 10.00-18.00

Ingresso: 1 € solo Castello; 6 € ingresso intero al Castello, Lapidario Tergestino e Museo del Castello; 4 € ingresso ridotto

Visite guidate: rivolgersi al Servizio Didattico

Come arrivare: in autobus linea 24

Attività: il percorso lungo le mura di cinta offre una delle più belle viste panoramiche sulla città e sul golfo di Trieste.

Informazioni: www.triestecultura.it

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