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Castello di Susans

Il Castello di Susans sorge sull’omonimo colle nella piana del Tagliamento. Si ritiene che l’antico fortilizio medievale, sulle cui fondamenta è stata poi eretta l’odierna Villa Colloredo, sorgesse già sul preesistente basamento di una torre romana o tardo antica.

Il maniero sarebbe stato edificato nel 1304 da Federico di Pers e da Asquino di Varmo, distrutto nel 1315 dal conte di Gorizia, riedificato e ceduto ai Colloredo nel 1337; la sfortunata fortificazione fu incendiata e definitivamente distrutta dai Zamberlani nel corso della rivolta del 1511.

Attorno al 1630 Fabrizio di Colloredo promosse l’edificazione della moderna villa di impianto ‘toscaneggiante’, il cui progetto è attribuito all’architetto mediceo Matteo Nigetti. Il giardino, chiuso da un’esedra semicircolare a meridione, dovrebbe analogamente risalire al XVII secolo, così come il giardino formale. Mentre gli impianti arborei sarebbero ascrivibili ai decenni più recenti, ad eccezione dei superstiti esemplari di cipresso dalle dimensioni monumentali che punteggiano lo storico viale di accesso.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Frazione Susans, Majano

Superficie totale: 1,50 ha

Impianto planimetrico: all’italiana

Condizione giuridica: proprietà privata

Peculiarità scenografiche e compositive: aiuole, recinzione in pietra a torri angolari, viali

Specie botaniche di rilievo: cipresso, tasso

Orario di apertura: sabato e domenica 15.00-18.00

Tel: +39 0432 948090

e-mail: info@castellodisusans.com

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ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

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Castello di Castelnovo del Friuli

Il castello “de Castronovo” (Castrum Novum) fu probabilmente eretto attorno all’anno 920 contro la minaccia delle invasioni degli Ungari, forse ad opera di un signore bavarese vassallo della chiesa di Aquileia con il nome di “Nauhaus”.

Dopo essere passato sotto il dominio dei Conti di Gorizia, nel 1509, fu ceduto dalla Serenissima ai Savorgnan. Estinta la nobile casata, anche per il maniero iniziò un inesorabile declino fino a quando si ridusse in rovina. Nel 1887 le mura del castello furono demolite e le pietre utilizzate per edificare la vicina chiesa di San Nicolò. Dell’antica fortificazione oggi rimane solamente la torre – ricostruita dopo il terremoto del 1976 – adibita a campanile, nonché alcuni pezzi della cinta muraria.

 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Chiesa di San Nicolò,Località Vigna, Castelnovo del Friuli

Stato di conservazione: resti della torre, ora torre campanaria

Informazioni: www.comune.castelnovo-del-friuli.pn.it

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ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI PORDENONE

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Parco di Villa Chiozza

Villa Chiozza si trova nella piana rurale di Scodovacca non distante dalla zona abitata. Il primitivo insediamento della villa, forse settecentesco, subì un ammodernamento secondo il gusto storicista, realizzato nel 1904 dall’architetto triestino Giorgio Polli.

Nel 1820 il complesso apparteneva a una famiglia di latifondisti locali, i Modena; a metà del secolo l’insieme fu acquistato dai Chiozza, famiglia d’imprenditori triestini. Fu Luigi Chiozza, chimico-agronomo, a riformare la villa, realizzare il parco e ampliare il giardino originario. La villa ospitò l’illustre chimico Louis Pasteur, conosciuto dal proprietario durante i suoi studi all’Ecole de Chimie Pratique di Parigi.

Negli anni Sessanta, a pochi chilometri dalla villa, Luigi costruì un laboratorio, detto ‘amideria’ per l’estrazione dell’amido dal frumento, secondo un procedimento da lui stesso sperimentato.

La composizione del parco fu influenzata dalla maniera paesaggistico-pittoresca allora in voga, e lo splendore botanico dell’impianto a verde sono legati agli interessi scientifici di Chiozza: è il caso del gelseto, creato per i suoi studi sul baco da seta.

Durante la Seconda guerra mondiale la villa fu sede del Comando Gruppo Armate dell’Est e attualmente ospita l’Agenzia Turismo Friuli Venezia Giulia.

L’impianto è all’inglese, con radure erbose alternate da macchie verdi. L’impatto coloristico è stato attentamente studiato nel susseguirsi delle stagioni per meglio esaltare le tonalità con soluzioni scenografiche d’effetto.

L’ingresso alla villa è costituito da un vialetto affiancato da lecci e bagolari di enormi dimensioni. Rilevante per dimensione è anche un esemplare di bosso che viene lasciato crescere in forma naturale.

I sentieri, attraverso viottoli e ponticelli, conducono il visitatore tra carpini bianchi, tigli, aceri, cedri deodara, liriodendri, zelkova, farnie, pioppi cipressini, tassi, palme e abeti. Sparsi in altre zone del parco si trovano anche specie a fiore e vari esemplari di agrifogli, salici, cipresso calvo, bambù, gynkgo biloba; di un certo interesse è anche la crescita spontanea di numeose varietà di funghi.

Notevole è anche la presenza di un gruppo di cervi inseriti nell’ambiente a cura dell’Ersa. Infine è presente anche una storica vigna di Refosco.

 

Informazioni


Indirizzo: Via Carso 3, Scodovacca (Cervignano del Friuli)

Superficie totale: 18,00 ha

Impianto planimetrico: all’inglese con schema asimmetrico

Condizione giuridica: proprietà pubblica, Regione Autonoma Friuli Venezia

Giulia

Peculiarità scenografiche e compositive: percorsi d’acqua, viali

Specie botaniche di rilievo: carpino, cedro del Libano, cipresso calvo, farnia, pioppo bianco

Orari di apertura: da lunedì a venerdì 8.00-18.30 (estate); da lunedì a venerdì 8.00-16.30 (inverno)

Visite: lungo i sentieri tracciati Viale dei carpini (400 m, 15 minuti); percorso dei canneti (1.100 m, 30 minuti); percorso lungo il fiume (2.000 m, 45 minuti, sterrato)

Prenotazioni viste guidate per gruppi, Numero verde: 800 016 044

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ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

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Zona monumentale del Monte San Michele

La sommità del monte, che fu il principale bastione difensivo austro-ungarico sul Carso isontino, ferocemente conteso tra gli eserciti fin dal primo anno di guerra, è stata riconosciuta Zona monumentale. Numerosi sono i reperti che si incontrano percorrendo il cosiddetto sentiero dei cippi che si snoda lungo il crinale, tra cui trincee e ricoveri come la Caverna del Generale Lukachich, lo Schönburg Tunnel e la Galleria Cannoniera della Terza Armata.

Il Museo storico del Monte San Michele, che contiene cimeli bellici e una ricca documentazione foto-cartografica, ripercorre le vicende delle sei battaglie combattute su questa vetta.

Nelle vicinanze sono visitabili, inoltre, la Cannoniera del Monte Brestovec e una grande caverna che fu usata a scopi bellici, l’Antro dei Casali Neri, nei pressi di San Martino. Questo paese, che si trovò sulla linea di fuoco nei primi due anni della guerra, dovette essere abbandonato dagli abitanti, che partirono profughi in Austria, e fu raso al suolo. A memoria di ciò al centro dell’abitato si trovano una lapide riportante i versi della poesia San Martino del Carso di Giuseppe Ungaretti e un museo privato della Grande Guerra.

 

Informazioni


Indirizzo: Salita San Michele 22, Sagrado

Informazioni: Museo del Monte San Michele, via Zona Sacra – tel.: +39 0481 92002 o all’Ufficio di informazione e accoglienza turistica di Fogliano Redipuglia, via III Armata 54 – tel./fax: +39 0481 489139; www.prolocofoglianoredipuglia.it; e-mail: plfogliano@tiscali.it

Orari di apertura: la Zona Monumentale è sempre visitabile; Il Museo è aperto da martedì a sabato 9.00-12.00 e 14.00-17.00; domenica 9.00-12.30

Ingresso: gratuito

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ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI GORIZIA

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Centro Etnografico Haus van der Zahre

Il Centro Etnografico Haus van der Zahre è ospitato in un edificio rurale del XIX secolo, tipica struttura alpina in pietra e legno di larice con i caratteristici ballatoi ad arpa e il tetto a falde coperto di scandole in legno. Qui sono raccolti gli strumenti di lavoro e i manufatti che documentano la civiltà contadina di Sauris-Zahre, comunità di coloni originari della Carinzia e del sud Tirolo che nel XIII secolo si stabilirono nell’alta valle del Lumiei.

Nel Centro vengono allestite mostre temporanee tematiche legate alla tradizione, alla storia e alla lingua del territorio: il carnevale saurano, i mestieri, la scultura lignea, l’abbigliamento tradizionale, le malghe e la fienagione, la devozione popolare.

Il Centro Etnografico di Sauris fa parte della rete museale CarniaMusei.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Località Sauris di Sopra 3/A, Sauris

Servizi: visite guidate, bookshop, laboratori didattici, accessibile ai disabili

Informazioni: www.sauris.org oppure Carniamusei. Comunità montana della Carnia – Via Carnia Libera 1944 29, Tolmezzo; Tel.: 0433 487779; www.carniamusei.org; E-mail: carnia.musei@cmcarnia.regione.fvg.it

Orari di apertura: da giugno a settembre: sabato e domenica 10.00-12.00 e 16.00-18.00, sabato e domenica 10.00-12.00 e 15.00-18.00Durante la stagione estiva:
lunedì, giovedì e venerdì 10-12 16-18
sabato e domenica 10-12 15-18 Durante la stagione estiva:
lunedì, giovedì e venerdì 10-12 16-18
sabato e domenica 10-12 15-18 Durante la stagione estiva:
lunedì, giovedì e venerdì 10-12 16-18
sabato e domenica 10-12 15-18 Durante la stagione estiva:
lunedì, giovedì e venerdì 10-12 16-18
sabato e domenica 10-12 15-18; si consiglia di contattare preventivamente il Centro Etnografico – Tel.: 0433 86262 o l’Ufficio Turistico di Sauris – Tel. 0433 86076

E-mail: etnosauris@libero.it

Ingresso: gratuito

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Parco del Municipio

Il palazzo cittadino di Cristiano d’Attems Santacroce fu costruito nel 1740, su progetto attribuito a Nicolò Pacassi, che forse disegnò anche l’impianto del giardino, composto di una corte ornata da una vasta aiuola circolare, di un adiacente giardino all’italiana e di boschetti lungo i margini. La proprietà, pervenne prima in mano ai conti Thun nel 1796 e poi, nel 1820, in quelle dell’imprenditore tedesco Gian Cristoforo Ritter – proprietario dell’attigua raffineria di zuccheri – che, tra il 1826 e il 1829, ristrutturò l’edificio secondo linee di gusto neoclassico; anche il giardino fu riformato in stile inglese, mantenendo tuttavia l’assialità tra il palazzo e il tempietto.

Nella seconda metà del XIX secolo il giardino era tra i più rinomati della città per le sue piante: camelie, rose, sempreverdi, una sequoia e un’aranciera.

L’intera proprietà fu ceduta al Comune di Gorizia nel 1907 che ne fece la sede municipale.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Piazza del Municipio 1, Gorizia

Superficie totale: 0,96 ha

Impianto planimetrico: sterrato con aiuola circolare, a schema irregolare (corte), naturalistico-informale (giardino)

Condizione giuridica: proprietà pubblica, Comune di Gorizia

Peculiarità scenografiche e compositive: aiuole, fontana, statue, tempietto monoptero, vialetti

Specie botaniche di rilievo: bagolaro, bosso, platano, tiglio

Orari di apertura: sempre aperto

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Tranvia di Opicina

La tranvia di Opicina – tram de Opcina in dialetto triestino – è una linea interurbana panoramica unica in Europa poiché si inerpica lungo un tratto in forte salita. Dal centro di Trieste, infatti, il tram raggiunge la frazione di Villa Opicina sull’altopiano del Carso, superando l’erto colle di Scorcola, con una pendenza pari al 26 %, grazie ad una tratta a trazione funicolare. La linea, progettata dall’ingegner Geiringer è in funzione dal 9 settembre 1902.

Al tram è dedicata una celebre canzone popolare, El tram de Opcina, che racconta con allegria uno spettacolare incidente occorso il 10 ottobre 1902, quando una motrice deragliò dai binari per poi arrestarsi contro una casa posta lungo la linea.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Capolinea: Piazza Guglielmo Oberdan, Trieste – Villa Opicina (linea 2)

Informazioni: www.tramdeopcina.it

Orari: partenza ogni 20 minuti dalle 7.00-20.00; percorrenza km 5

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