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Poffabro

Nominato per la prima volta nel 1339, è un borgo in Val Colvera, nelle Prealpi Carniche, che deriva il nome da Prafabrorum, ovvero prato dei fabbri.

Il paese è un compendio di caratteri architettonici tipici della montagna friulana, dove forme e materiali si fondono garbatamente con il paesaggio circostante: pietre arenarie e calcaree tagliate al vivo, ballatoi e scale in legno, pilastri e archi in sasso. Questo borgo rurale di origini molto umili e dalle linee austere è ingentilito da capitelli votivi sparsi ovunque e chiesette minori.

Il pittore Armando Pizzinato lo definì l’esempio di architettura spontanea più razionale e fantasiosa delle nostre Prealpi ed è, in effetti, incluso tra i borghi più belli d’Italia.

Ogni inverno, da metà dicembre a metà gennaio, le strade del borgo si popolano di oltre un centinaio di presepi.

 
 
 
 
 

Informazioni


Dove: Poffabro, frazione del Comune di Frisanco in Provincia di Pordenone

 

Informazioni: Comune di Frisanco, Via Valdestali 8 – www.comune.frisanco.pn.it – Tel.: +39 0427 78061; Fax: +39 0427 78062; e-mail: protocollo@comune.frisanco.pn.it

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Castello di Manzano

Il castello, posto su una collina lungo il corso del Natisone, era feudo dei Signori di Manzano – che possedevano anche il maniero di Fagagna – almeno fin dal XIII secolo. Nel 1341 Taddeo di Manzano uccise la moglie adultera, Sofia di Buttrio, e i cividalesi indignati, con l’autorizzazione del Patriarca, scacciarono i nobili dal castello che, tuttavia, rimase ancora tra alterne vicende in mano al casato dei di Manzano.

Oppostisi nel 1431 alla Repubblica di Venezia, i Signori di Manzano riuscirono ad ottenerne l’indulgenza per l’intercessione della comunità di Cividale, ma la Serenissima decretò che il castello fosse raso al suolo. È ancora visibile un unico tratto di muraglia.

Il castello, di forma circolare, era munito verso ponente da spalti, mentre il versante sud era protetto dallo strapiombo sul Natisone. Durante gli scavi eseguiti nel 2001 sono state portate alla luce le fondamenta di una torre medievale.

Una leggenda popolare vuole che in una galleria sotterranea, che consentiva ai signori di scappare in caso di assedio, si trovasse una carrozza d’oro piena di preziosi.

 

Informazioni


Indirizzo: Manzano

Stato di conservazione: ruderi

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Clauiano

Le testimonianze dell’esistenza del borgo risalgono al 1031, quando venne menzionato con il toponimo di Cleuian che forse fu derivato dal nome di un possidente locale (forse Claudius o Clavius).

Due sono gli antichi borghi attorno a cui si raccolgono le case storiche: quello di San Martino, dove si trovano gli edifici più antichi, risalenti al tardo Quattrocento; e quello di San Giorgio, quest’ultimo riunito attorno all’omonima chiesa e nei cui pressi c’era la centa, un rudimentale sistema difensivo di epoca medioevale molto diffuso nei paesi della pianura friulana.

La Chiesa di San Marco ha origini paleocristiane, mentre quella di San Giorgio è di costruzione settecentesca. Le case del borgo furono edificate con pietre e sassi del torrente Torre, che fungono da rustico decoro dei portali delle ville rurali, e con i mattoni e i coppi realizzati nelle fornaci della zona. Tra dimore di pregio storico, che hanno fatto includere il paese tra i borghi più belli d’Italia, spiccano la quattrocentesca Casa Gardellini, la più vecchia del borgo, con la facciata decorata a losanghe bianche e rosse, e le abitazioni nobiliari settecentesche come Casa Menotti e Casa de Checo, con gli splendidi portali e le finestre riquadrate in pietra.

Villa Ariis, con un portale in pietra sormontato da una bifora e dal Leone di San Marco, è un tipico complesso padronale con rustici annessi e grande orto recintato da una muraglia merlata.

Casa Palladino, la cui facciata è ornata da una meridiana, consta di una tipica corte friulana del XVIII secolo con loggia colonnata.

Il complesso di rustici di Casa Bosco riporta in facciata iscrizioni e decorazioni geometriche cinquecentesche. Villa Manin è, invece, una dimora nobiliare settecentesca di forme classiche, preceduta da una corte d´onore, che appartenne al potente casato della Serenissima. Casa Foffani, palazzo urbano ottocentesco, conserva soffitti con stucchi settecenteschi, mentre i fabbricati rustici, raccolti attorno a questa come alle altre case padronali, erano usati per la produzione del vino, la conservazione del tabacco e delle granaglie e per l’allevamento del baco da seta.

 

Informazioni


Dove: Clauiano è una frazione del Comune di Trivignano Udinese in Provincia di Udine

 

Informazioni: Comune di Trivignano Udinese, Piazza Municipio 5

www.comune.trivignano-udinese.ud.it – Tel.: +39 0432 999002; Fax: +39 0432 999559; e-mail: protocollo@com-trivignano-udinese.regione.fvg.it

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Villa Moretti

La villa sorge in posizione dominante sul colle di Coia nei pressi dei ruderi dell’antico maniero di Tarcento. Fu progettata alla fine dell’Ottocento dal torinese Antonio Vandone su commissione di Luigi Moretti. Questa pittoresca abitazione romanza è una commistione di stili che combina il neogotico con torri e merlature ad accenti romanici e rinascimentali.

Venne rivisitata tra il 1919 e il 1922 dagli architetti triestini Ruggero e Arduino Berlam che diedero alla villa uno tocco Liberty. Arduino mise particolare cura nelle rifiniture che fece realizzare da maestranze friulane: legni scolpiti, ornamenti in pietra naturale e artificiale, ferri battuti, stucchi e vetri colorati. Negli anni Cinquanta gli interni furono ammodernati dall’architetto Pietro Zanini con il mobilio realizzato dalla ditta Fantoni di Gemona.

La villa è stata, infine, restaurata dopo il sisma del 1976 e adibita a uso pubblico. Gli scaloni sono in pietra artificiale come pure le cornici delle finestre ad arco e le bifore arcuate. Dalla terrazza belvedere del terzo piano si eleva il corpo della torre che ritma i volumi della villa. Secondo il gusto d’inizio secolo il coronamento aggettante è merlato e sottolineato da una teoria di archetti e decorazioni geometriche in ocra e rosso mattone. Altre geometrie e ornati floreali arricchiscono capitelli, cornici e modiglioni. Il fronte rivolto a meridione si apre all’esterno con un doppio ordine di logge. Villa Moretti è circondata da un grande parco con statue in pietra e cemento, una fontana e giardino all’italiana. L’accesso inferiore è abbellito da un arco in pietra con cancello merlato in ferro battuto.

La villa ospita eventi e mostre d’arte temporanee.

 

Informazioni


Indirizzo: Via del Castello, Tarcento

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Fiume Tagliamento

Il Tagliamento (l’antico Tiliaventum o Tiliavemptus; Tiliment in friulano standard, ma anche Tilimint, Taiament, Tiument, Timent e Tuement nelle altre varianti, Tagiamento o Tajamento in veneto) nasce a 1.195 m di altitudine nel comune di Lorenzago di Cadore, in provincia di Belluno ma vicino al confine con la provincia di Udine, presso il Passo della Mauria, e dopo poche centinaia di metri entra in Friuli Venezia Giulia.

Per circa 100 km ha carattere torrentizio. Percorre il canale di Socchieve fino a Tolmezzo; al confine fra i comuni di Ampezzo e Socchieve, in località Caprizi, una diga forma l’omonimo lago artificiale, le cui acque vengono per la maggior parte convogliate alla centrale idroelettrica di Somplago. Il suo primo affluente importante è il Lumiei, che si immette nel Tagliamento vicino a Socchieve. Da qui la vallata principale si allarga notevolmente formando un ampio fondovalle alluvionale. Successivamente riceve le acque del torrente Degano, poi del But; infine, in Comune di Amaro, quelle del fiume Fella; da qui si allarga fino ad un chilometro circa: raggiunta la piana di Osoppo, raccoglie il fiume Ledra e più a valle il torrente Arzino. A Pinzano il fiume si restringe, ma subito dopo comincia ad allargarsi, fino a superare abbondantemente i tre chilometri di larghezza nei pressi di Spilimbergo.

Entrando nell’alta pianura il fiume ha scavato un letto a quota sensibilmente più bassa del territorio circostante, creando degli argini naturali. A Pinzano e Ragogna queste scarpate naturali sono alte circa cinquanta metri, e la loro altezza diminuisce mano a mano che ci si addentra nella pianura. Il letto è composto da ghiaie policrome, molto permeabili, che assorbono quindi facilmente le acque. In periodi di magra, già a Dignano si può vedere il letto completamente asciutto. Nella bassa pianura però il fiume riacquista gran parte dell’acqua grazie al fenomeno delle risorgive, e prima di terminare il suo corso riceve ancora le acque del Varmo. A partire dall’altezza di Morsano al Tagliamento il fiume si restringe fino ad assumere una forma a canale. Sfocia infine, dopo 170 km, fra le spiagge di Lignano Sabbiadoro e Bibione.

Il Tagliamento è considerato l’unico fiume dell’arco alpino ed uno dei pochi in Europa a preservare una morfologia a canali intrecciati, cioè un letto ghiaioso molto ampio con numerosi canali d’acqua che si intrecciano nel percorso. Per questa caratteristica, nonché per l’unicità dell’ecosistema fluviale nel suo complesso, viene anche chiamato il Re dei fiumi alpini.

Grazie al mantenimento di uno stato ancora naturale, la varietà di specie vegetali e animali presenti è notevole: qui troviamo ancora numerose specie animali rare o scomparse nel resto della pianura padana a causa dell’uomo, cioè della trasformazione del loro ambiente naturale in campi coltivati o zone edificate, come il gheppio, la volpe e la faina, o la rana di Lataste. Il corso superiore del fiume ospita la trota marmorata ed il temolo, quello inferiore il cavedano ed il barbo. La trota fario è stata immessa dall’uomo ed ora rischia di inquinare geneticamente le originarie popolazioni di trota marmorata.

 

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Cividale del Friuli

Cividale del Friuli – fondata nel 53 a. C. da Giulio Cesare con il nome Forum Iulii – è stata un crocevia di culture e popoli, dai Celti ai Longobardi, ai Franchi di Carlo Magno, che ne mutarono il nome in Civitas Austriae. Una tale ricchezza di civiltà ne ha fatto una piccola perla d’arte, splendidamente stratificata.

Arroccata sulle rive del fiume Natisone, detiene ancora l’aura nobile e austera che le deriva dalla sua grande importanza strategica, per cui fu sia capitale del primo Ducato longobardo in Italia sia sede temporale del Patriarca di Aquileia. Innumerevoli sono le sue bellezze artistiche, tra cui spicca la Basilica di Santa Maria Assunta, dove ogni anno, in occasione dell’Epifania, si svolge il suggestivo rito della Messa dello Spadone, a cui segue la rievocazione storica dell’ingresso in città del Patriarca Marquardo von Randeck, avvenuta nel 1366.

L’itinerario longobardo che conduce il visitatore alla scoperta della città è stato riconosciuto dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Non può mancare, infatti, la visita al Museo Cristiano, che accoglie alcune tra le testimonianze più rappresentative della scultura alto medioevale: l’Altare di Ratchis e il Battistero di Callisto. Presso il Palazzo dei Provveditori Veneti è, invece, ospitato il Museo Archeologico Nazionale.

Dalla piazza del Duomo, attraverso le suggestive vie lastricate, si giunge all’antichissimo e misterioso Ipogeo celtico, un suggestivo sistema di cavità sotterranee. Nel cortile del Municipio si conservano i resti della Domus romana, le terme e i mosaici di Lago Boiani.

Nel complesso di Santa Maria in Valle si trova il Tempietto Longobardo, finemente scolpito e affrescato e, in Borgo Brossana, la Casa Medievale risalente al Trecento.

Uno dei simboli della città è il ponte del Diavolo, ardita costruzione quattrocentesca sospesa sul Natisone, attorno alla quale sono nate leggende favolose che lo vorrebbero fabbricato per un intervento soprannaturale.

Ogni anno, nel mese di luglio, si svolge il Mittelfest, evento internazionale di teatro e spettacolo della Mitteleuropa. Ad agosto, si svolge, invece, il Palio di San Donato con la caratteristica rievocazione medievale.

 

Informazioni


Dove: Cividale sorge presso il fiume Natisone, lungo la SS 54, in provincia di Udine

 

Informazioni:

Comune di Cividale, Corso Paolino d’Aquileia 2 – www.cividale.net – Tel.: +39 0432 710100; Fax: +39 0432 710103

Servizio di informazione e accoglienza turistica del Comune di Cividale del Friuli (Informacittà), Palazzo ex Monte di Pietà, Piazza Paolo Diacono 10 – Tel.: +39 0432 710460; Fax +39 0432 710423; E-mail: informacitta@cividale.net

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Giardino del Torso

Il giardino sorge presso il complesso di Palazzo Antonini Mangilli del Torso, segnato da una serie di percorsi misiti, ortogonali e curvilinei, che circoscrivono le grandi aiuole alberate e i parterre nel settore antistante alla fabbrica nobiliare.

Il primitivo edificio (affacciato sull’odierna piazza Garibaldi) che risale all’ottavo decennio del XVI secolo, fu voluto da Daniele Antonini.

Nel 1746 la residenza fu acquistata dai Mangilli, che forse riformarono il complesso nel corso del secolo XVIII.

Tra la seconda metà del Settecento e il primo decennio dell’Ottocento sarebbe stata realizzata una struttura loggiata che impalcava l’intero bordo settentrionale del giardino, mentre è ancora visibile la loggetta centrale affrescata a ‘grottesche’ di epoca successiva.

Nel 1851 si registarno altri sostanziali interventi architettonici per mano di Andrea Scala.

Nel 1924 il palazzo divenne di proprietà dalla famiglia del Torso che lo donò al Comune di Udine. A partire dal 1970 il giardino è stato adibito a verde pubblico ed è stato oggetto di un recente restauro: si è voluta mettere in risalto la struttura formale esistente, esaltando i valori prospettici e la simmetria del giardino barocco. La grande vasca con piante acquatiche davanti alla loggia, è intesa a valorizzarne l’elegante prospetto.

Nello spazio compreso tra la loggia e il Palazzo del Torso c’è un rifugio antiaereo interrato, rinvenuto durante i lavori di sistemazione del Giardino del Torso, che è stato riaperto dal Comune di Udine in memoria delle vittime delle barbarie belliche.

 

Informazioni


Indirizzo: Via del Sale, Udine

Superficie totale: 0,30 ha

Impianto planimetrico: all’inglese con schema geometrico

Condizione giuridica: proprietà pubblica, Comune di Udine

Peculiarità scenografiche e compositive: aiuole, laghetti artificiali, parterre, statue, vialetti

Specie botaniche di rilievo: bagolaro, bosso nano, leccio, paulonia, abete rosso, tasso

Orari di apertura: dal 1° al 30 aprile 8.00-19.00; dal 1° maggio al 30 settembre 7.00-21.00; dal 1° al 31 ottobre 8.00-19.00; dal 1° novembre al 31 marzo 8.00-18.00

Servizi: parcheggio auto nei pressi

Come arrivare: in autobus con le linee 2, 4, 5, 6, 10 e 11, fermata “Via del Gelso 14″

Segnalazioni: Ufficio verde pubblico, via Nodari, 37 – Tel. +39 0432 520651

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