Ex_Caravella

Ex Caravella

La spiaggia denominata ex Caravella si trova nella zona della vecchia cava di Sistiana, sul lato destro della bellissima baia scendendo al porticciolo di Sistiana mare. Vi si accede dal parcheggio a pagamento. La spiaggia di piccoli ciottoli è adatta anche ai bambini: a loro disposizione c’è il Baby Park con i giochi e le piscine gonfiabili, animazione e giochi sulla sabbia, mentre per i ragazzi ci sono il calcio saponato, il beach volley, il beach soccer, tavoli da ping pong e giochi da tavolo. Per tutti gli ospiti il Parco della Caravella mette a disposizione cabine, lettini, sdraio e ombrelloni. Sono disponibili pure un centro diving, un bar/stuzzicheria e l’animazione, pomeridiana e notturna.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI TRIESTE

Raveo

Raveo

Raveo, uno dei borghi più piccoli della Carnia, si abbarbica con le sue imponenti case in pietra e i suoi cortili nascosti, sulle pendici del Col Gentile. In località di Pani si trovano diversi abitati rustici tipici della Carnia.
Il Santuario della Madonna del Monte Castellano è sorto lungo un antico percorso che portava ai luoghi della fienagione in Valdje, Luvieis e Pani, in un luogo di sosta privilegiato per la preghiera. La Chiesetta della Beata Vergine sorge nei pressi del piccolo convento del Monte Castellano, fondato dai frati francescani nel 1686.
A Raveo, durante la rassegna Sapori di Carnia, un mercato dei prodotti agroalimentari della Carnia che si tiene ogni seconda domenica di dicembre, si celebra una tradizione culinaria intrisa della cultura e della storia di questi luoghi: una pratica comune di queste zone è quella di utilizzare i frutti delle piante spontanee come l’olivello spinoso da cui si ricava lo sciroppo e la marmellata. Raveo è conosciuto anche per i suoi biscotti, le Esse di Raveo, confezionati secondo un’antica ricetta all’aroma di limone o marsala.

Le ricette e la documentazione riguardanti le tradizioni enogastronomiche non solo di Raveo ma di tutta la Carnia, sono conservate nella Biblioteca dei Sapori, un progetto che sta nascendo con il fine di preservare un patrimonio rappresentativo dell’eccellenza dell’identità locale.

 

Informazioni


Come arrivare: vi si arriva da Villa Santina oltrepassando il ponte sul torrente Degano, subito dopo il quale si incontra la frazione di Esemon di Sopra

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Magazzino_Venti_Progetto_Bora_Museum

Magazzino dei Venti. Progetto Bora Museum

Il Magazzino dei Venti, che vuole essere un laboratorio per la gestazione del Museo della Bora e del Vento di Trieste, ospita piccole esposizioni temporanee e un centro di documentazione sulle curiosità eoliche, sui venti vicini e lontani raccolti dal progetto Centoventi. Qui confluiscono l’Archivio del Museo della Bora, l’Archivio della famiglia Polli e l’Archivio dei Venti del Mondo che comprende una divertente collezione di venti.

Nell’area scientifica sono introdotti i venti e le loro caratteristiche, la sezione delle curiosità raccoglie gli articoli del “Piccolo” sulle raffiche di Bora più memorabili, i testi delle canzoni tipiche, gli oggetti realizzati per resistere alla veemenza del vento. Un settore è dedicato alla letteratura che è stata ispirata dalla Bora, come Il mio Carso di Scipio Slataper.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Servizi: visite guidate, archivio documentale

Indirizzo: Via Belpoggio 9, Trieste

Tel.: 040 307478

Informazioni: www.museobora.org

E-mail: museobora@iol.it

Orari di apertura: visite su prenotazione

Ingresso: gratuito

Come arrivare: a piedi dal Molo Audace percorrendo le Rive tenendo il mare alla propria destra per 900 m circa. Svoltare a sinistra in via Belpoggio e percorrerla per 150 m; in autobus dalla stazione FFSS con la linea 8 direzione Valmaura; da piazza Goldoni linea 9 direzione Largo Irneri

 

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ALTRO IN ZONA
Esposizione_Naturalistica_Preone_200_M_Anni

Esposizione Naturalistica Preone 200 Milioni di Anni

L’esposizione, ospitata nella sede di palazzo Lupieri, raccoglie i ritrovamenti paleontologici locali e li presenta in un percorso didattico che chiarisce l’evoluzione geologica e biologica delle Prealpi Carniche. Espositori e diorami illustrano gli ecosistemi del territorio con tipici esemplari della fauna, mentre, attraverso i rinvenimenti fossili, viene ripercorsa la paleontologia della zona a partire da 200 milioni di anni fa.

Un grande diorama ricostruisce l’ambiente della faggeta, popolata da alcuni mammiferi ed uccelli; il tema dei rapporti ecologici tra animali ed ambiente è affrontato dai pannelli che descrivono la distribuzione della vegetazione nelle varie fasce altitudinali, evidenziando la connessione tra ambiente fisico, clima e flora.

Un sentiero naturalistico conduce fino allo stavolo Lunas, attraverso pannelli didattici, alla scoperta delle caratteristiche geologiche, paleontologiche, faunistiche e vegetazionali del luogo.

L’Esposizione Naturalistica “Preone 200 milioni di anni” di Preone fa parte della rete museale CarniaMusei.
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni

Indirizzo: Palazzo Lupieri, Preone

Servizi: laboratori didattici; percorso naturalistico segnalato (60 minuti)

Informazioni: contattare gli uffici CarniaMusei. Comunità Montana della Carnia,

Via Carnia Libera 1944 29, Tolmezzo – Tel. 0433 487779; www.carniamusei.org;

E-mail: carnia.musei@cmcarnia.regione.fvg.it; oppure presso il Comune di Preone – Tel.: 0433 749027; Fax: 0433 749100; www.preone.org; www.comune.preone.ud.gov.it

E-mail: carnia.musei@cmcarnia.regione.fvg.it; anagrafe@com-preone.regione.fvg.it

Orari di apertura: sabato 15.00-17.00; domenica:10.00-12.00; luglio e agosto dal lunedì al sabato 15.00-18.00, domenica10.00-12.00 e 15.00-18.00; chiuso il giovedì

Ingresso: gratuito

 

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Castello_Strassoldo_Sotto

Castello di Strassoldo di Sotto

Fu costruito intorno al Mille, assieme al castello di Sopra, a difesa della strada che da Aquileia conduceva in Carinzia. Il castello Inferiore si sviluppò intorno a una massiccia torre, cui venne addossata la “Domus Magna”, difesa dalla cinta merlata munita di un portale cuspidato – “Pusterla” – della fine del Cinquecento. Nel Duecento, ad ovest del fiume Imburino, sorse il borgo nuovo, difeso a sua volta da un giro di mura in cui si aprivano due Torri portaie, delle quali sopravvive ancora la “Porta Cisis”.

Il castello fu più volte distrutto: nel 1381 dalle milizie del Patriarca Filippo d’Alençon e nel 1509 e nel 1513 dalle armate dell’Imperatore Massimiliano. Nella prima metà del Settecento fu oggetto di un importante ciclo di restauri.

La famiglia, di origine germanica, in Friuli ebbe residenza nel castello di Lavariano – antica “fara” longobarda – il cui territorio scendeva fino all’Ausa.

Furono investiti dall’imperatore come feudali liberi prima del 1077. Sedettero sia nel Parlamento della Patria del Friuli che nella Dieta degli Stati Provinciali di Gorizia ed ebbero giurisdizioni e possedimenti in Friuli, Carinzia e Carniola. Gli Strassoldo – articolati nei rami Strassoldo Graffemberg, Soffumbergo, Villanova e Chiasottis – nel 1641 ricevettero il titolo di conti del Sacro Romano Impero.

Nel settecentesco parco si possono ammirare essenze rare ed antiche, due bellissime peschiere e numerose statue. Pregevole anche la vicina Chiesetta di Santa Maria in Vineis con un ciclo affrescato del Trecento.

 

Informazioni


Indirizzo: Via dei Castelli 21, Località Strassoldo, Cervignano del Friuli

Servizi: visite guidate; bed & breakfast

Informazioni: www.castellodistrassoldo.it; www.consorziocastelli.it

Contatti: Elisabetta Strassoldo-Graffenberg – Tel.: 0431 93095; E-mail: info@castellodistrassoldo.it

Visite: i biglietti per le visite guidate si acquistano alla Pro Loco in via dei Castelli, 3, Strassoldo

Ingresso: Interi € 8,00 (1 castello) – € 14,00 (2 castelli); gratuito fino a 5 anni; dai 6 ai 12 anni: € 4,00 (1 castello) – € 6,00 (2 castelli)

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Castello_Trussio_Dolegna_Collio

Castello di Trussio

Il maniero – costruito a mezza costa del monte Ruttars – viene per la prima volta menzionato nel 1257, quando fu incendiato e distrutto dal conte Mainardo di Gorizia nel corso della contesa con il patriarca Gregorio da Montelongo. I suoi proprietari, i Signori di Fratta, furono costretti ad abbandonarlo e a fuggire, ma, rientrati in possesso del feudo, lo ricostruirono. Nel 1279 passò in mano ai signori di Spilimbergo e nel 1365, durante l’invasione del Friuli ad opera di Rodolfo IV d’Austria, fu preso d’assedio e conquistato dagli udinesi.

Il castello fu ancora al centro di aspre lotte, distrutto per mano degli ungheresi nel 1431 e poi, nuovamente nel 1511 durante le guerre tra Venezia e l’Impero. Dell’antico castelliere, in seguito riedificato, rimasero le mura e i torrioni. Gli Spilimbergo esercitarono la Signoria su Trussio fino al 1869, quindi il castello rimase abbandonato e utilizzato come riserva di caccia finchè venne restaurato e trasformato in ristorante (“L’Aquila d’oro”).

La zona di Dolegna del Collio è assai rinomata per la produzione del vino e riconosciuta, fin dal 1968, con la Denominazione d’origine controllata.

 

Informazioni


Indirizzo: Via Ruttars 11, Dolegna del Collio

Servizi: ristorante

Tel.: 0481 61255

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Parco_Castello_de_Valentinis_Tricesimo

Parco Castello de Valentinis

Il parco del Castello de Valentinis è situato sulla sommità di un colle, che domina la piana a nord dell’abitato di Tricesimo. Il giardino interno è cinto da alte mura turrite, mentre il parco circostante digrada nei boschi lungo il pendio della collina.

Il castello medioevale di Prampero appartenne all’omonima famiglia sino alla prima metà del XVI secolo, poi passò alla famiglia di Montegnacco, che lo convertì in residenza di campagna, finchè, nel 1627, fu acquistato dai Valentinis. Si devono a Nicolò Valentinis i numerosi interventi di riedificazione che, a partire dal 1647, ridiedero lustro all’ormai pericolante castello.

In seguito, il sito fu nuovamnente lasciato in abbandono sino a quando, verso la fine del XIX secolo, Umberto Valentinis, pittore e restauratore, promosse il recupero dell’aspetto medievale del castello con il rifacimento della cinta muraria e lo arricchì con opere d’arte ed arredi.

Il complesso con l’annessa chiesetta affrescata da Pomponio Amalteo nel 1948 divenne proprietà della Diocesi che lo trasformò in santuario col nome di Castello della Madonna Missionaria.

Nel 1952 la struttura subì numerosi rifacimenti – di cui fu incaricato l’architetto Pietro Zanini – per essere adattata alla nuova destinazione d’uso; tuttavia, in seguito ai danni causati dal terremoto del 1976, su impulso della Soprintendenza, il maniero fu restaurato secondo le linee architettoniche originarie.

 

Informazioni


Indirizzo: Via del Castello 28, Tricesimo

Superficie totale: 1,90 ha

Impianto planimetrico: informale romantico (giardino) e prato boscato (collina)

Condizione giuridica: proprietà ecclesiastica

Peculiarità scenografiche e compositive: aiuole, chiesetta, galleria, ponte, pozzo, viali

Specie botaniche di rilievo: abete, aucuba, bagolaro, bosso, carpino bianco, cedro dell’Himalaya, cipresso, lagestroemia, lauroceraso, magnolia, nespolo, olmo, ortensia, tasso, tiglio

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