Centro_studi_Pier_Paolo_Pasolini_Casarsa_Delizia

Centro studi Pier Paolo Pasolini

Nella sede di Casa Colussi – dove il poeta, scrittore e regista ha trascorso la sua infanzia – è ospitata una mostra permanente dei Manifesti politici del 1949 e dei dipinti e disegni a china realizzati negli anni trascorsi a Casarsa. Sono esposte, inoltre, una raccolta di immagini fotografiche di Pasolini e della famiglia e una sezione dedicata all’attività pedagogica e letteraria degli anni friulani. Periodicamente sono allestite mostre temporanee di artisti internazionali che si sono confrontati con l’opera di Pasolini.

Il centro consente di percorrere virtualmente un itineriario che riscopre il legame dell’autore con il paesaggio della campagna friulana tra file di gelsi e vigne, vecchi casolari e chiesette antiche.

Nel complesso sono consultabili un archivio e una biblioteca specializzata. Molto importante la raccolta di manoscritti del periodo friulano, tra cui figurano i Quaderni rossi del 1946-1947; ci sono anche le prime edizioni delle opere a stampa e il repertorio cinematografico completo oltre che le opere di critica.

Il Centro Studi di Casarsa, in accordo con gli altri istituti italiani in cui è conservato il patrimonio pasoliniano (quali il Fondo Pasolini della Cineteca di Bologna e l’Archivio Contemporaneo Alessandro Bonsanti del Gabinetto Vieusseux di Firenze) è impegnato nella realizzazione di un catalogo unificato di tutta l’opera di Pasolini.

 

Informazioni


Indirizzo: Via G. Pasolini 4, Casarsa della Delizia

Servizi: visite guidate su prenotazione, archivio documentale; accessibile ai disabili

Informazioni: www.centrostudipierpaolopasolinicasarsa.it

Orario di apertura: dallunedì al venerdì 15.00-18.30;sabato e domenica solo in occasione di mostre

Ingresso: gratuito

Tel.: 0434 870593

Fax: 0434 870593

E-mail: info@centrostudipierpaolopasolinicasarsa.it

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI PORDENONE

Villa_Correr_Dolfin_Porcia1

Villa Correr Dolfin

La villa veneta edificata dai Correr tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo sorge al limitare dell’abitato di Rorai Piccolo. I patrizi veneziani la cedettero poi ai Dolfin in seguito al matrimonio di Caterina Correr con il conte Carlo Dolfin nel 1848.

Nel 1640 i Correr acquistarono i diritti sul Brentella e lo trasformarono in canale per il trasporto della legna. Attraverso imponenti opere di derivazione delle acque le terre incolte furono sostituite da ricche macchie boschive e vi furono creati nuovi poderi. La villa è circondata da un vasto parco secolare in cui sgorgano delle polle sorgive che alimentano la peschiera, mentre il cortile d’onore è circondato da un muro di cinta in ciottoli e chiuso da un cancello di ferro battuto affiancato da massicce colonne quadrate a grosse bugne sormontate da sfere e coppe baccellate. Quest’ultimo è arricchito dalla presenza di numerose sculture di fattura vicentina, tra cui si riconoscono un guerriero con lo scudo dei Correr, Ercole e numerose divinità agresti e pagane.

L’ingresso è reso prezioso da una scalea sulla cui balaustra poggiano quattro statue. La lunetta del portale è chiusa da una grata in ferro battuto. Da qui si accede al grande salone dal quale si sale al piano superiore tramite l’imponente scalone con un portale centinato che reca un mascherone nella chiave dell’arco. Nelle sale coperte da soffitti alla sansovina troneggiano grandi camini in marmo rosato. Gli affreschi ricoprono interamente le pareti in un fastoso stile tardo-barocco influenzato dalle visioni prospettiche dei Bibiena: grandi festoni, solenni colonnati, drappi e ghirlande che inquadrano limpidi paesaggi, giardini e rovine. Una delle stanze è decorata da due finti sipari, strumenti musicali e libri aperti.

La barchessa, con un sobrio colonnato dorico e i caratteristici camini a forma di campana rovesciata, culmina a Sud con l’elegante e ricco prospetto della cappella gentilizia. Al suo interno spicca un altare settecentesco in marmi policromi sovrastato da due belle statue lignee che sono state attribuite ad Andrea Brustolon.

 

Informazioni


Indirizzo: Via Correr, Rorai Piccolo, Porcia

Informazioni: www.comune.porcia.pn.it - Comune di Porcia, Via De’ Pellegrini 4 – tel.: +39 0434 596911; fax: +39 0434 921610; e-mail: comune.porcia@certgov.fvg.it

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

Giardino_Parco_Villa_Toppo_Florio_Buttrio

Giardino del Parco di Villa di Toppo Florio

Il complesso della Villa di Toppo Florio con le sue residenze nobiliari e fattorie si estende su un colle affacciato alla piana di Buttrio. Il suo giardino archeologico e botanico, arricchito da numerosi reperti lapidei provenienti dall’antica Aquileia, è considerato fra i più importanti d’Italia. Il parco, inerpicato su un terreno in forte pendenza, copre un’area irregolare interrotta dalla scalea che accede al viale centrale, sviluppandosi attorno ai boschetti e al lago.

Il corpo più antico della villa, edificato dai Toppo, risale alla seconda metà del Settecento e fu usato come residenza di campagna.

L’impianto del parco, risalente alla seconda metà dell’Ottocento, si deve all’erudito e appassionato archeologo Francesco di Toppo, che lo concepì secondo il gusto romantico dell’epoca per il rovinismo e le piante esotiche.

Una notazione fortemente caratterizzante e pittoresca è data al luogo dall’inserimento nell’ambiente naturalistico di parte della ricca collezione archeologica della famiglia, con iscrizioni lapidee, fregi, bassorilievi e urne risalenti all’età romana provenienti dai siti di Aquileia; mentre, invece, all’epoca medievale sono riconducibili due vere da pozzo ed alcuni scudi araldici in pietra murati nell’ala ovest della facciata. Alcuni pezzi furono restituiti al museo acquileiese ma, recentemente, il numero dei reperti rimasti sembra essersi molto ridotto, ed è in corso una nuova catalogazione per evitare l’ulteriore dispersione di questo patrimonio.

La tenuta divenne di proprietà dei Florio tra gli ultimi decenni dell’Ottocento e i primi del Novecento, i quali attuarono consistenti rifacimenti sia nella parte edilizia che nel parco, che fu arricchito da manufatti in pietra artificiale.

Acquistata dallo Stato nel 1947, la villa fu adibita prima a collegio e quindi a scuola, e, pertanto, pesantemente trasformata: nel parco fu demolita una parte considerevole delle strutture arboree dell’area orientale per fare spazio ai campi sportivi. Il complesso è ora proprietà del Comune di Buttrio che ne ha curato il restauro e ha consentito l’apertura al pubblico del parco. La villa è diventata, inoltre, la sede di rappresentanza della “Fiera Regionale dei vini” e viene aperta in occasione di eventi e manifestazioni.

 

Informazioni


Indirizzo: Via Enrico Morpurgo, 2-4, Buttrio

Superficie totale: 4,00 ha

Impianto planimetrico: romantico con schema informale

Condizione giuridica: proprietà pubblica, Comune di Buttrio

Peculiarità scenografiche e compositive: aiuola, capriccio piramidale con urne funerarie, fontana, grotta, laghetto artificiale, scalea loggiata

Specie botaniche di rilievo: cipresso calvo, farnia, larice, leccio, palma giapponese, tasso, pino strobo

Apertura: tra febbraio e aprile mostre di arte contemporanea, 1° maggio Ville aperte (visite guidate gratuite), primo fine settimana di giugno Fiera regionale dei vini, 10 agosto Calici di stelle

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

Mummie_Venzone

Mummie di Venzone

Nella Cripta di San Michele, posta di fronte al Duomo, sono esposte cinque delle quasi quaranta mummie riesumate nel XIX secolo. Alcune furono donate al Gabinetto universitario di Padova, al Museo di Vienna e alla chiesa degli Invalidi di Parigi.

La prima mummia fu ritrovata nel 1647 in un sarcofago nel Duomo. La salma del “Gobbo” appartenne a un nobile della famiglia degli Scaligeri, vissuto a Venzone nel Trecento. Il curioso fenomeno è reso possibile da una muffa che priva i corpi dell’acqua trasformando la pelle in pergamena.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Cappella cimiteriale di San Michele, Piazzetta Duomo, Venzone

Informazioni: Ufficio Turistico di Venzone, via G. di Mels 5/4 – tel./fax: +39 0432 985034 oppure Pro Loco Venzone – www.prolocovenzone.it; e-mail: provenzone@libero.it

Orari di apertura: dal 1° aprile al 31 ottobre tutti i giorni 9.00-19.00; dal 1° novembre al 31 marzo aperta tutti i giorni 9.00-17.00

Ingresso: a gettone € 1,50 acquistabile presso bar e negozi del centro storico nelle vicinanze del Duomo e presso l’Ufficio Turistico della Pro Loco “Pro Venzone”; ingresso ridotto per gruppi € 1,20; scolaresche € 1,00 rivolgendosi all’Ufficio Turistico

Visite: su prenotazione visite guidate per gruppi e scolaresche

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

Alla_Costiera

Alla Costiera

Questa bella spiaggia gratuita, solitaria, stretta fra il mare e gli alberi le cui fronde quasi toccano l’acqua, si raggiunge dalla Strada Costiera, all’altezza della trattoria “Tenda rossa“: da qui parte una scaletta stretta in mezzo alla pineta che porta al mare.

Servizi ridotti al minimo, ma grandissima pace.

ALTRO IN ZONA
Museo_Joyce_Trieste

Museo Joyce

Il museo e centro di studi joyciani raccoglie e conserva materiali e documenti originali sul periodo trascorso da James Joyce a Trieste. Esso offre una fornita biblioteca comprendente le edizioni dello scrittore irlandese, strumenti critici e periodici inglesi di argomento joyciano, nonché strumenti multimediali utili ad approfondire la figura storica e la sua opera.

La città adriatica, che Joyce definiva la sua seconda patria, assume un ruolo essenziale per la comprensione della biografia dello scrittore irlandese: la vita errabonda e sregolata, gli incontri – l’intenso rapporto con Italo Svevo – e le fallimentari imprese commerciali, ma anche i capolavori di questo periodo Gente di Dublino, il Ritratto dell’artista da giovane e i primi tre capitoli dell’Ulisse. Al suo massimo romanzo è dedicato il Bloomsday, nella giornata del 16 giugno, data in cui si svolge l’intera narrazione.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: II piano, Via Madonna del Mare 13, Trieste

Servizi: visite guidate, bookshop

Informazioni: www.museojoycetrieste.it

Orari di apertura: dal lunedì al venerdì 9.00-13.00 e 15.00-19.00; sabato 9.00-13.00; domenica chiuso

Ingresso: libero

Tel.: 040 3593606 – 040 3593607

Fax: 040 6758194

E-mail: museojoyce@comune.trieste.it

Come arrivare: in autobus con la linea 24

×

 

ALTRO IN ZONA
Parco_S_Giovanni_Trieste

Parco di San Giovanni (Parco dell’ex Ospedale psichiatrico)

Il vasto parco con i suoi numerosi padiglioni occupa l’intera area della collina su cui si sviluppa. Presenta un reticolo viario alberato e costruzioni architettoniche risalenti all’epoca in cui ospitava il manicomio e nuovi inserimenti botanici ornamentali su impianti geometrici.

Nel 1891 il Comune di Trieste iniziò a ideare la costruzione di un complesso adibito a frenocomio ispirato alla tipologia open door, secondo il programma terapeutico che fu elaborato dai medici Canestrini e Seunig. Solo nel 1902 l’incarico venne affidato all’ingegnere goriziano Ludovico Braidotti che ideò una struttura a villaggio formata da vari padiglioni, ognuno dotato di servizi igienici, veranda e passeggio coperto, integrata da una colonia agricola.

L’area scelta all’inizio del Novecento a ridosso dei monti Calvo e Valerio – nel rione di Guardiella, a est della città – era un terreno ceduto dalla famiglia Cronnest. Il progetto fu completato nel 1908. Il complesso, che poteva ospitare 480 ricoverati, si componeva di circa quaranta edifici, inseriti in una sistemazione ambientale che voleva conciliare le necessità di sorveglianza con disposizioni libere e contemplative. Attorno agli edifici più importanti si predisposero rimboschimenti e piantagioni e aiuole fiorite che avrebbero occupato le ore di attività dei pazienti.

Nel 1971 la direzione fu affidata allo psichiatra Franco Basaglia, fautore di metodologie sperimentali per la cura delle malattie mentali. Il comprensorio, che fu chiuso nel 1977, venne aperto alla città: i padiglioni che non erano utilizzati dall’Azienda sanitaria diventarono sedi museali, universitarie e scolastiche.

In tale contesto si avviò un piano di rinnovo delle componenti botaniche, la sistemazione a giardino di vari settori e la creazione di roseti.

Il roseto in prossimità dell’ingresso superiore è stato progettato da Vladimir Vremec: si possono ammirare rose dedicate a personaggi famosi e altre interessanti, oltre che per la loro bellezza, perché ottenute in periodi storici importanti. Sono presenti molte varietà ottenute da ibridatori inglesi, tedeschi, francesi, olandesi e altri ma anche americane e giapponesi. Entrando dall’ingresso inferiore presso via San Cilino, il percorso si snoda attraverso sentieri, scale e viali alberati, tra prati e aiuole, in un susseguirsi di varietà di piante e rose antiche per giungere alla parte superiore, dove sono coltivate le rose moderne.

Attraverso il Viale delle Camelie si accede alle aree che ospitano le collezioni di rose antiche: nelle aiuole presso Villa Bottacin, dove dimorano anche le quercie più maestose del parco, sono presenti le rose delle classi ‘Alba’ ed ‘Ibridi perenni’. Nel terrazzamento superiore sono collocate le classi ‘Gallica’, ‘Centifolia’, ‘Damascena’ e ‘Centifolia Muscosa’. La scarpata più soleggiata, esposta a ovest, è ricoperta da iris di vario colore. A fianco dell’ex padiglione Gregoretti le aiuole parallele ospitano rose antiche delle classi ‘Chinensis’, ‘Tea’, ‘Ibridi perenni’, ‘Rugosa’, ‘Canina’ ed altre ancora.

Diversi ibridi di ‘Rugosa’ si incontrano lungo il muro del giardinetto dedicato ai cani, assieme a rose rampicanti – ‘Banksia’, ‘Gigantea’ e ‘Bracteata’ – che si inerpicano sugli archi metallici che accompagnano il vialetto. Al suo interno si trova una serie di varietà di rose ‘Portland’, una collezione di rose ‘Bourbon’ e nelle vicinanze dei grandi lecci, a ridosso delle coltivazioni orticole, una collezione di vecchie varietà di ‘Ibridi di Moschata’.

Sopra lo scalone monumentale sono state piantate graminacee ornamentali attorno a gruppi di rose a cespuglio e le scarpate nelle adiacenze del Teatro sono ricoperte da rose coprisuolo. In omaggio all’epoca della costruzione dell’ex Ospedale Psichiatrico è stata sistemata, nella grande area prativa tra via Weiss e via Bottacin, una collezione di rose del periodo Liberty e Art Noveau.

Nell’ampia area soleggiata a terrazze, sotto il Padiglione H, all’estremità nord-est del parco, si trova la parte più grande del roseto, dedicata alle rose moderne più note: Ibridi di Tea, rose a mazzetti, rose rampicanti inframmezzate a clematidi e a graminacee ornamentali, e, a ridosso del muro perimetrale in arenaria, cespugli di Cistus e Phlomis. Le scarpate sulla terrazza che funge da belvedere, ospitano singole varietà di rose coprisuolo inframmezzate da rosmarini striscianti.

 

Informazioni


Indirizzo: Via San Cilino, Trieste

Superficie totale: 18,33 ha

Impianto planimetrico: formale, con inserti informali ornamentali e viali

Condizione giuridica: proprietà pubblica, Provincia di Trieste

Peculiarità scenografiche e compositive: aiuole, giardino terrazzato, piazzale a esedra, scultura di Marco Cavallo, terrazza panoramica, viali

Specie botaniche di rilievo: farnia, circa 5.000 varietà di rose

Orari di apertura: sempre aperto

×

 

ALTRO IN ZONA