ItinerariMichelstaedter

I luoghi di Carlo Michelstaedter a Gorizia

Il 17 ottobre 1910 Carlo Michelstaedter si tolse la vita a 23 anni con un colpo di pistola alla tempia al civico n. 8 di Piazza Grande (oggi piazza Vittoria). Autore de La persuasione e la Rettorica, tesi di laurea che non discuterà mai, è stato anche poeta e pittore. Michelstaedter rimane un’inquietante e geniale meteora della Mitteleuropa. Individualista, personalità tragica e insieme vitalissima, uomo che “fa di se stesso fiamma”, Michelstaedter attua una irripetibile Weltanshauung che coniuga la filosofia nicciana, il buddhismo, Marx e le proprie radici ebraiche e cabbalistiche.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Itinerario ebraico. Sulle tracce di Michelstaedter, a cura di A. Gallarotti, Cormons 2010

 

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CASA NATALE
PIAZZA DELLA VITTORIA 8
Sul lato opposto della Piazza, al n. 49, si trovava la libreria Parternolli, nella cui soffitta si incontrava con gli amici Nino Paternolli e Rico Mreule.

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MUSEO DELLA SINAGOGA
VIA ASCOLI 19
La fama di studiosi e letterati ebrei goriziani fece si che il ghetto della città fosse conosciuto come la “piccola Gerusalemme sull’Isonzo”. La sezione del museo dedicata a Carlo Michelstaedter propone una selezione delle sue opere pittoriche e alcuni documentari.

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IL GHETTO
VIA ASCOLI
La via intitolata al glottologo Graziadio Isaia Ascoli (1829-1907) e la via San Giovanni conservano le belle case dai balconi in ferro battuto. Al n. 7 di via Ascoli c’è la casa natale del pittore Vittorio Bolaffio (1883-1931). Il cancello settecentesco che si apre sul giardino Bruno Farber è l’antico portone del ghetto realizzato dal fabbro Martin Geist.

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BIBLIOTECA STATALE ISONTINA
VIA MAMELI
Qui è conservato il Fondo Michelstaedter che comprende manoscritti, pubblicazioni e documenti.

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STATUA DI CARLO MICHELSTAEDTER
VIA RASTELLO
La statua in bronzo a grandezza naturale è stata collocata nell’anno del centerario della morte del filosofo.
ALTRO IN ZONA
Fiume_Natisone

Fiume Natisone

Il Natisone (pare che il nome derivi dal latino natare, nuotare; Nadison in friulano, Nediža in dialetto sloveno locale, Nadiža in sloveno) è il più importante fiume del Friuli orientale, principale affluente del fiume Torre e sub-affluente dell’Isonzo.

Nasce in Italia, nelle Alpi Giulie, ad un’altitudine di 415 m. s.l.m., nelle vicinanze di Prossenicco, al confine tra il Friuli Venezia Giulia e la Slovenia, e deriva dalla confluenza del rio Bianco e del rio Nero. Per un tratto segna il confine dell’Italia, poi scorre in territorio sloveno per circa 10 km e rientra in Italia nei pressi di Stupizza, in comune di San Pietro al Natisone, dove la valle prende il suo nome. In questa zona, il fiume ha scavato delle vere e proprie forre vicino a Vernasso e Ponte San Quirino. Riceve le acque dell’Alberone, dell’Erbezzo e del Cosizza, poi, a sud di Cividale, inizia il corso più selvaggio del fiume che scorre in profonde forre calcaree; successivamente le rive si abbassano gradatamente. Raggiunto Trivignano scompare completamente nella falda alluvionale e confluisce nel Torre dopo un percorso di circa 32 km.

La parte alta del fiume ospita trote marmorate, trote fario, temoli, scazzoni; quella più bassa è popolata da barbi, cavedani, alborelle, gobidi e nasi, o savette, specie alloctona di recente immissione.

L’ambiente fluviale rappresenta un habitat ideale per vari uccelli migratori come anatre, cicogne ed aironi, ma anche per molti altri uccelli, anche rari, come il succiacapre.

 

Castello_Caporiacco

Castello di Caporiacco

Nel XII secolo i Caporiacco avevano giuridizione sull’omonima località, cui si aggiunsero nel 1219 quelle di Tarcento, Invillino e Castelporpetto. Nel 1248 i nobili si allearono con Ezzelino III da Romano contro il Patriarca Gregorio di Montelongo che per vendicarsi espugnò e distrusse il maniero.

Nel 1300 – estintisi i Caporiacco – il castello fu ceduto dal Patriarca a Randolfino di Villalta che ne assunse il predicato. Dieci anni dopo la fortezza fu incendiata dalle truppe del conte di Gorizia; ricostruito nel 1351 fu assaltato dai soldati patriarcali di Nicolò di Lussemburgo e, infine, dal 1419 fu soggetto alla Repubblica veneziana.

Venne saccheggiato dai contadini nella rivolta del Giovedì Grasso del 1511 e il terremoto che seguì poco tempo dopo lo ridusse alla rovina. Ulteriormente danneggiato dal sisma del 1976, è stato parzialmente ripristinato nel 2013: ricostruiti il corpo principale e la cosiddetta Casa del Frate, collegati un tempo dalla torre del mastio, ancora mancante.

 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Sottocastello, frazione Caporiacco, Colloredo di Monte Albano

Visite: solo esterni

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Giardino del Parco di Villa de Claricini Dornpacher

Il complesso si trova ai margini dell’aggregato rurale di Bottenicco. Il nucleo più antico risale al secolo XVII ad opera della famiglia de Claricini. Alla medesima fase costruttiva potrebbe risalire anche l’impianto formale del giardino ripartito in quadranti con vialetti perpendicolari. Anche le dimensioni delle alberature del parco sembrerebbero attestare una sua origine tardo-settecentesca.

La realizzazione della corte d’onore con pozzo centrale dovrebbe, invece, risalire alla seconda metà dell’Ottocento o all’inizio del Novecento.

Tra il 1908 ed il 1909, durante i lavori di restauro della villa, il giardino fu ridefinito all’italiana con fontane e statue, scandito ai margini da vasi di limoni; e si realizzò, inoltre, la serra. Una balaustra separa il giardino dal parco formato formato da gruppi di essenze secolari come faggi, abeti, cedri e lecci. Gli elementi scultorei decorativi, prevalentemente in pietra artificiale, confermano la datazione. Ai rifacimenti in chiave eclettico-storicista non dovette essere estranea la cultura filologico-umanistica di Nicolò de Claricini Dornpacher, dantista ed erudito.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Boiani 4, Moimacco (Bottenicco)

Superficie totale: 0,90 ha

Impianto planimetrico: all’italiana (giardino, corte d’onore) e all’inglese (parco)

Condizione giuridica proprietà: privata, Fondazione de Claricini Dornpacher

Peculiarità scenografiche e compositive: fontana, serra, vasche circolari con grotaille, vialetti

Specie botaniche di rilievo: abete caucasico, bosso, faggio, leccio, tasso

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Palazzo_delle_poste_Trieste

Palazzo delle Poste

Il Palazzo, già sede dell’imperial regia direzione delle poste e telegrafi dell’impero asburgico, fu progettato dall’architetto austriaco Friedrich Setz ispirandosi al palazzo di Giustizia di Vienna. L’imponente edificio eclettico, inaugurato nel 1894, si apre su piazza Vittorio Veneto per le Poste e su Largo Panfili per la sede dell’Intendenza di finanza, mentre sulle vie laterali si aprono i portoni da cui transitavano i carri postali.

Sulla facciata delle Poste un colonnato di ordine gigante incornicia le finestre timpanate, mentre all’ultimo piano le bifore si alternano a sei statue che rappresentano la Navigazione, la Ferrovia, il Commercio, la Viticultura, l’Agricoltura e l’Industria. Le sculture della facciata del Palazzo dell’Intendenza della Finanzaraffigurano, invece, Coniazione, Commercio, Industria Mineraria, Fisco, Economia e Stato.

Da notare sono gli inconsueti “Putti Postini“, posti sui timpani delle due entrate laterali di via Milano e via Galatti: uno con il berretto degli ufficiali postali austro-ungarici, la borsa a tracolla e recante due lettere in mano, mentre l’altro, che impugna la frusta del postiglione, suona la trombetta.

Oggi è sede degli uffici postali e del Museo postale e telegrafico della Mitteleuropa.

 

Informazioni


Indirizzo: Piazza Vittorio Veneto1, Trieste

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Dama_Bianca

Dama Bianca

La “Dama Bianca” è un piccolo stabilimento balneare a pagamento situato nel caratteristico porticciolo di Duino. L’ingresso è adiacente all’omonimo ristorante. La spiaggia è di ciottoli, il mare trasparente e profondo.

È accessibile ai disabili ed è aperta dal 1° giugno al 30 settembre, dalle 8.30 alle 18.00.

Il numero telefonico di riferimento è lo 040 208137.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Roberto-Contarutti

Roberto Cantarutti – diSegni diVersi

“diSegni diVersi” è la mostra di Roberto Cantarutti che si inaugura il 9 dicembre presso lo studiofaganel e lo spazio espositivo del Kinemax. L’artista presenta una serie di lavori che rappresentano una cospicua parte della produzione dell’ultimo anno.
Sono opere in cui i colori pastello e acquatici – tipici della pittura di Cantarutti – lasciano il posto a una tonalità unica ma ugualmente articolata quale può essere il nero: polveroso e cenerino quello della fusaggine nei disegni di medio e grande formato su carta avana, discontinuo quando lascia riaffiorare il fondo ligneo nelle tavole dipinte ad acrilico e, ancora, a forte contrasto e grafico come quello dei minuti monotipi su carta bianca.

A legare queste opere stavolta non è tanto la tecnica pittorica impiegata quanto il tema; il tratto impetuoso, sicuro e sintetico dell’artista si sofferma sull’importanza della poesia e dei poeti nella letteratura, nell’arte e nella vita.
Il disegno non è solo il mezzo per celebrare la poesia, ma è esso stesso, inteso come linguaggio, poesia.
Come “di versi” è fatto un componimento poetico, così “di segni” è costituita una figurazione. I disegni di Cantarutti appaiono irresistibili e gentilmente inaccessibili come spesso è una poesia. La comprensione di soggetti, di segni, di significati, non è sempre immediata e univoca. In tutti i disegni, innegabilmente, l’artista è capace di infondere una sorta di malia che ci cattura e “costringe” a ritornare sulle immagini create per comprenderle più in profondità.
L’artista dedica una sezione della mostra dal titolo “Tramite i versi”a Giuseppe Ungaretti e Allen Ginsberg, approfondendo un interesse nato dalla sua partecipazione a notturnidiversi 2016.

Presso lo studiofaganel sarà disponibile un catalogo con una selezione di opere e con testi di Paola Bristot e Sara Occhipinti.

 

 

Informazioni


9 – 30 dicembre 2016
 
 
studiofaganel
Viale XXIV Maggio 15/c
34170 Gorizia
+39 0481/81186
www.studiofaganel.com

 
 
kinemax
Piazza Vittoria 41
34170 Gorizia
+39 0481/534604
www.kinemax.it

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