Cascata_torrente_Rosandra

Cascata del torrente Rosandra

Nel Parco naturale della Val Rosandra, un unicum all’interno del panorama carsico triestino, dalla confluenza del rio Grisa con il torrente Glínšcica presso il paese di Bottazzo nasce il torrente Rosandra, che precipita in una cascata di circa trenta metri e termina in un’ampia vasca, la prima di una serie di circa venti pozze d’acqua che si susseguono nella profonda valle scavata dal torrente fino al paese di Bagnoli e nelle quali in estate è possibile fare il bagno. Un sentiero piuttosto disagevole conduce alla base della cascata da dove si ha la vista più spettacolare. La cascata è comunque visibile da molti punti della valle. Si raggiunge da San Dorligo della Valle-Dolina (Trieste).
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
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Museo_Joyce_Trieste

Museo Joyce

Il museo e centro di studi joyciani raccoglie e conserva materiali e documenti originali sul periodo trascorso da James Joyce a Trieste. Esso offre una fornita biblioteca comprendente le edizioni dello scrittore irlandese, strumenti critici e periodici inglesi di argomento joyciano, nonché strumenti multimediali utili ad approfondire la figura storica e la sua opera.

La città adriatica, che Joyce definiva la sua seconda patria, assume un ruolo essenziale per la comprensione della biografia dello scrittore irlandese: la vita errabonda e sregolata, gli incontri – l’intenso rapporto con Italo Svevo – e le fallimentari imprese commerciali, ma anche i capolavori di questo periodo Gente di Dublino, il Ritratto dell’artista da giovane e i primi tre capitoli dell’Ulisse. Al suo massimo romanzo è dedicato il Bloomsday, nella giornata del 16 giugno, data in cui si svolge l’intera narrazione.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: II piano, Via Madonna del Mare 13, Trieste

Servizi: visite guidate, bookshop

Informazioni: www.museojoycetrieste.it

Orari di apertura: dal lunedì al venerdì 9.00-13.00 e 15.00-19.00; sabato 9.00-13.00; domenica chiuso

Ingresso: libero

Tel.: 040 3593606 – 040 3593607

Fax: 040 6758194

E-mail: museojoyce@comune.trieste.it

Come arrivare: in autobus con la linea 24

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Ipogeo_Celtico_Cividale

Ipogeo celtico

Nel centro di Cividale del Friuli, in via Monastero Maggiore 2, dietro una modesta porticina si nasconde una ripida scala che porta a un suggestivo e misterioso complesso di cavità sotterranee, chiamato Ipogeo celtico, posto a ridosso dell’argine roccioso destro del fiume Natisone.

Dalla scala si accede a una camera centrale; da questa partono tre cunicoli i quali a loro volta immettono in ambienti più piccoli, su livelli diversi. Le cavità sono state scavate a colpi d’ascia. Sulle pareti le asce hanno inciso nicchie, loculi e mensole e tre rozzi e misteriosi mascheroni. Ci sono poi degli scalini di raccordo scavati nella roccia, e sedili e panche di pietra.

L’Ipogeo celtico non ha ancora avuto un’interpretazione definitiva riguardo alla sua origine e funzione: gli studiosi ne danno di assai diverse. Di origine preromana, probabilmente celtica, da cui il nome; funzione funeraria, o comunque rituale, vista la vicinanza dell’acqua, oppure cisterna; ma anche carcere, romano e longobardo: l’Ipogeo rimane un mistero irrisolto.

Un’ulteriore ipotesi parla di un bagno rituale ebraico, vista anche la sua vicinanza alla sinagoga della comunità ebraica presente a Cividale dal XIII al XVII secolo.

Comunque sia, l’unica certezza è che la funzione originaria di questo particolarissimo sito, unico in regione, rimane un quesito aperto.

Informazioni


Ipogeo celtico

Via Monastero Maggiore, 6 – 33043 Cividale del Friuli (UD)

Tel. +39 0432 710460 (Informacittà) – Tel. +39 0432 700876 (Tempietto Longobardo) – Fax +39 0432 710423

e-mail: turismo@cividale.netwww.cividale.net

 

Orari di visita: è possibile visitare gratuitamente l’Ipogeo celtico prendendo le chiavi presso lo sportello Informacittà o presso il Tempietto Longobardo.

 

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Palazzo_Valvason_Morpurgo_Udine

Palazzo Valvason Morpurgo

Palazzo Valvason Morpurgo è uno degli edifici più ricchi di storia ed arte di Udine grazie alla sovrapposizione di interventi che i successivi proprietari hanno avviato per abbellire quello che in origine era un insieme di distinte abitazioni di diversi nobili locali.

Il primo intervento in questo senso, nel Settecento, è dovuto probabilmente alla ricca famiglia dei Sarmede che iniziano ad ospitare molti artisti per decorare la residenza, con quadri e stucchi, ritratti e miniature. A fine Settecento, con i nuovi proprietari, i conti di Valvason, oltre ad ulteriori lavori strutturali fu deciso di aggiornare le decorazioni interne secondo il nuovo gusto neoclassico. L’incarico venne affidato a Giambattista Canal e a Giuseppe Borsato, che decorarono il piano nobile e lo scalone con un bellissimo ciclo di affreschi, opere tra le più rappresentative dello stile Neoclassico.

Notevoli gli affreschi sul soffitto dello scalone di pietra, dove Canal dipinge le Allegorie della Fama e della Verità celebranti la famiglia Valvason, e quelli sul soffitto del salone d’onore: qui “Il carro di Apollo” è dipinto con una ricchezza di particolari e un’arditezza di illusionismo prospettico semplicemente spettacolari.

Nel 1871 il palazzo fu acquistato dal mecenate barone Morpurgo, che lo riammoderna nelle strutture ma anche nel gusto, come testimoniano gli affreschi ornamentali tardo-ottocenteschi del primo piano. Grande importanza viene data al romantico giardino loggiato, la cui vasca d’acqua viene abbellita con un’elegante statua di gusto neoclassico raffigurante una Ninfa, dello scultore udinese Leonardo Liso.

Nel 1969 il palazzo venne lasciato in eredità al Comune di Udine con l’impegno della sua destinazione museale. Ora è una sezione della Galleria d’Arte Moderna, di cui conserva gli archivi di Architettura e di Design.

Informazioni


Palazzo Valvason Morpurgo

Via Savorgnana, 12, Udine – tel.: +39 0432 414742 / +39 0432 414719

Orari di apertura: da martedì a domenica 15.00 – 18.00

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Borgo_Novacco

Borgo Novacco

Il borgo rurale, immerso nella campagna e circondato da rogge e polle, è nato attorno all’antico mulino e alla quattrocentesca Casa Murer, dove abitava il mugnaio. La casa tardomedievale è caratterizzata da un portico rustico ad archi e muro scarpato, incorniciato dai mattoni “a dente di sega” sotto la linea di gronda. Il mulino in pietra sorge presso la roggia Barisada che lo alimenta ed è ricordato fin dal XII secolo. Due colonne romane erano state poste a sorreggere il vecchio porticato. Era il più grande opificio della zona e vi si lavoravano anche il lino e la canapa. Qui abitò il pittore Arturo Colavini (1862-1938) che lasciò diverse vedute del borgo natio e del mulino.

Oggi il mulino conserva ancora la macina in pietra e gli strumenti della pilatura e, dopo il restauro, è stato gestito dalla cooperativa sociale La Cisile che produce prodotti biologici e lo utilizza come fattoria didattica.

A Sud del borgo, nelle vicinanze di Perteole, sorge l’antico mulino Tininin situato sulla roggia Brischis; sulla roggia Lavador, ci sono il mulino Sardon (Braidis) e il mulino Miceu, citato nel 1300 come Mulino del Volto. Nei pressi sono state ritrovate tracce di un abitato romano, documentate da embrici, tegoloni con bolli di fabbrica e tessere musive. Anche nelle vicinanze del ponte sulla roggia Barisada, che nasce presso Joannis per gettarsi poi nel fiume Aussa, sono apparsi i resti di un ponte antico.

 

Informazioni


Dove: Località Novacco, Aiello del Friuli, provincia di Udine

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Socchieve

Socchieve

Socchieve è una delle borgate più antiche della Carnia di cui si ha menzione fin dall’anno Mille. Il nome, dal latino “sub clivo”, si è trasformato nei secoli in “sot la cleva” e si riferisce alla posizione ai piedi del colle. Sull’altura si ergeva un tempo il castello dei signori di Socchieve e oggi sorge l’antica pieve di Santa Maria Assunta di Castoia.

Il comune, assai esteso, va dalle pendici del Col Gentile fino al passo Rest e include le frazioni di Nonta, Mediis, Priuso, Lungis, Viaso, Dilignidis e Feltrone, nonché le borgate Chiamesans e Siega, sulle sponde del torrente Lumiei, e numerosi casolari sparsi sulle alture attorno al Tagliamento fra i quali Spaia, Avaris, Dalchia, Val, Caprizzi, Cavallaria e Campo.

Nel centro di Socchieve la chiesa di San Martino conserva nel presbiterio un importante ciclo di affreschi del maggior pittore carnico del Rinascimento, Gianfrancesco da Tolmezzo.

Tra i percorsi naturalistici si possono includere la visita alle malghe Mediana, Chiansaveit, Valuta, Monteriù, Pezzeit e Chiarzò oppure al piccolo rifugio di Grasia.

A Socchieve fra luglio e agosto si tiene la Rassegna artigianale e artistica della Carnia, una vetrina del tradizionale artigianato locale: mobili, tessuti, abbigliamento, ceramica, orologeria, pelletteria, lavori di ricamo, legni intagliati.

L’ultimo sabato e domenica di luglio, a Mediis, c’è la famosa Sagra Das Cartufolas, che propone piatti tradizionali a base di patate.

 

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Castello_Fagagna

Castello di Fagagna

Il castello è menzionato nel 983 nelle donazioni dell’imperatore Ottone II al Patriarca Rodoaldo e fino alla dominazione veneta fu amministrato da nobili famiglie con il controllo patriarcale.

Il fortilizio fu spesso coinvolto in lotte feudali: nel 1250 fu assediato da Ezzelino da Romano, nel 1361 fu attaccato dai duchi d’Austria Rodolfo e Federico e nel 1411 fu saccheggiato da Sigismondo d’Ungheria.

Nel Cinquecento il complesso era già in rovina. Sono però ancora visibili alcuni tratti delle mura, le rovine di un torrione, la chiesetta castellana, la torre dell’orologio riadattata a campanile e un piccolo fabbricato con parti medievali adibito a ristorante.

Il borgo era cinto da una seconda cerchia muraria con tre porte fortificate a guisa di torri: la porta di Carnia che immetteva a settentrione nell’abitato di Paludo, quella di Riu rivolta a levante – entrambe dotate di ponte levatoio – e la porta di Sinagoga, l’unica ancora esistente, per la quale si scendeva all’abitato di Sacavan.

 

Informazioni


Indirizzo: Via del Castello, Fagagna

Stato di conservazione: ruderi

Visite: solo esterni

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