Lago_Cornino

Lago di Cornino

Situato nella Riserva naturale Lago di Cornino, nel territorio di Forgaria nel Friuli, questo piccolo lago alpino lungo solo 140 m e profondo 8 m, è caratterizzato da acque di un bellissimo colore verde-azzurro.

Formatosi circa 10.000 anni fa durante il ritiro dei ghiacci, è un lago senza emissari né immissari, ma il continuo ricambio idrico delle falde sotterranee permette di mantenere la temperatura dell’acqua costante nell’intero arco dell’anno (8° C), oltre a una caratteristica limpidezza delle acque. Questa bassa temperatura però, insieme alla scarsità di nutrienti presenti, fa sì che le acque del lago siano poco popolate, anche se c’è una presenza di gamberi di fiume.

All’interno della Riserva naturale del Lago di Cornino vi sono numerosi percorsi di trekking; l’ambiente è ideale per l’osservazione dei rapaci, tra cui i grifoni
 
 
 
 
 
 
 
 

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FociSella

Riserva Naturale Foci dello Stella

Si tratta di un ambiente di notevole interesse naturalistico che interessa il delta del fiume Stella e la fascia di Laguna circostante, nonché l’oasi avifaunistica di Marano Lagunare. Il fiume, che scorre lento e sinuoso tra le ali di cannuccia palustre, origina un suggestivo paesaggio coperto di un rigoglioso tappeto di piante acquatiche, ricamato da una intricata rete acquifera che si abbandona alla deriva nella laguna.

Il canneto, oggi alquanto raro e prezioso, si estende presso le foci dello Stella, dando rifugio nel suo delicato ecosistema palustre a numerosi uccelli, che nidificano e sostano durante le migrazioni secondo il ritmo delle stagioni. Si possono osservare, fra gli altri, falchi di palude, cigni reali, aironi rossi, cinerini e bianchi. Nella foce si incontra un pittoresco villaggio di pescatori con i caratteristici casoni di canna e legno, cui si attracca tramite un pontile in legno.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Ubicazione: Comune di Marano Lagunare

Estensione: 1.377 ettari

Informazioni: www.maranoinforma.it

Centro Visite: riserve naturali Valle Canal Nuovo e Foci dello Stella, via delle Valli 2, Marano Lagunare – tel.: 0431 67551; e-mail: centrovisite@maranolagunare.com

Orari di apertura: aperto tutto l’anno da martedì a domenica durante i mesi invernali 9.00-17.00, nei mesi estivi 9.00-18.00

Servizi: centro visite, bar, punti ristoro, aree pic-nic, parco giochi; servizio motonave

Attività: escursioni guidate, birdwatching

Visite: la riserva è accessibile solo via acqua, la visita si svolge necessariamente in barca; le escursioni con la motonave sono programmate per i gruppi dal 1° ottobre al 15 maggio dal lunedì al giovedì

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Rocca_Monfalcone

Rocca di Monfalcone

Già sede di un castelliere, poi vedetta romana a guardia della Via Gemina che da Aquileia portava a Trieste, il sito fu sede di un fortilizio edificato durante il regno di Teodorico, re degli Ostrogoti.

Secondo l’Asquini il nome originario della Rocca era “Verruca Montis Falconis” cioè sommità del monte Falcone, e fu in seguito abbreviato in ‘rocca’ di Monfalcone. Nel 967 divenne un presidio del Patriarcato d’Aquileia che lo ricevette da Ottone I.

Il maniero – un mastio a pianta quadrata circondato dalla cinta muraria circolare – fu a lungo conteso tra la Serenissima e i Conti di Gorizia. Nel 1420 il territorio fu conquistato dalla Repubblica e la rocca divenne un baluardo strategico per la difesa dello stato di terra veneto tanto da meritarsi l’appellativo di “occhio della Patria del Friuli”.

Nel XVI secolo, con la costruzione della fortezza di Palmanova, perse la sua funzione difensiva. Abbandonata per lunghissimo tempo in seguito all’invasione napoleonica, subì danni ingenti durante il primo conflitto mondiale. Tra il 1950 e il 1955 fu restaurata dalla Soprintendenza ai Monumenti e dal 1970 è sede del Museo Speleo-Paleontologico, nel quale sono esposti oltre diecimila reperti di carattere storico-scientifico.

 

Informazioni


Indirizzo: Via E. Valentinis 134 – Salita alla Rocca, Monfalcone

Orari di apertura: nei giorni festividal 1° ottobre al 14 maggio 10.00-12.00 e 14.00-17.00; dal 15 maggio al 30 settembre 9.00-13.00

Informazioni: Museo Paleontologico Cittadino della Rocca di Monfalcone – www.museomonfalcone.it

Ingresso: libero

Tel.: 0481 40014

E-mail: info@museomonfalcone.it

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Grotta del Mitreo

Ai piedi del Monte Hermada si apre una piccola grotta carsica in cui fra il II e il V secolo d. C. si praticava il culto del dio Mitra, diffuso nel mondo romano dalla fine del I secolo d. C. sino all’avvento del Cristianesimo. Vicino alla grotta ci sono le risorgive del fiume Timavo, dove in epoca romana si veneravano il corso d’acqua divinizzato, Diomede e Saturno.

La grotta, ostruita da una notevole quantità di pietrame, venne scoperta nel 1963 e lo scavo portò alla luce numerosi resti tardoromani, tra i quali due rilievi in calcare con la figura di un giovane che sacrifica un toro al dio Sole, un pilastrino con un’iscrizione incompleta, frammenti di bassorilievo, resti di vasellame, moltissime lucernette e monete (offerte votive) e un blocco di pietra squadrato, probabilmente l’ara su cui si svolgevano i sacrifici. Tutto il materiale archeologico fu portato nel Museo di Aquileia. Grazie agli oggetti ritrovati si stabilì che la grotta era stata un tempietto dedicato al dio Mitra.

Al di sotto dello strato romano si è trovato qualche resto ceramico dell’età dei castellieri.

Al centro della grotta ci sono due banconi paralleli dove sedevano i partecipanti ai rituali; in mezzo c’è il blocco di calcare squadrato. Sulla parete in fondo alla grotta si trova il calco di una lapide sostenuto da colonnine che raffigura il dio Mitra mentre sacrifica il toro con la seguente scritta: “All’invitto dio Mitra Aulo Tullio Paumniano offre per la sua salute e per quella dei suoi fratelli“.

Il Mitraismo era un’antica religione ellenistica, che divenne molto popolare tra i soldati romani. Il culto era celebrato in luoghi sotterranei, spesso vicino a porti e sedi di guarnigioni. Il Mitraismo scomparve dopo il IV secolo quando, con l’avvento del cristianesimo, i culti pagani vennero vietati ed anche questo tempio fu abbandonato e probabilmente devastato. Questo Mitreo è uno dei più antichi dell’Occidente e uno dei pochi collocati in una cavità naturale, se non l’unico al mondo.

 

Come ci si arriva: la grotta si trova in una piccola dolina dalle pareti scoscese, all’altezza del cimitero. Si percorre la statale 14 da Monfalcone verso Duino, sino al bivio che porta al centro del paese; poco dopo, sulla sinistra, si diparte una stradina che porta alla caserma della Forestale; da qui si prende un largo sentiero sulla sinistra e lo si percorre fino quasi a raggiungere il sottopasso dell’autostrada; poco prima di arrivarci si imbocca il sentierino che scende verso la cavità naturale. L’ingresso è protetto da un recinto per evitare gli scavi abusivi; le chiavi del cancello sono custodite dalla Soprintendenza.

 

Informazioni


Orari di visita: giovedì 09.30 – 11.00, ingresso gratuito

Informazioni: Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia,

tel. +39 040 4261411 – e-mail: sba-fvg@beniculturali.it

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Castello di Manzano

Il castello, posto su una collina lungo il corso del Natisone, era feudo dei Signori di Manzano – che possedevano anche il maniero di Fagagna – almeno fin dal XIII secolo. Nel 1341 Taddeo di Manzano uccise la moglie adultera, Sofia di Buttrio, e i cividalesi indignati, con l’autorizzazione del Patriarca, scacciarono i nobili dal castello che, tuttavia, rimase ancora tra alterne vicende in mano al casato dei di Manzano.

Oppostisi nel 1431 alla Repubblica di Venezia, i Signori di Manzano riuscirono ad ottenerne l’indulgenza per l’intercessione della comunità di Cividale, ma la Serenissima decretò che il castello fosse raso al suolo. È ancora visibile un unico tratto di muraglia.

Il castello, di forma circolare, era munito verso ponente da spalti, mentre il versante sud era protetto dallo strapiombo sul Natisone. Durante gli scavi eseguiti nel 2001 sono state portate alla luce le fondamenta di una torre medievale.

Una leggenda popolare vuole che in una galleria sotterranea, che consentiva ai signori di scappare in caso di assedio, si trovasse una carrozza d’oro piena di preziosi.

 

Informazioni


Indirizzo: Manzano

Stato di conservazione: ruderi

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Villa Bresciani-Attems-Auersperg

Costruita dalla famiglia Bresciani intorno al 1560 ad imitazione delle ville venete di campagna, ma ormai nel cuore della città, la villa appartenne poi ai Peteani, agli Attems, agli Auersperg e, infine, ai Tufano.

Nel Settecento fu ampliata e ristrutturata. La facciata termina con un timpano, al di sotto del quale si apre un portale bugnato con guglie e stemma nobiliare che dal piano nobile scende al giardino con uno scalone d’onore della fine del XIX secolo. Negli interni della villa si conserva un singolare fregio pittorico con giochi di putti, creature fantastiche e mitologiche incorniciati da tralci e file di perle blu. Il giardino antistante è arricchito da una fontana che zampilla entro una vasca circolare, mentre l’ampio parco retrostante accoglie essenze centenarie e antichi reperti come anfore e urne disseminati tra le fronde secondo il gusto romantico per il rovinismo.

Nel complesso è inserita anche la Cappella gentilizia di Santa Croce, al cui interno si trova un imponente crocefisso ligneo del Duecento di scuola pusterese.

Interessante la colombaia, uno dei pochi esempi rimasti in zona sebbene un tempo tutte le ville ne erano provviste.

Informazioni


Indirizzo: Via Trieste 39-41, Cervignano del Friuli

Visite: la villa è proprietà privata e si può visitare solo esternamente, su richiesta di enti e scuole. La cappella gentilizia (via Trieste 45) è aperta tutti i giorni tranne domeniche e festivi

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ItinerariMichelstaedter

I luoghi di Carlo Michelstaedter a Gorizia

Il 17 ottobre 1910 Carlo Michelstaedter si tolse la vita a 23 anni con un colpo di pistola alla tempia al civico n. 8 di Piazza Grande (oggi piazza Vittoria). Autore de La persuasione e la Rettorica, tesi di laurea che non discuterà mai, è stato anche poeta e pittore. Michelstaedter rimane un’inquietante e geniale meteora della Mitteleuropa. Individualista, personalità tragica e insieme vitalissima, uomo che “fa di se stesso fiamma”, Michelstaedter attua una irripetibile Weltanshauung che coniuga la filosofia nicciana, il buddhismo, Marx e le proprie radici ebraiche e cabbalistiche.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Vedi
Itinerario ebraico. Sulle tracce di Michelstaedter, a cura di A. Gallarotti, Cormons 2010

 

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CASA NATALE
PIAZZA DELLA VITTORIA 8
Sul lato opposto della Piazza, al n. 49, si trovava la libreria Parternolli, nella cui soffitta si incontrava con gli amici Nino Paternolli e Rico Mreule.

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MUSEO DELLA SINAGOGA
VIA ASCOLI 19
La fama di studiosi e letterati ebrei goriziani fece si che il ghetto della città fosse conosciuto come la “piccola Gerusalemme sull’Isonzo”. La sezione del museo dedicata a Carlo Michelstaedter propone una selezione delle sue opere pittoriche e alcuni documentari.

3

IL GHETTO
VIA ASCOLI
La via intitolata al glottologo Graziadio Isaia Ascoli (1829-1907) e la via San Giovanni conservano le belle case dai balconi in ferro battuto. Al n. 7 di via Ascoli c’è la casa natale del pittore Vittorio Bolaffio (1883-1931). Il cancello settecentesco che si apre sul giardino Bruno Farber è l’antico portone del ghetto realizzato dal fabbro Martin Geist.

4

BIBLIOTECA STATALE ISONTINA
VIA MAMELI
Qui è conservato il Fondo Michelstaedter che comprende manoscritti, pubblicazioni e documenti.

5

STATUA DI CARLO MICHELSTAEDTER
VIA RASTELLO
La statua in bronzo a grandezza naturale è stata collocata nell’anno del centerario della morte del filosofo.
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