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Il borgo di Illegio

Illegio è un borgo montano incastonato tra i monti della Carnia, sulle pendici occidentali del monte Strabût, non lontano da Tolmezzo, immerso tra boschi e pascoli. Il paesaggio della conca a Ovest è interrotto dalla scarpata scavata nei calcari dolomitici dal rio Frondizzon. Questo antico borgo (che è forse identificabile con l’inespugnabile e mitica fortezza di Ibligo ricordata da Paolo Diacono a proposito dell’ultima resistenza dei Longobardi) è noto anche come il Paese degli Archi per le numerose case con porte e portali voltati.

La pieve di San Floriano, risalente al IX secolo, conserva sculture lignee del tardo Quattrocento e del primo Seicento, un altare in pietra dipinta di Carlo da Carona (1511) e un ciclo di affreschi di Giulio Urbanis (1604).

Nel paese la chiesa della Conversione di San Paolo fu realizzata nel primo Settecento dall’architetto tolmezzino Domenico Schiavi e dalla sua operosa famiglia di capomastri e operai.

Recenti scavi archeologici hanno portato alla luce il sito paleocristiano di San Paolo, la più antica chiesa rurale d’Italia (fine IV secolo), una fortificazione longobarda, i resti della piccola chiesa di età carolingia dei Signori de Legio e i resti delle dimore medioevali dei castellani.

Il percorso dei mulini conduce al seicentesco Mulin dal Flec, ancora in funzione; da vedere anche il forno seicentesco e la latteria del paese, unica del genere rimasta attiva in Carnia.

I sentieri che partono da Illegio permettono di raggiungere la vetta del monte Amariana, percorrendo un sentiero regolarmente segnalato, oppure la Pieve di San Floriano che si trova su un alto sperone di roccia raggiungibile con un breve sentiero panoramico.

Da Illegio si può arrivare alle località in quota di Pra di Lunge, Palasecca e al rifugio Monte Sernio. A Illegio sgorga la sorgente “Tòuf ” che fuoriesce dalle rocce di tufo.

Gli illegiani cantano ancora oggi, durante i riti liturgici, i Vespri solenni in canto “patriarchino” nel pomeriggio della domenica del Corpus Domini, ma anche nelle principali solennità dell’anno. La prima domenica di ottobre il Vespro viene cantato alla Pieve di San Floriano.

 

Informazioni


Dove: Tolmezzo, provincia di Udine

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Antiquarium_Motta_Mostra_del_Fossile_Povoletto

Antiquarium della Motta e Mostra del Fossile

All’interno della splendida villa Pitotti di Povoletto sono ospitate la Collezione archeologica medievale del Castello della Motta di Savorgnano e la Collezione Paleontologica Territoriale.

Nella sezione dell’Antiquarium sono documentate le numerose campagne di scavo archeologiche avviate dal 1997 nel castello di Savorgnano del Torre. I reperti evidenziano le fasi di vita dell’insediamento fortificato appartenuto alla famiglia feudale dei Savorgnan e offrono uno spaccato della quotidianità dei Signori del Castello fra il VII e il XV secolo.

Al piano terra inizia il percorso di visita con una panoranica sulla “terra dei nove castelli”: da Cividale del Friuli a Nimis fino a Povoletto. Un grande cavallo a dimensione reale svetta in una delle sale con un cavaliere in armatura. Nella sezione della Mostra del fossile sono raccolti reperti provenienti prevalentemente dalle Alpi Carniche e dalle Prealpi Giulie. La storia geologica del Friuli Venezia Giulia è ripercorsa attraverso esemplari esposti nelle bacheche e la spiegazione del processo di fossilizzazione.

Nella sezione paleontologica risalta lo scheletro dell’ursus speleaus, un esemplare di orso oggi estinto che è stato rinvenuto in una grotta nei dintorni di Forame di Attimis. La sezione si compone di oggetti e testimonianze raccolte in parte dal compianto Romano Binutti, appassionato e collezionista di Attimis.

L’Antiquarium della Motta e la Mostra del Fossile sono coordinati con il Museo Archeologico Medioevale di Attimis.

 

Informazioni


Indirizzo: Villa Pitotti, Via Roma 40, Povoletto

Orari di apertura: domenica 10.00-13.00 e 14.00-19.00; l’Antiquarium riaprirà al pubblico la prima domenica di marzo, è comunque possibile effettuare visite guidate su prenotazione

Servizi: laboratori e percorsi didattici

Visite: visite guidate su prenotazione – Tel.: 339 6361336

Ingresso: intero € 3,00; ridotto € 2,00 (dai 6 ai 14 anni e oltre i 65 anni); gratuito fino a 6 anni e disabili

E-mail: info@antiquariumpovoletto.it

Informazioni: www.antiquariumpovoletto.it

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Villa romana Ronchi dei Legionari

Il complesso archeologico venne alla luce nel 1987 durante dei lavori di scavo per l’acquedotto. Si tratta di una villa rustica romana, costruita e ristrutturata fra la metà del I secolo a.C. e il III secolo d. C., poi distrutta da un incendio. La villa, di circa 600 metri quadrati, è stata scavata solo in parte perché si estende anche all’interno del perimetro dell’aeroporto.

L’ampio edificio ha una parte dedicata agli ambienti produttivi, che si trovano a un livello più basso rispetto alla residenza del proprietario. L’area residenziale è pavimentata con mosaici sia policromi sia a motivi geometrici bianchi e neri con tarsie di marmo; in una stanza è stato portato alla luce il pavimento rialzato che serviva a far circolare l’aria calda per riscaldare gli ambienti.

La cosiddetta pars urbana aveva sale di rappresentanza che si affacciavano su un portico colonnato e su un cortile interno, il quale faceva da collegamento con la parte rustica, dedicata alle attività produttive della villa, probabilmente agricole. Le stanze di questo settore sono più semplici e più piccole e si affacciano sul cortile interno.

Una passerella permette di attraversare le aree scavate e di ammirare i mosaici restaurati dei tre ambienti più belli, mentre alcuni pannelli didattici permettono di approfondire le peculiarità della villa. Un piccolo antiquarium, allestito nel fienile di una residenza padronale del Settecento, ospita alcuni reperti scoperti durante gli scavi.

Informazioni


Dove: il sito archeologico si trova in via Raparoni, a Ronchi dei Legionari (GO), e può essere visitato facendo richiesta alla Biblioteca Comunale “Sandro Pertini”, via Androna Palmada, 1 – tel. +39 0481 477205 (Comune Ronchi dei Legionari- Servizio Cultura).

Orari di apertura: su richiesta – Ingresso gratuito

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Azienda agricola Zidaric Dario

L’azienda agricola Zidaric è ubicata sull’altipiano carsico, territorio estremamente ostile per l’attività zootecnica perché povero di terra e di acqua, ma ricco di freddo e bora d’inverno e caldo siccitoso d’estate. Queste condizioni non permettono di lavorare i terreni (non esiste, infatti, agricoltura intensiva) pertanto i foraggi vengono raccolti su prati polifiti permanenti (centenari) su una vasta area del territorio. Il fieno ha la particolarità di essere fine come quello di montagna, ma molto più ricco di essenze botaniche perché il clima continentale d’inverno e mediterraneo d’estate ne favorisce lo sviluppo. È questa dunque la base dell’alimentazione giornaliera della mandria.

Da anni l’azienda ha scelto la strada della produzione di formaggi per valorizzare in questo modo i frutti del territorio. Per preservarne tutte le caratteristiche organolettiche, il latte viene lavorato a crudo, dunque non pastorizzato, e il fermento viene preparato di volta in volta con lo stesso latte. Non solo, ad alcuni formaggi vengono aggiunti elementi di territorialità unici, come ad esempio le erbe carsiche e il polline di millefiori del Carso.

 

I formaggi

Ricotta (fresca e affumicata), Caciotta bianca (15 giorni circa di stagionatura); Koromac (caciottine con fiori di finocchio selvatico, 15 giorni circa di stagionatura); Zepek (caciottine con la Santoreggia, tipica erba del Carso, 15 giorni circa di stagionatura); Tabor (stagionatura di 3, 6, 12 e 24 mesi); Jamar (formaggio stagionato in grotta, 6 mesi di stagionatura); Mlet (formaggi di varie stagionature tritati e impastati con il pepe; un mese di stagionatura);Yogurt bianco.

 

Informazioni


Informazioni

Indirizzo: Prepotto, 36 – 34011 Aurisina (TS)

Numeri utili: tel: +39 040 201178 / cell. +39 392 5594992

E-mail: zidaric@tiscali.it

Orari di apertura: lunedì, mercoledì e venerdì 9-13 e 15-17; sabato 9-13

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Castello_Artegna

Castello di Artegna

Il castello sorge nel cuore del centro storico di Artegna, sulle pendici del colle di San Martino. In origine esisteva un secondo castello – detto Superiore – in cima al colle, che pare sorgesse su un insediamento romano posto a controllo della Via Iulia Augusta e che funse da riparo per gli Arimanni forogiuliesi durante l’incursione degli Avari nel 610. Quest’ultimo fu distrutto nei 1381 dai gemonesi, mentre il castello Inferiore, a partire dalla metà del XIII secolo, divenne stabile dimora dei Signori di Artegna. Accanto al non più esistente castello Superiore, nel 1005, fu edificata la chiesetta di San Martino, si dice, sulle rovine di un tempio longobardo.

Il castello fu spesso teatro di scontri tra i patriarchi e gli Artegna, fu distrutto e riedificato a cavallo tra il XIV e il XV secolo, passò in mano a svariati feudatari fino a che pervenne ai conti Bonati Savorgnan d’Osoppo che ne detennero il possesso fino al XVIII secolo.

Parzialmente ricostruito dopo il terremoto del 1976, l’edificio, anche detto Castello Savorgnan o “Castelletto”, è stato oggetto di un recente intervento di recupero, al termine del quale è stato riaperto al pubblico: ristrutturato e riarredato, nei suoi interni sono stati ricavati un luogo di ristoro e spazi espositivi.

 

Informazioni


Indirizzo: Colle di San Martino, Artegna

Orari di apertura:festivi

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Laghi_Fusine

Laghi di Fusine

I Laghi di Fusine, di origine glaciale, sono racchiusi all’interno di un’affascinante conca dominata dalla mole del monte Mangart e circondati da un fitto bosco di abete rosso. Situati al confine fra le Alpi Carniche e le Alpi Giulie, presso Tarvisio, sono formati da due laghi, il Lago Superiore e quello Inferiore, alimentato dal primo per via sotterranea; vicino al Lago Inferiore si trovano anche altri due minuscoli specchi d’acqua, i cosiddetti Laghi Piccoli.

La valle in cui sono inseriti, che corre parallela al confine italo-sloveno, nel 1971 è diventata area protetta, con il nome di Parco naturale dei Laghi di Fusine.

I due laghi sono forse tra i più belli specchi d’acqua della regione e la conca è uno dei luoghi di maggior valore naturalistico dell’intero arco alpino. Le foreste rigogliose e le imponenti montagne contribuiscono allo straordinario incanto del luogo. Nei boschi vivono cervi, camosci, caprioli e i rarissimi gallo cedrone, gallo forcello, francolino di monte e pernice bianca.

In inverno, la zona dei laghi di Fusine è uno dei posti più freddi di tutta la regione, e spesso vi si registrano le temperature minime d’Italia, a causa del sottosuolo carsico e della scarsa illuminazione invernale, tanto che i laghi sono normalmente ghiacciati da inizio dicembre fino a marzo.

 

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Sentiero-Bordaglia

Sentiero del Lago di Bordaglia

Il lago di Bordaglia, posto sul fondo di una conca di origine glaciale tra i pascoli sottostanti il versante del monte Volàia, è sito all’interno dell’Oasi di Bordaglia, la più vasta oasi di rifugio faunistico del Friuli Venezia Giulia.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Traversata carnica
Dislivello in metri: 900
Difficoltà: T/E
Tempi di percorrenza in ore: 6

INFO: Turismo FVG Forni Avoltri
Tel. +39 0433 72202
Email info.forniavoltri@turismo.fvg.it

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Partenza da Pierabech di Forni Avoltri e imboccare il sentiero Cai nr. 140

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Superare il torrente rio Bordaglia, sempre ricco d’acqua, e raggiungere il piazzale di una cava di marmo fior di pesco

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Risalire lungo il sentiero Cai nr. 140 la riva destra dell’alto corso del torrente Degano. Si raggiunge così la stretta di Fleons, una forra scavata dal torrente dopo un’impetuosa cascata. Sulle pareti del lato destro è possibile scorgere postazioni difensive utilizzate durante la prima guerra mondiale

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Superata la stretta di Fleons, imboccare il sentiero Cai nr. 142. Il sentiero è un breve tratto della Traversata Carnica e costeggia il Rio di Sissanis attraversando l’omonima casera sale a casera Bordaglia di Sopra nelle cui vicinanze si può ammirare il lago Bordaglia

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Dalla casera Bordaglia proseguire il cammino in discesa lungo il sentiero nr. 142 fino a Casera Bordaglia di Sotto; da qui ricongiungersi al sentiero nr. 141 che fiancheggia il Rio Bordaglia ritornando in direzione Pierabech

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